consigliato per te

  • in

    Anche Turchia, Spagna e Portogallo agli Europei Under 18 maschili

    I Campionati Europei Under 18 maschili sono al completo: nel weekend si è concluso anche il secondo turno delle qualificazioni, che ha regalato a 10 nazionali il biglietto per la fase finale in programma in Bulgaria (a Sofia e Plovdiv) dal 10 al 21 luglio prossimi. Anche l’Italia festeggia il raggiungimento dell’obiettivo grazie alla prestazione perfetta nel torneo casalingo di Policoro, in cui ha vinto tutte e tre le partite in programma per 3-0.

    In ciascuno dei 5 gironi in programma, d’altra parte, c’è stata una nazionale che ha chiuso a punteggio pieno: come gli azzurrini, anche la Spagna si è imposta sul suolo di casa davanti a Ucraina, Germania e Olanda, mentre la Turchia ha trionfato in Lettonia davanti all’Austria, ai padroni di casa e all’Ungheria. Tre vittorie su tre pure per il sorprendente Portogallo, che si è lasciato dietro il Belgio, la Croazia (organizzatrice della pool) e la Norvegia, e per la Repubblica Ceca, vittoriosa su Estonia, Danimarca e sui padroni di casa del Kosovo. Oltre alle prime classificate, anche le seconde (tra cui la Grecia nel girone degli azzurri) hanno ottenuto il pass per la fase finale, dove ritroveranno le cinque vincitrici della prima fase e, naturalmente, la Bulgaria.

    LE NAZIONALI QUALIFICATEBulgaria, Romania, Polonia, Slovenia, Finlandia, Francia, Italia, Grecia, Turchia, Austria, Spagna, Ucraina, Portogallo, Belgio, Rep.Ceca, Estonia.

    (fonte: CEV) LEGGI TUTTO

  • in

    José Luis Moltó è il nuovo CT della Spagna maschile

    Cambio imprevisto al timone della nazionale maschile della Spagna: la Federazione iberica ha dovuto incassare le dimissioni di Miguel Rivera, che si è accordato per la prossima stagione con i KB Stars in Corea del Sud. A prendere il suo posto sarà José Luis Moltó, già assistente dello stesso Rivera negli ultimi due mandati. Il coach classe 1975 è stato, da giocatore, uno degli eroi dell’oro vinto dalla Spagna agli Europei 2007, con Anastasi in panchina, ed è tuttora secondo per numero di presenze in nazionale nella storia del volley spagnolo; durante la sua carriera è passato anche dal campionato italiano, a Martina Franca e Vibo Valentia. Da allenatore è stato assistente del compianto Miguel Angel Falasca nello staff della Repubblica Ceca.

    Il presidente federale Agustin Martin Santos definisce la scelta di Moltó “una scommessa sulla continuità del lavoro realizzato negli ultimi anni. È un uomo ‘fatto in casa’, con una carriera intensa dentro e fuori dal campo, che gode di tutta la nostra fiducia per affrontare le prossime sfide“. Tra queste ci sono la European Golden League, per la quale la Spagna inizierà la preparazione a maggio, e la prima fase di qualificazione agli Europei 2026.

    “Essere CT della nazionale è al contempo un sogno e una sfida – commenta il nuovo allenatore – è qualcosa che ho sempre avuto nella testa, sapevo che sarebbe potuto succedere in qualsiasi momento. Grazie alla fiducia della Federazione e alla vicinanza con Miguel Rivera sono potuto tornare nella pallavolo di alto livello, e ora ho potuto conquistarmi questa opportunità. Il mio obiettivo è continuare il lavoro che abbiamo intrapreso in questi ultimi due anni, con un punto di vista differente su alcune sfaccettature“.

