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    Aip insieme alle associazioni di categoria e i sindacati per la riforma dello sport

    Di Redazione Per la prima volta l’Associazione Italiana Pallavolisti, insieme a tutte le rappresentanze degli atleti e dei tecnici, era ieri in Piazza Monte Citorio al fianco delle sigle sindacali di Slc-Cgil, Nidil-Cgil, FisascatCisl, FelsaCisl, Uilcom e Uiltemp per la manifestazione nazionale sul lavoro sportivo e per sensibilizzare le autorità competenti a far tornare la Riforma dello Sport nell’agenda di questa legislatura. Molti gli interventi: da quello del Presidente della Confederazione Italiana Degli Sportivi e Presidente AIC, Umberto Calcagno a quelli di alcuni esponenti delle Associazioni, tra i quali Matteo Paoletti, Consigliere AIP fino a importanti presenze delle forze politiche, come l’ex ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora, Mauro Berruto del Partito Democratico e Luciano Nobili di Italia Viva. Si ribadisce convintamente la necessità di una Riforma del settore, a partire dal lavoro sportivo e dal vincolo sportivo, in tempi brevi, da definire entro la legislatura, che garantisca tutele adeguate a chi opera in un settore vitale per la sua funzione sociale, educativa, culturale, di benessere e prevenzione. Si ritiri la proroga al 2024 della Riforma dello Sport e si riapra il confronto con le Parti Sociali da subito. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Su Spotify le playlist dei nuovi arrivi di Trento Sbertoli, Pinali e Lavia

    Di Redazione I Social Network da sempre offrono l’occasione per conoscere in maniera differente da quella istituzionale i protagonisti del mondo dello sport. Un’ulteriore e significativa conferma in questo senso arriva da uno dei canali digital che Trentino Volley ha lanciato più recentemente. Sull’account ufficiale gialloblù Spotify – il servizio di musica in streaming più popolare al mondo con una community di oltre 230 milioni di utenti mensili – da oggi sono infatti disponibili le playlist personali dei nuovi acquisti Riccardo Sbertoli, Giulio Pinali e Daniele Lavia, che si vanno ad aggiungere a quelle dei giocatori già presenti in rosa dalla passata stagione. Sempre su Spotify è regolarmente attivo ed aggiornato anche il servizio di podcast (consultabile anche attraverso l’app specifica di Apple), in cui sono riportate le interviste più recenti realizzate da Radio Dolomiti e Trentino Volley Tv ma anche le radiocronache degli ultimi punti delle vittorie più belle.E’ possibile seguire l’account ufficiale Spotify di Trentino Volley cercando trentino volley direttamente dall’app oppure cliccando www.trentinovolley.it/spotify. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    I tifosi di Modena Volley hanno scelto la prima maglia della prossima stagione

    Di Redazione Per la prima volta nello sport italiano una squadra di spicco della prima serie consente ai suoi tifosi di scegliere la maglia con cui la squadra entrerà in campo nelle partite casalinghe, nel Tempio del volley mondiale. Modena Volley si dimostra molto attenta all’opinione dei propri tifosi, come conferma il Dg Andrea Sartoretti: “L’opinione del nostro popolo è fondamentale per noi e abbiamo voluto affidarci alla consulenza di SLC Management per poter avere dati certi sulla base dei quali prendere decisioni che possano migliorare la fan experience”. Sono stati oltre mille i votanti che si sono registrati sulla piattaforma messa a punto da SLC Management, punto di riferimento dello sport business che lavora da anni con colossi internazionali come Bayern Monaco e Borussia Dortmund. SLC Management lavora da anni a supporto di tutti gli stakeholders legati allo sport business attraverso la valutazione e l’interpretazione professionale dei dati. Con i sistemi brevettati di gestione delle informazioni, SLC fornisce ai partner consulenze personalizzate che danno al management la possibilità di acquisire informazioni su opinioni, desideri e idee del loro target consentendo loro di raggiungere una migliore fan experience e uno sviluppo sostenibile del club. SLC è onorata di supportare Modena Volley in questo ulteriore step di professionalizzazione e dare il suo contributo ai prossimi sviluppi dello sport professionale in Italia. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Chieri Seventysixers, il libro di Filippo Vergnano si presenta lunedì 5 luglio

