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    Dal 1° aprile il pubblico torna al 100% anche nei palazzetti

    Di Redazione Per le fasi decisive dei campionati, dalla Serie A alle categorie minori, potremo finalmente rivedere i palazzetti pieni: il Governo, nel decreto emanato ieri sul superamento della fase emergenziale causata dalla pandemia di coronavirus, ha deciso che a partire da venerdì 1° aprile la capienza massima degli impianti sportivi sarà riportata al 100%, sia all’aperto sia al chiuso, in coincidenza con la cessazione dello stato di emergenza nazionale. Resteranno in vigore fino al 30 aprile, invece, l’obbligo di Green Pass rafforzato e di utilizzo di mascherine Ffp2 all’interno dei palazzetti, così come in tutti i luoghi in cui si svolgono spettacoli al chiuso. (fonte: Governo.it) LEGGI TUTTO

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    L’ex giocatore Igor Popov chiede aiuto dall’Ucraina: lanciata una raccolta fondi

    Di Redazione Molti appassionati di volley italiani ricorderanno Igor Popov, schiacciatore ucraino attivo tra gli anni Novanta e i Duemila che ha giocato a più riprese nel nostro paese: prima in A1 tra Padova e Napoli e poi in A2 a Torino, Grottazzolina, Schio e Formigine. Oggi Popov, nativo di Lugansk (dove ha sede una delle due repubbliche indipendenti all’origine della guerra), non può lasciare l’Ucraina a causa della legge marziale decretata dal governo dopo lo scoppio della guerra, e via Whatsapp ha chiesto aiuto agli amici in Italia: a raccontare la sua storia è Simona Bastiani sul portale Azzurri24 News. Popov, 52 anni, ha spiegato in un messaggio inviato via Whatsapp che domani accompagnerà i suoi familiari al confine con l’Ungheria per consentire loro di lasciare il paese: ad aiutarlo dall’altra parte della frontiera ci sarà Tibor Tomanoczy, anche lui ex giocatore in Italia a Loreto e Grottazzolina. “Negli ultimi due giorni – ha detto Popov – c’è stato un grande combattimento a 20 km da noi, all’inizio bombardavano con gli aerei e poi hanno attaccato con i carri armati, ma siamo riusciti a resistere (…). Chiedo aiuto alle persone che si ricordano di me, ai miei ex compagni di squadra e a tutti quelli che hanno cuore, purtroppo ho bisogno di soldi per mettere i miei cari al sicuro“. L’appello dell’ex giocatore è stato subito raccolto: alcuni amici di Igor, tra cui l’ex allenatore Pietro Scarduzio, hanno dato vita a una raccolta fondi per aiutarlo. Chi volesse contribuire può effettuare un versamento all’IBAN IT98S3608105138201020801053 (intestato a Pietro Scarduzio). (fonte: Azzurri24 News) LEGGI TUTTO

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    Top Volley, continua il progetto “Back to School” per le scuole di Cisterna

    Di Redazione Tutto pronto per i nuovi appuntamenti con “Back to School”, il progetto che fa sedere i campioni della Top Volley tra gli studenti delle scuole di Cisterna. Dopo il primo incontro, tenuto presso l’Istituto Caetani nel quartiere San Valentino, lo scorso 7 marzo, con protagonisti Stephen Maar e Domenico Cavaccini, parteciperanno alle lezioni per interagire in dibattiti e approfondimenti in lingua inglese con insegnanti e ragazzi Stephen Maar e Petar Dirlic. Verranno affrontate tematiche socioculturali che metteranno a confronto abitudini e stili italiani con quelli del Canada, paese d’origine di Stephen Maar, schiacciatore della Top Volley e della nazionale canadese. Questa settimana sono in programma due appuntamenti. Il primo, mercoledì 16 marzo dalle 12 alle 13, presso la scuola di Prato Cesarino, mentre il giorno successivo, giovedì 17 marzo dalle 10 alle 11, Aidan Zingel e Tommaso Rinaldi  saranno alla scuola Bellardini del quartiere Collina dei Pini. Un mix tra cultura e sport che torna a far incontrare i giovani di Cisterna con i grandi campioni della pallavolo che vestono la maglia della Top Volley nella massima serie del campionato italiano di SuperLega Credem Banca. Emanuela Pagnanelli (Assessore Sport e Scuola comune di Cisterna): “Sono molto soddisfatta di questo progetto perché oltre a valorizzare le competenze linguistiche dei ragazzi fornisce un momento di confronto diretto con l’aspetto umano dei nostri campioni della Top Volley e fa emergere le caratteristiche umane cui i ragazzi devono tendere. Questi campioni che hanno speso la loro vita per una passione e che con sacrificio, dedizione, lavoro di squadra, rispetto delle regole sono arrivati al successo devono essere presi come modello cui ispirarsi più che i vari influencer, i blogger o i rapper.  Il messaggio che deve essere trasmesso è che arrivare al successo significa impegnarsi, crederci e non mollare mai”. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    La missione di Sassuolo: in viaggio verso l’Ucraina per portare 14 profughi in Italia

