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La scomparsa di Peter Lundgren

Arriva una brutta notizia dalla Svezia: è mancato a soli 59 anni Peter Lundgren, ex pro svedese noto soprattutto per aver guidato i primi anni di Roger Federer, portandolo a vincere il suo primo Slam a Wimbledon 2003. Lundgren era malato da tempo, soffriva di una seria forma di diabete che lo scorso anno l’aveva portato all’amputazione di un piede per complicazioni successive ad una frattura della caviglia e conseguente infezione.

L’annuncio è arrivato via social, sulla pagina del padre, scritto dal figlio Lukas. “Riposa in pace Papà. Purtroppo ci hai lasciati troppo presto. Un allenatore, un giocatore, un amico e un padre. Un’ispirazione e aiuto per molti, sia dentro che fuori dal campo. L’impronta che hai dato e i ricordi resteranno sempre vivi”.

Prima dell’incidente aveva provato a rientrare sul tour all’inizio del 2023, seguendo il giovane svizzero Dominic Stricker, altro cavallo di razza per qualità tecniche, entrato nella sua scuderia di qualità che vanta oltre a Federer anche grandi talenti come Wawrinka, Safin, Dimitrov e Baghdatis. A chi gli chiedeva come mai avesse scelto sempre cavalli di razza ma con un carattere un po’ particolare, rispondeva che “proprio in quello sta il divertimento…”

Ragazzo arguto e divertente, era ben voluto da tutti, sia per le sue innegabili qualità di coach e visione di gioco (era stato n.25 al mondo come giocatore, membro dell’ondata vichinga degli anni 80-90) che per la sua simpatia e leggerezza fuori dal campo. Si narra che di fronte a una birra fosse in grado di intrattenere tutta la compagna per l’intera serata, tra storie e aneddoti curiosi. Leggendarie alcune sue battute, una su tutte: quando gli chiedevano come mai il giovane Roger fosse fin troppo restio a presentarsi a rete, viste le due doti innate di attaccante, rispondeva “Rog crede che il net sia infestato dagli squali”.

Federer decise ben presto di staccarsi dalla federazione svizzera ed affidarsi al duo Peter Carter (decisivo per la formazione tecnica di Roger) e Lundgren. Proprio lo svedese rimase al timone della barca quando lo sfortunatissimo coach sudafricano morì tragicamente in un’incidente d’auto nel suo paese a soli 37 anni, durante la sua luna di miele. Federer fu devastato da quell’evento, e il supporto paterno e bonario di Lundgren fu decisivo a superare il momento difficile.

Molti i messaggi di cordoglio già arrivati, tra questi quello di Karol Kucera, che scrive “Sei stato una persona magnifica, grande ispirazione. È stato un privilegio conoscerti, giocare con te e imparare molto. Riposa in pace amico mio”.

Lundgren verrà sicuramente ricordato come buon tennista (3 tornei vinti e ottavi a Wimbledon), ottimo coach e persona di grandi qualità umane.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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