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    Dimissioni Stoytchev: quello che sappiamo e quello che forse non sapremo mai

    Con una nota stampa ufficiale, diramata nella serata di giovedì 13 marzo alle ore 20.40, la Rana Verona ha reso note le dimissioni di Rado Stoytchev. “Per motivi personali ritengo di non poter più dare il contributo al 100% per la squadra e la società, come ho sempre fatto sino ad oggi e per questa ragione penso sia giusto rassegnare le mie dimissioni” sono state le parole del coach bulgaro per spiegare la scelta sua, non della società, di lasciare l’incarico. Questa la versione ufficiale. Ne prendiamo atto, ma qualcosa non torna.

    Le reazioni che si possono avere davanti a una notizia come questa sono due: una di pancia, una di testa. Contrariamente a quanto si possa immaginare, ragionando con la pancia si potrebbe essere portati a pensare per logica che due più due faccia quattro, mentre con la testa si potrebbe anche scoprire che la matematica non sempre è una scienza esatta. Per lo meno in un caso come questo. Per spiegare meglio questa riflessione dobbiamo fare però qualche passo indietro.

    LA BUCA DI CIVITANOVADi pancia fare due più due altro non è che unire tutti i puntini di questa vicenda. Il primo ci riporta al 5 gennaio scorso. Verona gioca e perde nettamente a Civitanova (27-25, 25-19, 25-14). Per tutta la partita Stoytchev ha un tifoso Lube alle spalle che lo provoca in continuazione, la situazione degenera a bocce ferme, il coach di Verona gli si fa sotto a brutto muso, volano parole pesanti da una parte e dall’altra e alla fine i due vengono al contatto fisico. I presenti raccontano che Stoytchev abbia messo addirittura le mani al collo del tifoso marchigiano, un fatto gravissimo. Una buca nella quale il bulgaro ci è finito con tutte le scarpe.

    DIVORZIO NON DIVORZIOBen cinque giorno dopo, il 10 gennaio, la società scaligera esce con un comunicato ufficiale nel quale prende le distanze dal comportamento del suo allenatore e “porge le proprie scuse, innanzitutto, ai tifosi avversari coinvolti nell’accaduto, alla società A.S. Volley LUBE S.r.l, ai tifosi di entrambe le squadre tra cui è in essere uno splendido gemellaggio, agli amici/sostenitori del Club ed ai propri Partner”. Passaggio quest’ultimo che ha un peso specifico rilevante: amici/sostenitori del Club ed i propri Partner. Rilevante perché, in seguito, inizierà a girare la voce che uno in particolare di questi partner, la famiglia Rana, abbia fatto pressione affinché Stoytchev venisse allontanato all’istante. Voce che però non è mai stata confermata da fonti ufficiali e dunque agli atti resta solo un pettegolezzo.

    POTERE DELLA COMUNICAZIONEAltro aspetto da tenere in considerazione è che in quel comunicato, in cui Verona Volley prende le distanze dal comportamento di Stoytchev, viene riportata anche una dichiarazione dello stesso allenatore che si dice “profondamente addolorato per quanto accaduto. Ho sbagliato a reagire a delle reiterate provocazioni ricevute nel corso della gara, mettendo in imbarazzo il Club per cui lavoro, la proprietà, i nostri tifosi e i nostri partner. È giusto che da un professionista ci si aspetti un comportamento sempre responsabile. Non posso far altro che riconoscere il mio errore, e chiedere scusa ai tifosi della Lube, in primis, alla società A.S. Volley LUBE S.r.l., ai nostri tifosi, ai nostri partner”. 

    Me culpa, mea culpa, mea maxima culpa, insomma, e ancora la parola ‘partner’ ripetuta addirittura due volte. È stato indotto a fare pubblica ammenda? Forse sì, forse no, di sicuro in questa circostanza abbiamo compreso come agisce e come comunica esternamente la società Verona Volley: notizia, posizione della società, dichiarazione “spontanea” del diretto interessato. Questo ci servirà più avanti, intanto ce lo segniamo su un post-it, lo attacchiamo al muro davanti a noi e continuiamo ad unire i puntini.