    Di Redazione Lunedì 5 luglio, alle ore 18,30, presso il chiostro di Sant’Antonio (Chieri, via Vittorio Emanuele) verrà presentato il libro “Chieri Seventysixers. Il volley ai tempi del Coronavirus”. L’ha scritto Filippo Vergnano, presidente della Reale Mutua Fenera Chieri ’76. Oltre all’autore interverranno il sindaco di Chieri, Alessandro Sicchiero; Chiara Burzio, Valentina Soriani ed Elena Perinelli, le tre capitane con più presenze nella storia del Chieri ’76; e Lucio Zanon di Valgiurata, sponsor e dirigente del club biancoblù. Modererà Mirto Bersani, direttore del Corriere di Chieri. Ci saranno anche diverse giocatrici del Chieri ’76 di oggi e di ieri. La partecipazione all’incontro è libera. Pubblicato a sedici anni di distanza da “In volo del galletto”, opera prima di Filippo Vergnano, “Chieri Seventysixers” ne è per certi versi l’ideale prosecuzione. Racconta la nascista, l’evoluzione e il percorso del Chieri ’76 nei suoi dodici anni di vita, fino ai giorni nostri. Ma è anche un diario del periodo del lockdown e delle traversie vissute nell’ultimo anno e mezzo. Due storie parallele che finiscono con l’incontrarsi. Arricchiscono il volume, di 218 pagine, la presentazione di Lucio Zanon di Valgiurata; le postfazioni di Fabrizio Morra e Max Gallo; due inserti fotografici con gli scatti di Lise Casalegno Marro e Marco Zanetti; una corposa appendice statistica di Roberto Allora con tutte le partite e le presenze della storia del club; e una seconda appendice con 76 “highliths”, con date significative, eventi e curiosità. Edito dalla tipografia Il Punto, “Chieri Seventysixers” verrà venduto al prezzo di 12 euro. Tutto il ricavato andrà a favore del settore di sitting volley del Chieri ’76. Può essere acquistato a Chieri presso la Libreria della Torre e nelle edicole, o facendone richiesta inviando una mail a iosostengoilsitting@chieri76.it (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Il Gruppo D.A.D.I. è il nuovo Charity Partner della Kioene Padova

    Di Redazione Sarà il Gruppo D.A.D.I. (Down e Altre Disabilità Intellettive) il nuovo charity partner della Kioene Padova per la stagione 2021/22. Come da tradizione, il logo del charity partner sarà presente sulla divisa di gioco della prima squadra.  Il Gruppo D.A.D.I. lavora da 30 anni al fianco delle persone con disabilità, offrendo risposte adeguate ai bisogni di inclusione sociale nel territorio di Padova e provincia. Negli anni Gruppo DADI ha costruito un vero e proprio “Progetto di Vita” che abbraccia le diverse fasi di crescita della persona (infanzia, adolescenza, età adulta…). Tutti i progetti di Down DADI puntano ad un miglioramento della qualità di vita della persona con disabilità, attraverso un approccio orientato alla vita attiva e indipendentesotto tutti gli aspetti (abitativo, lavorativo e relazionale):una Vita Vera!Entro fine anno verrà aperta la tredicesima sede del Gruppo: DADI ROOMS, un meraviglioso piccolo hotel in pieno centro a Padova dove i ragazzi con disabilità potranno lavorare e realizzarsi! Tanti progetti e tanta gioia, quella che Paola Forti, presidente dell’Associazione Down D.A.D.I. Onlus del Gruppo D.A.D.I. spiega con queste parole. Con quale spirito affrontate questa partnership con la Kioene Padova? «Con grande entusiasmo! Down DADI è felice ed orgogliosa di essere Charity Partner di Kioene Padova. Siamo due squadre forti che lavorano con impegno per raggiungere un risultato comune: mettere al centro le persone e valorizzare il contributo di ognuno. Crediamo che la persona con disabilità abbia diritto ad una vita indipendente ed attiva, una vita vera e ci impegniamo ogni giorno per migliorare la qualità di vita dei nostri ragazzi. Anche questa partnership con Pallavolo Padova va in quella direzione». Quali sono gli obiettivi che vi ponete nel prossimo futuro? «Questo è un periodo di grande fermento in Down DADI perché abbiamo tanti progetti da realizzare:– aprire il piccolo hotel DADI Rooms in centro a Padova