consigliato per te

  • in

    Ciclismo, Giro: Almeida resta aggrappato alla rosa. Kelderman guadagna, Nibali cede. Tappa a Geoghegan Hart

    La prima resa dei conti è arrivata, ma dopo Piancavallo il Giro ha ancora due re. Joao Almeida, che resta aggrappato alla maglia rosa. Lo fa da corridore vero: nel momento della verità resta solo, la bocca spesso aperta, le linguacce che ricordano Thomas Voeckler, ma sempre composto in bici. Grinta e classe, poi l’immagine bella e drammatica: steso sull’asfalto per recuperare energie chissà da dove. Tosto, tiene la rosa per dodici secondi.L’altro re, sia pure con un pizzico – ma proprio un pizzico- di delusione, è Wilco Kelderman: forte, soprattutto molto regolare lui, molto forte la squadra (il team Sunweb). Prima il ritmo di Denz, poi quello di Hamilton, quindi Hindley: tutti fanno la loro parte, al posto ed al momento giusto. Nei tratti più duri della salita finale tolgono certezze agli aspiranti al successo finale (tranne che ad uno…), poi nei famosi tratti pedalabili fanno la differenza. L’assalto alla maglia rosa fallisce, ma la sensazione è che si tratti solo di un appuntamento ritardato.La tappa di Piancavallo se la prende comunque Geoghegan Hart. Ancora uno de Ineos (quinta vittoria degli orfani di Thomas) che vince: il britannico sfrutta alla grande il lavoro degli uomini di Kelderman, poi sul traguardo piazza il suo guizzo rapinoso e domina la volata a tre.Due re e tanti sudditi sconfitti. Fuglsang, Pello Bilbao, Majka, Pozzovivo. Ma soprattutto Vincenzo Nibali. Lo Squalo patisce i cambi di ritmo, non si spezza ma si piega in maniera evidente. La sua sconfitta è probabilmente iniziata con il ritiro di Brambilla, che segue quelli di Ciccone e, nella parte iniziale del Giro, di Weening. Avrebbe perso lo stesso, ma ci fosse stato un maggiore supporti, i danni sarebbero stato inferiori all’abbondante minuto e mezzo. LEGGI TUTTO

  • in

    Ciclismo, Giro d'Italia: Ganna cannibale a cronometro, Almeida sempre più rosa. Male Nibali

