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    Pallavolo da casa: una pagina Facebook raccoglie le idee per lo “smart volley”

    Foto Facebook Idee Attività da Casa Pallavolo

    Di Redazione
    Polemiche e discussioni non accennano a placarsi, ma un fatto sembra purtroppo ormai certo: almeno fino al 15 gennaio quasi tutta la pallavolo italiana resterà ferma, in seguito alla decisione della Fipav che ha sospeso l’attività di tutte le categorie con l’esclusione di Serie A e Serie B. È dalla presa di coscienza di questa situazione che nasce la pagina Facebook Idee per Attività da Casa Pallavolo: uno spazio che si propone di aiutare le società a trovare idee per intrattenere i propri atleti nel corso del prossimo mese.
    Nel suo “manifesto” programmatico la pagina ha alcuni punti fermi: niente polemiche sulle decisioni delle istituzioni, niente condivisioni di allenamenti tattici, tecnici o atletici, niente autopromozione delle società. Si tratta invece di “creare un contenitore di idee a cui tutti possano contribuire e che possa aiutare i giovani pallavolisti/e a tenere saldo il filo che li lega alla pallavolo“. Tra i tanti post già condivisi trovano posto quindi giochi, contest, iniziative suddivise per fasce d’età, e non necessariamente pallavolistiche in senso stretto: l’importante è “contribuire a diminuire il rischio dell’abbandono sportivo“.
    L’idea, che nasce da un dirigente di società, è aperta alla collaborazione e alla contribuzione di tutti: la speranza è che esaurisca presto il suo scopo con la fine delle restrizioni, rimanendo a disposizione come serbatoio di idee e di attività per la promozione della pallavolo.
    (fonte: Facebook Idee per Attività da Casa Pallavolo) LEGGI TUTTO

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    Acqui Terme, Marenco: “Questo stop spero sia davvero l’ultimo sforzo”

    Di Redazione
    Il direttore tecnico della Pallavolo Acqui Terme Ivano Marenco ha commentato la decisione federale di sospendere l’attività pallavolistica giovanile fino al 15 gennaio 2021.
    La Federazione Italiana Pallavolo, la scorsa settimana, ha deciso che “alla luce del DPCM del 3 dicembre che ammette esclusivamente gli eventi e le competizioni di livello agonistico e riconosciuti di preminente interesse nazionale, fino al 15 gennaio potranno continuare esclusivamente le attività riguardanti i campionati nazionali di serie A e i campionati di serie B, che come noto cominceranno il week end del 23 e 24 gennaio” di conseguenza: “La serie C e tutti i campionati giovanili, compresa qualsiasi forma di allenamento ad esse collegate, sono sospesi”
    Una decisione che, ovviamente, non può che suscitare dispiacere ma che, almeno, risulta più chiara di altre precedenti. Questa, in sostanza è l’opinione di Ivano Marenco, direttore tecnico della Pallavolo Acqui Terme che ha dichiarato:
    “Mi dispiace per questa decisione, tuttavia la comprendo. Stavolta, a differenza di novembre, c’è stata almeno più chiarezza mentre allora c’era stata confusione, in particolare su ciò che rientrava o no nel concetto di interesse nazionale e le decisioni erano state un po’ rimbalzate alla responsabilità individuale delle singole società. Questa volta perlomeno i vertici federali sono stati molto chiari e questa la ritengo una cosa positiva.”
    Ovviamente questo ennesimo stop non può che avere un impatto negativo sulla vita dei ragazzi“Il dispiacere è tanto – prosegue Marenco – perché l’impatto umano della situazione generale che stiamo vivendo è notevole. Aldilà del lato meramente sportivo, ma soprattutto per il lato umano, il fatto che i ragazzi abbiano visto stravolgere le loro abitudini, non potendo andare a scuola in maniera regolare, non potendo praticare sport e non potendo fare la maggior parte delle attività a cui erano abituati, credo che sia uno degli aspetti peggiori di questa pandemia. Sotto certi punti di vista, è anche peggio del lato economico. All’impatto economico, in parte, forse, si può trovare rimedio, mentre quello umano è molto più complesso”
    In ultima istanza, una speranza per l’immediato futuro: “La speranza – conclude il DT termale – è che questo ennesimo stop all’attività sportiva giovanile, sia davvero l’ultimo sforzo e che si possa pensare di riprendere, se non in maniera normale, perché su questo non sono molto ottimista, ma almeno in maniera quasi normale per la primavera. Io lo spero.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    La Fipav scrive al Governo: “Senza un chiarimento riprenderemo gli allenamenti”

    Di Redazione
    Continua la polemica – per il momento a senso unico – tra Federazione Italiana Pallavolo e Coni sulla sospensione degli allenamenti di tutte le categorie, escluse Serie A e B, in vigore dallo scorso 5 dicembre per decisione della stessa Fipav. Il presidente federale Bruno Cattaneo, che pochi giorni fa aveva scritto a Giovanni Malagò invitandolo a “vigilare” sull’applicazione delle norme, oggi indirizza una nuova missiva al numero uno del Coni e contemporaneamente si rivolge anche a Giuseppe Pierro, capo del Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio.
    “Abbiamo appreso attraverso il sito del CONI – scrive Cattaneo nella lettera al rappresentante del Governo – che (…) sono state pubblicate le indicazioni degli Enti di Promozione Sportiva, che con grande ‘disinvoltura’ hanno conferito tale titolo ad attività prettamente promozionali e amatoriali. Siamo, quindi, al paradosso più totale, in cui i campionati federali che assegnano i titoli di campione d’Italia, regionale e territoriale, assoluti e giovanili, si trovano oggi fermi per il grande senso di responsabilità – percepito talvolta come ‘tradimento’ dai propri movimenti di riferimento, di grandi Federazioni nazionali (…) mentre attività prettamente amatoriali e promozionali, di cui non si nega l’importanza da un punto di vista sociale, vengono inglobate in generici concetti di ‘agonismo’ e ‘carattere nazionale’, allegando calendari generici e non dettagliati, potendo di fatto svolgere tutte le attività, siano esse di allenamento o di gara“.
    “Tale situazione – aggiunge il presidente federale – non è più accettabile sia da un punto di vista del rischio per la salute pubblica, valore che l’ultimo DPCM sembrava voler preservare richiedendo a tutti un atto di responsabilità (…), sia dal punto di vista del danno per tutto il movimento pallavolistico, che chiede e a cui devo e dobbiamo, insieme al Consiglio Federale, dare delle spiegazioni“.
    A questa disamina, la lettera fa seguire un avvertimento: “Mi trovo costretto a comunicarle che, laddove non giunga in tempi brevi da questa mia nota una risposta di chiarimento volta a definire in modo dettagliato l’interpretazione da dare al DPCM 3 dicembre 2020 per la parte relativa alle ‘attività di preminente interesse nazionale’, con l’inizio della prossima settimana adegueremo anche la posizione della Federazione Italiana Pallavolo a quella degli altri enti, tornando a considerare anche le attività definite ‘di interesse nazionale’ dal nostro regolamento gare come ‘di preminente interesse nazionale’, con la conseguente possibilità di svolgimento degli allenamenti e la riprogrammazione dei calendari dei campionati“.
    Entrambe le lettere (il cui testo completo è consultabile online) si concludono con la conferma che “con il Consiglio Federale intendiamo attivare in tutte le sedi opportune azioni volte a difendere gli interessi delle società affiliate alla Fipav“.
    Da una parte, dunque, la Fipav chiede chiarimenti su un decreto che solo due giorni fa definiva “un chiaro monito governativo ad un maggior controllo e restrizione delle attività sportive“, e sul quale peraltro il Dipartimento dello Sport si era già espresso nelle proprie FAQ, specificando che “il testo del DPCM non presenta sostanziali differenze dal precedente, confermando quanto già definito” anche riguardo alle attività di interesse nazionale. Dall’altra, il presidente della Federazione prima dipinge uno scenario di rischio “non più accettabile” per la salute pubblica (riferendosi alle attività altrui) e poi, a distanza di appena poche righe, prefigura lui stesso la generale riapertura delle palestre utilizzandola come “arma” per sollecitare l’intervento di Governo e Coni: una presa di posizione che appare quantomeno singolare…
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Pallavolo Casciavola, la lettera di una mamma al ministro Spadafora

