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    Decreto Sostegni bis: oltre 150 milioni di euro per lo sport

    Di Redazione Oltre 150 milioni di euro stanziati dal Governo per lo sport nel decreto Sostegni bis: sono le risorse destinate al settore con la misura approvata oggi dal Consiglio dei Ministri. In particolare, 90 milioni di euro sono stati stanziati per estendere la misura del credito di imposta sulle sponsorizzazioni fino al 2021; 56 milioni di euro a favore delle società professionistiche e delle società e associazioni dilettantistiche a ristoro delle spese sanitarie per l’effettuazione di test di diagnosi dell’infezione da Covid-19; infine un ampliamento dei fondi all’Istituto per il Credito Sportivo per le garanzie sui finanziamenti del sistema bancario. Le misure presenti nel decreto Sostegni Bis sono state richieste dal Comitato 4.0 e ottenute dopo un lavoro, lungo e travagliato, iniziato a novembre dello scorso anno. Francesco Ghirelli, presidente Lega Pro, Umberto Gandini, presidente Lega Basket Seria A, Pietro Basciano, presidente Lega Nazionale Pallacanestro, Massimo Righi, presidente Lega Pallavolo Serie A, Mauro Fabris, presidente Lega Pallavolo Serie A Femminile, Massimo Protani, presidente Lega Basket Femminile si dicono “particolarmente soddisfatti per il risultato raggiunto”.   “Il decreto Sostegni bis finalmente ci ripaga di tutti gli sforzi fatti per i 289 club che rappresentiamo, e l’attitudine a ragionare a sistema ci ha consentito di allargare il perimetro delle misure anche a beneficio di altre realtà del settore. Oggi allo sport è stato dato il giusto riconoscimento che merita come comparto economico e sociale, come pezzo fondamentale del tessuto produttivo italiano” dichiarano i Presidenti del Comitato 4.0. “Un ringraziamento particolare va al Sottosegretario Vezzali per aver compreso e accolto i nostri bisogni, al Ministro dell’Economia e delle Finanze Franco e alla Vice Ministra Castelli, così come alle forze parlamentari che ci hanno accompagnato lungo questo percorso. Auspichiamo di poter continuare a lavorare in un clima di collaborazione e di sintonia” conclude il Comitato 4.0. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Elia Viviani e Jessica Rossi portabandiera olimpici: niente da fare per Egonu

    Di Redazione Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha ufficializzato oggi la scelta degli atleti che ricopriranno il ruolo di portabandiera alle prossime Olimpiadi di Tokyo. Per la prima volta dall’introduzione della figura, ai Giochi di Stoccolma 1912, saranno due gli alfieri della squadra italiana: Jessica Rossi ed Elia Viviani, entrambi campioni olimpici, rispettivamente nel tiro al volo e nel ciclismo. Una parziale delusione per gli appassionati di pallavolo, che a lungo avevano sperato nella nomina di Paola Egonu, considerata una delle favorite e a sua volta dichiaratasi disponibile in un’intervista. La scelta del Coni va a premiare due discipline che non avevano mai avuto un portabandiera in passato, ma che insieme hanno portato in dote all’Italia quasi 100 medaglie olimpiche: il 15% del totale dell’Italia e circa un quarto delle medaglie d’oro complessive. Jessica Rossi, in particolare, ha trionfato a Londra 2012, stabilendo al tempo stesso il record del mondo della sua specialità (il Trap) e diventando la seconda atleta azzurra più giovane della storia a vincere un oro individuale. Elia Viviani ha invece portato a casa l’oro nell’Omnium a Rio 2016, dimostrandosi un ciclista di altissimo livello sia su pista sia su strada, dove ha vinto un oro e un argento europeo e diverse tappe dei grandi Giri. La pallavolo resta invece nel limbo degli sport che non hanno mai avuto un rappresentante alla cerimonia inaugurale, malgrado l’assidua presenza ai Giochi. L’edizione numero 32 poteva sembrare quella “buona”, vista anche la grande visibilità mediatica di Egonu, uno dei pochi personaggi a “sfondare” la cerchia degli appassionati per imporsi a livello nazionale. Ma la candidatura della campionessa azzurra è stata sostenuta piuttosto timidamente anche a livello istituzionale e, alla fine, per il volley è sfumata un’altra occasione. (fonte: Coni.it) LEGGI TUTTO

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    Fipav Sicilia: i nominativi dei referenti dell’Asp delle province

