ROMA – “Quello che ho fatto non era legale ma non cambierei nulla”. Torna a parlare Lance Armstrong: l’ex corridore americano, radiato a vita e privato dei 7 Tour de Francia vinti in carriera per uso di doping, si confessa alla Nbcsn: “Per quello che è successo ci sto rimettendo un mucchio di soldi e da eroe sono diventato il cattivo della situazione. E’ stato un errore, che ha portato a molti altri errori, al più grande scandalo nella storia dello sport. Ma ho imparato tanto”.
“HO FATTO DA FACILE BERSAGLIO” – Armstrong svela anche che avrebbe potuto farla franca: “Non avrebbero indagato su di me ne’ mi avrebbero squalificato se non avessi fatto quello che ho fatto. Se mi fossi solo dopato e non avessi detto nulla, non sarebbe successo niente. Sono stato io a supplicarli di indagarmi, ho fatto da facile bersaglio”. Tornando alla scelta del doping, il 47enne americano, che esattamente 20 anni vinceva il primo dei 7 tour, spiega che era una pratica così diffusa che era quasi impossibile farne a meno: “Sapevo che si sarebbe combattuto coi coltelli, non solo con i pugni. Ma un giorno la gente ha iniziato a tirare fuori pure le pistole. E a quel punto sono andato anch’io a comprarle, non volevo tornarmene a casa. Non voglio giustificarmi col fatto che tutti si dopavano o che non avremmo mai potuto vincere senza. E’ tutto vero ma alla fine è stata una mia decisione, sono stato io a decidere di fare quello che ho fatto. E non volevo tornarmene a casa, volevo stare lì”.