    Di Redazione Fare, nel proprio piccolo, qualcosa di concreto per testimoniare la propria vicinanza alla popolazione ucraina. È con questa volontà che Carmelo Borruto, presidente del Volley Academy Sassuolo ha deciso di organizzare un viaggio ai confini con l’Ucraina per portare in Italia 14 persone scappate dalla guerra. “La scorsa settimana al telegiornale – racconta Borruto – ho visto un servizio in cui si parlava di due ragazzi partiti alla volta della Polonia con un pullmino per portare in Italia dei profughi e da lì un pensiero mi ha colpito: se quello che sta succedendo ora in Ucraina, succedesse a noi, sicuramente vorremmo che qualcuno facesse per noi quello che i ragazzi del servizio del telegiornale stavano facendo. E da lì si è accesa quella sensazione, quella consapevolezza che siamo nati per aiutare il prossimo. Avendo quindi la possibilità di usufruire della struttura organizzativa e logistica Idea Volley Academy – perché questo è un progetto che il Volley Academy Sassuolo realizza con Idea Volley – ho chiesto ad alcune persone la loro disponibilità ad intraprendere questo viaggio ai confini dell’Ucraina per recuperare donne e bambini e toglierli da un campo profughi, da una situazione veramente disastrosa e fare, nel nostro piccolo, qualcosa per aiutare qualcuno“. Due pulmini societari con a bordo il presidente Borruto, coach Maurizio Venco e il dirigente Giuseppe Cataldo partiranno quindi domani mattina all’alba alla volta del confine tra Romania ed Ucraina, con l’obiettivo di raggiungere la meta in serata: fondamentale la collaborazione con l’Associazione Europea Italia Ucraina Maiden e con la sua vicepresidente Nataliya Dyachenko, responsabile della sezione di Reggio Emilia, che si è occupata di tutte le questioni logistiche e burocratiche relative all’accoglienza dei profughi una volta in Italia. “È un piccolo gesto – conclude Borruto – che però ci rende molto fieri e credo possa fare capire come il Volley Academy vive lo sport. La nostra è una Società Sportiva che lavora sui giovani e lavorare sui giovani vuol dire anche aiutare gli altri: era doveroso fare qualcosa per aiutare chi in questo momento si trova così in difficoltà, sperando che questa terribile e drammatica situazione possa finire il prima possibile“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Passione Volley – Amici delle Farfalle: “Troppi palazzetti vuoti, speriamo che il pubblico torni”

