ROMA – Se, come da tradizione, il Giro del Delfinato è la più attendibile tra le prove generali del Tour, l’edizione che si è appena chiusa a Champery, vinta da Jakob Fuglsang, ha sparso molti dubbi e pochissime certezze. A partire dal vincitore della piccola, ma durissima gara a tappe francese. Fuglsang, a 34 anni e dopo aver vinto la Liegi-Bastogne-Liegi, sta attraversando il periodo di forma della vita. Ma i suoi precedenti assalti alle grandi corse a tappe si sono risolti al massimo con un 7° posto. Intanto questo Delfinato ha più che altro fatto del male ai grandi protagonisti possibili della Grande Boucle. Dopo il dramma vissuto da Froome, ieri si è ritirato Dumoulin, ancora alle prese con i postumi della caduta al Giro d’Italia. Nell’ultima tappa, vinta dall’olandese della Ineos Dylan Van Baarle su Haig (Mitchelton-Scott), è dovuto salire in ammiraglia anche Adam Yates, fermato da problemi di stomaco conseguenti a un attacco febbrile. Così la classifica finale del Delfinato, Fuglsang, Van Garderen, Buchmann, con Pinot solo 5°, Quintana solo 9°, Bardet 10°, è piena di buchi e di punti interrogativi. E al Tour manca meno di un mese: si partirà il 6 luglio da Bruxelles.
Svizzera, tappa a SanchezFesta doppia comunque per l’Astana, che si conferma la squadra più in forma del momento. La prima tappa in linea del Giro di Svizzera, con arrivo a Langnau in Emmental dopo due salite piuttosto impegnative, è andata all’eterno Luis Leon Sanchez, scattato nel tratto di pianura dopo l’ultimo Gpm. A 6” la volata del gruppo l’ha vinta Peter Sagan su Matteo Trentin. E si è mosso ancora bene Fabio Aru, sempre nelle prime posizioni in salita, con una bella gamba. Il sardo ha chiuso nella pancia del gruppo, 42°. Novità nella generale: in testa ora c’è il danese Asgreen (Deceunink Quick Step), stesso tempo ma miglior somma di piazzamenti rispetto a Sagan. Aru è 23°. In attesa di test più probanti, il ragazzo del Campidano, al terzo giorno di gara complessivo dopo l’operazione all’arteria iliaca del 1° aprile, è un gran bel vedere.
Giro del Belgio, inizia l’era EvenepoelSi è chiuso anche il Giro del Belgio e fanno festa proprio i padroni di casa con il fenomeno Remco Evenepoel, primo classe 2000 capace di vincere una corsa a tappe. Ultima frazione in volata al francese Coquard. Evenepoel, protagonista di un clamoroso numero giovedì nella tappa di Zottegem, sulle strade del Giro delle Fiandre, ha conservato il netto vantaggio che aveva nelle generale (52”) su Campenaerts, terzo Wellens. Il ragazzino, campione del mondo juniores in carica, ex calciatore e persino capace di un tempo di 1h16’ nella mezza maratona, è da molti indicato come il nuovo Merckx. Nella Deceunink sta crescendo bene, e molto, molto velocemente.Ora la Ventoux Dénivelé ChallengePer la prima volta nella storia il Mont Ventoux ospita una gara di un giorno. Si corre nel pomeriggio di lunedì la Mont Ventoux Dénivelé Challenge, 171 km con partenza da Vaison-La Romaine e arrivo all’Osservatorio astronomico, nel fantastico scenario lunare in cima al Monte Calvo. Si sale dal versante classico di Bedoin, quello che ha fatto la storia del ciclismo. La gara è classificata Uci 1.1 e ha una startlist piuttosto nobile: squadra di riferimento la AG2R, che schiera anche Romain Bardet, deludente al Delfinato e desideroso di aggiungere chilometri alla sua preparazione in vista del Tour. Altre due le squadre World Tour al via, la Groupama-Fdj e la Education First. Tutti dell’Amore&Vita di Ivano Fanini i quattro italiani al via: Bernardinetti, Ficara, Celano e Tizza.
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Delfinato, vittoria finale per Fuglsang
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