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Ciclismo, Giro d'Italia: sprint e cadute, vince Demare. Viviani ancora secondo

Da Ravenna a Modena, 145 km piatti come un tavolo da biliardo. Tappa facile? Meglio evitare di dirlo a Pascal Ackermann. Il tedesco taglia il traguardo senza mezza maglia ciclamino: l’altra mezza l’ha lascia su quell’asfalto che gli bruciacchia lembi di carne. Immagine dura, brutale. Giornata caratterizzata dalla maledizione delle cadute. Va giù per l’ennesima volta Battaglin, inoltre Formolo rischia uno strike pericolosissimo che per poco non coinvolge la maglia rosa, salvandosi con un numero da funambolo. Paura anche per Moschetti: cade con Ackermann, per qualche istante perde anche conoscenza. poi per fortuna si riprende. A proposito di maledizioni, prosegue quella per Elia Viviani. Secondo dietro a Demare. Era stato secondo nei duelli con Ackermann ed Ewan mentre per una volta che aveva vinto – con Gaviria – lo aveva fregato la giuria retrocedendolo…
 
Sprint e cadute, Ma c’è anche dell’altro. Al Giro di sei anni fa andava di moda Ji Cheng, cinese indomito (fino ad un certo punto, si ritirò dopo cinque tappe, ‘stroncato’ dalla febbre) che diventò talmente personaggio al punto da ispirare una rubrica giornaliera su Repubblica.it a lui dedicata. Secondo Leonardo Cohen, che curava il tutto, il prode Ji Cheng oltre alla consultazione delle cartine altimetriche traeva ispirazione anche dal Libro dei Mutamenti, testo plurimillenario considerato sacro in Cina. Non sappiamo a cosa si ispiri Sho Hatsuyama, che tra l’altro con la Cina c’’entra poco essendo giapponese.  La cosa certa è che le sue fughe al Giro iniziano a fare tendenza: c’è persino qualche bandiera nipponica sul percorso. Impensabile alla vigilia.
 
Anche perché quando il prode Sho decide di partire, lo fa contro logica, senza speranze di vittoria. Era successo nella terza tappa verso Orbetello. Hatsuyama stavolta ha un compagno di avventura, uno che quelli che ci tiene a far bene davanti ai suoi. Luca Covili da Pavullo nel Frignano, comune del modenese. E’ questa la missione romantica che ispira l’emiliano: altrimenti sarebbe inspiegabile per uno che si autodefinisce uno scalatore, stare davanti senza difficoltà altimetriche.

Riprese ad una trentina di km dall’arrivo. Poi è volata. Delle cadute abbiamo detto. Non abbiamo detto di Jacopo Guarnieri. E’ lui che tira fuori Demare dai guai e lo pilota nella volata finale. Poi il francese ci mette del suo…
 

 
 


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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