    LA COPPA DELLA SPERANZACome detto, quel pettegolezzo citato in precedenza raccontava di un divorzio che alla fine non si è consumato. O per lo meno non pubblicamente e nell’immediato. Passano due settimane, Verona perde 1-3 in casa contro Milano, vince 0-3 al PalaPanini e poi si mette in viaggio per Bologna dove gioca una Final Four di Coppa Italia sontuosa. Talmente sontuosa da far pensare che le nuvole sulla testa di Stoytchev si fossero diradate lasciando spazio a qualche timido raggio di sole. Tutt’altro.

    OMBRE E RAGGI DI… SOLIPassano altre due settimane, siamo a metà febbraio, e proprio noi di VolleyNews diamo per primi notizia dell’accordo raggiunto per la prossima stagione da Verona con Fabio Soli. Dunque pubblicamente Verona e Stoytchev continuano insieme, ma internamente si sono già detti che a fine stagione le strade si divideranno.

    LA QUIETE DOPO LA TEMPESTANelle ultime tre giornate di campionato gli scaligeri non fanno prigionieri, anzi, condannano pure Taranto alla retrocessione: tre vittorie su tre, otto punti su nove a disposizione e quarto posto centrato. Preziosissimo in chiave Play-Off.

    IL GIALLO KEITAChiusa così la regular season, tutti ora vedono Verona come la mina vagante nella corsa scudetto, peccato solo che a pestarla e saltare in aria sia proprio lei stessa. Gara 1 dei Quarti di Finale, in casa, contro una Piacenza che quest’anno dalla Rana le ha prese sempre di santa ragione (doppio 3-0 in campionato, sconfitta 3-2 nei Quarti di Coppa Italia). Prima ancora che inizi il match accade un fatto strano. Nel gruppo whatsapp di Verona dedicato alla stampa, quando viene comunicato lo starting six non si legge il nome di Keita. Qualcuno chiede come mai. L’ufficio stampa, incredulo anche lui, chiede chiarimenti allo staff tecnico poi, sempre in chat, risponde “scelta tecnica”. Verona, clamorosamente, perde 1-3 contro Piacenza, che lei sì l’allenatore l’ha cambiato per davvero. Keita, non si sa perché, non si per come, appare magicamente in campo nel corso dell’ultimo parziale. Commento di Stoytchev nel post partita: “Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile. Si è complicata ulteriormente con le assenze”.

    Passi per l’assenza di Mozic, dichiarato indisponibile alla vigilia, ma l’assenza di Keita… in che senso? Se è stata “scelta tecnica” è stato Stoytchev a determinare l’assenza del giocatore nella gara, corretto? Per la pancia, questo due più due fa indiscutibilmente quattro. Non contenti, per scrupolo, abbiamo riguardato la partita, ma francamente Keita non sembrava avesse problemi fisici. Il riscaldamento lo ha fatto tutto, schiacciare ha schiacciato, battuto ha battuto, saltato ha saltato. Stessa cosa quando ha visto finalmente il campo nel quarto set entrando sul punteggio di 9-8 per i suoi, accolto dal pubblico con un boato. Il primo attacco è devastante e va subito a segno (11-11). Piacenza gioca comunque meglio e porta a casa il risultato. Tornando al maliano, Abaev gli serve appena cinque palloni, lui ne manda a bersaglio solo due, ma fisicamente non appare di sicuro come un giocatore non in perfette condizioni. Il dubbio su quella “scelta tecnica” rimane.

    LE DIMISSIONIEvidentemente non rimane solo a noi, agli altri addetti ai lavori, ai tifosi, ma anche a qualcuno in società. Passa qualche giorno e infatti arriviamo al comunicato delle dimissioni, e qui riprendiamo in mano il famoso post-it appiccicato al muro: notizia, posizione della società, dichiarazione “spontanea” del diretto interessato. Il modus operandi a livello comunicativo non cambia. La nostra pancia, che vuole far di conto, dopo aver unito tutti questi puntini vorrebbe sentenziare che due più due fa quattro e i fatti le danno ragione. Eppure potrebbe non essere così.

