SIENA – Il ciclismo torna in Italia con una classica giovane (prima edizione nel 2007) ma dal fascino retrò, le Strade Bianche: 184 km di cui 63 sullo sterrato. Nel quasi deserto della Piazza del Campo, a cui sono ammessi solo addetti ai lavori, la vince Wout Van Aert, un belga che si trova su un tracciato così come fosse nel salotto di casa. Lo dice una carriera fatta di una serie infinita di successi nel ciclocross, con le ciliegine sulla torta rappresentate da 3 titoli mondiali di specialità, a cui aggiungerne un quarto tra gli under 23. Vince precedendo di 30” il campione d’Italia Davide Formolo, autore di una splendida prova e capace di staccare in vista del traguardo il suo omologo tedesco, Maximilian Schachmann. Quarto posto per un altro azzurro, Alberto Bettiol. Esito di una gara più simile ad una classica del Nord che ad una prova il linea del nostro ciclismo: non a caso questa è la terza vittoria del Belgio a fronte di una sola italiana, datata sette anni e firmata Moreno Moser.
Una edizione particolare. Doveva corrersi a marzo, poi imprevedibili 139 giorni di stop in cui il Covid ha sconvolto il mondo e, in piccolo, la stagione ciclistica. Dal fango si è passati alla polvere, anche se a conti fatti la corsa è stata senza sorprese. Van Aert infatti fa parte di quella nouvelle vague ciclistica – non certo una novità, basta citare il mito Roger De Vlaeminck – di gente che alterna cross e strada con disivoltura. Anche l’altro esponente, Mathieu Van Del Poel, era in gara ma prima lo ha fregato una caduta in cui è rimasto coinvolto facendogli perdere energie preziose per recuperare, poi non ha retto il ritmo dei migliori in una giornata tra l’altro caldissima. Stesso discorso per Vincenzo Nibali e per Julian Alaphilipphe, con il francese che fallisce la missione di succedere a se stesso nell’albo d’oro.
Van Aert sullo sterrato