    Di Agnese Valenti Continua il nostro viaggio nel mondo del tifo pallavolistico, organizzato e non, alla scoperta di un punto di vista fondamentale ma troppo spesso trascurato (specialmente in queste ultime stagioni) sul nostro sport preferito. Storia, idee e problemi delle tifoserie d’Italia in una serie di interviste esclusive. Questa volta a rispondere alle nostre domande è Andrea Bastaroli, responsabile degli Amici delle Farfalle, gli storici supporter della Unet E-Work Busto Arsizio. Ci può raccontare com’è nato il vostro gruppo? “Il gruppo nasce nel 2008: un paio di ragazzi hanno pensato di organizzare delle trasferte per seguire la squadra. Da lì ci siamo allargati, e negli anni successivi siamo molto cresciuti. Siamo partiti da poco, una semplice maglietta bianca con scritto ‘Amici delle Farfalle’: a mano a mano ci siamo organizzati meglio, con un direttivo, e abbiamo raggiunto anche le 500 unità. Siamo aumentati in numero e con coreografie sempre più impegnative e grandi. Attualmente dopo questi due anni di Covid, che sono stati una bella botta, abbiamo fatto un nuovo tesseramento a gennaio (era sospeso negli anni in cui siamo stati fermi) e siamo intorno alle 200-220 persone“. Foto Unet E-Work Busto A. Qualche ricordo particolare della sua attività da tifoso? “I momenti più belli sono stati quelli passati in compagnia. È sicuramente l’aspetto più bello. Il nostro principio è quello di essere come una famiglia: abbiamo persone di tutte le età! Un esempio sono i miei figli: la più piccola ha due mesi, 5 anni il medio e 22 anni la più grande. Fanno tutti parte della tifoseria. Abbiamo anche persone di 75-80 anni. Il nostro target di età è molto ampio: l’importante per noi è divertirci! La parte più bella sono le trasferte in bus: oltre la partita ovviamente, si passa del tempo insieme sul pullman, dove si mangia, si ride, si scherza… è sicuramente il momento più divertente. Ovviamente ci sono le partite, dove si va a tifare per la squadra, ed è anche quella una parte bellissima: c’è l’amore per la maglia, ci spostiamo con i megafoni, le bandiere, le coreografie. È un bel daffare, ci vuole lavoro ma anche tanta passione“. Foto Unet E-Work Busto A. Come si vive il tifo nella pallavolo? Trova che ci siano delle differenze con gli altri sport? “Io seguivo la pallacanestro, e mi sono reso conto che il tifo è differente. La pallacanestro maschile era più un tifo “da stadio”: invece, almeno nella pallavolo femminile, non c’è ancora questo genere di tifo. Io preferisco questo! È un tifo sano: ci può essere lo striscione goliardico e ironico, ma rimane nell’ambito del rispetto delle altre persone e delle altre tifoserie. In più, come tifoseria organizzata abbiamo sempre cercato di attirare anche le famiglie: il nostro tifoso è la famiglia! Nell’ambiente della pallavolo le famiglie sono sempre le benvenute“. Ha già citato le difficoltà legate al Covid-19: come avete vissuto il periodo della pandemia e la lontananza dai palazzetti? “È stato molto duro: oltre a seguire la nostra squadra, noi come tifoseria amiamo divertirci, ci piace stare insieme anche fuori dai palazzetti. Ci è mancato proprio il poter stare insieme. Per sostenere la squadra abbiamo tentato di tutto, addirittura delle ‘trasferte virtuali’, come se si organizzasse una trasferta normale, giusto per creare qualcosa per tenere unite le persone. Siamo andati un paio di volte, a fine 2020, fuori dal palazzetto a salutare le ragazze che avevano raggiunto la qualificazione alla Champions League: ma è mancato il contatto con la squadra. È stato difficile“. Foto Amici delle Farfalle Quali sono i principali problemi che devono affrontare i tifosi, al di là della pandemia? “Potrei scriverci un libro (ride, n.d.r.)! Abbiamo già pubblicato un comunicato in occasione delle Final Four di Roma, indirizzato alla Lega Volley. Dal quarto di finale, giocato il 3 gennaio, alle semifinali a Roma, organizzare in soli 5-6 giorni una trasferta, in cui bisogna stare almeno due giorni lontani da casa, con alberghi e tutto… posso assicurare che non è una cosa semplice! Specialmente quest’anno, con il periodo peggiore della pandemia in corso, la gente preferiva non spostarsi. Abbiamo fatto trasferte per la Coppa Italia anche con 200/250 persone, e trovare un albergo che andasse bene per tutti, un autobus e tutta l’organizzazione in pochissimi giorni è davvero molto difficile. Già di per sé la pandemia aveva invogliato la gente a non andare: in più abbiamo giocato i quarti a causa di alcune positività a Scandicci, appena due giorni prima delle Final Four. Alla fine abbiamo deciso di non andare come tifoseria organizzata, ma molti sono andati ‘privatamente’, per conto loro: per l’organizzazione di una manifestazione importante come le Final Four bisogna tenere in considerazione almeno una ventina di giorni di differenza tra quarti di finale e semifinali. Le tifoserie, in questi grandi eventi, sono anche parte dello spettacolo. Inoltre il posticipo della domenica sera, trasmesso su Sky, è impraticabile soprattutto per le squadre che sono in trasferta: è davvero una bastonata, in particolare se hai un bel po’ di chilometri di percorrere. Facendo tante trasferte, abbiamo anche notato che in alcuni palazzetti sono aumentati i prezzi dei biglietti: se la pallavolo è lo sport delle famiglie, dovresti invogliare le famiglie ad andare a vedere le partite. Se bisogna pagare biglietti o abbonamenti per una famiglia intera, diventa quasi impossibile sostenerne le spese, specialmente in questo periodo. Non capisco poi il meccanismo di tenere il costo del biglietto alto, e magari il palazzetto mezzo vuoto: a questo punto è meglio abbassare il prezzo! Non vorrei ci si avvicinasse sempre di più al calcio, con una maggiore disponibilità di partite in televisione o altre piattaforme: questo può invogliare meno persone ad andare al palazzetto. Il calcio se lo può permettere, perché ha un altro movimento di persone, ma la pallavolo, avendo meno seguito, si dà la zappa sui piedi“. Foto Amici delle Farfalle Pensa ci possa essere un allontanamento dei tifosi? “Io, che ho seguito quasi tutte le partite della UYBA, ho visto molti palazzetti vuoti quest’anno. Può essere anche che la gente abbia paura, a causa della pandemia, però spero che una volta passato questo periodo la gente ricominci a tornare nei palazzetti. Anche perché vedere le partite dal vivo è tutta un’altra cosa rispetto a guardarle in televisione! Se devo seguire su RaiSport l’anticipo del sabato sera di altre due squadre ovviamente, per amore della pallavolo, lo vedo volentieri: ma la mia squadra non riesco a seguirla in televisione, devo sostenerla dal vivo! Mi auguro che per il prossimo campionato ci siano delle idee per riempire i palazzetti come una volta. Bisognerebbe venire incontro ai tifosi, a coloro che vogliono venire a vedere la partita: ci dovrebbero essere più incentivi dalle società. Penso anche agli sponsor che vogliono investire: non ha senso investire in un posto deserto. Vedere il palazzetto pieno è tutta un’altra cosa!“. 1° PUNTATA – I Sirmaniaci (continua) LEGGI TUTTO

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    Unet E-Work Busto Arsizio, dall’Ucraina una storia di solidarietà

    Di Redazione Nel clima di grande difficoltà creato dalla guerra in Ucraina si inserisce una storia legata al mondo della pallavolo che porta un messaggio di speranza. È quella di Elena Colombo, dirigente della Unet E-Work Busto Arsizio, che nei giorni scorsi, insieme alla sorella Laura e ai genitori, ha intrapreso un viaggio coraggioso fino al confine polacco, dove è riuscita a riabbracciare la “sorella ucraina” Milana, con cui la famiglia aveva stabilito un legame già 15 anni fa ai tempi dei progetti legati ai “bambini di Chernobyl”. Grazie alla forza di volontà della dirigente bustocca e a un pulmino carico di generi di prima necessità, la missione è stata compiuta e ben cinque persone si sono messe in salvo oltre la frontiera di Medykan in Polonia: Milana e altri quattro parenti sono ora in viaggio per l’Italia. E non poteva mancare una foto con la maglia della UYBA, che la ragazza ucraina sostiene a distanza e per la quale fa il tifo anche al palazzetto in occasione delle visite nel nostro paese. (fonte: Unet E-Work Busto A.) LEGGI TUTTO

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    Giornata Nazionale Fiocchetto Lilla: Lega femminile contro i disturbi del comportamento alimentare

    Di Redazione La Lega Pallavolo Serie A Femminile e le società consorziate aderiscono, in collaborazione con la Federazione Italiana Pallavolo, all’undicesima Giornata Nazionale Fiocchetto Lilla. Una ricorrenza, celebrata il 15 marzo, che accende una riflessione sul tema dei disturbi del comportamento alimentare, per aiutare chi sta lottando contro anoressia, bulimia, obesità e tante e nuove forme di D.C.A. – Disturbi del Comportamento Alimentare. L’obiettivo dell’iniziativa è sensibilizzare l’opinione pubblica, ed i giovani in particolare, verso queste patologie che utilizzano il corpo come mezzo per comunicare un disagio ben più profondo. Le atlete della vivo Serie A1 Femminile, in occasione delle gare di campionato del 12 e 13 Marzo, aderiranno alla giornata indossando un simbolico Fiocchetto Lilla. Ulteriori informazioni sull’iniziativa sono visibili sul sito www.ilfilolilla.it. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Volley 2.0, consegnate le borse di studio in memoria di Eddy Moschetti

    Di Redazione Sport e scuola. Un binomio che il Volley 2.0 ha unito in occasione della consegna delle borse di studio “La verità ti rende un uomo libero” istituite per onorare la memoria di Eddy Moschetti. Brigida, moglie di Eddy, durante la gara di serie B1 tra Enercom Fimi e Costa Volpino ha consegnato le borse di studio a sei atlete che hanno saputo unire, con ottimi risultati, l’attività sportiva con quella scolastica. Per la scuola primaria è stata premiata Livia Vendemiati. Per la scuola secondaria di primo grado sono state premiate Lavinia Rossetti e Vittoria Ricetti. Per la scuola secondaria di secondo grado il riconoscimento è andato a Giulia Bonarini, Gloria Pagani e Barbara Massone. Il presidente del Volley 2.0, Paolo Stabilini ha spiegato: “La perdita di Eddy è stata un trauma per tutti, ma oggi vogliamo ricordare il suo messaggio di speranza, la sua passione, la sua attenzione per lo sport e la cultura. E vogliamo dimostrare che lo sport è uno stimolo a fare bene a scuola, non un ostacolo; come dimostrano queste giovani, ma anche tante altre loro compagne di squadra che hanno un brillante rendimento scolastico”. Eddy Moschetti è stato uno dei punti di riferimento del Volley 2.0, società di cui ha condiviso i valori fondanti e in cui si è impegnato cercando di insegnare alle atlete che l’agonismo deve essere unito all’impegno negli altri aspetti della vita. Per questo la società ha pensato di istituire una borsa di studio con una delle frasi preferite del dirigente scomparso. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO