Diciassette muri e tanto pavé per ritagliarsi un balconcino di lusso nella storia. Il ciclismo domenica celebra uno dei suoi riti sacri, con la edizione numero 103 del Giro delle Fiandre. Una sorta di festa nazionale per il Belgio, che non a caso ha avuto profeti in patria a bizzeffe: 69 successi complessivi, l’ultimo 2 anni fa con Philippe Gilbert. Nel podio delle vittorie pure l’Italia è messa bene: lontanissimo dai belgi, ma comunque al secondo posto insieme ai Paesi Bassi a quota 10. Ripercorrendo per grandi linee la nostra tradizione, impossibile non citare il tris di Fiorenzo Magni, che nel triennio dal ’49’ al 51′ interruppe un dominio belga praticamente incontrastato, con l’unica eccezione dello svizzero Suter nel 1923. L’ultimo azzurro a vincere la Ronde, Alessandro Ballan. Sono passati dodici anni, l’Italia continua a non partire favorita, ma qualche carta da giocare ce l’ha.
Matteo Trentin ad esempio attraversa un gran momento di forma: se alla Sanremo non avesse sparato troppo presto le cartucce, magari non avrebbe vinto, ma il piazzamento (decimo) sarebbe stato sicuramente migliore. Ed anche nella volata ristretta della Wevelgem si è fatto valere con un buon settimo posto. L’uomo di punta italiano è lui. Ci sarebbe anche Gianni Moscon, adatto alla in condizione apparsa approssimativa: in corso d’opera il Team Sky potrebbe puntare su Luke Rowe. Quindi la seconda opzione italiana potrebbe essere l’uomo che non ti aspetti, Alberto Bettiol.
I favoriti comunque sono altri. Intanto, neanche si parlasse di un campionato del mondo, c’è la classica squadra da battere. Riferimento alla Deceunick Quick-Step e delle sue alternative. Capitano, almeno sulla carta, Zdenek Stybar: la tipologia della vittoria ad Harelbeke ha evidenziato una condizione eccezionale. Ma il gioco tattico è ampio con gente come Bob Jungels (sua la Kuurne-Bruxelles-Kuurne), Philippe Gilbert e Yves Lampaert.
Chissà, potrebbe essere la giornata degli ex crossisti. A parte Stybar c’è il co-favorito van Aert e il fresco vincitore del preludio alla Ronde, l’Attraverso il Fiandre, Mathieu van der Poel. Il lotto comunque può essere ampliato ancora: da Kristoff, tatticamente geniale nella vittoria alla Wevelgem, a Sagan classe da vendere per una gara che gli si addice, al campione olimpico van Avermaet, che alla Ronde ha assaportato tre volte il podio ma non la vittoria, al vincitore uscente Terpstra.
Infine due attese, ma per motivi diversi: Oliver Naesen: secondo alla Milano-Sanremo e terzo alla Wevelgem, alle prese con una bronchite beccata sembra per una doccia di champagne durante una premiazione. E poi Alejandro Valverde, che a 38 anni affrontà la corsa per la prima volta in carriera. Potrebbe venire la tentazione di dire, ‘per imparare’. Ma a quell’età, e con la maglia di campione del mondo, le lezioni semmai si danno…