    (fonte: RFEVB) LEGGI TUTTO

  • in

    Spagna: il Guaguas Las Palmas conquista la Coppa del Re

    Trionfa il Guaguas Las Palmas nella finale della Coppa del Re: la squadra delle Canarie si è imposta con un netto 3-0 (25-17, 25-17, 25-20) sull’Unicaja Costa Almeria davanti ai 4000 spettatori di Leganes, vincendo un trofeo che le mancava dal 2021. È l’ottava Coppa nella storia del Guaguas, la seconda dalla sua “rinascita” avvenuta nel 2020. La Coppa si è assegnata con la formula della Final Eight: in semifinale il Guaguas aveva superato per 3-1 il Cisneros Alter e l’Almeria aveva battuto con lo stesso punteggio il Conectabalear CV Manacor, che a sua volta aveva eliminato a sorpresa nei quarti il Rio Duero Soria.

    MVP della finale il palleggiatore del Guaguas, l’esperto Miguel Angel de Amo, bravissimo ad alternare i suoi attaccanti tra cui l’italiano Paolo Zonca, autore di 13 punti. Top scorer un’altra vecchia conoscenza del nostro volley come il brasiliano Walla Souza, con 15 punti, mentre l’argentino Nicolas Bruno ne ha messi a segno 10. Da giovedì il Guaguas sarà impegnato in uno storico quarto di finale di Champions League contro lo Ziraat Bank Ankara.

