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Fabio Fognini in top ten. Un ricordo del passato di un nostro utente

Era un periodo che mi allenavo ad Arma di Taggia almeno tre volte a settimana con Massimiliano Conti, il primo maestro di Fabio. Lui si allenava sempre nello stesso campo anche se non propriamente perche’ era quello accanto.

Nelle loro sessioni di allenamento c’era anche Gianluca Naso che, per qualche stagione viveva insieme a casa Fognini. Qualche anno prima avevano vinto il torneo under 16 nelle finali europee in doppio. Il coach di Fabio allora 16-17enne era Caperchi, ex coach di Gaudenzi. In uno di quei giorni prima dell’allenamento dopo anni che non prendevo in mano una racchetta, mi ricordai che avevo un piccolo manuale di tennis di Panatta. Il manuale del piccolo tennista, diedi subito un occhiata al capitolo dell’esecuzione del dritto, in quanto avevo sempre qualche dubbio nei movimenti da farsi.

Mi colpi’ questo nel libretto, il punto esatto nel colpire la pallina e’ al punto della sua massima altezza dopo il rimbalzo cioe’ poco prima che inizi la sua discesa. Cosicche’, non vidi l’ora di mettere in pratica l’interessante consiglio. Dopo la prima mezz’ora notai che effettivamente il mio forehand lo sentii più sicuro e la pallina viaggiava molto veloce.

A un certo momento si avvicino’ Caperchi e ci disse, scusate, vedo che state facendo sul serio, fammi vedere come fai il dritto, si rivolse a Fognini e gli disse, Fabio guarda come fa il dritto. Beh mi sentii quasi imbarazzato a ricevere i complimenti da un esperto del settore e anche dall’allora giovane speranza del tennis italiano. Ora posso dire che ho fatto mostrare come si esegue il dritto ad un top ten. Il giusto insegnamento nel tennis e’ basilare, per quello nelle scuole di tennis dovrebbero fare prima la teoria per mostrare come si eseguono i movimenti, una volta che si e’ appreso solo dopo passare alla pratica.

Io sono grato di aver avuto come primo maestro uno dei piu’ bravi nel nostro paese, Marco Lubrano. Effettivamente poi chi se ne intende di tennis e’ un piacere vedere chi sa veramente giocare. Allora quando giocavo ad Arma di Taggia, veniva volentieri a vedermi il papa’ di Fabio, Fulvio. Comunque ho conosciuto per diversi anni i Fognini, brava gente. Poi ho ancora l’impugnatura della racchetta rifattami da Fabio un giorno….

Ricordo di Alberto Bonimba


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