Adieu Pou-Pou. È morto Raymond Poulidor, a 83 anni il suo corpo ha detto basta. Era in ospedale dalla fine di settembre per le complicanze di un edema polmonare che lo aveva colpito la scorsa estate. È morto a Saint-Léonard-de Noblat, la sua città, nella regione della Nuova Aquitania, non lontano da Limoges. Il suo sorriso proverbiale, la sua verve si sono spenti non improvvisamente, ma gradualmente, in una costante e inesorabile discesa. Era l’Eterno secondo, e quindi, anche per questo, il corridore francese più amato di sempre. La sua carriera, durata 17 anni dal 1960 al 1977, l’aveva portato a scontrarsi con due epoche del ciclismo, contro Anquetil e poi contro Merckx, ma anche contro Bobet, Bahamontes, Gimondi, Zoetemelk, Janssen, fino a Hinault. Ne uscì sempre perdente.
Otto volte sul podio del Tour de France, tre volte secondo e cinque volte terzo, e mai, nemmeno un giorno in tutta la sua vita, la soddisfazione di indossare la maglia gialla. Tra il primo e l’ultimo podio nella Grande Boucle 14 anni, l’ultimo nel 1976, quando aveva già superato i 40. Non corse mai il Giro d’Italia e vinse la Vuelta del 1964. Vinse anche una Sanremo nel 1961 davanti a Van Looy e Rino Benedetti, e poi anche una Freccia Vallone, due Parigi-Nizza, due Giri del Delfinato e sette tappe al Tour. Fu secondo dietro Merckx al Mondiale di Montreal 1974. Corse tutta la carriera con la maglia della Mercier.