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Ciclismo, Parigi-Roubaix: è Gilbert il re del pavé

Philippe Gilbert ha messo il tassello più prezioso al puzzle della sua fenomenale carriera. Si diceva fosse un fuoriclasse delle Ardenne, definizione non certo riduttiva, figlia dal tris consecutivo Freccia-Amstel-Liegi. Lui però ha voluto di più, forse stimolato dalla concorrenza con Greg van Avermaet. Si è autoincoronato re del pavé: due anni fa aveva unito il Belgio, un vallone capace di dominare con una azione al limite della follia i muri delle Fiandre, ora a 37 anni si è preso la Parigi-Roubaix. Al Velodrome ha regolato in una volata a due il tedesco Nils Politt, tipico passistone destinato a lasciare il segno in questo tipo di.gare. La gara di Gilbert è stata semplicemente perfetta, attenta anche nei settori più duri di pavé a trovare tra le pietracce traiettorie di sollievo per se stesso e per le ruote. Poi, quando si è trattato di piazzare la stoccata decisiva, sul settore di Carrefour de l’Arbre, ha tirato dritto per la sua strada e non c’è stato niente da fare neanche per Peter Sagan. Lo slovacco, vincitore della passata edizione, ha corso una buona Roubaix (quinto posto finale): gli è mancato quel briciolo di energia nel momento chiave.

Gara stupenda. Secca, polverosa, forse ancora più terribile rispetto alle giornate di fango che fanno mitologia ciclistica. Un polverone selvaggio, ‘peggiorato’ dal fatto che il gruppo si spezza in tronconi molto numerosi: tanta gente, tante cadute, queste proporzioni alla Roubaix vengono sempre rispettate. Nell’inferno del nord ogni metro è un crocevia, anche se a voler essere un po’ specifici tre sono i punti chiave. Foresta di Arenberg, manca tanto all’arrivo ma è il tratto più terribile. Chi è in ritardo lì è fregato: van Aert è nella rete, cerca di invertire la tradizione. Con uno straordinario numero rientra e se la gioca fino ad una ventina di km dal traguardo, poi paga lo sforzo. In pratica, stesso copione vissuto dal suo grande rivale del ciclocross, l’olandese van del Poel, al Fiandre. Dicevamo della Foresta: Stijn Vandenbergh esce per primo, bravi anche Degenkolb e Rowe, mentre Sagan fa un paio di numero di alta scuola per non andare a terra. 
 
Quando Gilbert inizia a muoversi, portando con sè Selig (compagno di Sagan), Politt e Kreder, quella del belga sembra una azione tattica per favorire qualche compagno di squadra. Tratto di Auchy les Orchies: si muove Sagan. ma è Mons-en-Pevele un altro punto di svolta: Lampaert (un Deceuninck-QuickStep, come Gilbert), fa selezione. Sagan, Politt, van Aert e Vanmarcke tengono, dietro sono a un minuto, nella Roubaix è una eternità.

Venti km dal traguardo, Gilbert attacca sull’asfalto: tengono Politt e Sagan, poi rientrano Lampaert e Vanmarcke. Si capisce solo che la Roubaix non la vincerà van Aert. Come detto, a Carrefour de l’Arbre, attacco spaventoso di Gilbert dopo il lavoro preparatorio di Lampaert, Tiene Sagan, i due fanno praticamente a spallate sul pavè. Duello rusticano, ma Nils Politt rientra e piazza il contropiede nel settore di Gruson. Stavolta Sagan cede, la Roubaix andrà al Belgio o alla Germania. I primi sono abituati a vincere (56 volte), i tedeschi no: hanno vinto nel 1896 la prima edizione con Josef Fischer, poi 4 anni fa con Jonh Degenkolb. Velodrome, Gilbert è troppo più veloce e più scaltro: arriva la 57settesima belga.

ORDINE D’ARRIVO
1 Philippe Gilbert (Bel) Deceuninck-Quick Step 5:58:02
2 Nils Politt (Ger) Team Katusha-Alpecin
3 Yves Lampaert (Bel) Deceuninck-Quick Step 0:00:13
4 Sep Vanmarcke (Bel) EF Education First 0:00:40
5 Peter Sagan (Svk) Bora-Hansgrohe 0:00:42
6 Florian Senechal (Fra) Deceuninck-Quick Step 0:00:47
7 Mike Teunissen (Ned) Team Jumbo-Visma
8 Zdenek Stybar (Cze) Deceuninck-Quick Step
9 Edvaldas Siskevicius (Lit) Delko Marseille Provence
10 Stefan Kung (Swi) Groupama-FDJ


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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