    SE LA METTI SUL PERSONALE… DOBBIAMO CREDERTI“Per motivi personali ritengo di non poter più dare il contributo al 100% per la squadra e la società“. Queste parole di Stoytchev, riportate nel comunicato di Verona, tracciano una linea che è anche un monito: qui i ragionamenti e le speculazioni devono fermarsi, andare oltre non si può. Non si può per il semplice fatto che dietro questa affermazione possono esserci davvero ragioni serie, legate alla sfera personale, che non è dato indagare. Per un discorso prima di tutto deontologico per noi giornalisti. Per un discorso di buon senso per i tifosi. Per un discorso di rispetto da parte di tutti a prescindere. È vero però, abbiamo analizzato attentamente ogni comunicato di Verona e potremmo anche sospettare che sia stato tutto studiato ad arte, con una regia geniale che ha saputo trovare la formula perfetta, comunicativamente parlando, per chiudere questa storia, ma questo non lo possiamo sapere e forse non lo sapremo mai.

    MORALE DELLA FAVOLAMorale della favola, però, si torna sempre lì: Rado Stoytchev o lo ami o lo odi. Le mezze misure con lui non esistono. Ci sono sfilze di giocatori che non lo vogliono vedere neanche in fotografia e altrettante sfilze di colleghi allenatori e tifosi che invece la sua foto ce l’hanno appesa in ufficio come quella del Presidente della Repubblica nelle caserme delle forze dell’ordine. E forse non è un caso, visto che la sua idea di pallavolo si può definire per certi versi militaresca. Funziona, e bene, con chi si mette sull’attenti e risponde “obbedisco”. Un po’ meno con chi è più estroso e fa andare le mani sulla palla agendo anche d’istinto. C’è chi sostiene che sia un folle e c’è chi lo venera come il più grande allenatore visto in Italia negli ultimi vent’anni. C’è chi dice che abbia perso il suo tocco magico e c’è chi afferma che, tanto per dirne una, le sue analisi pre gara sugli avversari siano mitiche, leggendarie, inimitabili, inarrivabili, anni luce avanti rispetto a chiunque altro.

    L’unica cosa che forse mette tutti d’accordo è una: la constatazione del suo smisurato egocentrismo. Il primo nemico di Stoytchev forse è diventato nel corso degli anni Stoytchev stesso. Nel senso che la smania del controllo che lo contraddistingue, e che probabilmente lo ha anche portato a vincere tutto a Trento, ma ottenere anche l’esatto contrario a Modena (dove però la stagione l’aveva finita, play-off compresi, salvo poi far volare gli stracci per i quattro anni a seguire), poco si sposa con le strutture societarie di oggi nelle quali è impensabile che un solo uomo possa essere contemporaneamente allenatore, preparatore, scoutman, direttore sportivo, direttore generale, direttore della comunicazione e del marketing, presidente e amministratore delegato. I tempi sono cambiati, la pallavolo e le squadre sono cambiate. Detto questo, però, bisogna dare anche a Cesare quel che è di Cesare: se Verona Volley oggi è questa, dal punto di vista sportivo e societario, una bella fetta del merito è anche di Rado Stoytchev. E su questo crediamo che mai nessuno possa affermare il contrario.

    Di Giuliano Bindoni LEGGI TUTTO

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    Verona affida la squadra a Dario Simoni dopo le dimissioni di Rado Stoytchev

    Verona Volley, a seguito delle dimissioni di Radostin Stoytchev da primo allenatore di Rana Verona, ha affidato la guida tecnica della prima squadra a coach Dario Simoni, su cui la Società ripone la massima fiducia per condurre il gruppo in questa fase importante della stagione. 

    Coach Simoni, che da anni segue e cura il lavoro della prima squadra con capacità e professionalità, sarà affiancato da Alessandro Marchesan in qualità di primo assistente. 

