E’ una vittoria di testa. Il cenno autocelebrativo di Rohan Dennis mentre taglia il traguardo della crono mondiale ad Harrogate è emblematico: sa di forza mentale, di rivincita verso un ambiente che ne aveva messo in dubbio la tenuta psicologica. Tutto parte da un giorno di luglio sui Pirenei, così vicino eppure sportivamente assai lontano: Dennis scende di bici e se ne va, senza preavviso, senza spiegazioni, soprattutto senza una specifica causale fisica che possa dare uno straccio di logica al gesto. “Forte stress emotivo”, la debole frase nella conferenza stampa della stessa serata del fattaccio. Poi l’oblio per il mondo del ciclismo e l’incertezza sul futuro: il contratto con la Bahrain Merida (in scadenza nel 2020) che traballa su inevitabili querelle giuridiche (Dennis non ha corso con la bici del club), l’abboccamento con la CCC senza, almeno per ora, un seguito. Dennis taglia il traguardo e sembra dire “E’ una questione di testa”
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Ciclismo, Mondiali: cronometro, la rivincita di Dennis. Evenepoel argento, splendido bronzo per Ganna
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