    (fonte: RFEVB) LEGGI TUTTO

  • in

    Basket, Garbajosa esclusivo: dalla Spagna a Scariolo fino all’Nba

    Garbajosa, perché ha deciso di lasciare la federazione spagnola per Fiba Europe e quali sono gli obiettivi? «Se guarda la mia carriera da giocatore, ho sempre avuto rispetto per i contratti, però ho sempre ascoltato le mie sensazioni. Quando arrivi in un posto hai obiettivi, una volta che li hai raggiunti, o senti di non poterli raggiungere pur avendo dato tutto, è il momento di andare. In federazione spagnola ho vinto le elezioni 7 anni fa, in un momento molto difficile dal punto di vista sportivo ed economico. Grazie al lavoro di squadra con un’equipe di collaboratori, siamo giunti ai 100 anni della federazione, una grande festa, come primi nel ranking Fiba, primi in Europa a livello femminile. Ho sentito che era il momento perché avevo dato tutto. C’è una squadra che continuerà a lavorare. Io ho sempre avuto un buon feeling con Fiba, ogni volta che andavo a un Board riflettevo su come fare le cose. Ho pensato, ho parlato con mia moglie prima di fare questo passo in avanti. Vogliamo far crescere il basket in Europa. Come? Ci sono molti obiettivi per i prossimi 4 anni. Ho voglia, energia e dopo 7 anni in Spagna esperienza per aiutare».
    Tutti ammiriamo il sistema spagnolo, ma pochi o nessuno riesce a seguire l’esempio. Consigli? «È diverso lavorare in una federazione nazionale o internazionale. In Spagna avevamo un grosso problema, non c’era un programma sportivo per i settori giovanili. Con tantissimo aiuto da Sergio Scariolo e altri tecnici, abbiamo fatto un programma. All’inizio faticavamo però abbiamo avuto pazienza, fiducia nel lavoro dei professionisti con i ragazzini. Quello che ci ha portato al successo ed è mutuabile è stato lavorare insieme con gli allenatori, non solo delle squadre top, ma con i piccoli club. A prescindere dai risultati bisogna continuare a credere, senza cambiare, avere fiducia nel progetto e nelle persone. L’anno sorso abbiamo giocato tute le finali giovanili maschili e femminili salvo una. Dopo tanti anni di disaccordi e battaglie tra lega e federazione lavoriamo assieme, non solo con il management, ma con i club. I nostri tecnici, preparatori, fisioterapisti girano e si spiegano. Importante è mettere il giocatore e lo sviluppo al centro. In Europa ci sono 50 federazioni, ognuna deve trovare un progetto, qualunquei esso sia. Il mio ora è: spingere tanto il basket femminile, il 3×3, i paesi piccoli. Cominciamo a supportarli per 4 anni con milioni di euro perché i piccoli Paesi non hanno risorse tali per svilupparsi. I criteri devono essere molto chiari, come e dove spendere. Poi dobbiamo avere più donne manager, sviluppare qualità in ogni settore. Viaggerò un anno in tutta Europa, per spiegare, convincere, meglio: coinvolgere. Poi dovremo essere sufficientemente flessibili per cambiare se sarà opportuno».
    Ha fatto cenno a Scariolo, al centro del vostro progetto tecnico da anni. Lo avete tenuto anche part-time. Ci può spiegare il vostro rapporto? «Dovrei dire tante cose, le nostre vite si sono incrociate tante volte. La prima nel 1997 a Vitoria: due anni assieme in cui lui mi ha fatto capire cosa si deve fare per diventare un professionista vero. Mi ha dato l’indirizzo e questo mi ha aiutato tantissimo per il prosieguo della carriera, poi ci siamo ritrovati a Malaga, nel Khimki, anche in Nazionale. Infine, da presidente è diventato il mio allenatore. Sergio spinge tanto e mette pressione, ma sempre par far crescere l’organizzazione in cui lavora. Questo è molto importante. Il nostro rapporto è molto profondo, professionale e personale. Parliamo tanto e ci capiamo facilmente, anche con uno sguardo. Poi pensa basket 24 ore al giorno. Mi chiamava all’una di notte dal Canada per dirmi di aver trovato un ragazzo futuribile di 16 anni»
    L’importanza delle finestre per Fiba Europe e per le singole federazioni: la Spagna ha allargato il bacino di giocatori per la Nazionale. Ma non solo. «Ogni cambio di regole è difficile, ma bisogna adattarsi. Ci siamo detti di provare in due modi concreti a sfruttarle per crescere. E anche su questo Scariolo è stato decisivo. Prima per scegliere i 12 giocatori potevamo pescare tra 18-20. Oggi ce ne sono quasi 50. Nel 2017 abbiamo fatto un raduno nei pressi di Malaga con pochi giocatori che non erano mai stati in Nazionale. Nessuno capiva perché lo facessimo. Volevamo valutarli da vicino e far capire loro cosa significa indossare la maglia. Un’altra osservazione sbagliata era: “chi gioca le gare della Nazionale nelle finestre poi non gioca in estate quando conta”. Nel 2019 quando abbiamo vinto il Mondiale e c’erano tre giocatori provenienti dalle finestre, nell’oro di Eurobasket 2022 ben l’80% veniva dalle finestre. Per noi è stata un’opportunità incredibile di sviluppo dei giocatori. Poi c’è la promozione. La Nazionale gioca sempre nelle grandi arene delle città principali: le finestre ci hanno permesso di portarla in città non grandi, o non di basket. Per rendere popolare uno sport bisogna portare la Nazionale in giro, renderla accessibile. Vale anche per Fiba Europe e per Paesi che non avevano esperienza di organizzare ad alto livello. Parlo anche di ticketing, promozione, tv. Ora tutte le federazioni sanno come fare». Finalmente Fiba Europe e Euroleague dialogano. Voi avete cominciato togliendo una finestra, Euroleague ha scelto di non sovrapporre il calendario a quella rimasta. Un inizio. «È importante il primo passo. Come in una maratona bisogna cominciare. Per Fiba Europe è fondamentale non avere più sovrapposizione di partite. L’ultima volta c’era l’Italia che giocava e in contemporanea o quasi Milano-Bologna di Eurolega. Ma resta tantissimo da fare. Dobbiamo avere la voglia di riordinare il basket in Europa: non soltanto le finestre, ma anche i campionati nazionali, chi possa giocare, quante competizioni di club vogliamo in Europa: se 4 come oggi o meno. Abbiamo un anno o due per cercare di arrivare a un accordo, non sarà facile, ma essere seduti allo stesso tavolo e poter parlare spesso è fondamentale. Non so se arriveremo a un accordo però la comunicazione è molto intensa, stretta. Dobbiamo rimettere i giocatori al centro. Per esempio non possiamo permetterci che Rudy Fernandez che vuole giocare perché ama il basket giochi quasi 95 partite tra campionato, coppe, supercoppe e quant’altro. Dobbiamo salvaguardare la salute e non pensare che un protagonista possa esserci sempre o che sia al massimo. Significa anche salvaguardare lo show».
    Il futuro degli Europei? «Se parliamo di maschile, l’ultimo Europeo è stato il migliore tra quelli recenti per organizzazione e livello tecnico, atmosfera, intensità. Incredibile, Ora dobbiamo aiutare le federazioni che organizzeranno il prossimo a mantenere questo livello. Nel femminile, invece, abbiamo visto che il pubblico non è stato come vorrei. Dobbiamo pensare e trovare i motivi per cui non è stato così attrattivo. Cambiare per cambiare non serve, dobbiamo trovare la strada giusta. E sempre sul femminile dobbiamo pensare anche alle coppe. Col basket femminile abbiamo un’opportunità: sono stanco di sentire che dobbiamo aiutare giocatrici e club femminili. Dobbiamo dare loro valore. Ci sono state partite di altissimo livello. Se uno vede una partita, poi torna. Dobbiamo promuovere meglio, rendere più visibile. Partendo dai campionati Nazionali? A volte le cose crescono dal basso verso l’alto, a volte viceversa. Ci sono momenti in cui devi fare un grande sforzo promozionale per i grandi eventi. Allora il pubblico, i ragazzini e le ragazzine si interessano. L’anno scorso nella finale di Coppa della Regina c’erano 10mila persone. Giorni fa mi chiedevano se il successo giovanile in Spagna sia stato dettato dai club o dalla Federazione. Domanda senza senso perché il basket è uno. E c’è una sola squadra». LEGGI TUTTO

  • in

    F1 GP Spagna 2023, diretta qualifiche: dove vederle in tv

    BARCELLONA – Scattano le qualifiche del Gran Premio di Spagna, ottavoappuntamento stagionale del mondiale Formula 1. Dopo il weekend a Monaco, i piloti si daranno battaglia per la pole position sul circuito di Barcellona. La terza sessione di prove libere del GP è in programma sabato 3 giugno alle ore 12:30, mentre le qualifiche prenderanno il via alle ore 16:00. Entrambe le sessioni saranno trasmesse in diretta su Sky Sport F1 (canale 207), oltre che in chiaro su TV8 e in streaming su Sky Go e NOW. LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGP, la classifica aggiornata dopo la gara del GP di Spagna

    JEREZ – Francesco Bagnaia si riprende la testa della classifica piloti di MotoGP dopo il Gran Premio di Spagna. Il campione del mondo della Ducati vince e convince in quel di Jerez, battendo l’ostica resistenza delle KTM, tornando sul gradino più alto del podio dopo due cadute consecutive, e andando a scavalcare in classifica Marc Bezzecchi, finito a terra nella gara odierna.   LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGP, diretta gara GP Spagna 2023: orario e dove vederla in tv

    JEREZ – Sul circuito di Jerez è il momento della gara del Gran Premio di Spagna, valevole come quarto round stagionale della MotoGP. A scattare dalla prima casella sarà Aleix Espargaro, in cerca di riscatto dopo una Sprint negativa, terminata con una caduta. Insegue un risultato importante anche Francesco Bagnaia, reduce da due cadute consecutive. La gara sarà trasmessa dalle ore 15 in diretta tv sui canali di Sky Sport dedicati alla MotoGP (canale 208), in streaming sul NOW e su Sky Go, oltre che in chiaro su TV8. LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGP Spagna: Binder vince la Sprint a Jerez, secondo Bagnaia

    JEREZ – E’ Brad Binder a conquistare la Sprint nel Gran Premio di Spagna, valevole per la quarta tappa del Mondiale 2023 di MotoGP. Il sudafricano trionfa sul circuito di Jerez nella mini-gara del sabato, precedendo la Ducati di Pecco Bagnaia e l’altra KTM di Jack Miller, che perde il comando solo alle battute finali. Ai piedi del podio c’è Jorge Martin, che manca la top 3 per un soffio e si mette davanti a Miguel Oliveira e Dani Pedrosa, ancora super in un weekend che lo vede presente solo come wild card. LEGGI TUTTO