    Queste le parole di Coach Simoni: “Assumo l’incarico affidatomi dalla Società con l’impegno e la dedizione di onorare questa responsabilità. Ringrazio il Club per la fiducia che ha riposto nei miei confronti. Sono certo della compattezza di un gruppo straordinario per continuare a lavorare uniti verso un’unica direzione. Questa è una squadra di grande qualità, sportive ma soprattutto umane. Ora ci aspetta una partita molto importante che dovremo affrontare con grande attenzione e impegno”.

    (fonte: Rana Verona) LEGGI TUTTO

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    Colpo di scena a Verona, Rado Stoytchev si è dimesso

    Verona Volley e Radostin Stoytchev comunicano che il coach ha presentato oggi le proprie dimissioni che il club ha accettato venendo incontro alla sua volontà.

    Radostin Stoytchev: “Per motivi personali ritengo di non poter più dare il contributo al 100% per la squadra e la società, come ho sempre fatto sino ad oggi e per questa ragione penso sia giusto rassegnare le mie dimissioni. Ringrazio la squadra, lo staff, tutti i componenti della società, partner ed amici con cui abbiamo condiviso il percorso ed emozioni forti assieme e auguro a tutti salute e il migliore futuro.”

    Verona Volley: “Siamo dispiaciuti dalle dimissioni comunicate da Rado ma ne abbiamo compreso i motivi e per questo le abbiamo accettate. Lo ringraziamo sentitamente per tutto quanto ha fatto con impegno e grande dedizione sin dalla nascita di Verona Volley e per la crescita della squadra raggiungendo assieme importanti risultati sportivi e societari, condividendo momenti di forte passione. Gli auguriamo tutto il meglio per il proprio futuro.”

    (fonte: Rana Verona) LEGGI TUTTO

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    Tortorici è il nuovo allenatore dell’Ics Volley Santa Lucia. “Finale di stagione davvero stimolante”

    Gabriele Tortorici è il nuovo allenatore della Ics Volley Santa Lucia, formazione che milita giorne D del campionato di Serie B1. Reduce dal trionfo europeo con la Roma Volley, vincitrice della Coppa CEV Challenge Cup 2025, Tortorici porta con sé un bagaglio di esperienza ai massimi livelli.

    Vice allenatore in Serie A1 con Roma Volley Club nelle ultime tre stagioni e precedentemente in Bartoccini Fortinfissi Perugia, ha collaborato con la nazionale canadese femminile, partecipando a competizioni internazionali di prestigio. Inoltre, ha maturato una profonda conoscenza della Serie B1 allenando squadre come Igor Volley Novara e Volleyrò Casal de’ Pazzi, con cui ha conquistato titoli nazionali giovanili.

    Gabriele Tortorici (nuovo coach dell’Ics Volley Santa Lucia): “Sono davvero contento di questo nuovo incarico all’ICS, un ambiente per me nuovo ma che ho seguito con interesse in questi ultimi anni in cui sono cresciuti fino alla serie B1, un campionato che conosco, campi caldi, trasferte impegnative e un livello di gioco molto intenso. Sarà un finale di stagione davvero stimolante insieme a un gruppo di ragazze che in parte già conosco quanto meno per la loro grande energia e capacità. Sarà ora compito mio, insieme allo staff, riuscire a prenderci cura di loro e a raggiungere i risultati che tutti ci aspettiamo”.

    (fonte: Ics Volley Santa Lucia) LEGGI TUTTO

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    Romanò si racconta: il presente dice Piacenza, il futuro Russia, l’estate matrimonio e Nazionale

    Sapevo già, all’inizio della nostra conversazione, che come nella migliore scena di Nanni Moretti ne “La stanza del figlio”, mi sarei ritrovato con lui a cantare quel pezzo di “Insieme a te non ci sto più” di Caterina Caselli (arrivederci amore ciao, le nubi sono già più in là). Scrivo col cuore di un innamorato della pallavolo e provo a far capire cosa abbia provato in questi anni, nei quali Yuri Romanò ha compiuto un percorso che non ho visto fare a molti da quando scrivo di pallavolo, ovvero circa vent’anni. È la strada di chi fatica, moltissimo, e non si vede riconoscere i propri sforzi e i propri meriti per una lunga fetta di carriera. Nonostante questo Yuri lavora, giocando già quando tutti pensavano che dovesse stare dove è oggi, o quantomeno gravitare nella stessa serie, a giocare in A2. Il cortocircuito si genera quando De Giorgi comprende che Romanò meritasse di sbocciare e su di lui scommette molto, non pensando minimamente che l’esperimento potesse essere azzardato. Yuri sboccia in una notte, è come un girasole che al primo sole viene fuori in tutta la sua bellezza e diventa ciò che poi lo porta a indossare la maglia azzurra, salire alla ribalta della cronaca del volley, vincere e ancora vincere, arrivare in Superlega, giocare a Parigi. Fine primo tempo. 

    Bello, penserete tutti. È andata effettivamente così, ed esattamente alla velocità di una fioritura, Romanò è passato dall’essere un esperimento a diventare un successo. È così che molti ragazzi hanno cominciato a credere quanto nella pallavolo la gavetta conti e quanto i treni nella vita possano passare, basta tenersi pronti. È una storia più americana che italiana, e come ogni cosa alla quale ci si affeziona, arriva un momento in cui è bene lasciarla andare. La nuova casa si chiamerà Russia, lo scrivo io perché è un momento in cui la testa di Romanò è occupata dai playoff, e con la Piacenza che racchiude molto di quello che più rappresenta la varietà dell’estetica pallavolista (il cavaliere dal doppio oro Brizzard, il più forte del mondo Simon, l’essere Galassi e l’arte della sua misura, etc.) è giusto che pensi solo ed esclusivamente a questo.

    Lei cosa aggiungerebbe?

    “Che andrò con Marta e Bianca a sperimentare qualcosa di nuovo per tutti. Per il resto è ancora prematuro parlarne, anche perché il mio presente dice Piacenza e soprattutto playoff”.

    Si ricorda quando è arrivata Bianca? Sembra passato un secolo Romanò.

    “Ricordo l’enorme felicità. Ricordo di aver ricevuto la telefonata di Marta una mattina presto durante le finali della VNL e di averlo condiviso con i soli compagni di squadra dopo Italia-Francia all’Europeo”.

    Il sei gennaio 2025 che è successo invece?

    “Ho chiesto a Marta di sposarmi. L’anno giusto, anche se ci sposeremo la prossima estate”.

    I testimoni?

    “Top secret”.

    Il mondo della pallavolo quanto sarà coinvolto?

    “Un testimone sicuramente. Il resto tanti invitati, ma non posso dire di più, perché ne dobbiamo ancora parlare”.

    È tutto successo nei momenti migliori Yuri. La sua vita è una consequenzialità di ordine ed eventi con una logica e un senso preciso. Sbaglio?

    “La mia vita è come una scala. Non lo so se i passi che ho fatto sono tutti corretti e fatti nell’ordine canonico. Ma per me ogni cosa ha avuto un senso, nelle scelte fatte, negli eventi che ho vissuto, nelle emozioni che ho provato”.

    La pallavolo è stata una grande battaglia. Ora?

    “Ha la giusta importanza, è il mio lavoro, è ciò che influenza la mia vita. Ma la vita stessa mi ha dato anche Marta e Bianca e ha rimescolato priorità, ordine, e importanza. Adesso non vedo l’ora di finire l’allenamento per andare a casa e stare con loro, ad esempio. Quando cade l’ultima palla dell’allenamento so che c’è anche qualcosa al di fuori del palazzetto”.

    A Piacenza la stagione è stata una scalata. Ora, con Travica in panchina, mi sembra siate in una strada più scorrevole, in discesa.

    “Tra me e lui c’è stato un bel confronto all’inizio della sua collaborazione con Piacenza e questo l’ho apprezzato molto. Per quanto riguarda la squadra, dobbiamo dimostrare ai playoff di aver acquisito quella continuità che è mancata per tutta la stagione. Si lavora, tutti i giorni, e la domenica cerchiamo di tirare fuori ciò che di meglio sappiamo fare. È un altro campionato, bisogna avere il coraggio di archiviare la stagione che è stata e giocare ripartendo da zero, o meglio dal piazzamento in regular season”.