    Quando uno splendido Joao Almeida, la cui maglia diventa ancora più rosa, chiudeva la crono del Prosecco -34,1 km da Conegliano a Valdobbiadene-, si sapeva già da quasi un’ora e mezzo chi avrebbe vinto. L’arrivo di Filippo Ganna era stata tramontana per qualsiasi dubbio sull’esito finale: 42’40’’ il tempo, 48 di media su un percorso abbastanza complicato. Impossibile pensare di far meglio per i corridori ‘normali’, anche se di classifica. Ganna, alla terza vittoria in questo Giro (due contro il tempo, un italiano non ci riusciva dai tempi di Bugno nel 1990), onora la maglia di campione del mondo duellando e battendo con uno che l’iride l’ha portata due volte in passato: il compagno di squadra della Ineos, Rohan Dennis. “Questa vittoria non era nei programmi: una sfortuna il ritiro di Geraint Thomas (il suo capitano, ndr) che si è trasformata in fortuna. Nell’ultimo anno ci sono stati diversi miglioramenti, siamo andati addirittura oltre. Ogni piccolo miglioramento serve e fa la differenza”, dichiara il verbanese, sempre superiore lungo il tracciato. Anche sul muro di Ca’ del Poggio, insidiosa asperità piazzata proprio all’inizio: un solo secondo di vantaggio sull’australiano, alla fine saranno ventisei. In mezzo, avversari partiti prima e ripresi come birilli, compreso Chad Haga: lo citiamo perché l’americano una crono al Giro (l’ultima a Verona) l’ha anche vinta… A proposito di gente a stelle e strisce, da segnalare l’entrata trionfale nei primi dieci di un giovane di Phoenix, Brandon McNulty. Era undecimo, diventa quarto dopo una prestazione alla ‘Ganna’.Detto di un grosso brivido, (il colombiano Juan Sebastian Molano cade con modalità simili a quelle del connazionale Miguel Angel Lopez nella prima crono, a lui accade in curva, prende le transenne e si ribalta), andiamo ai buoni e cattivi della generale. Avevamo scritto che lo sprint di Monselice, quell’aggrapparsi agli abbuoni, significava la presa di coscienza di Almeida, più o meno segreta, di poter vincere il Giro. Una risposta fondamentale si avrà già domenica, sulla salita di Piancavallo. Intanto l’ottimo Joao mostra una freddezza molto più ‘vecchia’ dei suoi 22 anni nel gestire la crono. Va fortissimo in salita, si gestisce nella parte centrale -tanto da far pensare addirittura ad un sorpasso in classifica Kelderman-, poi rilancia verso il traguardo e guadagna secondi preziosi (ben 16) sull’olandese.”Personalmente è stata una buona giornata. Alla fine ho fatto meglio di Kelderman quindi si tratta di una cronometro positiva -analizza la maglia rosa-. Spero di continuare così, sono sempre grato alla mia squadra. Effettivamente sto sempre meglio, ma dobbiamo arrivare a Milano”. Kelderman comunque può vedere il suo bicchiere mezzo pieno, forse anche qualcosa di più. In attesa di capire la tenuta di Almeida, guadagna su tutti gli altri big: in particolare, quel minuto e sette secondi su Vincenzo Nibali è tanta roba. Lo Squalo – che tra l’altro perde per ritiro una pedina importante come Ciccone- non è piaciuto. Abbastanza lento in salita, si pensava ad una gestione finalizzata ad un morso finale: niente di tutto questo, Almeida (ma non c’è solo lui) inizia ad essere davanti due minuti e mezzo.ORDINE D’ARRIVO1. Filippo Ganna        (Ita, Ineos-Grenadiers)      in 42’40″2. Rohan Dennis         (Aus, Ineos-Grenadiers)       a  0″263. Brandon McNulty      (Usa, UAE Team Emirates)      a  1’09″4. Thomas De Gendt      (Bel)                         a  1’11″5. Josef Cerny          (Cze)                         a  1’16″6. Joao Almeida         (Por)                         a  1’31″7. Tanel Kangert        (Est)                         a  1’33″8. Jonathan Castroviejo (Esp)                         a  1’44″9. Wilco Kelderman      (Ned)                         a  1’47″10. Jan Tratnik          (Slo)                         a  2’00″23. Vincenzo Nibali      (Ita)                         a  2’54″29 Jakob Fuglsang        (Den)                         a  3’13″CLASSIFICA GENERALE1. Joao Almeida        (Por, Deceuninck-QuickStep)  in 54h28’09″2. Wilco Kelderman     (Ned, Sunweb)                 a       56″3. Pello Bilbao        (Esp, Bahrain-McLaren)        a     2’11″4. Brandon McNulty     (Usa)                         a     2’23″5. Vincenzo Nibali     (Ita)                         a     2’30″6. Rafal Majka         (Pol)                         a     2’33″7. Domenico Pozzovivo  (Ita)                                s.t.8. Fausto Masnada      (Ita)                         a     3’11″9. Patrick Konrad      (Aut)                         a     3’17″10. Jai Hindley         (Aus)                         a     3’33″12. Jakob Fuglsang      (Den)                         a     4’08”   LEGGI TUTTO

  • in

    Ciclismo, Giro: tamponi tutti negativi, oggi la crono che può ridisegnare la classifica

