Haas contro le lunghe sessioni serali: “A nessuno interessa vedere tennis alle 1 o 2 di notte”
Tommy Haas
Tommy Haas, ex n.2 al mondo e oggi direttore del Masters 1000 di Indian Wells, si è detto fermamente contrario alle lunghe sessioni serali, soprattutto quelle agli US Open. Ne ha parlato nel corso del Rennae Stubbs Tennis podcast, in cui ha tracciato un bilancio molto positivo del “suo” torneo, soffermandosi anche sulla dibattuta questione della programmazione serale. Ovviamente il prime time tv è il piatto più ricco di giornata, sia per gli sponsor che per gli spettatori nei giorni lavorativi, ma secondo il tedesco è necessario porre un limite perché oltre una certa ora, giocare non è producente né per i giocatori, né per il pubblico.
L’esempio è venuto dalla spettacolare partita tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz all’ultima edizione dello Slam di NY, una battaglia clamorosa e bellissima, ma durata oltre 5 ore e quindi terminata addirittura alle 2.50 orario locale. Troppo tardi.
“Non credo che a nessuno di noi piaccia guardare il tennis all’1, o peggio alle 2 della notte, e i giocatori non lo meritano, neanche negli Slam, nonostante abbiamo l’opportunità di recuperare il giorno successivo. Se escono dal campo alle 2 del mattino, tra il post partita, stampa, massaggi, non vanno a dormire fino alle 05:30 del mattino. Quindi, anche per il loro ritmo, è molto dura recuperare” afferma Haas.
“Questo succede troppo spesso a US Open. Nonostante la buona volontà, a volte, non riesco a tenere gli occhi aperti così tardi. Sono le 2 del mattino e stanno ancora giocando…”
Continua Tommy: “Ancora più importante, è il rispetto per i tifosi, quelli che stanno soffrendo così come i giocatori e se ne stanno seduti fino alle 2 del mattino, ma poi devi andare a lavorare il giorno dopo. Spero che i tornei prendano in considerazione queste cose e provino iniziare le partite in anticipo”.
Haas quindi lancia una proposta: “Non penso sia giusto continuare così. Non credo ci sia un altro sport che ha orario di gioco del genere, è una situazione che dura da tempo, è necessario affrontare il tema. La folla di New York è un po’ diversa perché a loro piace stare alzati un po’ più tardi e divertirsi. Ma, credo che si dovrebbe mettere un limite, tipo mezz’ora dopo la mezzanotte o alle 1, andare oltre la soglia limite è superata”.
Una posizione comprensibile, ma in realtà US Open negli ultimi anni sta andando esattamente nella direzione opposta. Infatti sui campi principali, in particolare l’Arthur Ashe, è stato tolto un match nella sessione diurna e mantenute le due partite della sessione serale, o meglio notturna. Forse, seguendo l’idea di chi oggi dirige uno dei tornei più importanti, sarebbe corretto anticipare la sessione serale, anche se come tutti sanno la durata degli incontri è assai variabile in uno Slam, si può andare a due a cinque ore per i match maschili, quindi avendo due partite in programma è sempre assai rischioso. LEGGI TUTTO