gestito in autonomia dai nostri ragazzi– ristrutturare due nuovi appartamenti per due nuovi gruppi di autonomia  – accompagnare un nuovo gruppo di ragazzi che a breve andranno a vivere da soli– consolidare un modello educativo che migliora la qualità di vita delle persone con disabilità e accogliere un numero sempre maggiore di persone». Quali sono i valori che ritrovate e con cui v’identificate nella disciplina della pallavolo? «Nel progetto di vita che portiamo avanti insieme alle persone con disabilità intellettiva lo sport, l’attività fisica giocano un ruolo importantissimo per la realizzazione personale perché permettono ai nostri ragazzi di esprimere le proprie potenzialità e di condividere le fatiche e le gioie dello sport con i compagni di gioco. Molti ragazzi di Down DADI praticano sport di squadra con risultati spesso entusiasmanti. Lo spirito di squadra è per noi fondamentale anche nelle attività quotidiane che portiamo avanti sullo sviluppo delle autonomie personali: infatti i nostri ragazzi lavorano in gruppo e solo insieme riescono a raggiungere obiettivi importanti». Come possono sostenervi i tanti tifosi bianconeri? «L’aiuto delle persone è fondamentale per Down DADI che non riceve contributi pubblici continuativi per il sostegno delle attività ordinarie. Per realizzare questo complesso modello educativo e rispondere in modo efficace ai bisogni delle famiglie, i nostri ragazzi sono affiancati costantemente da personale qualificato (psicologi, educatori) che li accompagna in un percorso che dura quasi vent’anni. C’è grande bisogno di aiuto anche per garantire il funzionamento della nostra Officina Diffusa (Atelier creativo e negozio DADI Shop), in particolare per formare i ragazzi e per l’acquisto di materiali e materie prime. Con le entrate che raccogliamo dalle famiglie (rette) a fronte dei servizi erogati e attraverso raccolte fondi, è sempre più difficile garantire ad ogni ragazzo un progetto di vita personalizzato; ed è altrettanto difficile accogliere altre persone con disabilità che vorrebbero partecipare alle nostre attività. Ecco perché ogni forma di sostegno, materiale o sotto forma di donazione, è davvero importante, quasi vitale per noi. Come fondamentale è il sostegno che arriva attraverso la destinazione del 5×1000 (C.F. 92284550289 e firma nel riquadro “Sostegno del volontariato”)». Tutte le informazioni sul Gruppo DADI si possono trovare sul sito www.downdadi.it. IL RINGRAZIAMENTO A U.G.O. – UNITE GAREGGIAMO OVUNQUE. La Società bianconera ringrazia “U.G.O. Unite Gareggiamo Ovunque – Onlus”, charity partner del 2020/21, per la collaborazione nel corso della scorsa stagione sportiva, ribadendo il proprio grazie per la loro attività di promozione e diffusione dei benefici dell’attività fisica, dei valori dello sport e la ricerca della salute psico-fisica delle donne che hanno subito operazioni di cancro al seno. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Vincenzo Di Pinto: “Il Mezzogiorno deve crescere nella capacità di fare sistema”

    Di Agnese Valenti Torna il nostro appuntamento con la rubrica “Storie dal Sud“, un ciclo di interviste ad allenatori, giocatori e addetti ai lavori per raccontare le opportunità e i problemi della pallavolo nelle regioni del Meridione. Il personaggio di oggi è forse l’uomo più rappresentativo dell’intero movimento meridionale: il tecnico Vincenzo Di Pinto, pugliese di Turi, che ha appena riportato in Superlega la Prisma Taranto, importante punto di riferimento per la pallavolo pugliese e per tutto il mondo dello sport meridionale, dopo 10 anni di assenza dalla massima serie. Lei è in assoluto l’allenatore italiano più legato al Sud, dove ha conquistato ben 12 promozioni. Come mai ha sempre scelto di lavorare in squadre del Mezzogiorno? “Nella mia carriera mi sono arrivate tantissime proposte, anche per giocarmi lo scudetto. Ho sempre cercato un buon risultato al Sud, dove è sempre stato complicatissimo. Anzi, adesso le cose sono un po’ meno complesse, mentre prima era praticamente impossibile. Ma a me le cose impossibili sono sempre piaciute. Sono un idealista. Quindi un po’ per la famiglia, un po’ per i miei ideali, ci tenevo a fare il grande risultato