    CONEGLIANO – Un po’ di serenità sul Giro d’Italia. I 512 test sostenuti tra giovedì sera e venerdì da corridori e staff delle 20 squadre ancora in gara hanno dato esito negativo. I prossimi test anti-Covid sono in programma tra domani e lunedì. Nella precedente tornata di tamponi erano emerse le positività di Krujiswijk e Matthews (probabilmente, quest’ultimo, un falso positivo) e di sei membri di staff di tre diverse squadre. Oggi c’è la fondamentale cronometro tra Conegliano e Valdobbiadene, destinata a ridisegnare la classifica. Al comando c’è il portoghese Joao Almeida con 40″ di vantaggio sull’olandese Kelderman e 49″ sullo spagnolo Pello Bilbao, quarto Pozzovivo a 1’03”, quinto Nibali a 1’07”. LEGGI TUTTO

  • in

    Ciclismo, Giro d'Italia: Ulissi fa il bis. E la maglia rosa Almeida fa la volata: è secondo

    “Davvero non mi aspettavo di fare bellissima doppietta in questo Giro”. Non se l’aspettava, ma l’ha pianificata nei minimi dettagli. Diego Ulissi colpisce ancora: freddo in gara, lucido allo sprint. Sfrutta il ritrovato entusiasmo di Sagan per eliminare Demare, poi lui stesso (per mezzo del fido Valerio Conti), toglie di mezzo lo slovacco. Quindi, in una volata ristretta e serratissima, si è impone sulla maglia rosa Joao Almeida. E qui sta l’altro motivo dominante dell’arrivo a Monselice. E se la maglia rosa, a parte le doverose parole di umiltà, questo Giro pensasse di vincerlo? Fare la volata per racimolare sei secondi importanti di abbuono è in segnale in tale senso. Sabato c’è una cronometro in cui il portoghese ha le carte per fare bene, e la terza settimana – durissima- è preventivamente sub judice per il meteo. “L’obiettivo oggi era la vittoria, anche se il risultato è buono. Conoscevo benissimo le strade nel finale (le ha frequentate per un anno da dilettante, ndr). La mia squadra ha dato tutto, come ogni giorno. Avrei dovuto vincere, ma può accadere di arrivare secondi”.  Succede questo e altro nella tredicesima tappa. Calma piatta per 150 km, poi i fuochi d’artificio. Davanti attaccano in sette: Ravanelli, Pellaud -lo svizzero che per amore strizza l’occhio alla Colombia e che una volta ripreso si ferma ad applaudire i compagni-, Vanhoucke -che ha ridotto le sue velleità da pretendente alla maglia bianca a uomo in fuga-,  Rota, Contreras, Tonelli e Bouchard. Tonelli è quello che resiste di più, anche se il destino dei sette è chiaro già sulla prima salita impegnativa, il Roccolo. Sagan, che già in precedenza aveva fatto lavorare la squadra per tenere sotto controllo la fuga, incarica Matteo Fabbro di fare un ritmo killer per le gambe di Demare. Missione riuscita, visto che nonostante la scorta dei compagni, il francese deve rinunciare al pokerissimo: “Sapevamo che sarebbe stato un arrivo molto difficile. Può succedere un finale del genere, non c’è nessun rimpianto, anzi è una giornata positiva per la maglia ciclamino”. Le emozioni comunque non sono finite. Resta il muro di Calaone, dove a pagare scotto, sotto i colpi della UAE di Ulissi, è proprio Sagan. Davanti restano una ventina, la Deceunink di Almeida evita ulteriori rientri e prepara la volata per la maglia rosa. Poi mette tutti d’accordo Ulissi: “Abbiamo fatto un grandissimo lavoro nel finale, volevo staccare i velocisti. Nella volata ero molto stanco, ma sono a mettere la ruota davanti. Un grazie particolare a McNulty è stato grandioso”.In chiusura, cenni extrasportivi vista la situazione Covid che mette a rischio il Giro e non solo. “Non capisco la polemica che è scaturita, soprattutto con l’Education First (i vertici della squadra avevano chiesto all’Uci di sispendere il Giro), che sta negli Stati Uniti e di fatto non sa cosa sta succedendo nella bolla del Giro d’Italia. Secondo me è un pretesto a livello internazionale, non riguarda strettamente la corsa rosa”, ha detto il direttore della corsa Mauro Vegni.  “Noi stiamo vivendo bene il sistema della bolla, ci stiamo attenendo alle regole”, è la posizione di Vincenzo Nibali. “Non mi è mai stato detto che si sarebbe fermata la corsa, ma dipenderà molto da quello che deciderà il governo, anche loro però dovranno fare le loro valutazioni perché il Giro è patrimonio internazionale. Da noi la bolla regge, ma ci sta anche che ci possano essere casi”.ORDINE D’ARRIVO1. Diego Ulissi (Ita, UAE Team Emirates) in 4h22’18″2. Joao Almeida (Ita, Deceuninck-Quick Step) s.t.3. Patrick Konrad (Aut, Bora-Hansgrohe) s.t.4. Tao Geoghegan Hart (Gbr) s.t.5. Mikkel Honorè (Den) s.t.6. Sergio Samitier (Esp) s.t.7. Jakob Fuglsang (Den) s.t.8. Pella Bilbao (Esp) a s.t.9. Vincenzo Nibali (Ita) s.t.10. Jai Hindley (Aus) s.t.CLASSIFICA GENERALE1. Joao Almeida (Por, Deceuninck-QuickStep) in 53h43’58″2. Wilco Kelderman (Ned, Sunweb) a 40″3. Pello Bilbao Lopez De Armentia (Esp, Bahrain-McLaren) a 49″4. Domenico Pozzovivo (Ita) a 1’03″5. Vincenzo Nibali (Ita) a 1’07″6. Patrick Konrad (Aut) a 1’17″7. Jai Hindley (Aus) a 1’25″8. Rafal Majka (Pol) a 1’27″9. Fausto Masnada (Ita) a 1’42″10. Jakob Fuglsang (Den) a 2’26” LEGGI TUTTO

