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    F1, Jean Todt su Senna: “Mai stato alla Ferrari per i contratti di Alesi e Berger”

    ROMA – Uno dei più grandi piloti a non aver mai corso con la Rossa resterà per sempre Ayrton Senna. Il compianto campione brasiliano però era stato vicino all’approdo in Ferrari ai tempi dell’arrivo di Jean Todt a Maranello. “Poche settimane dopo il mio arrivo incontrai Ayrton Senna durante il weekend di Monza, nell’hotel in cui alloggiavamo e gli ho offerto la possibilità di passare alla Ferrari nel 1995, ma lui chiedeva di anticipare di un anno. Noi avevamo già sotto contratto, Jean Alesi e Gerhard Berger e quindi non potevamo soddisfare la sua richiesta. Ayrton tuttavia non si arrese – ha spiegato Todt a beIN Sports – dicendomi che in Formula 1 i contratti non contavano, ma io gli risposi che per me un contratto va rispettato. La nostra offerta era per il 1995, ma purtroppo sappiamo cosa è successo“.
    “Volevo un top”
    Per Todt era fondamentale l’ingaggio di un pilota vincente per riportare al vertice la Ferrari. “Volevo un top driver, perché quando sono arrivato in Ferrari, i responsabili del telaio dicevano che non si vinceva per colpa del motore, per altri componenti deella squadra il problema era proprio il telaio, e per altri ancora la responsabilità era dei piloti. Così ho pensato di eliminare una variabile: se prendiamo il miglior pilota del mondo, o almeno un pilota che ha già vinto un mondiale avremo una scusa in meno. Con Senna in squadra nessuno avrebbe potuto puntare il dito contro il pilota e fu proprio per questo motivo che dopo abbiamo preso Michael”, ha concluso il francese. LEGGI TUTTO

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    F1, Verstappen migliora Senna: è il pilota più vincente su motore Honda in una singola stagione

    ROMA – Il colosso giapponese Honda, all’ultima stagione nel Circus, ha un duplice obiettivo per chiudere al meglio questa esperienza in F1: la doppietta mondiale piloti-costruttori. Gran parte delle fortuna passerà da Max Verstappen, leader della classifica mondiale con 19 punti di vantaggio sul campione in carica Lewis Hamilton, regalargli questa possibilità. Intanto il pilota olandese con l’assolo nel Gp del Messico ha centrato un prestigioso record, superando la leggenda brasiliana Ayrton Senna per vittoria in una singola stagione con una vettura motorizzata Honda.
    Senna si fermò a 8 vittorie
    Proprio il nono acuto centrato a Città del Messico ha permesso a Max Verstappen di superare Senna e allungare in classifica mondiale quando mancano quattro gare al termine di una stagione lunga ed estenuante. Senna nel 1988 si fermò a otto successi, su però sedici gare in programma, per un 50% di vittorie valse la conquista del titolo di campione del mondo. Impossibile invece battere il record di vittorie all-time, visto l’addio Honda a fine anno, detenuto ancora dal fenomeno nativo di San Paolo con 30 affermazioni personali. LEGGI TUTTO

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    F1, Verstappen batte Senna: è lui il pilota con più vittoria su motore Honda in una singola stagione

    ROMA – Chiudere la terza esperienza nel mondo della F1 con la doppietta mondiale piloti-costruttori. Questo è il sogno del colosso giapponese Honda, che a fine stagione lascerà il Circus e toccherà principalmente a Max Verstappen, leader della classifica mondiale con 19 punti di vantaggio sul campione in carica Lewis Hamilton, regalargli questa possibilità. Intanto il pilota olandese con il successo nell’ultimo Gp del Messico ha centrato un prestigioso record, superando la leggenda brasiliana Ayrton Senna per numero di vittorie stagionali con una vettura motorizzata Honda.
    Superate le 8 vittorie del brasiliano
    Quello arrivato la scorsa domenica a Città del Messico è il nono timbro del 2021 per un Max Verstappen sempre più padrone del campionato mondiale quando mancano quattro gare al termine di una stagione lunga ed estenuante. Senna nel 1988 si fermò a otto successi, su però sedici gare in programma, per un 50% di vittorie valse la conquista del titolo di campione del mondo. Impossibile invece battere il record di vittorie all-time, visto l’addio Honda a fine anno, detenuto ancora dal fenomeno nativo di San Paolo con 30 affermazioni personali. LEGGI TUTTO

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    F1, Ayrton Senna: morto il padre Milton da Silva

    ROMA – Si è spento all’età di 94 anni per cause naturali Milton Guirado Theodoro da Silva, padre di Ayrton Senna. Il papà del leggendario pilota brasiliano, scomparso a Imola nel 1994, si è spento nella mattinata di mercoledì 27 ottobre. Da sempre, papà Milton aveva seguito il figlio Ayrton nelle corse, accompagnandolo dagli esordi con i kart, fino all’esperienza leggendaria in Formula 1, che lo ha reso uno dei nomi più importanti nella storia di questo sport.
    L’annuncio sui social
    L’annuncio della morte di Milton da Silva, per tutti Miltão, è stata data sui canali social dedicati ad Ayrton Senna: “È morto questo mercoledì il signor Milton Guirado Theodoro da Silva, padre di Ayrton Senna – si legge -. I nostri sentimenti per tutta la famiglia e gli amici. Grazie,Miltão”. LEGGI TUTTO