al meridione. Ecco perché sono riuscito ad ottenere così tante promozioni: il 90% dei cicli dell’A1 pugliese sono miei. Ma purtroppo il meridione ha poche realtà di alto livello“. Ha un profondo legame con la città di Taranto, dove ha allenato per 9 stagioni in diversi periodi: come ha ritrovato l’ambiente pallavolistico della città, a tanti anni di distanza dalla rinuncia alla massima serie, e quali pensa siano i punti di forza della società e della città stessa? “Prima di tutto, ho ritrovato la città in grande depressione. Purtroppo i fatti degli ultimi anni legati alla crisi dell’Ilva e i problemi economici l’hanno condizionata molto, deprimendo tutto l’ambiente tarantino. Pallavolisticamente, non c’è molto, ad alti livelli. Esattamente come quando arrivai la prima volta, ho deciso di scommettere su Taranto. Le due situazioni sono simili per un motivo semplice: ho ritrovato la forza nel binomio tra il presidente Tonio Bongiovanni e la vicepresidentessa Elisabetta Zelatore. Abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto, ci sentivamo periodicamente, e quando hanno avuto l’idea di rientrare, ci siamo consultati a vicenda: loro pensavano ad una A3, mentre io consigliai di fare subito una serie A2, perché c’erano le giuste potenzialità economiche e di marketing. Poi, è partito tutto ed è andata benissimo. La cosa fondamentale è stata un’amministrazione comunale molto dinamica e presente, soprattutto il sindaco Rinaldo Melucci e anche l’assessore allo Sport Fabio Marti. È un’amministrazione giovane, che si dà da fare. Già in partenza abbiamo trovato la politica ad appoggiare tutto il progetto, e che si è immediatamente mossa anche per migliorare il palazzetto. Sono stati davvero di parola“. Foto Lega Pallavolo Serie A Purtroppo, in molti altri casi manca l’apporto economico ma anche politico dell’amministrazione pubblica per realizzare progetti pallavolistici duraturi. Pensa che questo sia un fattore fondamentale per la crescita del volley meridionale? “È chiaro che già avere un appoggio della politica che stimola la parte economica ed è di supporto alla pallavolo è un importante passo in avanti. Ma qui al Sud è più complicato, per un motivo semplice: la conformazione geografica dell’Italia non aiuta il meridione. Tutta la pallavolo maschile, tranne per il successo di Pittera a Catania, si è sempre sviluppata al Nord. Non è un caso, è indubbio che al Nord ci sia un’economia migliore. È questo il vero problema. È difficile fare risultati per la pallavolo al Sud. Quando ho iniziato il progetto a Gioia del Colle, ottenendo la mia prima promozione prima in A2 e successivamente in A1, la pallavolo si fermava effettivamente a Bologna: al di sotto c’era solamente Falconara, che dipendeva molto dal proprio vivaio. Era impossibile fare pallavolo al Sud. I giocatori non volevano minimamente scendere. Quando Pittera vinse lo scudetto, c’era un importante zoccolo duro di meridionali e siciliani, che poi ha completato con qualche nome proveniente da fuori. Dopo quel famoso scudetto, in Puglia e in tutto il Meridione c’è stato il deserto, il nulla. Occorreva creare quindi un ciclo, ma con giocatori di zona e meridionali. Ecco perché durante il mio primo ciclo di Gioia del Colle, che fu poi un grande segnale per tutta la pallavolo pugliese, avevamo 8 giocatori su 12 pugliesi, e riuscimmo a fare una grande scalata, anche in A1, dove sfiorammo dei play off che erano a portata di mano: comunque, quando una squadra ha pochi soldi e si ottiene già un risultato del genere si festeggia come se si fosse vinto lo scudetto! Questa prima esperienza è stata la mia fortuna perché mi ha portato ad avere le prime proposte importanti da tutta Italia, tra cui scelsi Macerata. Adesso è un po’ diverso: possiamo dire che i giocatori professionisti in Puglia e nel Meridione in generale hanno iniziato ad arrivare dopo che feci la semifinale scudetto a Macerata. Anche in quel caso scelsi di non andare né a Roma né a Brescia, per giocarmi lo scudetto, ma iniziai un ciclo a Taranto: è stata la prima volta che, pur partendo dall’alto, feci la scelta di tornare al Sud a Taranto, dove non c’era pallavolo ad alto livello in tutta la regione. Allora c’era il presidente Dibattista, che aveva fatto da sponsor anche a Gioia del Colle. Provammo ad aprire un ciclo, e fu lì che cambiai strategia: quando mancano le risorse economiche e pallavolisti di livello, diventa difficile diffondere e creare competenze specifiche. Dirigenti, allenatori, non c’era nulla in circolazione. La mia domanda era: come poter creare un ciclo nel meridione partendo da una posizione di isolamento? Occorreva creare nuovi dirigenti, nuovi allenatori di una certa competenza per divulgare la pallavolo. Era importante creare una nostra scuola, in cui io ero l’allenatore: idee condivise da Giuseppe Manfredi, attuale presidente della Federazione, con cui siamo diventati amici. C’era una condivisione con lui e anche con Vito Primavera (appena rientrato come nuovo Direttore Generale della Prisma Taranto) e c’era quest’idea per cercare di diffondere il nostro ‘Vangelo’, creare una nostra scuola tecnica“. Secondo lei adesso la situazione è migliorata? “Sì, adesso è decisamente migliorata. Ci sono più allenatori in circolazione, più preparatori, più dirigenti. Se mi chiede ‘sono preparati per la Superlega?’, quello è un altro discorso: ma almeno c’è una certa competenza. Ci sono anche importanti dirigenti, tra cui Manfredi. C’è un gruppo di dirigenti che negli anni ha avuto esperienze, ma spesso solo per poco tempo, in quanto la pallavolo non ha mai avuto progetti duraturi, ma hanno comunque fatto dell’esperienza. Qualcuno ha anche fatto esperienza all’estero. Adesso c’è un gruppo di dirigenti in grado di dare un contributo. Sarebbe ora importante essere uniti in questo gruppo ed evitare l’individualismo. È questo un altro problema della pallavolo meridionale. Mentre al Nord l’economia ha permesso sempre più di creare sistemi, di evolversi, al Meridione ci sono più piccole aziende isolate. Ma adesso il meridione sta crescendo nella sua capacità di fare sistema, di aiutarsi l’un l’altro. Uno dei problemi è un certo individualismo che ancora resiste: serve compattezza, e credo che qualche segnale incoraggiante stia emergendo“. Foto Lega Pallavolo Serie A La città di Taranto negli anni scorsi è stata al centro delle cronache nazionali a causa della crisi ambientale ed occupazionale dell’impianto siderurgico della città. Nonostante ciò, la città vuole tornare alla luce, dal punto di vista economico, sociale e turistico. Un grande progetto di rilancio per Taranto è la realizzazione dei Giochi del Mediterraneo nel 2026. Lei pensa che lo sport possa essere un mezzo di rilancio non solo economico, ma anche a livello di immagine? “Certo. Lo sport è un’attività sociale ed economica come tutte le altre. Io lo chiamo ‘l’antistress della società’, perché è un modo di fare economia ma serve anche a creare passione e piacere. È sempre un modello importante, perché la società ha bisogno della salute delle persone. Le passioni servono a distrarsi, ad allontanare la testa dai problemi. Se lo sport è vincente, diventa un’arma trainante, sia economica che un appiglio. Come si dice: ‘vincere aiuta a vincere’. Se non c’è qualcosa di positivo in un ambiente è difficile partire sempre da zero. Adesso avere la pallavolo in Superlega per Taranto non è roba da poco. Devo dire la verità: la prima volta che con Taranto siamo arrivati in Serie A1, l’attuale presidente Bongiovanni, che all’epoca era vicepresidente ed era appena arrivato, insieme a Elisabetta Zelatore portarono tanto entusiasmo, un grande aiuto al sottoscritto e anche a Vito Primavera. Grazie al loro entusiasmo, unito a quello del presidente Dibattista, fu la prima promozione di una squadra sportiva in A1 a Taranto. Non c’era mai stata una squadra della città in un massimo campionato nazionale. Dopo un po’ successe al basket femminile, che non solo arrivò in A1 femminile, ma vinse addirittura lo scudetto. Questo per far capire che l’idea, politica in partenza, era di creare qualcosa di vincente, e noi diventammo un simbolo della positività di un ambiente. Come speriamo riaccada quest’anno“. Fonte: Prisma Taranto Le infrastrutture al Sud spesso scarseggiano, non hanno una manutenzione adeguata oppure sono addirittura abbandonate. Taranto, anche in prospettiva dei Giochi del 2026, si sta preparando ad un grande rinnovamento strutturale ed impiantistico. Pensa che una riqualificazione delle infrastrutture sportive possa condurre anche ad una riqualificazione del territorio e ad un rilancio della pallavolo al Sud? “Taranto ha già le infrastrutture: molto spesso queste mancanze sono dovute a disorganizzazione di società e mancanza di iniziative e dirigenti qualificati. A Taranto ci sono due palazzetti dove sarebbe possibile fare campionati di A1: il PalaMazzola e il PalaFiom. Il PalaMazzola negli anni non è stato gestito nel modo giusto, ed adesso servirebbe un nuovo piano per riportarlo a livelli alti. Io ho già visto quello che quest’amministrazione sta facendo: il sindaco Melucci e l’assessore Marti in particolar modo. Sarà un PalaMazzola molto moderno e all’avanguardia. Adesso tutte le manifestazioni sportive sono programmate per creare uno spettacolo completo, con ristoranti e tante altre attività. Loro hanno già programmato una ristrutturazione del PalaMazzola ma anche dello Stadio Iacovone. Stanno ristrutturando tutto in modo molto moderno: hanno idee molto moderne per la città, e si stanno veramente dando da fare. Occorre avere un po’ di pazienza“. LE PUNTATE PRECEDENTI:1. La questione meridionale nel volley: perché manca il Sud ad alti livelli?2. Filippo Maria Callipo: “Sacrificio e costanza, le chiavi del successo di Vibo”3. Carlo Parisi: “Al volley del Sud mancano cultura e capacità dirigenziale”4. Giuseppe Guarracino e il network Volley Lab: “Al Sud servono buoni esempi” LEGGI TUTTO

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    Le decisioni dell’assemblea di ieri del Parella Torino

    Di Redazione Si è tenuta ieri sera l’assemblea dei soci che ha eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione del Volley Parella Torino, il “ramo” del Parella a cui fa capo tutto il settore giovanile maschile e la squadra che partecipa alla serie A3 sotto il nome di ViViBanca Torino. Confermatissimo il presidente Paolo Brugiafreddo, mentre è stata rinnovata larga parte dei consiglieri. In uscita Alessandro Forlino, Augusto Santi e Mauro Talluto a cui vanno i più sentiti ringraziamenti per il loro contributo in questi due anni e che continueranno a svolgere i loro importantissimi compiti operativi all’interno della società. Resta al suo posto in Consiglio Attilio Giorda, mentre sono stati eletti Alessandro Bartali, Norma Blengini, Paolo Cergna e Marco Parella. La nuova composizione del Cda del Volley Parella Torino che si è da subito messo all’opera per programmare la prossima stagione sportiva è dunque la seguente:Brugiafreddo Paolo (Presidente)Bartali Alessandro (Consigliere)Blengini Norma (Consigliere)Cergna Paolo (Consigliere)Giorda Attilio (Consigliere)Parella Marco (Consigliere) “Ringrazio ancora una volta l’assemblea per aver riposto la fiducia in me – è il commento del Presidente Brugiafreddo –. Sono contento dell’allargamento del Consiglio a figure nuove e anche esterne alla ristretta cerchia del Parella, ma fatemi dire che in particolare sono molto orgoglioso che ci sia finalmente una quota rosa, perché sappiamo tutti quanto le donne abbiano una visione più ampia e anticipata delle cose. Questo non può che aiutarci a far bene. Abbiamo vissuto periodi complicati, ma la nostra forza è sempre stata l’unione e la voglia di portare avanti questo sogno. Siamo già al lavoro e vogliamo guardare al futuro con rinnovato ottimismo. Forza Vpt!” (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Mikhailov portabandiera della nazionale russa a Tokyo

    Di Redazione Il Comitato Olimpico Russo (ROC) ha raccomandato al Comitato Olimpico Internazionale di approvare il giocatore di pallavolo Maxim Mikhailov e la schermitrice di sciabola Sophia Velikaya come portabandiera ai Giochi di Tokyo. Il 33enne che gioca nello Zenit Kazan è campione olimpico di Londra 2012 e medaglia di bronzo di Pechino 2008. Per lui, quella in Giappone, sarà la sua quarta Olimpiade. A Tokyo, gli atleti russi gareggeranno sotto la bandiera della ROC. Altro pallavolista quindi dopo che alle Olimpiadi di Rio Sergei Tetyukhin è stato il portabandiera della squadra nazionale russa. (Fonte: sport.business-gazeta.ru) LEGGI TUTTO