Di Redazione
Il 25 luglio l’Italia di coach Mazzanti affronterà la Russia nella sua prima partita alle Olimpiadi di Tokyo. Nei giorni scorsi, la Nazionale ha giocato due test match contro la Serbia, entrambi persi al tie break. Ma il gruppo sta rodando e questo non deve essere un cattivo segnale in vista di Tokyo. Nella capitale del Sol Levante, sarà Miriam Sylla a guidare le azzurre verso un, sognato, podio.
“All’inizio pensavo di non essere all’altezza. Ho sempre immaginato che un capitano dovesse essere il mio opposto. Ma se me l’hanno chiesto vuol dire che non devo cambiare. Oggi, fascia da capitana o meno, sono la solita Miriam. Con una responsabilità in più” dichiara Sylla al giornale Grazia.
In famiglia come hanno reagito?
“Mia sorella è orgogliosissima. I miei fratelli conoscono una parte di me che non appare normalmente. Due anni e mezzo fa abbiamo perso la nostra mamma e spesso sono io a decidere ciò che è giusto o sbagliato. Sono la sorella maggiore e mi vedono autoritaria, quindi, secondo loro, adatta a fare il capitano”.
Se lei è arrivata sul tetto del mondo del volley dipende anche dalla forza del suo papà?
“Sì. Ho imparato molto dal suo spirito di adattamento e dalla sua capacità di guardare le cose in modo positivo. Quando è arrivato in Italia per lui tutto era buio. Se si fosse lasciato andare, non sarei qui. Non ha mai avuto tanti soldi, ma non mi ha mai fatto mancare niente”.
Il Capo dello Stato ha detto al vostro team: “Vorrei che il nostro Paese fosse come voi”. Che cosa ne pensa?
“Dalla pandemia si poteva uscire migliorati o peggiorati. Credo che l’Italia abbia fatto un passo indietro, ma possiamo migliorare. Il Presidente Sergio Mattarella ha visto nel nostro gruppo coesione e solidarietà. Gli italiani devono capire che siamo tutti dalla stessa parte, come in una squadra di pallavolo”.