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    F1: 27 anni fa ci lasciava la leggenda Ayrton Senna

    ROMA – Il 1° maggio sarà sempre una data triste per la Formula 1, che ventisette anni fa piangeva la scomparsa del mitico Ayrton Senna. Nel 1994, in questo stesso giorno, l’iconico pilota brasiliano perdeva la vita in un tragico incidente sul circuito di Imola. Un giorno prima, a essere vittima di un altro evento del genere era stato l’austriaco Roland Ratzenberger, schiantatosi a oltre 300 km/h alla curva intitolata a Villeneuve. Non avrebbe voluto correre il tre volte campione del mondo, ancora scosso da quanto accaduto il giorno precedente in pista, ma nessuno sfugge al propri destino. E così, il 1° maggio 1994, la vita di Ayrton Senna si spense durante il 7° giro della gara di Imola quando la sua Williams, a causa del cedimento del piantone dello sterzo, sbattè violentemente alla curva del Tamburello.Una tragedia capace di colpire e scuotere il mondo della Formula 1, quella di Roland Ratzenberger e di Ayrton Senna, che dopo quel terribile weekend si trovò ad interrogarsi sulla pericolosità del motorsport. Il brasiliano aveva 34 anni e tre mondiali già vinti, nel suo abitacolo venne trovata una bandiera austriaca: avrebbe voluto rendere omaggio al collega, ma il destino è stato più forte.
    Un’icona in F1
    A Senna, però, sono legate alcune delle immagini più iconiche della Formula 1: l’esordio nel GP di casa con la Toleman e la sua abilità sul bagnato, un rapporto di odio e amore con la McLaren e una rivalità con Alain Prost destinata a fare la storia, poi il passaggio alla Williams per quella prima e unica maledetta stagione durata appena 3 gare. Più dei successi in pista, dei numeri e dei record, però, il segno lasciato da Senna sta tutto nel suo funerale quando, a San Paolo del Brasile, un milione di persone deciseor di accompagnare il feretro in processione per 17 chilometri, la distanza che separa il palazzo del Parlamento dove era stata allestita la camera ardente, fino al cimitero di Morumbi, dove Senna è stato seppellito. Un gesto che testimonia l’impronta lasciata non solo dal pilota, ma anche dall’uomo, nella storia del motorsport. LEGGI TUTTO

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    F1: il primo maggio di 27 anni fa la scomparsa di Ayrton Senna

    ROMA – Il 1° maggio, per gli amanti del mondo dei motori, rappresenta una data triste, un giorno che ha lasciato un vuoto nella Formula 1 e che, a distanza di 27 anni, si fa ancora fatica a colmare. Il 1° maggio 1994, infatti, Ayrton Senna perdeva la vita a Imola, vittima di un terribile incidente neanche 24 ore dopo la morte di un altro pilota, l’austriaco Roland Ratzenberger, schiantatosi a oltre 300 km/h alla curva intitolata a Villeneuve. Non avrebbe voluto correre il tre volte campione del mondo, ancora scosso da quanto accaduto il giorno precedente in pista, ma nessuno sfugge al propri destino. E così, il 1° maggio 1994, la vita di Ayrton Senna si spense durante il 7° giro della gara di Imola quando la sua Williams, a causa del cedimento del piantone dello sterzo, sbattè violentemente alla curva del Tamburello.Una tragedia capace di colpire e scuotere il mondo della Formula 1, quella di Roland Ratzenberger e di Ayrton Senna, che dopo quel terribile weekend si trovò ad interrogarsi sulla pericolosità del motorsport. Il brasiliano aveva 34 anni e tre mondiali già vinti, nel suo abitacolo venne trovata una bandiera austriaca: avrebbe voluto rendere omaggio al collega, ma il destino è stato più forte.
    Un’icona in F1
    A Senna, però, sono legate alcune delle immagini più iconiche della Formula 1: l’esordio nel GP di casa con la Toleman e la sua abilità sul bagnato, un rapporto di odio e amore con la McLaren e una rivalità con Alain Prost destinata a fare la storia, poi il passaggio alla Williams per quella prima e unica maledetta stagione durata appena 3 gare. Più dei successi in pista, dei numeri e dei record, però, il segno lasciato da Senna sta tutto nel suo funerale quando, a San Paolo del Brasile, un milione di persone deciseor di accompagnare il feretro in processione per 17 chilometri, la distanza che separa il palazzo del Parlamento dove era stata allestita la camera ardente, fino al cimitero di Morumbi, dove Senna è stato seppellito. Un gesto che testimonia l’impronta lasciata non solo dal pilota, ma anche dall’uomo, nella storia del motorsport. LEGGI TUTTO