Di Redazione
Si è aperta con un ospite molto speciale la stagione della Videx Yuasa Grottazzolina: a dare ufficialmente il via all’annata della squadra marchigiana è stato nientemeno che Andrea Zorzi, ospite speciale di una serata dedicata alla M&G Scuola Pallavolo al teatro di Rapagnano. Il grande campione azzurro, prima di mettere in scena lo spettacolo “La leggenda del pallavolista volante“, ha risposto alle domande del pubblico presentate dai “Two Twins” (Valerio e Fabrizio Salvatori) e dal conduttore Luca Alici, spaziando dalla nazionale ai grandi temi della pallavolo e dello sport.
Ospiti dell’evento il sindaco di Rapagnano Elisabetta Ceroni, quello di Grottazzolina, Alberto Antognozzi, il presidente del comitato Fipav Fermo-Ascoli Piceno Fabio Carboni, il delegato del Coni di Fermo, Cristina Marinelli. Nel mezzo la benedizione del presidente della M&G Scuola Pallavolo, Rossano Romiti, a spiegare le ragioni dietro la scelta di una cornice diversa dal solito: “Siamo a Rapagnano perché la nostra filosofia è quella di abbracciare l’intero territorio. Vogliamo mettere lo sport al servizio della nostra realtà provando a far sì che quella di stasera sia l’edizione zero di un format che ci piacerebbe portare avanti e implementare negli anni. Non sappiamo ancora dove potrà arrivare questa iniziativa ma è un’idea sulla quale puntiamo moltissimo“.
Particolarmente caro a Zorzi il tema dell’educazione: “Lo sport è educativo solo sotto certi punti di vista. È un ambiente meritocratico ma anche competitivo, e la competizione può portare alla sopraffazione. Ti porta a pensare che la vita sia come una partita, o si vince o si perde, ma la vita non è solo questo. Fuori dal campo quella riga che separa la vittoria dalla sconfitta non si adatta ad un mondo che, invece, è così vario e così ricco di sfaccettature. Credo che da questo punto di vista uno sport come la pallavolo possa esaltare sicuramente la cooperazione, le responsabilità individuali ed il rispetto dei ruoli. Penso al concetto di rete e mi rendo conto che quando la palla è al di là di questa non c’è niente che tu possa fare se non cercare di prevedere le mosse dei tuoi avversari e prepararti alla prossima giocata, il che è sicuramente un’attitudine molto valida, per esempio, nel mondo aziendale e del lavoro nel suo complesso”.
Educazione e sport, un binomio da trattare con cautela?
“Da giovane ho sempre vissuto l’altezza come un disagio e da questo punto di vista la pallavolo mi ha salvato, a tal punto che per anni ho pensato che quella palla fosse la cosa più importante della mia vita. Ho deciso di smettere a 33 anni un po’ per orgoglio e un po’ per superbia, non riuscivo più ad essere costantemente concentrato e così ho deciso di iniziare a guardare dentro questo meraviglio mondo che è lo sport. Ne ho dedotto che quest’ultimo è educativo solo sotto certi punti di vista. E’ un ambiente meritocratico ma anche competitivo e la competizione può portare alla sopraffazione. Ti porta a pensare che la vita sia come una partita, o si vince o si perde, ma la vita non è solo questo. Fuori dal campo quella riga che separa la vittoria dalla sconfitta non si adatta ad un mondo che, invece, è così vario e così ricco di sfaccettature.Credo che da questo punto di vista uno sport come la pallavolo possa esaltare sicuramente la cooperazione, le responsabilità individuali ed il rispetto dei ruoli. Penso al concetto di rete e mi rendo conto che quando la palla è al di là di questa non c’è niente che tu possa fare se non cercare di prevedere le mosse dei tuoi avversari e prepararti alla prossima giocata, il che è sicuramente un’attitudine molto valida per esempio nel mondo aziendale e del lavoro nel suo complesso.