  • in

    Ciclismo, Giro d'Italia: sulle strade di Pantani trionfa Narvaez

    CESENATICO – Piove e tira vento sulle strade care a Marco Pantani, che detestava la pioggia e fu comunque in grado, in una giornata da lupi, di dipingere uno dei suoi principali capolavori al Tour del ’98, strappando la maglia gialla al Kaiser Jan Ullrich con un’azione eroica nata sulle rampe del Galibier. Il Giro d’Italia parte e arriva a Cesenatico in una giornata di autunno purissimo, anomalia di questo strano 2020 che ha rivoluzionato il calendario delle corse e costretto la carovana rosa a un’edizione stravolta e fin qui imprevedibile. In una frazione da quasi 4000 metri di dislivello, gli uomini di classifica si danno battaglia fino a un certo punto: la Ntt di Domenico Pozzovivo conduce le danze a lungo ma finisce solo per scremare il plotoncino, nel quale Joao Almeida mantiene saldamente il simbolo del comando, girando con sprezzo del clima a maniche corte nonostante la bufera. Il vincitore di giornata esce dal drappello dei fuggitivi della prima ora: festeggia la Ineos con Jhonatan Narvaez, bravo e fortunato nell’approfittare del problema tecnico che sulla discesa verso il rientro a Cesenatico ha costretto allo stop l’ucraino Padun. Prima vittoria in un grande giro per il 23enne ecuadoriano, che a inizio settembre si era aggiudicato la Settimana Internazionale Coppi e Bartali vincendo una classifica generale che aveva visto Almeida chiudere al terzo posto. >Il gruppo, forse con un pizzico di leggerezza, in avvio lascia partire un plotoncino di tredici corridori, cui si aggiunge strada facendo un quattordicesimo, Carretero. Un manipolo che arriva a superare i 13 minuti di vantaggio e che presenta una tale varietà di soluzioni da rendere impossibile la riapertura della corsa per gli uomini di classifica: sono Bidard, Pellaud, Boaro, Benedetti, Rosskopf, Hansen, Clarke, Torres, Campenaerts, Richeze, Van Empel, Narvaez e Padun. Lecito pensare che l’ucraino possa agire da sponda futura per Pello Bilbao, ma lo sviluppo della corsa dice altro: dopo svariati cambi di padrone, alla fine se ne vanno in due, l’uomo della Bahrain-McLaren e Narvaez, con la Ineos che continua a onorare nel migliore dei modi la corsa rosa nonostante il prematuro addio di Geraint Thomas. Clarke è l’unico a tentare di ricucire ma deve fare i conti con una foratura, tutto lascia immaginare che Padun e Narvaez possano arrivare a braccetto e risolvere la contesa in volata ma un problema alla bici in discesa mette fuori causa l’ucraino, che tenta il disperato rientro nei 20 chilometri finali ma finisce per cedere di schianto dopo aver quasi ripreso l’ecuadoriano, solo e sorridente al traguardo posto in viale Carducci.Ciclismo LEGGI TUTTO