    Di Redazione
    La sospensione degli allenamenti di tutte le categorie decisa dalla Fipav continua a far discutere il mondo del volley giovanile e non solo. Nel dibattito si inserisce anche la lettera aperta che Vanessa Piampiani, dirigente della Pallavolo Casciavola, nonché genitore di un’atleta, ha voluto scrivere al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora auspicando la riapertura delle palestre e la ripresa degli allenamenti.
    “Buongiorno ministro, ministro dello sport ovvero ministro dello sport di élite, della serie A, perché in questi ultimi 10 mesi è stato questo” è l’esordio della lettera, che poi prosegue così: “Sono una mamma; una mamma dirigente di quelle di cui sono piene le nostre palestre, i campi di calcio; di quelle senza le quali le ASD non andrebbero avanti perché noi siamo quelle che fino a ieri abbiamo pulito, sanificato, igienizzato, controllato gli accessi, comprato, magari con i nostri soldi, i materiali per pulire, letto protocolli, contattato e rassicurato gli altri genitori, controllato gli atleti affinché rispettassero le norme; una mamma di quelle che secondo me meritano una risposta, perché a noi i contributi non interessano, i bandi non interessano, ci interessano i nostri figli“.
    “Noi infatti siamo quelli che lo hanno fatto NON PER DENARO, perché questa lettera di soldi non vuole parlare: siamo quelle che l’abbiamo fatto perché era l’unica cosa che le nostre figlie ed i nostri figli potevano fare in sicurezza, visto che la scuola ormai non la fanno da mesi, visto che a casa di amici non ci possono andare, meno che meno in giro in compagnia per locali o per negozi, come se stare per negozi potesse in qualsivoglia modo essere paragonato a fare sport. (…) Da settembre non ci siamo mai fermati: la nostra Federazione ci ha permesso di farlo anche quando eravamo zona rossa, il Coni pure e quando gli altri chiudevano, noi aumentavamo i numeri perché genitori di bimbi che facevano basket o calcio, decidevano di portarli da noi, un po’ perché unica scelta, un po’ perché dopo 3-4 allenamenti di prova trasmettevamo fiducia, vedevano come lavoravamo in sicurezza, vedevano che i loro figli contavano come fossero nostri“.
    “Bene – prosegue poi il testo – sono felice che un ministero dello sport lavori per chiudere tutto invece che per far riaprire. Ora le mancano solo le EPS a cui molte società stanno pensando di affiliarsi in attesa che chiuda anche quelle, con il presidente Cattaneo che ha saputo fare di peggio e da cui midissocio con tutta me stessa, chiedendo la chiusura anche di quelle invece che la riapertura di tutti. La famosa guerra tra poveri, che ha soltanto degli sconfitti: i nostri ragazzi, molti dei quali stanchi e sfiduciati, non si sa se riprenderanno a gennaio perché non hanno prospettive, perché ci raccontano che a gennaio riprenderemo ma, guardiamoci nelle palle degli occhi e cerchiamo di dircela tutta, che certezza abbiamo che a gennaio si riparta?“
    “Ai nastri di partenza ci sarà la metà della società, molte non avranno la forza anche economica e la fiducia per partire, con almeno il 30% di atleti in meno perché molti degli adolescenti non se la sentiranno e saranno troppo scoraggiati, tutto bene? Va bene così? Davvero non ci sono gli estremi per fare sport? Si va dal parrucchiere, dall’estetista, assembrati nei centri commerciali e lo sport in sicurezza, anche solo allenamenti, no! Davvero? Io non lotto per far chiudere gli altri, io lotto per far riaprire tutto, tutte le federazioni, tutti gli EPS e mi stupisco che lei non lo faccia, non lo faccia con la disperazione con cui io sto scrivendo questa lettera avendo ormai finito le parole per consolare le mie figlie e trovandole solo per provare a scrivere a lei“.
    “Aspetto una sua risposta – conclude la dirigente – credo che sia dovuta prima che a me, alle mie figlie di 14 e 16 anni, le riporti in palestra, anche solo ad allenarsi. Nei giorni festivi lo potrebbero fare in sicurezza invece di stare chiusi in casa, uno dei luoghi in cui maggiormente avvengono i contagi. La palestra è sicura e mi stupisco che lei non ne sia convinto come me“.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Volley Prato, il presidente Giuntoli: “Sconcertati e allibiti dalla sospensione”

    Foto Ufficio Stampa volley Prato

    Di Redazione
    Il senso di frustrazione è forte, ma il Volley Prato non si ferma. La decisione federale di fermare gli allenamenti di Serie C e giovanili ha stupito il presidente Giovanni Giuntoli ed il suo staff tecnico. Uno stupore che ha presto assunto il gusto dell’amarezza e della frustrazione. Il Volley Prato, la prima società a livello nazionale a ripartire dopo il primo lockdown, ha però reagito subito e le parole del suo massimo dirigente sono significative.
    “Siamo sconcertati e allibiti – dice infine Giovanni Giuntoli, presidente del Volley Prato – dal 25 maggio non ci siamo mai fermati, abbiamo fatto sforzi logistici ed organizzativi importanti ed abbiamo redatto nostri protocolli condivisi con le famiglie per consentire ai ragazzi di continuare ad allenarci in sicurezza. Questo stop, in questo momento, è una doccia gelata che ci taglia le gambe. Speriamo che i comitati regionali si attivino presso la federazione. Noi, da parte nostra, abbiamo già in programma una riunione con le società associate al Vero Volley per decidere una linea di azione per tutto il network. Siamo stati i primi a ripartire dopo il primo lockdown e non abbiamo mai avuto un positivo. In tutti i casi lavoreremo per ripartire il più presto possibile ed in totale sicurezza“.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Ariete PVP stupita dalla sospensione: “È difficile da capire e da spiegare”

    Di Redazione
    Disorientati e stupiti. I massimi dirigenti dell’Ariete Prato Volley Project intervengono sulla decisione della Fipav di fermare gli allenamenti di Serie C e giovanili. Interventi pacati nei toni, ma che nella sostanza non possono nascondere la delusione e l’amarezza per una decisione che rischia di cancellare tutti gli sforzi fatti da famiglie, atlete, allenatori e dalle società stesse per rimanere in palestra in sicurezza.
    “Prendiamo atto della decisione della Federazione, come tutti – dice Fabio Galeotti, presidente dell’Ariete PVP –. Ci siamo allenati in situazioni di più grave emergenza sanitaria, lo abbiamo fatto lavorando duro per rispettare tutti i protocolli di sicurezza e adesso, quando pensavamo di essere vicini alla fine del tunnel, ci ritroviamo fermi. È difficile da capire e soprattutto da spiegare alle atlete. Siamo disorientati, abbiamo già programmato riunioni online con gli allenatori per capire come muoverci fino al 15 gennaio ma, ripeto, è un momento non facile. La paura è che a questo punto i campionati di C e delle giovanili non partano neppure. Essendo fermi fino al 15 gennaio non potremmo poi partire prima di un mese e questo accorcerebbe moltissimo i tempi per poter disputare un torneo con un minimo di credibilità”.
    “Ho sempre sostenuto che dovevamo fermarci prima – è la posizione di Massimo Becheri, presidente del Viva Volley –. Secondo me abbiamo continuato ad allenarci in base ad una errata interpretazione di quanto stabilito dagli ultimi DPCM in merito a quali tornei devono essere considerati di interesse nazionale. Penso che alcune federazioni si siano irritate per questo ed alla fine il CONI ha fermato tutto. Una volta scelta una linea, però, sarebbe stato giusto a questo punto andare avanti. Ci voleva chiarezza fin dall’inizio ed invece, decidendo cose diverse ogni settimana, si sono scaricate sulle società di base, sull’anello più debole, le tensioni presenti a livello nazionale“.
    “Con lo stop fino al 15 gennaio – continua Becheri – non so prevedere quando potremo riprendere ma certo non prima di un mese di buona preparazione. Tutto questo senza considerare le tante incertezze che stanno poi sorgendo sulle certificazioni. Pare infatti che se prima l’atleta eventualmente positivo poteva ritornare ad allenarsi e giocare con un semplice certificato, adesso, in base ai riscontri avuti nei campionati maggiori, sarà necessaria una visita medico agonistica approfondita arricchita da esami molto invasivi. Insomma, un ulteriore ostacolo alla ripartenza delle società minori“.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Dall’apertura alla chiusura totale: l’universo parallelo della Fipav

    Di Redazione
    Adorata da scrittori di fantascienza e filosofi, la teoria degli universi paralleli non è ancora completamente dimostrata da un punto di vista scientifico, ma in alcuni casi sembra essere l’unica via per interpretare fenomeni altrimenti inspiegabili.
    Potrebbe essere il caso della lettera inviata oggi dal presidente della Fipav Bruno Cattaneo, che chiede al suo omologo del Coni, Giovanni Malagò, di far rispettare con rigidità l’ultimo DPCM che impone lo stop a tutte le attività sportive non considerate “di preminente interesse nazionale“: un decreto in seguito al quale la stessa Federazione Italiana Pallavolo ha disposto lo stop agli allenamenti di tutte le categorie con l’esclusione di Serie A e Serie B (decisione non del tutto condivisa nemmeno internamente, come dimostra ad esempio la dura presa di posizione del Comitato Regionale del Lazio).
    Nella sua missiva, Cattaneo denuncia quella che definisce “una situazione non più sostenibile (…) che vede da una parte un chiaro monito governativo ad un maggior controllo e restrizione delle attività sportiva, e dall’altra l’allegra corsa a dichiarare come di preminente interesse nazionale attività che sono e rimangono di carattere puramente promozionale“. Il presidente della Fipav rivendica quindi la decisione presa “con grande senso di responsabilità” dal suo Consiglio, che avrebbe “interpretato letteralmente quanto da voi richiesto, andando a restringere in modo sensibile tutta la nostra attività e dichiarando di preminente interesse nazionale i soli campionati di Serie A e B (…), attività che riguarda solo 400 delle nostre 4000 società“. Con grande “disappunto del movimento“, ovviamente.
    Il bersaglio di Cattaneo è presto chiaro: “Non posso accettare di vedere come da parte degli Enti di Promozione Sportiva si continui con grande disinvoltura a dichiarare come di preminente interesse nazionale tutta una serie di attività che non possono che avere un carattere promozionale, e comunque mai di primario interesse rispetto alle discipline sportive stesse“. Riferimento piuttosto trasparente a enti come, per esempio, l’UISP, che tramite i propri Comitati locali ha ribadito che le sue attività continueranno a svolgersi regolarmente poiché il nuovo DPCM “non presenta in materia di sport sostanziali differenze dal precedente“.
    E da qui deriva la preghiera a Malagò di “voler esercitare con grande attenzione e determinazione quella attività di vigilanza che il DPCM stesso assegna al Coni, evitando che questa situazione possa degenerare in una corsa all’ultimo tesseramento, creando ulteriori sofferenze a un sistema che è già messo duramente alla prova“.
    Tutto chiaro e, forse, anche coerente. Se non fosse che fino a 4 giorni fa la Federazione Italiana Pallavolo considerava “di interesse nazionale” quasi tutte le categorie, tra cui la Serie C e i campionati giovanili fino all’Under 13, facendosi forte di un Regolamento Gare da lei stessa promulgato, e permettendone di conseguenza l’attività. In questo modo fin da ottobre, in una situazione epidemiologica e sanitaria ben diversa da quella di oggi, migliaia di atleti su tutto il territorio nazionale – “zone rosse” comprese – avevano avuto, almeno in teoria, la possibilità di continuare ad allenarsi.
    All’epoca evidentemente la Fipav non aveva ritenuto di dover fare proprio “il chiaro monito governativo ad un maggior controllo e restrizione dell’attività sportiva” presente nel testo dei precedenti DPCM, che pure era identico a quello della norma attualmente in vigore, con la sola eccezione della parola “preminente“. Né aveva considerato la possibile contraddizione tra lo spirito di un provvedimento che invitava i cittadini a uscire di casa il meno possibile e la possibilità di recarsi tutti i giorni in palestra, anche in comuni differenti dal proprio. E allo stesso modo era sicuramente passato inosservato il dettaglio che bastasse tesserarsi alla Federazione per ottenere il via libera agli allenamenti di Beach Volley, dal momento che tutti i tesserati sono potenziali partecipanti ai campionati nazionali.
    L’intervento del Coni, con una circolare datata 4 dicembre che richiama la Delibera numero 371 del 17 novembre (quando la maggior parte delle attività della Fipav erano permesse), ha ribadito però il riconoscimento di “preminente interesse nazionale” alle sole manifestazioni calendarizzate entro il 31 gennaio (requisito di cui non possono avvalersi la Serie C e i campionati Under), e la Fipav è stata costretta a fare marcia indietro.
    A questo punto, forse, la Federazione dovrebbe spiegare dal suo punto di vista quale sia stato il cambiamento così radicale da giustificare una repentina inversione di tendenza rispetto alle proprie certezze del passato appena più recente. E, di conseguenza, una contestazione esplicita ad altri che, a torto o ragione, ora si avvalgono degli stessi principi. In altre parole, perché la stessa Fipav che fino a ieri riteneva possibile una larga apertura oggi, anziché ribadire e difendere il proprio punto di vista, si preoccupa che siano gli altri a chiudere?
    Forse c’è qualche passaggio che ci sfugge. O forse, come dicevamo all’inizio, tutto quanto abbiamo raccontato si è svolto in un universo parallelo, spiegazione che sarebbe decisamente più logica e razionale… LEGGI TUTTO