Inevitabile il riferimento alla grande impresa degli azzurri, e dell’amico Fefè De Giorgi, ai Campionati Mondiali: “Ciò che mi rende più orgoglioso è vedere dei ragazzi così vincenti ed allo stesso tempo così giovani, ma la mia sensazione è che Fefè sia dotato di un’intelligenza e di una brillantezza fuori dal comune che gli permettono di districarsi in qualsiasi contesto ed in qualsiasi situazione, senza essere mai scontato né banale. La sua forza più grande sta nella ricca esperienza accumulata in panchina grazie alla quale ha saggiato tutte le situazioni più belle e più brutte della vita di un allenatore, dalle vittorie alle sconfitte fino all’esonero. Questo gli ha fornito sicuramente una grossa stabilità, senza nulla togliere al fatto che avesse già una grande intelligenza anche da palleggiatore“.
Sul ruolo dell’allenatore, Zorzi ha poi aggiunto: “Esistono allenatori più autorevoli e carismatici ed altri più improntati alla collaborazione e condivisione ma la cosa più importante è comprendere le proprie caratteristiche in modo da adattarle al meglio al contesto nel quale si lavora. Se pensiamo ad Ancelotti, Velasco e De Giorgi vediamo che ognuno di loro ha vinto in modo diverso, ecco perché ciò che conta è creare un ambiente che faccia sentire i giocatori il più possibile a proprio agio. È ovvio che ci sarà sempre qualche voce fuori dal coro, in quel caso bisogna prendersi la responsabilità di essere soli senza cercare supporto e conferme a tutti i costi da parte degli atleti“.
Il grande “Zorro” è stato poi protagonista anche sabato sera al PalaGrotta con la messa in scena del suo spettacolo “La leggenda del pallavolista volante“. Al termine, gli interventi del presidente Fipav Marche Fabio Franchini e del sindaco di Montegiorgio, nonché presidente della provincia di Fermo, Michele Ortenzi, hanno preceduto la presentazione ufficiale della prima squadra assieme a staff societario ed allenatori delle varie formazioni dell’universo M&G Scuola Pallavolo.
“Torniamo in A2 dopo anni passati a costruire, mattone su mattone, un progetto fondato sul nostro territorio – ha dichiarato il presidente Rossano Romiti -. Credo che questo sia soltanto un punto di partenza, abbiamo grandi aspettative ma possiamo contare su una struttura composta da ragazzi e ragazze che rappresentano il vero ecosistema di questa società e proprio da loro la serie A potrà trarre grosso giovamento“.
“Da sempre crediamo fermamente nel portare avanti progetti di ampio respiro, che non puntano soltanto al risultato sportivo fine a se stesso – ha aggiunto il direttore tecnico e coach della Videx Yuasa Grottazzolina Massimiliano Ortenzi –. Abbiamo vissuto una due giorni veramente speciale e credo che ancora una volta abbiamo colto nel segno riuscendo a coinvolgere un personaggio di questo calibro. Ci stiamo allenando con grande entusiasmo, nei test affrontati fin qui abbiamo mostrato delle buone cose perciò direi che abbiamo le carte in regola per recitare un ruolo da protagonisti e prenderci tutto quanto sarà possibile“.
Doveroso anche il messaggio da parte del capitano della prima squadra, Riccardo Vecchi: “Siamo pronti a ripartire con lo stesso entusiasmo con il quale abbiamo concluso la passata stagione pur sapendo che, da neopromossi, ci aspetta un campionato complicato. Il salto di categoria porta differenze sostanziali dal punto di vista tecnico e fisico ma è altrettanto vero che abbiamo un gruppo ben costruito e questo ci lascia ben sperare per il futuro. Non vediamo l’ora di cominciare“.
Chiosa finale con Andrea Zorzi che chiede a Massimiliano Ortenzi: “Cosa ruberesti alla nazionale campione del mondo?“. La risposta arriva immediatamente: “Ai Mondiali abbiamo visto una squadra che sprecava pochissimo ed aspettava sempre il momento giusto per piazzare il colpo giocando con grande pazienza e lucidità. Questa è una qualità sorprendente, vista la giovane età dei nostri nazionali, e sono certo che se riusciremo anche noi a riproporla potremo davvero esprimerci ad alto livello“.
(fonte: Comunicato stampa)