Dopo aver visto la morte in faccia (sotto due set a zero), sentito nelle orecchie i canti funebri (sotto 21-24 nel terzo), l’Italia si è aggrappata alla vita e alla fine ha eliminato un Giappone al quale c’è solo da battere le mani fino a spellarsele. Una partita devastante per chiunque sotto l’aspetto emotivo: per chi l’ha giocata, per chi l’ha vissuta a casa, per chi l’ha vista dagli spalti. Una partita che è già leggenda, già pagina tra le più vibranti della storia della pallavolo, degli sport di squadra, dei Giochi Olimpici.
Alla fine, come detto, l’ha spuntata l’Italia, una squadra dal talento smisurato, allenata da un ct che chiunque pratichi uno sport forse vorrebbe avere come allenatore, ma armata di una pistola che purtroppo continua a spruzzare acqua. Dai nove metri questa squadra, passateci il termine, è quasi imbarazzante. Pensare, in un torneo dal livello così alto, di poter andare a medaglia regalando l’equivalente di un set ogni partita con soli errori al servizio è pura utopia. Oggi 23 totali, 9 del solo Romanò. Il nostro tallone d’Achille continua ad essere questo.
Per loro fortuna, però, i ragazzi di De Giorgi non hanno solo una pistola ma un intero arsenale di colpi che quando sparano lo fanno per distruggere. Soprattutto, gli vanno riconosciuti un cuore e una determinazione che sono più unici che rari, ingranaggi principali di un motore ad altissime prestazioni.
Tornando al match, è stata un’Italia completamente in balia del Giappone nel primo set, con i nipponici bravi a giocare con le mani del nostro muro, bravi a spingere tanto al servizio, bravi a toglierci il ritmo giocando meglio, addirittura, nel muro-difesa.
Nel secondo set altra valanga di errori in battuta, il Giappone continua a fare l’Italia, l’Italia non chiude il set difendendo un break di vantaggio ma anzi subisce un parziale di 0-4 sul 23-21 e inizia a vedere le streghe.
Nel terzo loro continuano a fare la partita della vita, noi continuiamo a farci del male in battuta ma alla fine, quando l’Olimpiade ci stava presentando ormai il conto, quando gli occhi si stavano caricando di lacrime, il miracolo: annulliamo tre match-point e iniziamo la nostra scalata. Quanto set ancora da infarto, ancora vinto ai vantaggi. Stesso dicasi del tiebreak, deciso da due punti finali usciti dalle manone di Roberto Russo.
Due mani alzate due volte al cielo come a chiedere la grazia. Per nostra fortuna, oggi gli dei del volley quella preghiera l’hanno accolta.
SESTETTI – Solito starting six per De Giorgi con Romanò opposto a Giannelli, la premiata ditta di posto 4 Michieletto-Lavia, la grande muraglia al centro formata da Russo e Galassi, Balaso ministro della difesa. Dall’altra parte della rete Blain parte con Sekita in regia, Nishida opposto, Ishikawa e Ran Takahashi in banda, Kentaro Takahashi e Yamauchi coppia centrale, Yamamoto libero.
1° SET – Fase di studio iniziale per entrambe le squadre e punteggio in equilibrio nelle prime azioni (4-4, 6-6). I giapponesi si dimostrano subito reattivi, dotati di grande atletismo, attaccano bene con Nishida e Ishikawa (in pipe) e disturbano anche a muro. Il primo break è loro (7-9) e De Giorgi ferma subito il gioco catechizzando i suoi, invitandoli ad avere pazienza e ad alzare palle più alte per trovare attacchi a più alta percentuale, anche con i mani-out.
Balaso tira su una pipe devastante di Ishikawa, Michieletto trova un gran punto, li riprendiamo ai 10 ma Nishida ci ricaccia ancora indietro con un attacco ad altezza siderale e un ace dei suoi (10-13). La poca efficacia del nostro sistema muro-difesa non ci consente di avere una buona fase break e continuiamo a soffrire maledettamente i giapponesi anche in Side out perché spingono tanto, e meglio, dai nove metri (12-16, 12-19). Dentro Sbertoli per Giannelli ma niente, il primo set se ne va via così, con una sola squadra in campo: il Giappone.
2° SET – Inizia punto a punto anche il secondo parziale (5-5, 10-10), poi Galassi, proprio lui, spara finalmente un missile in battuta, Russo stampa finalmente un muro a muro, e l’Italia piazza un break che potrebbe girare il match. Due attacchi di intelligenza superiore di Lavia allargano la forbice (16-13) e Blain ferma il gioco.
Monster block di Galassi e voliamo sul +4, soprattutto proviamo a togliere certezze al Giappone. Purtroppo non ci riusciamo, commettiamo due errori per troppa foga e li rimettiamo in scia (17-16). L’ace di Ishikawa, in parallela, all’incrocio delle righe, ci punisce oltre misura (parità ai 17).
Ci aggrappiamo ancora al genio pallavolistico di Lavia (20-18) e ai colpi cattivi, ignoranti direbbe qualcuno, di Michieletto. Finalmente alziamo anche un muro a tre da eclissi totale, ma continuiamo a sbagliare (ancora… e ancora!) al servizio. Non riusciamo a gestire un break di vantaggio (23-21, 23-23, 23-24), Ishikawa ci presenta il conto: siamo sotto due set a zero e ora spalle al muro! (sin qui già 11 errori al servizio contro 4 dei giapponesi).