    Di Redazione La Fipav Sicilia comunica che, in riferimento al Protocollo d’intesa dello scorso 28 aprile tra il Presidente della Regione Sicilia, Assessorato alla Sanità ed il Coni Regionale della Sicilia, riguardante l’utilizzo dei test rapidi in occasione delle competizioni sportive dilettantistiche che si svolgono sul territorio regionale, il Coni Sicilia ha provveduto a diramare l’elenco dei nominativi dei referenti dell’Asp delle province siciliane e dei delegati dei Coni Point della Sicilia. Per la provincia di Agrigento il delegato Coni Point è la Prof.ssa Antonella Attanasio, mentre il responsabile A.S.P. è la Dott.ssa Samantha Simeone; per la provincia di Enna il delegato Coni Point è il Dott. Angelo Eliseo Sberna, mentre il responsabile A.S.P. è la Dott.ssa Paola Pesce;per la provincia di Palermo il delegato Coni Point è l’Avv. Giuseppe Canzone, mentre il responsabile per l’A.S.P. è il Dott. Pietro Fiore; per la Provincia di Ragusa il delegato Coni Point è la Dott.ssa Maria Monisteri Caschetto mentre il responsabile per l’A.S.P. è il Dott. Gaetano Iachelli;per la provincia di Trapani il delegato Coni Point è la Prof.ssa Elena Avellone, mentre il responsabile per l’A.S.P. è il Dott. Luigi Marco Lanza. I delegati Coni Point di Catania, Caltanissetta, Messina e Siracusa sono rispettivamente: Enzo Falzone, Salvatore Scarantino, Alessandro Arcigli e Emanuele Schiavo. Il Coni Sicilia, inoltre, tiene a precisare che i nominativi dei referenti dell’Asp delle Provincie di Catania, Caltanissetta, Messina e Siracusa saranno comunicati successivamente, non appena l’Assessorato alla Sanità comunicherà allo stesso ente pubblico sportivo i rispettivi Referenti. In allegato il modulo dell’autocertificazione e l’elenco dei nominativi dei referenti Asp e delegati Coni Point con i rispettivi numeri di telefono e indirizzi di posta elettronica per tutte le informazioni del caso. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Giovanni Malagò in visita a Roma dagli azzurri di Blengini

    Di Redazione Il presidente del Coni Giovanni Malagò, accompagnato dal segretario generale Carlo Mornati, in serata ha fatto visita alla nazionale maschile, radunata al Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti a Roma. All’incontro, oltre alla formazione azzurra, erano presenti il presidente federale Giuseppe Manfredi, il vice presidente Luciano Cecchi e il vice segretario Stefano Bellotti. Malagò si è intrattenuto con il ct Gianlorenzo Blengini e con gli atleti azzurri, facendo i migliori auguri per questa importante stagione sportiva, caratterizzata dai Giochi Olimpici di Tokyo. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Lotta al cyberbullismo: la tappa di Perugia di #Accendiamoilrispetto

    Di Redazione Sensibilizzare gli studenti al rispetto delle regole utilizzando lo sport. S’è svolta a Perugia l’ottava tappa di #Accendiamoilrispetto, il progetto etico della Top Volley con il supporto di AbbVie, il patrocinio della Polizia di Stato e la presenza delle istituzioni. Lotta al bullismo e al cyberbullismo, a cui si aggiunge la tematica dell’inclusione delle diversità: con gli studenti dell’istituto comprensivo Perugia 2 il dialogo è stato molto interessante e ha coinvolto Daniele Sottile, palleggiatore della Top Volley, e Alessandro Piccinelli, libero della Sir Safety Perugia, in questa ennesima tappa speciale fuori dalla regione Lazio organizzata coinvolgendo anche la società perugina di Superlega rappresentata dal direttore generale Bino Rizzuto.   «Ennesimo appuntamento molto interessante, abbiamo parlato di rispetto delle regole, di inclusione delle diversità e gli studenti hanno fatto moltissime domande, segno che si tratta di argomenti sensibili dei quali bisogna sempre parlare e soprattutto non bisogna mai dare per scontato nulla» ha chiarito Daniele Sottile al termine della chiacchierata. Il dirigente scolastico Luca Arcese ha sottolineato l’importanza di questi appuntamenti che si inseriscono anche in un importante progetto che la scuola porta avanti da tempo con il supporto della professoressa Lucia Parmegiani.   Clara Pastorelli, assessore allo sport del Comune di Perugia, è intervenuta sottolineando l’importanza della sensibilizzazione nelle future generazioni in un accorato dialogo diretto con gli studenti. L’evento è stato moderato da Giuseppe Baratta (Top Volley) e ha visto l’intervento anche dell’ispettore superiore della Polizia di Stato Francesca Gosti, della Questura di Perugia, che ha esposto agli studenti gli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine per contrastare le dinamiche in questione, soffermandosi anche a dare risposte e indicazioni alle numerosissime domande degli alunni: lo strumento dell’ammonimento e la spiegazione della stanza delle audizioni protette.   Nell’appuntamento di Perugia è intervenuto anche Andrea Montecalvo di AbbVie, azienda biofarmaceutica globale che da sei anni è al fianco di Top Volley nel progetto #Accendiamoilrispetto e da sempre impegnata nel creare consapevolezza su temi socialmente rilevanti come la salute o, in questo caso, il cyberbullismo e il valore dell’inclusione. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Gardini al corso di allenatori: “Aggiornarsi è importante per aprirsi a nuovi orizzonti”

