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    La pallavolo femminile piace anche sui social: in vetta alla classifica di engagement

    Di Redazione
    Dopo l’analisi dei dati della pallavolo maschile, anche la pallavolo femminile si conferma in vetta ai social. Oggi, su Il Sole 24 Ore, è uscita una nuova analisi sull’attività digital e social delle squadre di pallavolo femminile confrontate con calcio e basket. Nella serie A femminile il volley coinvolge i propri tifosi quanto lo fanno i fan del calcio e più di quelli del basket. A testimoniarlo è il rapporto medio engagement/follower della pallavolo femminile (1,45%) molto vicino a quello registrato nel calcio (1,47%), segue poi quello della pallacanestro (1,05).
    Come riporta il quotidiano, la pallavolo femminile è quella che produce volumi più alti in termini di seguaci. In testa in termini complessivi di numero di follower, la Unet E-Work Busto Arsizio che vanta 105mila “seguaci”. Bene anche la corazzata Conegliano, con 211mila interazioni prodotte negli ultimi due mesi. Chi, invece, riesce a coinvolgere di più i suoi fan, in proporzione al numeri di follower, è Cuneo con un rapporto pari a 2,26.
    La Banca Valsabbina Millenium Brescia si posiziona in quarta piazza nella Lega Pallavolo Serie A femminile, e in un’ottima ottava posizione generale, a discapito delle cugine del basket e di molti club di football rosa.
    «E’ un dato che indica la bontà del lavoro svolto al nostro interno – spiega Emanuele Catania, direttore generale Millenium – al di là della posizione in classifica il lavoro sul marketing è costante e sui social è fondamentale. Mi fa piacere che non venga analizzato solo il numero dei follower, poiché siamo una realtà giovane e in crescita, abbiamo un ottimo coinvolgimento dei nostri fan che è un dato importante per gli sponsor. E’ un premio per chi collabora con noi su questo aspetto e uno stimolo per fare ancora meglio. I progetti in cantiere sono ancora molti e facciamo il possibile, in un momento così complesso, per tenere coinvolti non solo i tifosi, per i quali ad esempio abbiamo aperto di recente un account TikTok, ma anche gli sponsor. Per questi ultimi abbiamo creato una “virtual lounge” dedicata su Telegram con contenuti esclusivi, aggiornamenti, rassegna stampa, sondaggi e molto altro. Se gli sponsor non possono venire nell’hospitality del palazzetto, portiamo noi l’hospitality da loro».
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    #salviamolosport a Striscia la Notizia. Il Comitato 4.0 ai microfoni di Staffelli

    Di Redazione
    L’appello #salviamolosport lanciato dal Comitato 4.0 viene raccolto anche da “Striscia la Notizia”. Questa sera ai microfoni dell’inviato del popolare show tv Valerio Staffelli, il Comitato lancia il grido di allarme delle 245 società sportive aderenti, che chiedono aiuti al governo e al parlamento per evitare il fallimento.
    Il Comitato 4.0 ha coinvolto migliaia di atleti e lavoratori del settore sportivo con la campagna #salviamolosport. Oltre agli appelli sui social media e sulla stampa, nei giorni scorsi ciascuno dei club membri del Comitato 4.0 ha inviato ai ministri dello Sport, Vincenzo Spadafora, dell’Economia, Roberto Gualtieri e al presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini una lettera contenente la richiesta di aiuto con una lista di misure concrete necessarie per salvare le società sportive. Alle 245 lettere non è seguita la risposta delle istituzioni.
    La richiesta al Governo è che i club possano beneficiare di misure di sostegno alla liquidità e di poter dilazionare le scadenze fiscali e contributive. Per le società private degli incassi da botteghino il rischio fallimento è sempre più concreto.
    “Basta parole, promesse e dichiarazioni di impegno, ora ci vogliono atti concreti. Anche lo sport merita attenzione, non è solo agonismo ma un pezzo importante del sistema produttivo e sociale del paese, chiediamo al Governo una risposta ai club, agli atleti, ai lavoratori e alle loro famiglie che non vedono alcun futuro” ha dichiarato il Comitato 4.0.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Itas Trentino in posa per le foto ufficiali della stagione

    Di Redazione
    Mattinata di giovedì dedicata ad uno shooting fotografico per l’Itas Trentino alla BLM Group Arena. Il campo secondario da pallavolo per l’occasione è stato infatti allestito come un vero e proprio spazio di posa professionale ed è stato utilizzato per realizzare le foto ufficiali della stagione 2020/21.
    Gli scatti, effettuati da Raffaele Merler con l’assistenza di Daniele Mosna, saranno utilizzati per poster, book, sito internet, social network ma anche per soddisfare le richieste dei singoli sponsor.Durante le quattro ore di lavoro non sono mancati momenti più leggeri, con i giocatori che hanno dimostrato di saper stare al gioco, mettendosi simpaticamente in mostra davanti all’obiettivo.
    In serata, sempre alla BLM Group Arena, è poi stata svolta l’unica seduta della giornata, totalmente incentrata su tecnica e tattica, che ha consentito allo staff di portare avanti il programma di preparazione in vista del match di domenica contro Piacenza.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    La Bolla di Valeria Papa: Paolo Rossi, un fiore troppo presto sciupato

    Di Redazione
    Nuovo appuntamento con La Bolla di Valeria Papa, giocatrice della Roma Volley Club Femminile. Argomento di questo episodio, la dipartita di Paolo Rossi.
    La recente scomparsa di Paolo Rossi ha toccato il mondo intero e riunificato ancora una volta la nostra nazione sotto la sua bandiera, contribuendo a far riscoprire un forte sentimento di italianità, anche se questa volta legata a un tragico evento. La sua morte ha riportato al centro dell’attenzione l’estate che rappresentò l’apice della sua carriera: quella dei mondiali del 1982 in Spagna. Questo evento fa parte, ormai da un certo tempo, della mia vita perché argomento della Tesi di laurea alla quale sto lavorando.
    Ogni giorno rivivo le emozioni di quelle partite attraverso gli occhi di tre scrittori, inviati come giornalisti sportivi: leggendo le loro cronache e ascoltandone i ricordi mi proietto sulle tribune degli stadi spagnoli. Come tutti gli italiani, nati dopo quegli eventi, ho sentito parlare degli eroi di Spagna ’82, tanto frequentemente da identificare le loro persone con quelle di campioni da sempre, indiscussi e indiscutibili, immortalati nelle loro foto sorridenti da album di figurine con la maglia azzurra. Leggendo le cronache di quei giorni ho scoperto il grande campione che ha risvegliato in una nazione intera l’orgoglio di essere italiani, ma soprattutto ho conosciuto un piccolo spaccato dell’uomo che si cela dietro al mito e di cui tanto in questi giorni si è detto. Ho sempre sentito parlare delle sue reti, delle sue esultanze e dell’amore che una nazione intera gli ha dimostrato per tutto questo, ma poco conoscevo della sua storia personale. Sono rimasta particolarmente colpita e mi ha appassionato il modo in cui ha raggiunto un risultato così incredibile, che dimostra quanto, nello sport come nella vita, sia fondamentale trovare una persona che creda in te sempre e comunque, come fece con lui Enzo Bearzot, l’allora ct della nazionale italiana.
    L’opinione pubblica, durante tutto il pre-Mondiale, era stata infatti fomentata da un giornalismo incattivito e decisamente critico che, in seguito all’opaca prima fase a gironi giocata dall’Italia, ne aveva individuato la principale causa nelle deludenti prestazioni del suo bomber, che la maggior parte della stampa dava ormai per finito. Era arrivato a quei Mondiali dopo due anni di squalifica per le vicende legate al caso del calcio scommesse, ma Bearzot aveva deciso di convocarlo ugualmente e aveva continuato a confermare la sua titolarità nonostante un avvio di mondiale davvero deludente. I riflettori erano puntati su Rossi: ogni sua parola, ogni suo silenzio, un suo sorriso o un’espressione pensierosa venivano utilizzati dalla stampa per cercare di delineare il profilo di un giocatore «reclinante a volte come un fiore troppo presto sciupato», come lo aveva descritto Oreste del Buono dopo l’esordio contro la Polonia. Rileggendo le vicende del suo mondiale da atleta e non solo da tifosa ho trovato in lui una delle più belle storie di riscatto. Vittima prediletta degli haters, ante litteram, del suo tempo ha continuato a fare caparbiamente quello che meglio sapeva fare: giocare a pallone, celandosi con i suoi compagni dietro al primo silenzio stampa della storia del nostro calcio, senza dare così adito a ulteriori polemiche. Fu la prova, penso, più eclatante di come l’immagine dello sportivo possa subire crolli repentini e strumentalizzazioni, passando, nel giro di poche partite, da bersaglio prediletto a mito per eccellenza di tutte le generazioni a venire perché, gli anni possono passare, ma un vero mito non muore mai. Grazie Paolo.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO