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    Cominetti acchiappa tutto: “Supercoppa gioia più grande, mancava nel palmares”

    L’ennesimo anno da vincitore. Sottolineare il fatto che per Roberto Cominetti la vittoria sia diventata una sorta di tassa da pagare alla serie A2 è d’obbligo. A ventisette anni uno dei più forti posto quattro del nostro campionato, ha conquistato due campionati, due Coppe Italia e una Supercoppa. Solo con la Consoli Sferc Brescia, squadra con cui ha disputato l’ultimo campionato, ha vinto due titoli nelle ultime tre settimane.

    foto Lega Volley

    “La gioia più grande è stata vincere la Supercoppa, perché mancava al palmares dei titoli. L’anno scorso in realtà, dal punto di vista dei titoli è stato un po’ deludente perché la corazzata di Vibo Valentia ha razziato tutti i trofei disponibili. Quest’anno con Brescia siamo arrivati ai playoff e purtroppo non siamo riusciti ad avere la meglio su Siena. Siamo tornati in palestra a lavorare per giocarci la Coppa Italia e la Supercoppa. Il risultato è stato quello di giocare due ottime gare contro Grottazzolina e Ravenna, portandosi a casa due trofei a cui questa società teneva molto e cancellando la delusione della mancata finalissima dei playoff promozione”.

    Le sue sono state prestazioni che in A2 fanno davvero la differenza.

    “Penso di essere un giocatore che fa ciò che serve alla squadra. Ho cercato di essere malleabile anche quest’anno e nella mia duttilità forse si è creato quel valore aggiunto che serviva per venire fuori da determinati momenti difficili delle partite che contano. Ci siamo ritrovati di fronte due ottime compagini, a cominciare da Grottazzolina che l’anno prossimo giocherà la Superlega, a Ravenna che ha avuto il merito di lanciare dei giovani davvero talentuosi. È stata una squadra tostissima per tutto il campionato e non è stato semplice vincere in Coppa con loro”.

    foto Atlantide Pallavolo Brescia

    Si è creato un bellissimo gioco con Tiberti, questo va detto.

    “Tibe ha saputo valorizzarmi. Sono arrivato a questa esperienza forse pallavolisticamente maturo anche mentalmente e giocare di fianco a questo ragazzone mi ha dato l’opportunità di far vedere delle belle cose. Mi piace sottolineare che siamo stati capaci di costruire insieme un gioco fatto di costanza e in generale gli attribuisco il fatto di essere un giocatore che non mette mai pressione ai compagni. Non gli capita mai di prendersela con un compagno e questo lo rende amabile da tutti”.

    Quanto è stato difficile riprendersi dall’eliminazione dei playoff?

    “Non è stato facile. Personalmente è stata una batosta, tanto che poi in Coppa il gruppo si è ritrovato dopo gara uno contro Reggio Emilia. Direi anzi che sia stata gara due la rinascita della squadra da quella delusione, affrontando lo spareggio con determinazione, e poi andando a sfidare Siena dove abbiamo ritrovato costanza ed energia”.

    foto Lega Volley

    Si dice che resterà nel progetto di Brescia.

    “Si dice (ride n.d.r.)?”

    Per ora allora bocche cucite.

    “Mi piacerebbe poter vincere con questa maglia il prossimo campionato e poter finalmente arrivare in Superlega. Questo è un mio desiderata”.

    Quanto ci spera nella Superlega del 2025 Cominetti?

    “Tantissimo. Resta sempre un sogno, ma lavoro per questo ogni stagione”.

    foto Lega Volley

    Intervista di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Lucconi spiega la scelta della Corea: “Proposta irrinunciabile, di quelle che cambiano la vita”

    Gli avversari italiani che per anni lo hanno trovato nei vari campionati avranno tirato un bel sospiro di sollievo. Una celebre battuta, riferita ad un cinepanettone, traslata sulla pallavolo, direbbe in soldoni che questo Manuele Lucconi ce lo siamo levati. Che peccato, diranno invece centinaia di tifosi che in questi anni si sono appassionati al percorso di crescita impressionante fatto dal “cavallo” (termine coniato per lui quando qualcuno lo vide scavare sulla sabbia con delle bordate lasciate come eredità sulla costa marchigiana) siciliano di venticinque anni. 

    È notizia di alcuni giorni fa, infatti, che Manuele saluterà il campionato nostrano per vestire la maglia dell’Ansan OK Financial Group OKman, club coreano sito a circa un’ora da Seul.

    “Vado praticamente dall’altra parte del mondo! Mi fa piacere che ci sia stato questo dispiacere da parte dei tifosi di Prata, ma era una proposta unica, a cui non potevo certamente dire di no. Sono contratti che in qualche modo ti cambiano la vita, ed esperienze che fatte alla mia età risultano in tutti i modi arricchenti. Partirò con la mia ragazza alla fine di luglio, sono molto felice e anche un po’ curioso di cominciare questa nuova avventura”.

    Per i pallavolisti italiani è davvero un’occasione unica.

    “Sì, c’è un bel processo di selezione e io sono felice di averlo passato. Cercherò di mettermi sotto con l’inglese che mi spaventa un po’, ma avrò un traduttore a disposizione, quindi almeno per il primo periodo sono abbastanza sereno”.

    Lasciare l’Italia. Più dispiaciuto o più curioso?

    “Per ora sono nella fase di curiosità. Spero che sia un anno come quelli fatti in Italia, nel quale potrò dare il meglio di me. Mi spaventa la distanza, per ora, e il fatto di fare un’esperienza lontano da tutti. Dall’altro lato mi hanno tutti parlato bene delle tradizioni, del Paese in sé e anche del cibo. Quindi ci sarà da divertirsi”.

    Cosa si aspetta da un campionato così diverso?

    “Il livello va testato. Io mi faccio un’opinione dopo essere sceso in campo. Mi aspetto di impegnarmi negli allenamenti e di dare il massimo, su questo credo di aver dimostrato di essere sempre pronto a tutto durante questi ultimi anni”

    Si è conclusa l’esperienza a Prata.

    “Quest’anno resterà sempre nel mio cuore, anzi credo che Prata in generale resterà sempre nel mio cuore. Spero questo sia un arrivederci e non un addio”.

    Intervista di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Pesaresi racconta: “A2 scelta da professionista, a Brescia vissute tante emozioni”

    Quando all’inizio dello scorso campionato, il suo nome non campeggiava come sempre fra i protagonisti della Superlega, ho pensato che fosse arrivato per lui il momento inaspettato di essere altro e dedicarsi ad altre faccende. Ne ero dispiaciuto, perché nelle ultime stagioni Nicola Pesaresi si era distinto per il coraggio di osare a fare sempre un percorso lineare, pulito, quasi perfetto, e alle volte doverosamente perfettibile. L’epilogo arrivò qualche settimana dopo, con l’inizio dei suoi allenamenti a Modena e l’ingresso alla fine di dicembre nelle fila della Consoli Sferc Brescia. Un percorso particolare, figlio di un anno particolare, che Nicola sta conducendo come pochi sanno fare, ossia con la maturità di voler essere un professionista e di ricominciare anche dove pochi si aspettavano.

    “È stato un anno particolare, davvero. A settembre non ho riniziato come facevo di solito. Le proposte sul tavolo non mi soddisfacevano e ho preferito fermarmi qualche settimana e attendere di trovare un progetto nel quale buttarmi perché pienamente convinto. Ho fatto un periodo a Modena, che mi ha accolto bene e dove mi sono trovato benissimo. Li ringrazio per avermi dato l’occasione di rimettermi in gioco. Con loro c’è stato un riavvicinamento alla pallavolo dopo alcuni mesi di inattività e subito dopo è arrivata l’opportunità di venire a Brescia per fare la A2. Ho accettato e mi sono messo a disposizione”

    Una seconda parte di stagione in cui Brescia è stata sempre tra le migliori del campionato. Fuori dai playoff, ma fresca vincitrice della Coppa Italia.

    “Abbiamo fatto un buon campionato con il dispiacere finale di non essere stati in grado di dare qualcosa in più nei playoff. C’è stato un po’ di rammarico su questo aspetto, ma non ci siamo persi d’animo e siamo tornati in palestra convinti che per la Coppa Italia ci saremo giocati le nostre carte e così è stato. Siamo stracontenti per questo trofeo. Abbiamo fatto un weekend molto buono, giocando molto bene, riuscendo ad alzare il primo trofeo per questa società. Sono contento di averne fatto parte”

    foto Instagram @nic_pesa

    Il trofeo aggiunge valore alla stagione. Testa alla Supercoppa?

    “Domenica sarà l’ultimissima. Divertiamoci e proviamo a vincere un altro trofeo!”

    Posso chiederle perché lei non è più in Superlega?

    “Un insieme di fattori e una trattativa non andata a buon fine. A quel punto ho deciso di fermarmi e aspettare di vedere se arrivava qualcosa che potesse soddisfarmi ed essere stimolante. In quei mesi dopo alcune riflessioni, mi sono detto che avrei ricominciato solo a queste condizioni. Ho ritenuto Brescia un’opportunità con tutte le emozioni nuove del caso e di questo anno appunto particolare.”

    Mi è sembrato felice di tornare in campo in A2. Non era una punizione.

    “L’ho fatto da professionista e ho vissuto sin dai primi giorni come se fosse un anno in cui avrei cercato di vivere per riempire la testa e la valigia di emozioni. Così è stato”

    Posso chiederle dove immagina il suo futuro dopo essere stato uno dei migliori liberi della serie che ha appena giocato?

    “Immagino il futuro come orientato verso una nuova sfida, diversa per certi aspetti ma molto stimolante. Cercherò di vivermela e godermela a pieno”

    Intervista di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Held racconta il suo primo incredibile anno di Superlega: “Perugia? Scelta che rifarei”

    È passato meno di un anno da quando Tim Held entrava timidamente in palestra a Perugia con Angelo Lorenzetti e il suo staff e cominciava una cavalcata lunga una stagione memorabile, costellata dalla conquista di quattro trofei su quattro competizioni, nelle quali la Sir Susa Vim Perugia si è distinta per la forza di una squadra che si è dimostrata da subito difficilmente battibile.

    “Come primo anno non potevo sperare in qualcosa di meglio. Quattro competizioni su quattro siamo riusciti a portarle a casa. Abbiamo sicuramente poco da aggiungere. È stata una di quelle stagioni da incorniciare nella bacheca del club e anche in quella personale”

    foto Instagram @_timheld_

    Ad agosto lei mi aveva confessato di aver capito che c’era l’atmosfera giusta a Perugia.

    “Confermo. Ho capito sin dai primi giorni che tutti i pezzi del puzzle erano posizionati nel posto giusto e già dalle prime battute abbiamo lavorato nelle migliori condizioni con lo staff, l’allenatore e tutta una società composta da grandi lavoratori. Ogni giorno il duro lavoro fatto ci ha dato una grossa mano e l’impegno profuso in tutti i momenti della stagione è stato il massimo. Quando mischi tutti questi ingredienti la miscela che viene fuori è certamente esplosiva”

    Primo anno in Superlega. In A2 era un titolare fisso. A Perugia si è trovato di fronte ad un reparto schiacciatori stellare. Continui lei…

    “Lei vuole sapere se rifarei questa scelta? Totalmente. Sapevo cosa stavo lasciando e sapevo che il campo quest’anno non avrebbe fatto tanto parte del mio anno. È una decisione presa dopo approfondite analisi e considerazioni. Avevo messo in conto che con Leon, Plotnytskyi e Semeniuk la concorrenza sarebbe stata agguerrita, ma ho vissuto tutto come una grande occasione di crescita personale”

    Compagni che sono poi diventati amici. Il segreto di Perugia ce lo vuole dire?

    “Il gruppo di amici. Non finirò mai di ringraziare questi ragazzi per il salto di qualità che sono riuscito a fare, confrontandomi ogni giorno e ogni allenamento con la loro esperienza. Ho messo da parte la voglia di trovare uno spazio a tutti i costi e ho giocato il mio primo anno in Superlega in un ruolo non facile, cioè quello del cambio in battuta. Sai che alle volte va e altre no, ma ti metti a disposizione dei compagni. La valigia che mi porto dietro è colma di esperienza. Se penso alla fine del 2022, non avrei mai immaginato di poter finire in un’avventura splendida come quella di Perugia”

    foto Lega Volley

    Qualche giorno fa ha salutato Perugia. 

    “Sì, lascio Perugia per una nuova avventura”

    Cosa resta oltre tutti i trofei vinti in una sola stagione?

    “Il pensiero di voler giocare delle partite importantissime anche in campo. Il provare a lavorare per fare sì che un giorno certe gare me le giocherò dal primo minuto. Penso alla bellezza della finale scudetto ad esempio, che è stato il coronamento di una bellissima stagione. Penso alla cornice del Pala Berton in quell’occasione e non solo. Ecco, sogno di rivivere tutto questo”

    Ha più volte messo in luce il grande lavoro fatto. Lei è uno che valorizza molto il sacrificio che si fa per arrivare.

    “Posso dirle che ho visto le persone attorno a noi lavorare anche la notte per studiare e ristudiare le gare per arrivare preparatissimi agli incontri. Lorenzetti ha dato un grosso valore ad ognuno di noi nel gruppo e ha lavorato con ogni singolo elemento per dare la possibilità di esprimersi al meglio. Il lavoro paga sempre, e tanto”

    foto Instagram @_timheld_

    Per vincere cosa deve essere sacrificato?

    “Quest’anno ho visto la mia famiglia un po’ meno. Infatti trascorrerò un bel periodo a Reggio Emilia e recupererò il tempo perso con i miei genitori e le mie sorelle”

    L’hanno già vista in versione biondo platinato?

    “Con alcuni compagni ce lo eravamo ripromessi ad agosto. Tingersi i capelli è stato il gesto finale di un periodo meraviglioso della mia vita”.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Recine conferma: “Giocherò in Giappone a Nishima, ora però lotterò per andare a Parigi”

    Un messaggio postato sui social. Un saluto commovente, più che un addio, conscio forse che a Piacenza, così come certamente in Italia, uno come lui deve e dovrà certamente avere uno spazio. Francesco Recine lascia il nostro paese dopo averci riempito la testa e il cuore di fotogrammi e di bella pallavolo, consapevole di un percorso cominciato a Civitanova, Ravenna e poi indossando una maglia nazionale con cui ha dimostrato a tutti quanti di essere ancora più bello e vincente del cognome che porta.

    “Lascio dopo una stagione difficile, nella quale forse tutti ci aspettavamo quel qualcosa in più che non è arrivato. Abbiamo fatto le finali per la Challenge, quando all’inizio della stagione l’obiettivo era certamente di giocare quelle per il tricolore. Abbiamo iniziato molto bene, poi è arrivato un proseguimento di campionato difficile e un playoff altalenante. Dispiace a tutti, ma la pallavolo è anche questo”

    Foto di LVM

    La delusione era palpabile nelle parole di tutti. Quanto è spietato lo sport in questo?

    “Certe volte lo sport da questo punto di vista ti massacra. Non solo per i ritmi e per la continuità che ti richiede. Noi siamo stati questi negli ultimi due anni, pur giocando molto spesso una pallavolo di altissimo livello”

    Con la sincerità che la contraddistingue, cosa non ha funzionato?

    “Spesso siamo arrivati agli appuntamenti che contavano con una stanchezza mentale che non ci ha permesso di dare il nostro meglio. Le ripeto, giocare per così tanto tempo un livello come quello della Superlega, alternando la nazionale, le coppe, il campionato, è difficile. Se vogliamo poi analizzare il campionato, credo che il fatto che non solo noi alla fine non abbiamo centrato gli obiettivi previsti, la dice lunga. Penso anche al cammino di Trento, che ha giocato alla grande tutto il campionato”

    foto Fipav

    Personalmente che stagione è stata?

    “Una stagione che ho usato come stimolo e come un’occasione per giocare tanto, anche in vista delle convocazioni in azzurro. Mi sento parte del gruppo della nazionale ed è stato brutto essere lasciato a casa lo scorso anno. Cercherò di dare il 100% e di entrare nel gruppo ufficiale di Parigi”

    Posso chiederle se è consapevole del fatto di aver fatto tutto questo a 25 anni?

    “A volte ci si dimentica che molti di noi sono arrivati in un mondo di grandi, arrivando piccoli e restando tali. Certamente rispetto a tanti coetanei ho avuto la possibilità di fare tante bellissime esperienze. Due stagioni importanti a Ravenna, cinque stagioni in Superlega. È stato un bel percorso. Penso a come col sacrificio, piano piano mi sono conquistato il posto sia alla Consar che a Piacenza. Ci sono stati alti e bassi come può capitare in tutte le stagioni, ma chiudo momentaneamente questa parentesi in Superlega pensando di aver dato tutto me stesso e avendoci creduto dal primo giorno”

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Il prossimo anno cosa la aspetta?

    “Una nuova esperienza. So che è uscito qualcosa sui giornali. Giocherò in Giappone a Nishima”

    Ci mancherà Recine.

    “Mancherà tutto anche a me. Ma sono felicissimo di questa opportunità e cercherò di portare in Asia ciò che di meglio mi hanno insegnato gli anni italiani”

    Intervista di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Max Colaci racconta i segreti (e i festeggiamenti) del secondo Scudetto di Perugia

    L’immagine più bella è quella di una tifoseria perugina in festa in una Opiquad Arena di Monza gremita in ogni ordine di posto. A fare festa con loro, un emozionatissimo Massimo Colaci, al quinto scudetto in carriera e alla sua settima stagione con la maglia della Sir Susa Vim Perugia, che solo qualche ora dopo è ancora visibilmente soddisfatto del trionfo avvenuto in gara 4:

    “Tenevamo particolarmente a terminare la stagione portandoci a casa questo scudetto proprio perché è la fine di un percorso bellissimo fatto assieme ad una squadra incredibile e al termine di un’annata che concludiamo con la vincita di quattro trofei. Un anno così personalmente e anche a livello di gruppo è davvero da incorniciare”

    Foto di Sir Susa Vim Perugia

    Lei che ha vinto tanto, mi risponda con onestà, si emoziona ancora come agli esordi?

    “Chiaramente con l’età e l’esperienza impari a gestire le emozioni. Io volevo vincere, ero carichissimo, e faccio sempre un pensiero alla sconfitta per non farmi sorprendere in caso negativo. Perdere è davvero un attimo, una distrazione, mentre arrivare sul podio è molto più difficile. E quando sei lì, visto che ogni titolo e ogni vittoria è collegato a un momento della vita e della professione, mi emoziono come se fosse la prima volta”

    Ha ancora voglia di vincere?

    “Io non concepisco quelli che parlano di pancia piena. Ho ancora tanta fame in questo sport, altrimenti non lo giocherei. Io credo che uno lotti per poter vivere più serate possibili come quella di Monza. Non mi accontenterò mai. Finché sarò in campo avrò voglia di vincere e vincere ancora”

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Ci sveli qualcosa dei festeggiamenti?

    “La festa più grande l’abbiamo fatta a Monza, anche se i tifosi hanno aspettato fino alle 4 del mattino l’arrivo del nostro pullman a Perugia e lì abbiamo continuato per la nostra gente ed è stato altrettanto bello ed emozionante. Se posso spaccare il capello, devo dire che mi sarebbe piaciuto vincere lo scudetto in casa perché la cornice del nostro palazzetto con i nostri tifosi, quando vinci, è magica. Ma non mi fraintenda, l’importante era portare a casa lo scudetto! Adesso nei prossimi giorni proseguiremo con le cene societarie e con altre occasioni in cui incontreremo tutta la nostra gente”

    foto Lega Volley

    L’ha spiazzata giocarsi la finale con Monza e non con altre compagini favorite all’inizio della stagione insieme a voi?

    “Monza ha fatto un percorso bellissimo e si è meritata davvero di poter prendere parte alla finalissima. Ho fatto loro i complimenti perché si sono dimostrati una squadra ostica e formidabile. All’inizio della stagione io avrei puntato su Piacenza, che è una delle grandi deluse del campionato. Però, tornando a Monza, già dalla gara di andata mi sono reso conto di quanto fossero forti e di quanto fosse sbagliato che il suo nome non comparisse tra le favorite. Hanno fatto davvero un bel percorso di crescita”

    Tutti dicono che l’uomo della provvidenza sia stato Angelo Lorenzetti.

    “Angelo è un uomo attento. Ha lavorato tanto sulla tecnica e su ogni elemento della squadra. È un perfezionista incredibile e ha fatto un lavoro minuzioso sulle piccole cose. Dal punto di vista mentale, poi, ha migliorato molti di noi. È stato davvero importante per questa annata”

    Foto Sir Safety Perugia

    Senta, mi dica che Colaci ci sarà ancora per altri dieci anni.

    “(ride n.d.r.) Penso ogni giorno al mio futuro o quasi. Ho delle idee, come ad esempio quello di riavvicinarmi a Bari, dove con la mia famiglia ho comprato casa. La famiglia mi manca, il mare e la vita che faccio in Puglia quando ho qualche giorno anche. Però posso dirle che il prossimo anno mi troverà ancora in campo, ancora qui a lottare, anche perché voglio vincere la Champions League. Poi dopo l’anno prossimo, chissà”

    Cosa è rimasto del Max Colaci che esordiva nei campionati regionali ad Ugento?

    “La voglia di dimostrare ancora. Ho giocato una vita, dovendo dimostrare ad ogni età di meritarmi quel pezzetto di campo, quella categoria in cui mi trovavo a giocare. Mi sono sempre posto degli obiettivi intermedi. Passare dalla C, alla B, all A, alla nazionale. Da Verona arrivare a Trento, poi a Perugia. Penso di essermi conquistato col lavoro che ho fatto sin da ragazzino tutto ciò che è arrivato nel tempo. Questo mi rende fiero della strada fatta sin qui”

    Intervista di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Simone Starace e la festa di Napoli: “La salvezza è un mezzo miracolo”

    L’immagine più bella è il suo ventiseiesimo punto della partita. Una bordata da posto quattro indifendibile, con la gradinata dei tifosi che si alza in festa. È il 14-10, poi la QuantWare Napoli chiude subito la gara decisiva dei Play Out ed è salvezza. Una salvezza che ha Simone Starace come assoluto protagonista non solo dell’incontro, ma dell’intera stagione dei campani:

    “Sono felicissimo. Penso che questa squadra e questa società lo meritassero. Salvarsi per il secondo anno di fila è stato un obiettivo importante, anche pensando al mio percorso di crescita, perché ho dimostrato di saper e voler dare tutto nei momenti critici della stagione“.

    Un palazzetto gremito. Inusuale per una A3.

    “Napoli è una città che per il volley merita tanto. Il palazzetto pienissimo, con la gente seduta anche sopra i termosifoni pur di esserci, ci ha dato la carica. In più è stata una stagione nella quale abbiamo dimostrato il fatto squadra. Voglio molto bene a tutti loro, siamo tutti fratelli, tutti campani e siamo stati in grado di compattarci in un blocco di marmo per contrastare questo Casarano“.

    Foto Team Volley Napoli

    L’orgoglio della Napoli del volley.

    “Mi creda sul fatto che l’atmosfera era talmente bella che sarebbe stato brutto perdere. Ad un certo punto ho detto ai compagni di fermarci e abbracciarci e guardare il pubblico perché volevo quell’immagine di noi tutti assieme da tenere a mente e perché ciò che stavamo vivendo era davvero bellissimo. Sugli spalti c’era tutta la mia famiglia, persino papà che ha chiuso la pizzeria per venire a tifarmi. Mi dispiace molto che la mia ragazza abbia potuto vedere solo un set perché era in partenza per Reggio Emilia dove insegna. Lei è sempre stata un supporto e un sostegno costante e importantissimo“.

    Starace ha concluso con 26 punti.

    “Dare una grande mano mi rende molto orgoglioso. Ci tenevo moltissimo alla salvezza di Napoli, che fa pallavolo per passione e non per una questione di soldi. Io credo negli ideali di questa società e ho trovato un gruppo di colleghi con cui sicuramente continueremo ad allenarci per un po’ di settimane perché l’obiettivo non era concludere la stagione e andare in vacanza, ma condividere un progetto assieme fino alla fine e anche oltre“.

    Foto Team Volley Napoli

    Non è stata una stagione semplice.

    “Ai nastri di partenza meritavamo questa posizione. Abbiamo avuto un buon inizio e poi è venuto fuori il valore delle altre squadre. Ci siamo messi a lavorare duramente e credo che ciò che è arrivato con questa salvezza sia di fatto un mezzo miracolo“.

    La sua scelta di restare in Campania è legata al suo presente accademico.

    “Quest’anno ho cominciato la magistrale in Finanza all’Università di Napoli. L’anno prossimo vorrei completare gli studi e poi scegliere qualcosa che possa riportarmi vicino alla mia fidanzata, anche perché siamo molto lontani. Lei insegna ed è una fortuna che abbia trovato posto a Reggio Emilia, ma la distanza resta“.

    Foto Team Volley Napoli

    Macerata ha centrato la promozione in A2. Quando vede quelle partite che sentimenti prova?

    “Dico anche che le emozioni provate nella nostra finale sono le stesse di uno spareggio promozione. Certamente vorrei vincere altre finali, magari come quella giocata da Macerata. Non mi precludo un futuro ai primi posti di questa categoria, o anche altro“.

    La pallavolo cosa è oggi per Starace?

    “È una vita in cui mi sembra di cominciare da zero ogni anno. Cambiano le radici, le aspettative, gli obiettivi, le persone. È per questo che lo studio, su cui in questi anni ho deciso di investire, è ciò che più mi regala la stabilità e mi permette di stare tranquillo“.

    di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Nicolò Bassanello e il sogno di San Donà: “Spero di arrivare in fondo”

    Tutti pronti a vedere dove potrà arrivare questa armata chiamata Personal Time San Donà. Che ha dapprima respinto l’assalto dell’isolana Cus Cagliari, già battuta in regular season, poi ha eliminato la Rinascita Lagonegro e infine espugnato Mantova in Gara 1 delle semifinali dei Play Off Promozione. A reprimere l’entusiasmo delle avversarie un espertissimo del ruolo come Nicolò Bassanello, veterano della Serie A e reduce da una stagione in cui si è distinto come uno dei migliori della categoria:

    “Direi che aver centrato la semifinale ci fa vivere un momento della stagione molto positivo. Speravo di arrivare così in fondo e continuare, anche perché dall’inizio dell’anno mi sono reso conto che era una bella squadra e con la quale si poteva fare qualcosa di buono“.

    Foto Volley Team Club

    Domenica la prima gara con Mantova si è conclusa nel migliore dei modi.

    “Siamo partiti con l’atteggiamento giusto, concentrati e aggressivi fin da subito. Ci abbiamo messo il cuore e sismo riusciti a portarla a casa anche se Mantova vende sempre cara la pelle e non molla. Ora il focus è sulla seconda gara in casa“.

    Una squadra forte in ogni reparto. Con l’uomo in più, cioè Giannotti.

    “Una squadra che ha un allenatore come Moretti che ha lavorato tanto con ognuno di noi ed è molto attento ai giovani. Ovviamente se lei nomina ‘Gianno’, che è stato il mio capitano e compagno di squadra a Padova non posso che dire quanto sia felice di averlo in squadra. È il bomber, la punta dell’iceberg di un organico che ha davvero lavorato benissimo. Con lui ci capiamo sempre, abbiamo una sintonia migliorata nel tempo e in campo basta uno sguardo o una parola per darci carica a vicenda“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    È indubbio che l’impronta di Padova si noti subito, sia per lei che per Giannotti.

    “Padova è certamente stata una grande scuola per tutti sin dalle giovanili. È anche un periodo della mia vita in cui mi è stato permesso di assaporare la serie A1, con sei stagioni di cui ho dei bellissimi ricordi perché ho avverato il sogno di giocare come libero nella massima serie per tanti anni“.

    San Donà cosa rappresenta per la sua carriera?

    “Sono due parti della mia vita. Una scelta certamente fatta col cuore anche per coniugare il lavoro, che la società mi permette di fare e ringrazio per questo. Padova è stata la crescita, San Donà il luogo in cui ho cercato e cerco di esprimere la maturità o meglio l’esperienza pallavolistica acquisita“.

    È una società che cresce stagione dopo stagione.

    “È una società che permette anche ai giovani di avere la giusta pressione e di potersi creare un percorso“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Le piacerebbe una finalissima tra venete? Belluno contro San Donà?

    “Eh sì, sarebbe proprio bella come cosa!“.

    Curiosità. Laureato in Management alla Cà Foscari, lei lavora ora per una società londinese.

    “Sì, lavoro come analista per un’azienda che si occupa di sostenibilità. Lavoro da remoto e questo mi permette di conciliare questa nuova professione alla pallavolo. Da Londra apprezzano tanto il fatto che io sia uno sportivo professionista e forse questa cosa incuriosisce“.

    di Roberto Zucca LEGGI TUTTO