  • in

    Giro d'Italia, nuova tegola: positivi 17 poliziotti del servizio d’ordine del Giro-E

    CESENATICO – Non c’è pace per il Giro. Diciassette poliziotti impegnati nel servizio d’ordine del Giro d’Italia E-Bike, che precede la corsa rosa, sono risultati positivi al Covid. Gli agenti di polizia, tutti asintomatici, erano stati sottoposti a tampone in Abruzzo, tra domenica e lunedì, proprio come i corridori. Gli agenti sono tutti in isolamento in un albergo di Francavilla a Mare. Il sindaco della città abruzzese ha precisato che nessuno dei poliziotti è del comune abruzzese. Non si sa se gli agenti siano stati al seguito del Giro sin dalla prima tappa.repApprofondimento LEGGI TUTTO

  • in

    Ciclismo, Giro d'Italia: poker di Demare allo sprint, Almeida resta in rosa

    Peter Sagan se non altro potrà andare a dormire senza essere attanagliato dai sensi di colpa. Nella tavola altimetrica quasi perfetta da Sant’Elpidio a Rimini, cui solo un GPM a Monta San Bartolo fa da reale soluzione di continuità, lo slovacco non impegna i suoi uomini della Bora nella chiusura della fuga di giornata. Quindi, dopo la splendida impresa di Tortoreto, lo slovacco torna secondo. Lo sprint lo vince Arnaud Demare, e la cosa non fa notizia, visto che di questi tempi, ogni volta che vede un rettilineo, il francese fa il vuoto. Poker di vittorie, i transalpini non riuscivano a vincere tanto in una edizione del Giro dai tempi di un certo Bernard Hinault. “Una vittoria eccezionale davvero, è la mia quarta in questo Giro d’Italia. I miei compagni di squadra hanno fatto un lavoro immenso per portarmi alla fuga. Piano piano abbiamo rimontato, sono felicissimo. Jacopo Guarnieri? Lui mi conosce bene, mi chiede sempre come sto durante le varie tappe”.Oltre a Sagan, Demare mette in riga terzo Hodeg e Simone Consonni, due che in quella posizione non ti aspetti. Hodeg è il colombiano alternativo Gaviria: il buon Fernando però si pianta, cosa che di questi tempi gli sta capitando un po’ troppo spesso. Consonni è lì al posto di Elia Viviani. La gara del veneto viene infatti pregiudicata nei pressi di una rotonda: lo tampona una moto dell’organizzazione scaraventandolo a terra e costringendolo, scortato dai compagni della Cofidis, ad una affannosa quanto dispendiosa ricorsa. Intendiamoci, Viviani non vince da oltre un anno e difficilmente con questo Demare avrebbe interrotto la serie. Però va detto che tra borracce e motociclette, al netto delle accuse sugli hotel fatta da van Emden, questo Giro ha parecchi problemi di sicurezza.   Tappa dall’evoluzione tutto sommato interessante nonostante un percorso tranquillo per gli uomini di classifica (a proposito, Almeida resta in maglia rosa). Va via una fuga di cinque uomini. Il tema e giovani contro ‘esperti’: tra i primi Bais, Romano e Mazzucco. Con loro il belga Armée (in bacheca anche una tappa alla Vuelta di Spagna) ed uno abituato ad azioni del genere come Frapporti. Dietro lavorano solo UAE (per Gaviria) e Groupama Fdj, e forse per questo che la fuga mantiene speranze di riuscita fino all’ultimo. Resiste Armée: un minuto e mezzo ad una quindicina di km dall’arrivo. La proiezione lo vede raggiunto in extremis, lui cede un po’ prima, stremato dalla lunga azione.ORDINE D’ARRIVO1. Arnaud Demare          (Fra, Groupama-FDJ)        in 4h03’52″2. Peter Sagan            (Svk, Bora-Hansgrohe)             s.t.3. Alvaro Jose Hodeg      (Col, Deceuninck-Quick Step)      s.t.4. Simone Consonni        (Ita)                             s.t.5. Rick Zabel             (Ger)                             s.t.6. Nico Denz              (Ger)                             s.t.7. Fernando Gaviria       (Col)                             s.t.8. Stefano Oldani         (Ita)                             s.t.9. Jacopo Mosca           (Ita)                             s.t.10. Elia Viviani           (Ita)                             s.t.CLASSIFICA GENERALE1. Joao Almeida        (Por, Deceuninck-QuickStep)  in 43h41’57″2. Wilco Kelderman     (Ned, Sunweb)                 a       34″3. Pello Bilbao        (Esp, Bahrain-McLaren)        a       43″4. Domenico Pozzovivo  (Ita)                         a       57″5. Vincenzo Nibali     (Ita)                         a     1’01″6. Patrick Konrad      (Aut)                         a     1’15″7. Jai Hindley         (Aus)                         a     1’19″8. Rafal Majka         (Pol)                         a     1’21″9. Fausto Masnada      (Ita)                         a     1’36″10. Hermann Pernsteiner (Aut)                         a     1’52” LEGGI TUTTO

  • in

    Ciclismo, Giro d'Italia: Sagan fa il capolavoro sui muri. Almeida resta in rosa, Fuglsang fora e Nibali lo stacca

    Rieccolo, quattrocentosessantuno giorni dopo. Peter Sagan non esultava da un pomeriggio d’estate del 2019, a Colmar, dove arrivava una tappa del Tour de France. Poi, a parte la parentsi dello strano calendario, prima allungato e compresso dal Covid, una serie infinita di piazzamenti. Maledizione giunta al capolinea a Tortoreto, in una giornata dall’elettrocardiogramma simile alla Liegi-Bastogne-Liegi. E visto che il buon Peter non è mai banale, fa cifra tonda: è il corridore numero 100 a iscriversi nel club dei vincitori di tappa a Tour, Vuelta e Giro. ‘’La vittoria arriva quando smetti di cercarla troppo”, spiega all’arrivo. In realtà la vittoria Sagan la cerca eccome. Parte con Ganna sullo strappo di Chieti, in un momento senza regole in cui tutti danno la caccia alla fuga giusta. Eppure i due davanti ci restano, quindi il drappello diventa più cospicuo. In sette, poi ci sono i muri – brevi ma dalle pendenze assassine, quello di Controguerra al 24% – sgretolano le certezze. Di tutti, tranne che di Sagan, che trasforma gli ultimi km in una cavalcata solitaria, con tanto di gesto liberatorio all’arrivo. “Siamo stati tutto il giorno in fuga, ero da solo ma avevo una buona gamba per controllare tutti. Sono andato bene in salita e attento a non cadere in discesa, alla fine sono arrivato da solo davanti. Ho vinto con il mio stile, facendo spettacolo”.Una azione talmente bella da accantonare, anche se solo per un momento, i cattivi pensieri. Il Giro va infatti avanti, ma con 13 corridori in meno. Kruijswijk positivo al Covid: e tutta la Jumbo si ritira. Fioccano le accuse. “Sin dai primi hotel, al buffet erano presenti persone che non facevano parte della bolla. Dieci squadre in due alberghi con altri ospiti è stato senza dubbio un errore. Si dovrebbe essere protetti dalle persone che dirigono questo sport”, attacca van Emden, uno dei ritirati.Ciclismo LEGGI TUTTO