Di Redazione
La sua avventura alla guida della nazionale dell’Iran si è ufficialmente conclusa con il mancato rinnovo del contratto. Alessandra Campedelli è rientrata in Italia e per la prima volta parla liberamente, in un’intervista di Giuseppe Francesco D’Amato per L’Adige, di un’esperienza fortissima e ricca di contraddizioni. “Mi rendo conto – ammette l’allenatrice – di essere stata strumentalizzata dalla Federazione: probabilmente pensavano che mostrare al mondo di assumere un’allenatrice occidentale sarebbe stato un segnale evidente di una vera volontà di cambiare. In realtà non mi hanno permesso di intervenire su nulla di importante che potesse realmente portare a cambiamenti strutturali e stabili“.
Il comunicato ufficiale della Federazione attribuisce la separazione ai risultati negativi della squadra: “Mi fa sorridere – commenta Campedelli – perché in realtà sono stata io a rifiutare il rinnovo. Loro me lo hanno proposto. Non capisco la pochezza della Federazione, parlano di scarsi risultati quando abbiamo ottenuto il podio ai Giochi Islamici, era dal 1966 che non succedeva. Non hanno capito che serve pazienza e programmazione, se si vuole raggiungere un obiettivo bisogna avere il coraggio di cambiare qualcosa nel processo che porta a quel risultato, altrimenti i risultati continueranno a essere gli stessi di sempre“.
Sulle motivazioni del suo addio l’ormai ex CT ha le idee molto chiare: “La prima questione è etica. Non ce l’avrei fatta a rappresentare una Federazione che fa capo a un governo così. Per me era frustrante, la Federazione poi negava tutto quello che stava accadendo. La seconda è stata una scelta professionale, non c’erano le condizioni per lavorare in modo efficace e costruttivo“.