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    WTA Finals 2024: A Riad il gran finale tra Sabalenka e Swiatek. Al via anche la nostra Jasmine Paolini

    Jasmine Paolini nella foto – Foto Getty Images

    Le WTA Finals 2024 sono pronte a calare il sipario sulla stagione tennistica femminile a Riad, Arabia Saudita, dal 2 al 9 novembre. Il torneo, che quest’anno gode di un’organizzazione più strutturata grazie all’impegno della città ospitante, vedrà sfidarsi le otto migliori giocatrici della stagione, con in palio non solo il titolo ma anche la posizione di numero 1 mondiale tra Aryna Sabalenka e Iga Swiatek.
    GRUPPO VIOLA– Aryna Sabalenka (#1)– Jasmine Paolini (#4)– Elena Rybakina (#5)– Qinwen Zheng (#7)
    Il sorteggio sorride a Sabalenka, che si trova in un gruppo con due esordienti del torneo (Paolini e Zheng). L’unica vera insidia potrebbe essere rappresentata da Rybakina, che in passato ha già dimostrato di poter battere la bielorussa. Molto dipenderà dalla condizione fisica della kazaka. Per il secondo posto, Zheng sembra la candidata principale, ma tutto potrebbe dipendere dalle condizioni di gioco ancora non note.
    GRUPPO ARANCIONE– Iga Swiatek (#2)– Coco Gauff (#3)– Jessica Pegula (#6)– Barbora Krejcikova (#8)
    Il sorteggio è stato più severo con Swiatek, inserita in quello che appare come il gruppo più competitivo. Nonostante i precedenti favorevoli, la polacca potrebbe trovarsi in difficoltà se il campo dovesse rivelarsi particolarmente veloce. Gauff e Pegula partono favorite per la seconda posizione, ma le incognite sono molte, considerando anche il lungo periodo di inattività della Swiatek e il calo di forma di Krejcikova, che non brilla dal torneo di Wimbledon.
    Le incogniteMolti gli interrogativi ancora senza risposta: dalle condizioni del campo (veloce, lento o intermedio?) alla risposta del pubblico, passando per il rendimento delle due debuttanti Zheng e Paolini. L’evento indoor di Riad si preannuncia ricco di spunti interessanti, con la lotta per il numero 1 mondiale tra Sabalenka e Swiatek a fare da sfondo a quello che promette di essere un torneo spettacolare.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Kasatkina afferma di aver “ricevuto garanzie” sulla sicurezza dei LGBT in Arabia Saudita

    Daria Kasatkina (foto Getty Images)

    Nel corso del torneo di Madrid, Daria Kasatkina afferma che le sono state “date garanzie” sulla sua sicurezza nel caso dovesse competere in Arabia Saudita alle WTA Finals del prossimo novembre. La giocatrice russa non nasconde la propria sessualità, gira stabilmente sul tour con la propria compagna e in passato aveva sollevato molti dubbi in merito alla possibilità di dover giocare in Arabia Saudita, affermando che c’erano “molte questioni riguardanti questo paese”. Dopo la vittoria al terzo turno su Anastasia Pavlyuchenkova, la n.11 del mondo ha parlato invece dei vantaggi di portare l’evento di punta del tour a Riyadh con un contratto triennale.
    “Mi è stato garantito che non avrò problemi”, afferma Kasatkina a BBC Sport, “Se mi qualifico, significa che sono tra le prime otto al mondo: sarebbe una grande notizia per me. Vediamo che i sauditi ora sono molto appassionati di questo sport, vogliono svilupparlo. E finché dà l’opportunità alle persone, ai bambini e alle donne di vedere davvero lo sport in modo che possano conoscerlo, giocarci, partecipare, penso che sia grandioso”.
    La situazione dei diritti civili nel paese asiatico tuttavia resta un bel rebus. Human Rights Watch lo scorso dicembre, interpellata sempre dalla BBC, aveva affermato che i tribunali sauditi hanno condannato molte persone per aver promosso l’omosessualità online, aggiungendo che “le persone LGBT in Arabia Saudita devono praticare un’autocensura estrema per sopravvivere alla loro vita quotidiana”. Arij Almutabagani, presidente della Federazione tennistica saudita, rispose allora affermato che i giocatori gay non devono comportarsi in modo diverso rispetto a luoghi come Abu Dhabi e Dubai, dove vengono già organizzati i tornei WTA. “Le persone possono comportarsi come vogliono: non c’è niente che impone come puoi o non puoi comportarti. Devi solo capire che ogni paese ha le sue regole e tradizioni. È la stessa cosa che è successa a Dubai. Come si comportano a Dubai? Siamo uguali, siamo tutti vicini. Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Emirati Arabi Uniti: come si comporterebbero i giocatori lì?”
    Steve Simon della WTA ha affermato che i rappresentanti della comunità LGBT sono stati inclusi nei viaggi conoscitivi in Arabia Saudita, prima che l’accordo per le finali WTA fosse concluso.
    Anche Ons Jabeur nei giorni scorsi ha ribadito il suo sostegno alle finali saudite. “Come donna araba, sono molto orgogliosa che alcune cose si stiano muovendo in Arabia Saudita”, ha detto a Madrid. “Come ha detto la principessa Reema: venite in Arabia Saudita, guardate e giudicare con i vostri occhi. Per me è sempre stata una questione di opportunità per andare lì non solo a giocare partite di tennis, ma per mostrare soprattutto alle donne più giovani i loro modelli e di credere che possono ottenere qualsiasi cosa” conclude la tunisina.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Jabeur sulle WTA Final in Arabia Saudita: “Ci rispettano perché ci hanno offerto un ottimo prize money, essere lì è un’opportunità per il cambiamento”