    Di Redazione La FIPAV Lazio organizza un supercorso alla presenza di 4 docenti di livello internazionale: Andrea Gardini, Roberto Santilli, Massimo Barbolini e Luca Cristofani (aperto a tutti gli allenatori, info su www.fipavlazio.it). “Il Gardo” – reduce da una stagione trionfale in Polonia con lo Jastrzebski Wegiel – affronterà il 24 maggio, dalle ore 18.00 alle 20.00, il tema “la fase ricezione-attacco nella pallavolo maschile di alto livello”. Il tre volte campione del mondo, ha raccontato in un’intervista ai microfoni del Comitato Regionale l’importanza della formazione per gli allenatori. Gardini, lei da giocatore ha vinto tutto e da allenatore continua a collezionare successi. Perché crede che la formazione sia fondamentale nel percorso di un tecnico? “Prima del periodo Covid che stiamo vivendo, io mi recavo sempre all’estero per vedere i ritiri delle Nazionali, seguire gli allenamenti e parlare con i coach. Per la carriera di un tecnico è importante avere tanti punti di vista diversi. Alcune cose le ho raccolte, altre le ho fatte mie e altre ancora non le ho tenute in considerazione. Aggiornarsi, però, è importante per aprire la testa a nuovi orizzonti. Non è vero che nei corsi si sentono sempre le solite cose, a volte le sfumature fanno la differenza per il salto di qualità. Non ho mai seguito un corso dal quale non ho tratto spunti per la mia carriera da tecnico” Quindi non basta l’esperienza sul campo? “Dal confronto con gli altri, e questo avviene spesso grazie ai corsi di formazione, arrivano sempre buone cose. Nella peggiore delle ipotesi arriva la conferma delle proprie idee ed è già molto. Nella pallavolo si è vinto in talmente tanti modi diversi che è difficile ipotizzare l’esistenza di un solo un verbo” L’allenatore da cui sente di aver imparato di più? “Probabilmente è stato Andrea Anastasi. Grazie a lui ho iniziato a fare questo lavoro. Andrea mi ha permesso di fare il suo assistente prima con la Nazionale italiana e poi con quella polacca. Con lui ho iniziato a vedere la pallavolo dal punto di vista dell’allenatore, uscendo dalle logiche del giocatore. I successi da giocatore non bastano a renderti un grande allenatore. Quando smetti inizia un altro percorso, completamente nuovo. Ho imparato tanto anche dai miei avversari, attraverso lo studio ho sempre cercato di chiarirmi le idee”. Che consiglio darebbe Andrea Gardini a un giovane allenatore che vuole fare questo mestiere? “Innanzitutto, se è stato un ex giocatore, deve spogliarsi dell’abito del giocatore e pensare con altre logiche. E poi deve predisporsi al lavoro con la mente molto aperta, senza pregiudizi o preconcetti di qualsiasi tipo. Azzerare tutto e mettersi in gioco. Così facendo, gli si aprirà un mondo di sorprese. Provare, sperimentare, trovare nuove chiavi: la pallavolo cambia continuamente” Com’è cambiata oggi, rispetto al passato? “Nella pallavolo l’evoluzione è continua. Ogni stagione arrivano idee nuove, proposte di gioco, soluzioni alternative. A portare i cambiamenti sono solitamente i giocatori, noi allenatori dobbiamo saperli accompagnare. Oggi, ad esempio, c’è una maggiore velocità di esecuzione e una maggiore tecnica” Soddisfatto della sua stagione al Weigel? “Ce ne fossero di stagioni così, sono felicissimo! Resterò in Polonia, ho rinnovato durante i playoff perché la società era particolarmente contenta del lavoro e del risultato finale. Abbiamo vinto il campionato. Il progetto è continuare a vincere, ci sono squadre molto competitive e i presidenti sono esigenti. Il mio somiglia a Sirci (ride, ndr). C’è molta pressione qui, ma stimola parecchio”. Torniamo all’Italia. Speranze di medaglia a Tokyo? “Entrambe le nazionali, maschile e femminile, devono andare a medaglia. Ne hanno i mezzi e la possibilità. Per la maschile credo si debba lottare per l’oro olimpico, la squadra è pronta e ci sono tutte le condizioni per fare risultato: giovani talentuosi, giocatori maturi con esperienza, tecnica mostruosa. È il momento di vincere” Lei è stato un centrale. L’italiano che segue con più interesse in questo ruolo? “Mi piace molto Russo che purtroppo non sarà a Tokyo perché si deve operare. Ha sempre l’atteggiamento giusto e qualità notevoli” (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Turismo e sport, un’accoppiata vincente: la storia e gli obiettivi di Gattinoni Group

    Di Redazione Fare sport ad alto livello significa anche viaggiare: nei campionati di Serie A, ma anche nelle categorie inferiori, le trasferte sono all’ordine del giorno e comportano un notevole dispendio di energie per organizzare gli spostamenti in ogni loro aspetto, da pullman, aerei e treni fino agli hotel e ai trasferimenti locali. Per questo le agenzie di viaggio diventano, per i top team, partner insostituibili e a volte anche qualcosa di più: è il caso del Gruppo Gattinoni, azienda leader nel settore del turismo, del business travel e degli eventi, che ormai da diversi anni è official supplier dell’Inter. Una collaborazione che ha permesso al gruppo lecchese di dare ulteriore visibilità al proprio marchio ed espandere le sue attività nel mondo dello sport, fino a diventare Official Tour Operator delle Nitto ATP Finals di tennis che si disputeranno a Torino. Abbiamo intervistato Isabella Maggi, Direttore Marketing e Comunicazione del Gruppo Gattinoni, per capire meglio come è strutturata questa realtà di primo piano del settore turistico e come ha pianificato i suoi investimenti nello sport. Innanzitutto può presentarci la storia e le attività del Gruppo Gattinoni? “La nostra realtà è nata nel 1983 a Valmadrera, un paese a 3 km da Lecco, per iniziativa di Franco Gattinoni, che è tuttora il nostro presidente. I dipendenti sono circa 450, dislocati nelle varie sedi: abbiamo un hub a Milano e ne abbiamo appena aperto un altro a Torino, poi sedi operative a Monza, Roma, Bologna e Lecco. Abbiamo 31 Travel Store di proprietà e 1500 agenzie affiliate, in tutta Italia e in Svizzera, suddivise in due network (Gattinoni Mondo di Vacanze e My Network). Ci occupiamo di turismo a 360 gradi, con le tre anime dell’azienda: la prima è l’area corporate, in cui rientrano il business travel e le collaborazioni con le società sportive, ma anche con molti altri settori, dalle aziende farmaceutiche alle case di produzione televisiva. La seconda è il MICE (Meeting, Incentive, Convention Events) che a sua volta comprende aree dedicate alla logistica, alla comunicazione, agli eventi ‘Made in Italy’ (pensati per clienti stranieri che vogliono organizzare un appuntamento in Italia) e al settore healthcare. E infine il cliente finale: nelle agenzie vendiamo sia prodotti di terzi sia viaggi su misura, che nascono da una costruzione personalizzata, e poi abbiamo una piattaforma proprietaria online, che consente di costruire autonomamente e acquistare pacchetti di viaggio. Nel 2019 abbiamo chiuso con un bilancio di 320 milioni di euro, poi è arrivato il 2020 che ovviamente ci ha visto abbastanza fermi, ma prevediamo un futuro ricco di novità e di strumenti tecnologici che ci permetteranno di stare al passo con i tempi“. Foto Gattinoni Group Da tempo avete cominciato a stringere sinergie con il mondo sportivo. Quali sono gli obiettivi che vi ponete e i risultati che state ottenendo da queste collaborazioni? “Lo sport per noi è una branca del turismo: tutto quello che è sportivo si riconduce un po’ al nostro mondo, sotto forma di evento o di viaggio. Negli anni abbiamo avuto la possibilità di costruire alcune partnership, partendo dal presupposto che devono tutte avere un riscontro dal lato business: non ci basta mostrare il nostro marchio, dobbiamo guadagnare delle opportunità di lavoro, e quindi dietro a ogni collaborazione c’è un grosso lavoro per capire quale può essere il ritorno dell’investimento. Di solito si tratta di partnership nazionali, anche per non penalizzare nessuna delle nostre agenzie locali. Il settore del turismo purtroppo non ha grossi margini, e i budget per gli investimenti pubblicitari e la comunicazione sono scarsi: è necessario ottimizzarli al massimo“. Da anni ormai siete official supplier dell’Inter: come è strutturato il rapporto con la società nerazzurra, e con quali obiettivi? “Inter era inizialmente un nostro cliente di business travel con cui è nata una bella collaborazione, poi abbiamo deciso di diventare partner, con vantaggi evidenti per noi: abbiamo la disponibilità di posti per assistere a tutte le partite, che diventano un canale di PR per invitare clienti e agenzie. Questa attività ci ha permesso anche di entrare in contatto con clienti importanti, per esempio organizzando l’evento creato dall’ex nerazzurro Ivan Cordoba per i 10 anni della sua fondazione. C’è poi la possibilità di utilizzare alcune location all’interno dello stadio, altra opportunità importante per il gruppo“. Avete anche uno sky box al Mediolanum Forum di Assago per assistere alle partite dell’Olimpia Milano, altro vostro partner. Che tipo di attività organizzate? “Anche quella è stata una bella mossa: abbiamo preso lo sky box pensando ai concerti, ma abbiamo scoperto di avere anche tanti appassionati di basket tra i nostri clienti. È diventato a sua volta un ottimo canale di PR, soprattutto nei confronti delle famiglie, e ci ha aperto tutta una serie di opportunità“. Siete anche l’unico tour operator ufficiale delle Nitto ATP Finals: quali sono gli obiettivi e che riflessi può avere questa collaborazione? “Abbiamo partecipato alla gara del Comune di Torino che ci ha permesso di essere l’official tour operator per i primi 3 anni della manifestazione. È una sinergia importantissima per Torino e il Piemonte, ma diciamo pure per tutta Italia: porta clienti dall’estero e il paese ne beneficia, perché per uno straniero è facile spostarsi da Torino in altre città. Ovviamente questa partnership ci sta aprendo tutto un mondo legato al tennis, che per noi è una disciplina nuova: abbiamo a disposizione biglietti che inseriremo nei nostri pacchetti di viaggio o da abbinare alle idee di experience, inoltre saremo l’unico tour operator che potrà vendere i biglietti alle agenzie italiane, e questo ci permetterà di entrare in contatto con tante realtà e tanti clienti italiani e stranieri“. Foto Gattinoni Group Lo sport può dare vita a nuove collaborazioni anche da un altro punto di vista: ad esempio molti formatori nel mondo aziendale provengono dal mondo sportivo. Vi è capitato di lavorare con qualcuno di loro, e che punti di contatto possono esserci tra la realtà lavorativa e quello dello sport? “Certamente sì. In passato abbiamo utilizzato molti testimonial provenienti dal mondo sportivo: Aldo Montano, Arrigo Sacchi, gli stessi Maurizia Cacciatori e Mauro Berruto in rappresentanza della pallavolo. C’è stato un periodo in cui i testimonial sportivi erano un po’ troppo inflazionati, ma questo resta uno degli ambiti in cui la motivazione e il team building funzionano meglio. In fondo le logiche di un’azienda sono o dovrebbero essere simili a quelli di una squadra: si impongono i concetti di gruppo e di appartenenza, l’idea che, se si fa bene una cosa, la si fa per tutti e non solo per se stessi“. In questo scenario manca ancora lo sport femminile… “Dobbiamo lavorarci un po’, ma sicuramente può essere un’opportunità interessante, soprattutto per il volley che ha una grande base di praticanti“. Tornando alla vostra attività principale, il turismo sta attraversando senz’altro un periodo di grave crisi legata alla pandemia di coronavirus: quali sono le vostre strategie per affrontare questa situazione e i vostri obiettivi per il futuro? “Il settore del business travel è sicuramente quello che subirà le ripercussioni maggiori, perché cambierà il modo di viaggiare: si è capito che tante riunioni e tante trasferte si possono fare anche non in presenza, e non tutte le fiere saranno così basilari. Bisognerà puntare ad avere più clienti per raggiungere lo stesso fatturato. Dal punto di vista del MICE bisognerà lavorare sulla sicurezza e sugli eventi Covid-free, ma la differenza la faranno la creatività e la capacità di personalizzazione, perché ogni azienda oggi chiede un prodotto su misura. Nel periodo del lockdown abbiamo creato tanti eventi in streaming, che ci hanno permesso di capire quanto sia importante puntare su un mix di digitale e tradizionale, che sarà il futuro degli eventi e delle convention: non si tornerà subito del tutto in presenza, ma non si resterà neanche soltanto online“. E poi ci sono le vacanze… “Questo è un settore in cui ovviamente c’è tanta voglia di ripartire, anche perché ci sono persone che per un anno e più non hanno speso nulla, hanno una buona disponibilità economica e si stanno guardando in giro. I viaggi in Italia la faranno da padroni anche quest’anno, qualche destinazione internazionale come Spagna, Grecia o Malta si sta attrezzando, e ci sono destinazioni Covid-free come Maldive e Seychelles. Speriamo nell’autunno e nei vaccini: ci sarà sicuramente ancora tanto turismo di prossimità, ma stiamo cercando di aprire dei corridoi turistici sicuri anche all’estero, perché la voglia di viaggiare non manca. In generale siamo ottimisti: crediamo che le agenzie esisteranno sempre e non moriranno mai, un po’ come avvenuto per la radio, che si dava per morta già un secolo fa e invece è viva e vegeta. Ovviamente per poter restare sul mercato è necessario evolversi, saper sfruttare le tecnologie online, che sono sicuramente uno strumento e non un nemico; noi ci lavoriamo molto, ma al tempo stesso manteniamo le persone sul territorio. Crediamo che il contatto umano e le persone debbano restare il valore aggiunto“. Per molte realtà la crisi ha causato anche una contrazione degli investimenti in sponsorizzazioni e pubblicitaria: qual è la vostra situazione? “Noi praticamente abbiamo dovuto azzerare tutto e stiamo ancora un po’ vivendo questa fase. Qualsiasi attività la dobbiamo calibrare moltissimo, perché nel 2020 non abbiamo quasi avuto entrate. Abbiamo lavorato parecchio nel digital, utilizzando tutti i nostri canali social, anche perché abbiamo un ufficio comunicazione interno con un settore dedicato che se ne occupa: abbiamo cercato di mantenere sempre il contatto con i clienti, prima con post ‘motivazionali’ e ottimisti, e adesso con una serie di eventi in streaming: da corsi di yoga alla Champagne Experience, per coinvolgere le aziende. Per quanto riguarda i media stiamo provando a investire qualcosa sui nostri prodotti del catalogo Mare Italia, ma senza strafare: in questo momento dobbiamo essere molto cauti“. Foto Gattinoni Group Quanto può essere utile per la visibilità di un’azienda investire su un testimonial di successo? “Noi abbiamo utilizzato come ambassador alcuni chef di successo come Davide Oldani, Carlo Cracco, Andrea Berton, Ugo Alciati, anche perché è facile abbinare uno chef a una destinazione di viaggio con le sue specialità. Anche i team building culinari vanno molto di moda e sicuramente in quei casi avere un personaggio noto aiuta, anche per il ritorno che può avere a livello di comunicazione: basta che il testimonial tagghi Gattinoni o pubblichi l’evento sui social e la visibilità aumenta immediatamente. Non sempre si può adattare un format a tutti, ma questi nomi possono aiutare: danno un valore aggiunto che aiuta l’azienda a posizionarsi e a farla percepire in un certo modo, creando brand awareness“. Come interpretate e identificate i bisogni dei vostri maggiori consumatori, e come lavorate per aumentare il loro interesse? “Siamo uno dei pochi network di viaggi che ‘salta’ le agenzie, ma con l’obiettivo di portare le persone in agenzia! Mi spiego: in teoria dovremmo mandare i nostri strumenti pubblicitari agli agenti di viaggio e lasciare che loro facciano pubblicità, ma in questo modo su 1500 agenzie riusciremmo a sfruttarne al massimo 200-300. Preferiamo investire direttamente sul consumatore finale, attraverso adv alla radio, sponsorizzazioni mirate, campagne pubblicitarie digital, che però rimandano sempre al punto vendita, e puntano su prodotti esclusivi che solo le nostre agenzie hanno. In contemporanea forniamo alle agenzie tutta una serie di strumenti per promuoversi sul territorio, dalle newsletter da mandare ai clienti a una piattaforma che gestisce centralmente i contenuti Facebook e Instagram. Noi creiamo il piano editoriale, l’agenzia può decidere quali e quanti dei nostri contenuti pubblicare. Questo permette di liberare gli agenti da compiti di comunicazione, anche se al contempo stiamo promuovendo corsi di formazione per i dipendenti. Poi abbiamo il nostro sito, che viene continuamente aggiornato, e ogni settimana tutta una serie di comunicati stampa per le riviste di viaggi e di trend. A settembre, infine, lanceremo il primo sito B2C in cui andremo a vendere i viaggi direttamente al consumatore finale, ma al tempo stesso creeremo anche un e-commerce a disposizione di ogni agenzia. Non ci possiamo più permettere di perdere quella fetta di clientela che acquista solo online, ma al tempo stesso i punti vendita continueranno a essere il fulcro dell’attività“. La tradizionale agenzia di viaggi è legata a un mondo di adulti: che strategie avete messo in atto per conquistare la fascia di clientela più giovane? “A febbraio stavamo per lanciare un nuovo sito dedicato proprio alla fascia dai 25 ai 40 anni. L’offerta sarà basata su viaggi di gruppo a cui si può decidere di aderire singolarmente, con due o tre esperienze fisse all’interno di ogni pacchetto, ma anche un po’ di tempo libero per non imbrigliare troppo i viaggiatori. I prodotti saranno acquistabili online ma disponibili anche in agenzia, a prezzo minore: un investimento sul futuro, per far capire ai giovani che l’online non è sempre un vantaggio, e per attirare e fidelizzare quella fascia di clientela che un giorno cercherà viaggi più strutturati. Per ora ovviamente, vista la situazione contingente, abbiamo rimandato il lancio del sito e stiamo cercando di rimodulare offerte e destinazioni“. Le restrizioni agli spostamenti hanno rilanciato il turismo di prossimità, che state promuovendo anche tra le vostre ultime proposte commerciali. Pensa che possa essere una proposta da rilanciare anche post pandemia? “Sicuramente si è riscoperto il mondo più vicino a noi, il fatto che vicino a casa, in un giorno o in un weekend, si possano vedere cose che prima magari non si pensava neanche fossero a disposizione. Spesso però questo tipo di turismo si costruisce da solo: per le agenzie sarà importante intercettare il nuovo e il diverso, facendo fare ai clienti delle esperienze esclusive e particolari. In questo c’è terreno fertilissimo sia per l’italiano in Italia, sia per i turisti stranieri, che potranno a loro volta riscoprire le particolarità del territorio. Ogni città, ogni zona sta provando a mettersi in risalto per valorizzare le sue bellezze: purtroppo in Italia manca la capacità di fare sistema, speriamo che questa pandemia ci abbia insegnato qualcosa“. Foto Gattinoni Group La vostra sede a Milano è il Gattinoni Hub, all’interno di Brera District: ce ne può parlare? “Dato che tra le nostre attività c’è l’organizzazione di eventi, ci siamo chiesti perché non predisporre degli spazi utilizzabili da noi, ma al tempo stesso vendibili a chi ne ha bisogno. Così abbiamo creato una sala meeting da 150 posti, con un’area attigua in cui si può fare il catering, delle salette più piccole e una veranda che dà sul cortiletto interno, dove si possono organizzare coffee break o aperitivi. Durante il Salone della Moda o il Fuorisalone ci viene sempre chiesto questo spazio perché siamo in una zona molto centrale. La stessa cosa la stiamo facendo a Torino, dove il 13 maggio faremo un evento in streaming per ufficializzare la partnership con le Nitto ATP Finals. Anche lì c’è una lounge, che diventerà un punto di riferimento per chi acquisterà i nostri pacchetti, e poi una sala meeting da 60-70 persone, un’agenzia e un corner bar, gli uffici e altre salette più piccole. L’idea è quella di presidiare le città non solo con uffici ma con veri luoghi di aggregazione, che è un po’ il concetto dei nostri travel store: non vendere solo viaggi ma avere spazi per presentazioni ed esposizioni, luoghi un po’ più aperti della classica agenzia, punti di riferimento per tutti“. Ultimamente sono comparse sul mercato diverse realtà che organizzano viaggi. Come vi ponete nei confronti dei competitor? “Il nostro settore è sempre un po’ ‘vecchio’ e quindi tutti i nuovi soggetti, soprattutto nel campo del digital e nelle app, hanno spesso un successo immediato per le loro capacità di comunicazione, anche se magari hanno meno know how di prodotto. Ma avere competitor ti aiuta a cercare di andare sempre più avanti e di evolverti, e spesso capita anche che alcuni di loro diventino tuoi fornitori. Nello specifico, noi siamo abbastanza forti sull’area MICE, anche se dobbiamo lavorare sulla comunicazione, perché per 40 anni ci siamo occupati soprattutto di logistica e magari i clienti faticano un po’ a percepirci come organizzatori di convention ed eventi: gli eventi in streaming di quest’anno ci hanno aiutato in questo. Anche nel settore business travel siamo poco attaccabili, perché siamo una delle tre realtà principali del mercato e l’unica che ha sede in Italia, con un Business travel center italiano, su cui puntiamo molto. Dal lato consumer, invece, è una lotta continua: bisogna cambiare ed evolversi continuamente, a volte sei tu che segui gli altri, a volte sono gli altri che ti copiano. Non bisogna mai abbassare la guardia e stare fermi. Personalmente sono in Gattinoni dal 2008 ed è come se avessi cambiato azienda 5-6 volte: siamo andati sempre ‘avanti’ e abbiamo affrontato sempre nuove sfide“. Alcuni dei vostri principali competitor hanno abbracciato un’economia etica e sostengono, attraverso le fondazioni, progetti di istruzione e formazione nel mondo. Che progetti avete da questo punto di vista e quali sono i valori etici su cui si basa la vostra attività? “Non abbiamo un vero e proprio codice etico aziendale ma delle consuetudini affermate: siamo particolarmente attenti all’inclusività. Dobbiamo essere cittadini del mondo, non possiamo certamente permetterci di essere ottusi. Il problema del gender gap, poi, non esiste perché siamo un’azienda tutta al femminile: fino a qualche anno fa avevamo quasi il 90% di donne, anche tra i manager. Inoltre, abbiamo la Onlus ‘Un mondo di amici’ che opera in Uganda, dove abbiamo costruito un ospedale a sud di Kampala, mandando medici che si occupassero della formazione e acquistando macchinari. 4 anni fa abbiamo invece realizzato un dispensario medico, a nord della capitale, che a sua volta è diventato un piccolo ospedale con 25 posti letto. I dipendenti sono tutti sensibilizzati a questo progetto e internamente quando possiamo cerchiamo di sostenerlo. Inoltre ogni tanto organizziamo delle piccole iniziative con Fondazione Veronesi e Fondazione Rava, che sono anche nostri clienti. Per quanto riguarda gli eventi abbiamo politiche di ecosostenibilità, come il ritiro del catering a fine evento: tutto quello che avanza e che si può riutilizzare viene donato agli enti di beneficenza. E poi abbiamo creato per i nostri clienti team building sociali, come andare a pulire una spiaggia o costruire giochi per asili nido. Abbiamo fatto una cosa simile in Nepal, costruendo un piccolo campo tendato per i nostri clienti e donandolo il giorno dopo alla Croce Rossa locale“. LEGGI TUTTO

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    Su Sky Sport lo speciale ‘Volley donne, una stagione d’oro’

    Di Redazione E’ stato trasmesso lunedì sera in prima visione su Sky Sport Uno e Sky Sport Arena lo speciale ‘Volley donne, una stagione d’oro‘, dedicato alla Serie A Femminile e agli straordinari risultati ottenuti nella stagione 2020-21, sia per il prestigio dei titoli conquistati, che per gli ottimi riscontri mediatici registrati sulle emittenti televisive nazionali. Lo speciale, a cura di Roberto Prini della redazione sportiva di Sky, ripercorre le tappe dell’ultima stagione, soffermandosi sulle immagini più spettacolari del Campionato e delle altre competizioni disputate, analizzando le ragioni del successo crescente della pallavolo femminile italiana di vertice con il Presidente di Lega Mauro Fabris. Da oggi, martedì 18 maggio, e fino al termine della settimana, lo speciale sarà trasmesso in replica sui canali di Sky Sport, secondo la seguente agenda:martedì 18 maggio: ore 23.15 Sky Sport Arena; mercoledì 19 maggio: ore 20.30 Sky Sport Arena; giovedì 20 maggio: ore 18.45 Sky Sport Collection; venerdì 21 maggio: ore 13.15 Sky Sport Arena; sabato 22 maggio: ore 18.15 Sky Sport Arena; domenica 23 maggio: ore 9.30 Sky Sport Arena, ore 15.45 e 19.45 Sky Sport Collection. “Si è conclusa una stagione eroica e straordinaria – sintetizza Mauro Fabris, Presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile -. Nonostante l’emergenza sanitaria da pandemia che ha colpito duramente tutti, la Serie A della pallavolo femminile italiana, ancora una volta, ha raggiunto risultati fantastici, sul campo e raccogliendo l’attenzione di un pubblico vastissimo, solo grazie agli enormi sacrifici economici di tutti i Club e delle atlete, che hanno affrontato con impegno e professionalità le difficoltà causate dal Covid-19. Il Campionato italiano si è così confermato il più spettacolare e competitivo del mondo, estremamente allenante per le squadre che vi partecipano, che infatti ancora una volta hanno dominato le competizioni europee, come dimostrano le tre squadre italiane in semifinale di Champions League, trofeo conquistato dall’Imoco Volley Conegliano, e la vittoria della CEV Cup da parte della Saugella Monza”. “Un movimento vincente costruito dalla Lega gradualmente nell’ultimo decennio – continua Fabris – procedendo con fermezza su temi importanti, quali l’introduzione di norme più stringenti per l’ammissione ai Campionati di Serie A o l’opposizione alle limitazioni sul numero di straniere in Serie A, decisivo per l’innalzamento della qualità media dei Campionati ma anche della nostra Nazionale. Modello vincente non si cambia, si dice. Per questa semplice ragione stiamo lavorando con la Federazione perché la Serie A continui ad essere il modello vincente che è diventata, rappresentando l’elite del movimento, senza ulteriori allargamenti degli organici, soprattutto in A2, che ne abbasserebbero il livello tecnico in generale, senza vantaggi per quanto riguarda i costi di gestione e la qualità della competizione. Solo così il nostro Campionato continuerà ad essere il più competitivo di sempre, come ha anche affermato Giovanni Guidetti, coach del VakifBank Istanbul, alla vigilia della finale di Champions League” (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO