Il dualismo delle volate potrebbe cambiare. Ai patiti della velocità lo scorso Giro d’Italia aveva lasciato un retrogusto amaro: vero, Viviani aveva dominato, parzialmente contrastato da Bennett. Ma quel duello con Gaviria, negato dal fatto che i due vestivano la stessa casacca… Ora che il colombiano ha scelto altri lidi, ecco però spuntare un nuovo rivale per il campione d’Italia. La seconda tappa parla tedesco: vince Pascal Ackermann. Classica volata regale, impostata a centro strada, di quelle che lasciano agli altri il ruolo di comprimari. Perde ma non delude Viviani: sceglie l’avversario sbagliato (Gaviria, ndr), tutto sommato non sbaglia il tempo dell’uscita. In questi casi però rammarico relativo: semplicemente uno è andato più forte di lui. “Mi ero concentrato su Gaviria. Così quando è partito Ackermann sono rimasto un po’ sorpreso. Bisognava osare di più. Complimenti al tedesco: è stata una volata velocissima. Vedremo di far meglio domani”.
Circa Gaviria, preceduto anche da Ewan, non arriva neanche il podio. Non cambia la classifica generale, tappa inadatta ad aggiustamenti: prima giornata di gestione della maglia rosa da parte di Primoz Roglic.All’apparenza tranquilla, anche se lui non la vede così: “E’ stata una tappa difficile. Prima la pioggia, poi il finale con percorso nervoso. Comunque è andata bene, le squadre dei velocisti volevano portare i propri uomini allo sprint finale e così per il mio team è stato più semplice controllare”.
“Sono davvero felice per questa vittoria: la mia squadra oggi ha lavorato alla grande. Ho aspettato che partisse qualcuno; poi ai meno 250 metri ho visto che non scattava nessuno e ho deciso di aprire io la volata, per anticipare Viviani. Per fortuna ho tenuto bene e ho vinto questa splendida volata” è l’analisi a caldo di Ackemann. Lucida, a partire dalla valutazione sulla squadra. I 205 km da Bologna a Fucecchio, che ripercorrono le gesta di Gino Bartali, non sono banali. Percorso mosso con un saliscendi infinito ed un GPM (a Montalbano) con pendenze da non sottovalutare. Per Nibali, ciclisticamente adottato dalla Toscana, un bel revival: “Sono un siciliano anomalo, da queste parti ho passato gran parte della mia infanzia. Mi dispiace, però, non aver potuto salutare alcuni amici. Una volta al Giro ci si fermava di più. Qui nella zona di Empoli ho fatto le scuole ed è stato meraviglioso ritornare da queste parti”.
E’ uno di quei giorni in cui le squadre dei velocisti non possono sonnecchiare. Va via una fuga, la situazione tattica è abbastanza scontata, bisogna lavorareper tenere la situazione in controllo. Drappello battistrada con Frapporti, Maestri, Owsian, Bennett, Bidard, Clarke e Ciccone. C’è anche Cima, che cerca di risollevare il morale della Nippo-Vini Fantini dopo la disfatta che ha fatto tanto parlare del giapponese Nishimura. Quello messo meglio in classifica è Ciccone: l’abruzzese, che a lungo si gusta la maglia rosa virtuale, quando la strada sale si scatena. Selezione, lo tengono Bidard, Owsian, e Frapporti. Ma dietro non lasciano spazio. E’ volata. La squadra che organizza meglio il treno è la Lotto: Caleb Ewan esce come un proiettile, ma alla fine deve accontentarsi del terzo posto. Ackermann ha decisamente più argomenti.