    Ons Jabeur, battuta da Collins a Charleston

    Nel corso del WTA 500 di Charleston, Ons Jabeur ha parlato della discussa assegnazione delle WTA Finals all’Arabia Saudita. La kermesse di fine stagione femminile si svolgerà a Riyadh per tre anni, dal 2024 al 2026, primo vero grande torneo ospitato dal paese dopo le NextGen ATP dello scorso anno. Ons è da sempre attiva per i diritti delle donne arabe e considera il torneo saudita come una grande opportunità, anche se sottolinea come la montagna di denaro offerta sia decisiva e importante.
    “Sul tema delle Finals a Riyadh sono di parte, come sapete” afferma Jabuer. “Ma, onestamente, sono completamente favorevole a questa decisione. Ovviamente come donna araba, sono una persona che è cresciuta desiderando di avere sempre più tornei nei paesi arabi. So che alcune persone qui forse hanno un’opinione diversa sull’Arabia Saudita. Capisco, ma vorrei che fossero aperte nell’ascoltare ciò che ho da dire o ciò che le donne hanno da dire”.
    Questa è una frase di Ons che farà certamente discutere, sull’aspetto economico della faccenda: “Penso che sia una grande opportunità. Vorrei che le persone fossero più favorevoli, ovviamente. Questo è l’unico torneo. In realtà ci rispettano perché ci hanno offerto un ottimo prize money. Forse non è tutta una questione di soldi, ma penso che nessuna offerta sia uguale a quella saudita. Sento, inoltre, che sia una grande opportunità per noi essere lì e continuare a portare avanti i cambiamenti che stanno apportando per le donne. So com’era prima e vedo com’è adesso. Ci sono stata un paio di volte. E, onestamente, vedo continuamente molti commenti sui diritti umani. Ma penso che sia un paese che sta arrivando e sta dando molti più diritti di qualsiasi altro paese, per essere onesti” conclude la tunisina.
    Parole forti in difesa di questa scelta e anche dell’enorme prize money offerto alla giocatrici. Aspettiamo pareri di altre protagoniste. Intanto nel torneo statunitense la tunisina è stata estromessa dall’inarrestabile Danielle Collins di questo periodo, sfogando la sua ira in campo fino a rompere una racchetta.

    Break of racquet from Jabeur pic.twitter.com/faEOeIUiwn
    — Rio (@impetigorx) April 4, 2024

    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Ufficiale: le WTA Finals si disputeranno in Arabia Saudita del 2024

    La infografica della WTA

    Dopo mesi di tira e molla e continue indiscrezioni, finalmente è arrivata la fumata bianca: le WTA Finals si terranno a Riyadh, in Arabia Saudita già da quest’anno. L’annuncio arriva direttamente dalla WTA, che conferma lo sbarco della kermesse femminile di fine stagione in Arabia dal 2024 al 2026. L’edizione 2o24 andrà in scena dal 2 al 9 novembre, con le migliori otto tenniste della WTA Race e le migliori 8 coppie.

    Riyadh, Saudi Arabia, will host the next three editions of the WTA Finals from 2024-2026.
    The 2024 season-ending Finals will take place November 2-9, featuring the top 8 singles players and doubles teams in the Race to the #WTAFinals
    — wta (@WTA) April 4, 2024

    “L’accordo con la Saudi Tennis Federation offrirà un montepremi record di 15,25 milioni di dollari per le WTA Finals 2024 con ulteriori aumenti nel 2025 e nel 2026” si legge nel comunicato ufficiale. “La partnership sosterrà inoltre investimenti più ampi nello sviluppo futuro e nella crescita del tennis femminile, compresi i piani della WTA per far crescere la base di fan del tennis femminile attraverso maggiori investimenti nel marketing, nel digitale e nel coinvolgimento dei fan. La scelta di Riad per ospitare le WTA Finals si basa sulla presenza della WTA da oltre 20 anni in Medio Oriente. La partnership arriva in un momento di significativa crescita dello sport in Arabia Saudita, con livelli complessivi di partecipazione più che triplicati dal 2015. Anche il numero delle federazioni sportive è triplicato durante questo periodo, e la Federazione Saudita di Tennis è un esempio della crescita in corso”.
    Seguiremo le dichiarazioni seguenti a quest’annuncio, di sicuro non mancheranno. Non tutte le giocatrici si erano dette felici di questa ipotesi, e molte ex tenniste, capeggiate da Martina Navratilova, hanno da mesi animato un aspro dibattito sulla condizione della donna nel paese arabo, affermando che sarebbe un totale controsenso portare una manifestazione femminile in un paese nel quale la maggior parte delle donne non gode di libertà fondamentali.
    Le prime reazioni degli appassionati all’annuncio sono piuttosto negative: il tweet ufficiale del profilo WTA è stato bersagliato da forti critiche generali, con una considerazione predominante: contano i soldi.
    Dopo le NetxGen ATP Finals, anche masters femminile sbarca in Arabia Saudita, e ricordiamo che l’ATP ha siglato un ricco accordo di partnership con il fondo saudita PIF. Il mondo del tennis si sta spostando con decisione verso il Medio Oriente.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Manca solo l’ufficialità. Gli organi della WTA hanno scelto l’Arabia Saudita per ospitare le WTA Finals dal 2024

    Manca solo l’ufficialità. Gli organi della WTA hanno scelto l’Arabia Saudita per ospitare le WTA Finals dal 2024

    Diversi media cechi riportano che il dibattito all’interno della WTA è giunto al termine. Nonostante il paese dell’Europa centrale avesse presentato una proposta alla massima entità del tennis femminile per ospitare le WTA Finals 2024 e negli anni a venire, l’evento che raduna le migliori otto giocatrici di ogni stagione si trasferirà a Riad (Arabia Saudita).
    Le perplessità di leggende come Evert e Navratilova non sono riuscite a impedire che la direzione della WTA optasse per una scelta che presentava una proposta economica molto ambiziosa.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    La principessa saudita Reema risponde a Evert e Navratilova: “Osteggiano le WTA Finals da noi su stereotipi superati”

    Reema Bandar Al Saud (foto WEF24)

    Mentre la WTA “nicchia”, con le Finals di fine 2024 ancora senza una sede ufficiale, non si placa la polemica relativa alla possibilità – per molti osservatori assai concreta – che l’evento possa svolgersi già quest’anno in Arabia Saudita. Molte giocatrici hanno detto seccamente di non voler giocare in Arabia, viste le condizioni delle donne nel paese, e due icone del tennis rosa come Chris Evert e Martina Navratilova si sono spese in prima persona per sensibilizzare il mondo del tennis contro questa ipotesi. L’hanno fatto poche settimane fa in modo congiunto con un accorato e importante articolo pubblicato sul Washington Post, nel quale hanno dettagliato i molti temi sociali che ostano a questa possibilità, ritenuta un contro senso assoluto per i diritti delle donne. Non si è fatta attendere una risposta ufficiale a questa dura posizione: si è scomodata addirittura la Principessa saudita Reema Bandar Al Saud, attualmente ambasciatrice del suo paese alle nazioni unte, parlando di concetti errati, basati solo su stereotipi superati.
    Il gigante del medio oriente è sbarcato con forza nello sport, e da tempo ha messo gli occhi anche sul tennis, organizzando lo scorso anno per la prima volta un torneo ufficiale, le NextGen ATP Finals. Nonostante le dichiarazioni di facciata, gli spalti del torneo sono stati discretamente vuoti e l’interesse per l’evento, per prima volta spostato da Milano, assai minore rispetto al passato. Forse le Finals U21 hanno perso un po’ di smalto e appeal dopo l’effetto novità, anche per via di una formula che ormai è già vista, ma anche il cambio di sede non ha certamente giovato. I ricchissimi fondi sauditi tuttavia puntano assai più in alto, desiderando le ATP Finals una volta che sarà terminato il contratto con Torino, quindi un Masters 1000 magari di inizio stagione come tappa di avvicinamento all’Australia, ma anche le Finals femminili, evento che necessita di un grande rilancio dopo annate davvero disastrose tra Cancun e Fort Worth.
    L’ipotesi del tennis femminile di vertice in un paese nel quale le donne stentano nel godere di libertà e diritti basilari è considerato da molti un contro senso, e questo ha innescato una forte campagna contraria. In risposta a queste polemiche, la principessa Reema ha rilasciato una dichiarazione in cui difende i piani sul tennis femminile nel suo paese, implorando Evert e Navratilova di “chiarire le proprie posizioni”. Riportiamo la dichiarazione di Reema dal media The National.
    “Come donna che ha dedicato la sua vita alla causa delle donne, mi ha addolorato profondamente leggere un articolo sul Washington Post che si opponeva al fatto che l’Arabia Saudita possa ospitare finali della Women’s Tennis Association, basandosi su argomenti che sono stereotipi obsoleti e visioni occidentali della nostra cultura” scrive Reema.

    To those who seek to deny our women the same opportunities of others, what I hear clearly is that there is no seat for us at their table. But we welcome you at ours.
    A response to:https://t.co/8Bbvm4LHUG pic.twitter.com/JuIqMTTNht
    — Reema Bandar Al-Saud (@rbalsaud) January 30, 2024

    “Non riconoscere i grandi progressi che le donne hanno fatto in Arabia Saudita denigra il nostro straordinario viaggio. Come molte donne in tutto il mondo, abbiamo guardato alle leggende del tennis come pioniere e modelli di comportamento… barlumi di speranza che le donne possano davvero raggiungere tutto ciò. Ma queste campionesse hanno voltato le spalle proprio alle stesse donne che hanno ispirato e questo è deludente.”
    Nell’articolo “incriminato” di Evert e Navratilova, si scrive che le donne in Arabia Saudita “non sono viste come uguali, è un paese in cui il panorama attuale include una legge sulla tutela maschile che essenzialmente rende le donne proprietà degli uomini“. Questa la risposta della principessa Reema: “Su questo, lasciatemi semplicemente dire: chiarite i fatti. Ciò che viene spesso definito “tutela” non descrive più lo status delle donne saudite oggi. Le donne non hanno bisogno dell’approvazione di un tutore per viaggiare, lavorare o essere capofamiglia. Oggi, le donne saudite possiedono più di 300.000 imprese e circa il 25% delle start-up di piccole e medie dimensioni, il che è circa la stessa percentuale degli Stati Uniti. Le donne in Arabia Saudita ora godono della parità di retribuzione, aprendo la strada verso qualcosa che dovrebbe essere universale. Anche se c’è ancora del lavoro da fare, i recenti progressi a favore delle donne, l’impegno delle donne sul posto di lavoro e le opportunità sociali e culturali create per le donne sono davvero profondi e non dovrebbero essere trascurati”.
    Rivolgendo la sua attenzione allo sport femminile in Arabia Saudita, la principessa Reema ha dettagliato l’enorme crescita: “Oggi non abbiamo solo leghe e federazioni sportive femminili, ma abbiamo anche più di 330.000 atlete iscritte, di cui 14.000 giocano attivamente a tennis. Abbiamo migliaia di allenatrici, mentori, arbitri e medici sportivi donne. Le donne partecipano a competizioni sportive locali, regionali e internazionali. E vincono. Eppure è in questo momento in cui sentiamo voci provenienti da oltreoceano – anche da coloro che onoriamo e con cui accoglieremmo volentieri – che ci considerano tutte vittime e senza voce, i cui desideri dovrebbero essere relegati ad argomenti politici di tendenza in favore dell’esclusione. Ciò non solo mina il progresso delle donne nello sport, ma purtroppo mina anche il progresso delle donne nel loro insieme.”
    “A coloro che cercano di negare alle nostre donne le stesse opportunità di cui godono gli altri, dico che quello che sento forte e chiaro è che non c’è posto per noi alla loro tavola. Ma accoglierò voi alla mia perché il mio tavolo non è limitato da opinioni politiche, confini, razza o geografia. E spero che accettino il mio invito a sedersi al mio tavolo e incontrare le donne che forse non avevano intenzione di ispirare. In qualità di presidente del Comitato femminile olimpico e paralimpico saudita e membro della Commissione di genere, uguaglianza e inclusione del Comitato olimpico internazionale, ho la responsabilità di condividere la nostra storia con il mondo, non per ottenere l’approvazione, ma per un dialogo produttivo, per combattere per la nostra causa comune, non solo in Arabia Saudita, ma in altri luoghi dove le donne non si accontentano più di sedersi in disparte.”
    Questo il secco messaggio che la principessa saudita rivolge non solo a Martina e Chris, ma tutto il mondo della racchetta e non solo.
    La questione resta molto aperta, discretamente spinosa. Nonostante le parole di apertura della principessa, c’è scetticismo su quanto tutto ciò sia solo una “facciata” per avvicinarsi al mondo occidentale, o al contrario racconti davvero quel che accade quotidianamente nella vita delle donne nel paese arabo, con importanti passi in avanti. L’unica via per superare queste barriere culturali è la conoscenza: viaggiare, conoscere, capire e così valutare veramente quale sia la condizione di una donna “normale” in Arabia Saudita. Se le parole della principessa rispecchiano la realtà, portare nel paese esempi virtuosi di donne forti e vincenti grazie allo sport, libere di viaggiare e vivere la propria vita, potrebbe rappresentare un ulteriore stimolo al progresso sociale.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO