Pepe Imaz (mental coach Djokovic): “Novak vuole crescere nella sua parte interiore, non è comune nella società egocentrica di oggi”
Pepe Imaz insieme ai fratelli Djokovic
Pepe Imaz è una delle figure più discusse tra quelle che gravitano intorno al n.1 del mondo Novak Djokovic. Ex tennista Pro negli anni ’90, poi coach, da circa 10 anni José “Pepe” è una sorta di “mental coach” del serbo, ma non nel senso più tecnico del termine. Soprattutto è un amico, confidente, compagno di un “percorso di conoscenza e crescita personale che condividiamo da molto tempo”, così afferma lo spagnolo. In un’intervista rilasciata al quotidiano iberico Marca, Imaz racconta come si pone con Novak e quel che è veramente importante, a suo dire, nella vita personale e sportiva del campionissimo serbo. Riportiamo alcuni passaggi del pensiero di Imaz, che descrive un Novak un po’ diverso da quel che spesso trapela dal campo di gioco, dove la sua perfezione tecnico-agonistica brilla lucente, ma stride con qualche sfuriata di rabbia incontrollata davvero lontana da questa ricerca di armonia.
“La vittoria all’ultimo Australian Open è stata improntate e difficile. Subito dopo il successo ho mandato un messaggio a Novak, confermando tutto l’amore che provavo per lui, quel titolo è meraviglioso, ma quello che ha insegnato a tutti noi è ancora più meraviglioso, quando ha mostrato le sue emozioni d’amore”. Pepe si riferisce al caloroso abbraccio con la sua famiglia, un momento che “ha mostrato un essere umano, non una fredda macchina vincente. Non c’era euforia, ma sentimenti di consapevolezza, empatia e tanto amore” afferma Pepe.
Nella sua scuola “Amor & Paz” sita a Puente Romano, Marbella, amore e armonia sono i valori che cerca di trasmettere: “Mi piacerebbe se fossimo consapevoli, rispettando ogni tipo di opinione, che ciò che condivido non è vero, è solo la mia esperienza. Nessuno ha la verità in tasca. Là fuori c’è la necessità di vincere, vincere, e solo vincere, unico obiettivo. Possiamo anche far nascere un altro scenario in cui siamo consapevoli che prima di tutto siamo persone, non importa che siamo una scuola di tennis, nuoto o calcio, la priorità è lavorare per la persona ed è quello che facciamo”.
Ecco come Imaz lavora con Djokovic, lunghe chiacchierate per condividere pensieri ed esperienze, non è mai un approccio dall’alto verso il basso. “Non sono mai in campo, ci sentiamo da casa, con calma, tranquillità, condividiamo e parliamo. Lui può esprimersi e io posso condividere. Vorrei chiarire che non sono né uno che sa più di lui e che gli insegna, né qualcuno che gli dà consigli. Sono un essere umano in via di crescita, con le mie esperienze. Condivido con lui perché lo desidera. Parliamo e condividiamo. Per me è molto importante, non credo che uno ce l’abbia e un altro no, quindi ti insegno e tu non lo sai. Parliamo, condividiamo e cresciamo entrambi”.
“Djokovic vuole crescere quell’interiorità che sente” continua Imaz, “non è molto comune in uno sport di così alto livello, in questa società egocentrica, voler crescere in questo modo, essere coinvolto con se stesso per crescere come essere umano. Questa è una delle caratteristiche più importanti e grandi che ha Novak. È importante comunicare alla gente che oltre a colui che alza così tanti trofei e gioca così bene, come essere umano può dire che ha aperto la sua persona, il suo essere e il suo cuore, lo sta facendo da anni. È un essere umano con voglia di crescere in piena evoluzione, non solo tennistica ma umana e personale. Così vive a casa, in famiglia, con la sua gente, questo è molto importante”.
Una spiritualità che Novak sente come necessaria nel suo percorso di crescita umana. Intanto la prossima settimana il serbo taglierà le 377 settimane come n.1, uguagliando il primato di Steffi Graf nel femminile.
Marco Mazzoni LEGGI TUTTO