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Kristian Gamba: “La nostra Cantù nasce dalla voglia di riscatto”

Nelle file del Pool Libertas Cantù che quest’anno ha stupito molto più di ciò che doveva essere la norma in Serie A2, Kristian Gamba è sicuramente la punta di diamante. Oltre 400 punti messi a segno anche in questa stagione, medie da leader, ma mentalità di chi vive tutto con la giusta misura, la corretta consapevolezza e l’assenza di aspirazioni troppo arrivistiche, spesso tipiche dello sport:

Apprezzo molto il nostro presidente Molteni, che ci ha detto proprio qualche giorno fa di goderci ciò che ci sta capitando. Siamo tutti soddisfatti, certamente, ma stiamo vivendo questo periodo della stagione col pensiero di raccogliere ciò che ci siamo sudati per tutta la stagione in palestra“.

Foto Lega Pallavolo Serie A

Cantù a pochi punti di distanza dalla testa della classifica. Non lo avrebbe detto nessuno.

No, questo sicuramente. All’inizio della stagione, l’obiettivo della società era quello di raggiungere una tranquilla salvezza. Abbiamo iniziato a lavorare, e domenica dopo domenica, abbiamo creato la chimica giusta e affinato il gioco migliore, che ci ha permesso di centrare alcuni risultati importanti. Una volta che l’obiettivo salvezza è stato raggiunto, ci siamo accorti che quell’entusiasmo era rimasto e quella magia che si era creata anche dentro gli spogliatoi, volevamo e vogliamo tutti capire dove possa portare“.

Ora l’obiettivo è una finale contro Vibo? O meglio la scaramanzia?

Guardi, non sono scaramantico e le dico che certamente vogliamo arrivare il più lontano possibile. Diversamente da altre squadre, non abbiamo alcuna pressione creata da ciò che si deve fare. Giocare con un presidente che si siede in panchina per stare con noi, tifare per noi, e ci dice di divertirti e divertire chi viene a tifare la domenica, è una boccata d’ossigeno che respiriamo tutti“.

Foto Lega Pallavolo Serie A

Perché funziona così bene Cantù?

Io credo che ognuno di noi sia arrivato qui col desiderio di riscattarsi da alcune precedenti situazioni. Mi sono accorto dai primi giorni che, oltre a trovarmi bene con tutti i compagni, c’era in tutti noi la voglia di dire qualcosa in più rispetto alla stagione passata. Abbiamo provato a farlo ed eccoci qua a parlare di questo bel momento“.

Sognare non costa niente. Mi dica se la battuta sulla Superlega è capitato di farla negli spogliatoi?

Più che altro è capitato di fare delle scommesse del tipo se vinco questo, faccio questo. Che poi è una cosa tipica degli spogliatoi in cui si scherza sugli obiettivi così ambiziosi“.

Foto Lega Pallavolo Serie A

Dal Club Italia, passando per Motta, è finito a Cantù. È stato un percorso di crescita costante o cambierebbe qualcosa?

Bella domanda. Sicuramente tutto quello che mi è capitato è servito a farmi diventare il giocatore che sono oggi. Anche, ad esempio, cambiare ruolo nel primo periodo a Motta e provare a giocare schiacciatore. Una scelta imposta, della quale ho cercato di trarre tutto il beneficio possibile, anche se snaturarmi non era ciò che volevo. Per il resto sì, credo che il mio bagaglio sia migliorato di stagione in stagione“.

Degli anni del Club Italia, c’è qualcuno che merita particolarmente ciò che ha avuto?

Premetto che ognuno di loro meritava tanto, direi che Francesco Recine, per il modo in cui si è allenato, la costanza, la voglia di arrivare, superando anche la barriera del non essere un colosso in termini di altezza, è quello che ha meritato di più“.

Foto Patrizia Tettamanti/Libertas Brianza

Dei suoi esordi cosa ricorda?

Che a 13 anni lasciai Aosta per andare a Cuneo. Non c’erano squadre maschili per proseguire, e io spesse volte mi trovai ad allenarmi con le ragazze. Per me partire fu una gioia infinita, per i miei fu motivo di sofferenza, anche se mi lasciarono andare, vedendomi così felice. A convincerli fu certamente Monica Cresta, che in quegli anni mi ha fatto da seconda mamma, visto che a Cuneo vivevo praticamente con lei. Fu Monica a portarmi al Club Italia, poi, ed è una persona a cui devo molto“.

Ne è valsa la pena?

Sì, decisamente!“.

Se le dico Superlega, cosa mi dice?

Che prima o poi punterò ad arrivarci“.

di Roberto Zucca


Fonte: http://www.volleynews.it/feed/


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