    Con Verona è cominciata la seconda fase. Per ora il campo dice 1-0 Piacenza.

    “Per come sono andate le partite anche in regular season, siamo contenti di avere la possibilità di giocarci la prima fase con loro. Un po’ li soffriamo, ma abbiamo dimostrato di poter avere la meglio. Non sarà semplice, ma non lo è nemmeno l’eventuale proseguimento. Daremo il massimo, questo è poco ma sicuro”.

    Poi si torna a lavorare in azzurro? Lei mi sembra l’unico ad aver vissuto Parigi come un traguardo.

    “Il traguardo della mia prima Olimpiade. Lo è stato sul serio, e per me era già un sogno poterci essere. Non nego che io l’abbia vissuta dall’inizio come un’occasione in cui godermi anche l’essere arrivato fino a lì. Tanti anni fa certi traguardi erano molto molto lontani. C’è stata inevitabilmente la delusione dopo la Francia e poi gli Stati Uniti. Personalmente è un’esperienza che si è archiviata e di cui mi porterò dietro ricordi e insegnamenti”.

    Ripartirà da qui.

    “Sì. Il resto si costruirà stradafacendo”.

    Di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Sabaudia chiuderà un’altra stagione “in attivo”, ma coach Nello Mosca alla fine saluterà

    La Vidya Viridex Sabaudia anche quest’anno in Serie A3 ha fatto il suo: salva con largo anticipo e qualificata ai Play-Off promozione dove, come ottava forza del Girone Blu, sfiderà Sorrento, prima della classe del Girone Bianco. Tutto molto bello, dunque, eppure a fine stagione qualcuno saluterà, e non sarà una figura qualunque. Stiamo parlando del primo allenatore Nello Mosca. Queste le sue riflessioni sulla stagione e sul suo futuro.

    “Per il secondo anno consecutivo raggiungiamo l’obiettivo prefissato della permanenza in serie A3 senza nemmeno passare dai play-out. Due anni di scelte forti, coraggiose, fatte nell’interesse della squadra e della Società, scelte rivelatesi determinanti e vincenti. D’altronde l’allenatore deve scegliere, in questo sta la sua forza: il potere delle sue decisioni. Scelte non sempre supportate, anzi… ma devo dire che vincere così è ancora più bello!! – sottolinea coach Mosca, togliendosi forse qualche sassolino dalla scarpa? – Adesso ci concentreremo sui play off con la consapevolezza che ce la giocheremo fino in fondo, a petto in fuori, come abbiamo sempre fatto. Alla fine, comunque vada, lascerò a testa alta e braccia alzate, pronto ad intraprendere una nuova sfida da vincere”.

    Di Redazione LEGGI TUTTO

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    Mercato estero: Kotikova lascerà Scandicci per la Russia, intrigo Lazareva

    Nell’ultima settimana abbiamo approfondito l’evolversi di due situazioni di mercato che riguardano due giocatrici russe. La prima, Anna Kotikova, schiacciatrice classe 1999 in forza quest’anno alla Savino Del Bene Scandicci, lascerà l’Italia a fine stagione. La seconda, Anna Lazareva, opposto classe 1997, invece, per il prossimo anno aveva già firmato un contratto, salvo poi (forse) pentirsene in virtù di altre proposte ritenute più vantaggiose. Ma andiamo con ordine.

    ANNA KOTIKOVAArrivata in Italia la scorsa estate, dopo due stagioni molto positive nella Ligue A francese con il Volero Le Cannet, Anna Kotikova non è riuscita a imporsi nella Savino Del Bene Scandicci. Sotto la guida di coach Marco Gaspari, la schiacciatrice russa ha trovato poco spazio nelle rotazioni e non è mai diventata un elemento chiave della squadra toscana.Di fronte a questa situazione, la decisione di cambiare al termine della stagione è risultata inevitabile. Secondo le indiscrezioni che abbiamo raccolto, Kotikova avrebbe già trovato una nuova destinazione per il 2025-2026: vestirà la maglia del Proton Saratov (club che si è assicurato anche la centrale bulgara Hristina Vuchkova), tornando così in Russia con l’obiettivo di rilanciarsi, ritrovare continuità e dimostrare nuovamente il suo talento.

