ABU DHABI – La prima volta non si scorda mai. Sarà così, magari tra qualche anno e con qualche titolo mondiale in più, anche per Max Verstappen: perché l’olandese, trionfatore nell’evento finale di Abu Dhabi, ha i tratti tipici del fuoriclasse. Genio e sregolatezza il pilota Red Bull: poco avezzo alla diplomazia sia in pista che fuori e con talento da vendere. Lo ha dimostrato fin dagli inizi quando, non ancora maggiorenne, debuttò in Red Bull nel GP di Spagna diventando – grazie allo scontro Hamilton-Rosberg al primo giro – il più giovane pilota ad aver vinto una gara del campionato del mondo di Formula 1. Da quel momento in poi è stata un’escalation: i primi successi, le sfide con la Ferrari prima e con la Mercedes in un crescendo di emozioni. Fino a quando, nel 2021, il giovane si è fatto uomo: errori ridotti al minimo, capacità di analizzare la gara anche a 300 km/h, una freddezza che a tratti quasi non sembra umana. Verstappen è cresciuto nel tempo, coccolato e forse anche viziato dalla Red Bull, che aveva intravisto il talento già da anni, almeno da quando diede il benservito a Daniel Ricciardo per fare all-in sull’olandese.
Verstappen nella storia
Una scelta che, oggi, ha pagato. Max Verstappen è campione del mondo per la prima volta in carriera, unico pilota a battere Lewis Hamilton con una vettura che non sia la super Mercedes dell’era turbo ibrida. E poco conta il potenziale delle macchine, le decisioni controverse dei commissari di gara, le accuse e i veleni, quello che rimane è l’eco dell’impresa compiuta dal pilota olandese, capace non solo di scrivere la propria di storia, ma rimandando l’appuntamento con l’immortalità di Lewis Hamilton, beffato quando ormai tutto faceva pensare che l’inglese fosse pronto a spodestare dal trono Sua Maestà Michael Schumacher prendendosi l’ottavo titolo della sua carriera. A mettersi di traverso, però, ci ha pensato Max Verstappen, talento più puro di una generazione di fenomeni. Se sarà lui a dare vita al nuovo corso della Formula 1 lo dirà la storia, ma quello che è certo è che l’olandese rappresenta il meglio che il mondo della velocità a quattro ruote può offrire: talento, velocità, freddezza e quel pizzico di malizia che serve per scrivere la storia. Proprio come ha fatto il pilota della Red Bull diventando campione del mondo per la prima volta in carriera.