3° SET – Ora più che mai c’è bisogno di lucidità e tanta cattiveria, ma subiamo sin da subito, ci prendono anche a muro, ci prendono ancora a pallate dai nove metri (altro ace di Nishida) e ora si fa davvero dura (1-3, 3-6). Chi l’avrebbe mai detto.
Nishida e Ishikawa sembrano avere i razzi ai piedi, quando attaccano non li prendiamo mai, quando attacchiamo noi ci difendono sempre (il libero Yamamto oggi illegale) e il body language degli azzurri ora tradisce anche sconforto, se non proprio paura (7-10, 9-13).
Non si sa come, ma l’Italia per due volte si rimette a un solo punto di distanza (12-13, 12-15, 14-15) e torna a crederci. Dopo un set all’inseguimento troviamo la parità ai 20 grazie alle difese di San Balaso, ma il naso avanti proprio non riusciamo a metterlo. Ishikawa fa 21-23 e 21-24. Russo annulla il primo match point, l’errore di Ishikawa il secondo.
Giannelli al servizio con gli occhi lucidi, ma trova l’ace del 24-24. Incredibile. Murone a due di Russo e Michieletto su Nishida e 25-24 Italia. Ishikawa passa ancora in diagonale (25-25), pipe senza muro di Lavia (26-25), Michieletto spinge al servizio e guadagna una free ball di importanza capitale, batti e ribatti e Lavia mette palla a terra staccando la spina alla radio che suonava già il nostro de profundis. Siamo ancora vivi. Abbiamo visto la morte in faccia ma siamo ancora vivi!
4° SET – Ora però serve reagire. Gli azzurri mandano segnali incoraggianti a inizio del quarto set (4-2, 8-6, 12-7). Finalmente muriamo da Italia, ma il Giappone in difesa è ovunque e non ci consente di scappare via (17-16). È una partita difficile per i nostri colori, ma va detto con grande onestà, una partita di bellezza assoluta in fatto di agonismo.
Nuova parità ai 19, contro sorpasso Giappone, ancora con un ace (20-21), altro ribaltamento dell’Italia con un altro muro di Robi Russo (22-21) sfruttando un altro turno al servizio incisivo di Galassi. Errore di Ishikawa e andiamo avanti di due (23-21). Galassi forza ma non trova l’ace di millimetri. Poco male, diagonale nei tre metri di Michieletto e vediamo la luce in fondo al tunnel.
Ishikawa, ennesimo mani-out, annulla il primo set ball, Michieletto questa volta cerca una cosa che non gli riesce e si va ai vantaggi. Altro muro in verticale di Russo, altro muro al centro di Lavia e conquistiamo la chance di giocarcela al tie-break dopo due set in bambola e altri due tutto cuore.
5° SET – Si soffre, incredibilmente, fino alla fine perché il tiebreak non offre scossoni (3-3). Se al servizio spariamo a salve, a muro ora facciamo paura: Lavia su Takahashi e 4-3 Italia. Michieletto però spara out e l’ago della bilancia si sposta ancora (4-5, 4-6). Timeout De Giorgi.
Si cambia campo sotto 6-8, Giappone sempre avanti di uno ma li riprendiamo ai 10 con ius primo tempo di Galassi. Incredibile ma vero, Romanò tira e trova una battuta in campo che ci regala una free ball, Michieletto capitalizza e mettiamo la freccia (11-10).
Romanò in attacco passa come una lama calda nel burro (12-11), ma è sempre punto a punto. Diagonale senza senso di Michieletto (13-12), risponde Nishida (13-13). Errori in battuta di Takahashi, mani-out (abbiamo perso il conto) di Ishikawa e si va ai vantaggi (14-14). Il capitano nipponico si ripete e conquista il primo match point. Onodera spara in rete la battuta (15-15). Russo finalmente prende la targa a Ishikawa stampandogli un muro di cemento armato (16-15), Michieletto forza un’altra battuta che per una volta mette in crisi la linea di ricezione giapponese, palla ‘vagante’ sopra la rete, Russo, ancora lui, ci mette le manone e il resto è storia: per chi è sopravvissuto e può raccontarlo, l’Italia è in semifinale ai Giochi Olimpici di Parigi!
ITALIA-GIAPPONE 3-2
(20-25, 23-25, 27-25, 26-24, 17-15)
ITALIA: Romanò 19, Michieletto 24, Lavia 19, Galassi 11, Russo 10, Giannelli 5, Balaso (L), Sbertoli, Bottolo, Sanguinetti, Bovolenta, Porro. All. De Giorgi.
GIAPPONE: Ishikawa 32, Nishida 22, R. Takahashi 16, Onodera 1, Yamauchi 6, Sekita, Yamamoto (L), Fukatsu, Miyaura, Otsuka, K. Takahashi 5, Kai. All. Blain.
Arbitri: Ivanov Ivaylo (BUL),Maroszek Wojciech (POL).
Di Giuliano Bindoni