    ANNA LAZAREVAAnna Lazareva è al centro di una complessa vicenda contrattuale con il Bahcelievler, squadra turca con cui ha firmato un accordo per la stagione 2025-2026 lo scorso novembre. Sempre secondo le indiscrezioni raccolte, l’opposta russa sta cercando di liberarsi dal contratto, poiché ha realizzato che economicamente non rappresenta la scelta migliore. Le sue recenti ottime prestazioni con la maglia del Kuzeyboru hanno infatti attirato l’attenzione di ricchi club turchi, come THY e Zeren, e cinesi, tra cui Tianjin e Shanghai. D’altro canto, però, è facile supporre che il Bahcelievler intenda far rispettare l’accordo precedentemente firmato.A complicare ulteriormente la situazione è emerso un guaio fisico: si parla di un problema alla spalla che, se non risolto adeguatamente, rischia di compromettere il rendimento di Lazareva e influenzare le scelte dei club interessati. Questo fattore aggiunge un ulteriore livello di incertezza a una vicenda già delicata, che potrebbe portare a lunghe e complesse trattative tra le parti.

    Di Alessandro Garotta LEGGI TUTTO

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    Perugia, ecco Usowicz: ingaggiato in tempi record per sopperire all’assenza forzata di Russo

    E’ arrivato a Perugia nel tardo pomeriggio di ieri, accolto dal Presidente Gino Sirci, da coach Lorenzetti con lo staff tecnico e da tutta la squadra, Łukasz Usowicz, centrale polacco che è stato ingaggiato in tempi record per sopperire alla mancanza di Roberto Russo per questo finale di stagione! Indosserà la maglia numero 12. Al suo esordio assoluto nel campionato italiano, Usowics arriva direttamente dal club polacco del GKS Katowice, quest’anno retrocesso dalla PlusLiga alla seconda lega polacca.

    “Dopo la stagione così pesante a Katowice non mi aspettavo che potessi arrivare qua a Perugia, la più grande società nell’Italia. Spero che soddisferò tutte le aspettative che mi dà l’allenatore e davvero aiuterò la squadra per raggiungere gli obbiettivi”.

    Ventisette anni compiuti il 13 agosto scorso, 203 cm, il centrale va a rafforzare il reparto, garantendo un alto livello di allenamento anche in settimana. Descrivendo se stesso, ha dichiarato di avere una particolare attitudine a muro: “Secondo me penso che sono un centrale più offensivo. Mi sento bene in attacco ma anche muro è mio punto di forza. Spero che potrò mostrare tutto questo sul campo, tutti quelli che sono i miei punti di forza”.

    Dopo aver incontrato e salutato i suoi nuovi compagni, Łukasz, accompagnato dal suo connazionale Kamil Semeniuk, ha fatto un giro del palazzetto, che da oggi sarà la sua nuova casa fino alla fine della stagione.

    “Ho già visto che l’atmosfera è qua veramente “top level” e che i tifosi saranno soddisfatti. Non vedo l’ora di iniziare in Palabarton Energy con i nostri tifosi spettacolari. Ho avuto la possibilità di vedere qualche partita della Sir Susa Vim Perugia dalla Polonia e l’atmosfera durante le partite è di altissimo livello, è qualcosa incredibile. La società anche è molto organizzata, prima non avevo la possibilità di stare una società così. Sono molto eccitato e dal momento in cui ho saputo che c’era la possibilità di giocare in Perugia, da quel momento ho problemi con il sonno”. 

    Tradotto in poche parole: da quando ha saputo che sarebbe arrivato a Perugia, Łukasz era talmente impaziente di raggiungere il gruppo da non riuscire a dormire!

    (fonte: Sir Susa Vim Perugia) LEGGI TUTTO