consigliato per te

  • in

    Il Finale delle Finali

    Novak Djokovic classe 1987, n.5 del mondo – Foto Getty Images

    L’ultima sfida odierna delle Nitto ATP Finals di Torino determinerà l’attuale Maestro dei Maestri del tennis mondiale. Dopo la partita finale di doppio, con la vittoria degli ‘imbattuti’ Ram e Salisbury sulla coppia croata di Mektic e Pavic, è la volta del singolare, l’ultimo e il più atteso del torneo. Si affrontano Djokovic e Ruud, 2 degli 8 big mondiali che in questa settimana abbiamo visto giocare ai livelli più alti.
    I magnifici 8 non sono pistoleri, ma i loro colpi di racchetta, alcuni proiettili lanciati a velocità supersonica, hanno dato spettacolo, emozioni, divertimento. Di ognuno abbiamo visto la fatica e la resilienza, la frustrazione e la determinazione, l’intelligenza tattica e il lato più umano, perfino familiare. Come l’abbraccio festoso dei figli di Djokovic per la vittoria del papà; le bionde nonne di Ruud e la sua bionda fidanzata; la compagna influencer dell’acrobata Fritz; lo zio Tony nella panchina di Auger-Aliassime nel match con il nipote Rafa; l’invadente, calorosa famiglia di Tsitsipas; la panchina quasi vuota, senza famiglia, dei russi Medvedev e Rublev che soffrono la situazione di isolamento dovuta alla guerra, nei cui confronti Rublev consegna il suo grido “Peace, peace, peace, all we need”.Non miti, ma atleti pieni di umanità, con una straordinaria passione per l’antico gioco di origine regale.Novak Djokovic a Torino è giunto imbattuto fino in fondo, dopo un anno per lui durissimo, in cui non ha potuto giocare, come gli altri atleti, i tornei in Australia e negli USA e, pur vincendo Wimbledon, non ha ottenuto quei punti che probabilmente gli avrebbero conferito il titolo di numero uno.Il norvegese Casper Ruud, rappresentante della next gen che nell’ultimo anno ha dimostrato un talento notevole e in grande ascesa, è un atleta correttissimo dal gioco regolare e solido.Scattano, corrono, frenano, si allungano, martellano violentemente, smorzano soavemente, su un campo rettangolare di circa 8 metri per 23 che per un’ora e mezza diventa un palcoscenico mondiale, dove prevale la pressione strategicamente controllata e stringente del djoko.Il ‘vecchio campione trentacinquenne’, uno dei Big Three assieme a Roger e Rafa, è giovane dentro e vuole misurarsi e vincere con la nuova generazione e la nuova scuola. Il suo è l’atteggiamento mentale dell’uomo che si mette in gioco e si rinnova, accetta la sfida e varca nuovi confini superando i propri limiti, assetato di conoscenza e, nel caso di Nole, anche di record: l’aver atteso per 7 anni la gioia di questo trofeo, glielo rende ancora più dolce. Complimenti, Recordman!Gisella Bellantone LEGGI TUTTO

  • in

    Elogio del (Buon) Tennis

    Taylor Fritz nella foto – Foto Getty Images

    Tenez”(tenete!, prendete!): secondo un’etimologia largamente accettata, la parola tennis deriva dall’avvertimento che accompagnava il lancio della palla all’avversario. Erano tempi in cui ci si dava del lei, nella corte francese e negli ambienti aristocratici e dell’alto clero presso i quali, già dal Medioevo, si diffuse questo sport, praticato ancora senza racchetta, col lancio a mano. Un avviso, dunque, affinché la palla non colpisse il ricevitore sprovveduto o distratto. Questo stile signorile è il tratto che fin dalle origini contraddistingue il tennis. L’avversario deve avere il tempo per prepararsi a ricevere e rilanciare. “Tenez” è l’avvertimento del colpo, che si spera vincente, elaborato e costruito mentalmente affinché sia vincente.
    Mi piace pensare al tennis come a un dialogo tra due brave persone che discutono di politica o di religione: non la pensano allo stesso modo, ma si rispettano. Sono entrambi competenti nel loro campo, quasi sempre mossi da passione, amore. Nel dialogo l’uno si sforza di comprendere l’opinione dell’altro che ha dinanzi; deve leggere, capire il suo mondo, compenetrarsi nell’antagonista con cui sta disputando, e a cui alla fine stringerà la mano, complimentandosi, talvolta abbracciandolo come si fa con un amico.
    Piace il tennis, perché è un gioco umanissimo, che si pratica nei circoli frequentati da persone che si riuniscono nello stesso luogo per un comune interesse; un gioco in cui ci si affronta riconoscendosi uomini, entrambi con qualità e limiti. Il tennista cerca di individuare e superare i limiti propri, di capire quelli dell’avversario, senza mai sottovalutarlo. È un ‘gioco dialettico’ che richiede una rigorosa disciplina, una concentrazione straordinaria per studiare l’uomo che si ha di fronte e per trovare, attraverso svariati modi, la strategia efficace -l’argomentazione più stringente-, il colpo vincente -la parola più convincente. Non c’è una strada unica, perché davanti a sé il tennista ha ogni volta uomini diversi. Nel tennis non ci sono dogmi: l’atleta è libero di ricercare soluzioni, come chi argomenta esercita la propria libertà di pensiero. Giocare a tennis è infatti esplorazione continua di strade per giungere all’obiettivo; è studio, rinnovamento. Nel ‘dialogo’ fra i 2 che si fronteggiano le loro ‘parole’ -i colpi- risuonano nel silenzio, presupposto fondamentale in un dialogo in cui bisogna ascoltare l’altro con attenzione e concentrazione massima. Non può esserci un disturbo, un’alzata di voce, tantomeno frastuono da parte del pubblico, che deve riconoscere e assumere quello stesso stile. Si è soli nel tennis, l’unico con cui puoi dialogare non è un compagno di squadra che ti aiuta e sostiene, ma è il tuo avversario, che devi saper conoscere, compenetrandoti quasi, per entrare nel suo gioco, nella sua strategia. Non c’è sport che più del tennis spinga a comprendere la lingua della persona che si fronteggia, in un dialogo tra persone che acutamente devono saper ascoltare cosa l’altro sta dicendo, capire la sua lingua. Il buon tennista riconosce il valore altrui, ed è normale che alla fine della partita sia il vincente sia il perdente si complimentino reciprocamente e platealmente, prima di esprimere ogni altra considerazione.
    Gli improperi verso l’avversario e i gesti violenti e inconsulti nel tennis vengono sanzionati con penalità di varia entità. Per la regolarità vigila, dall’alto della sua sedia, un giudice che controlla e segna ogni punto, coadiuvato da numerosi giudici di linea: nessuno sport ne ha tanti, perché nessuno sport richiede un così alto livello di fair play, di stile. Lo sport solitamente più seguito, il calcio, esige un solo arbitro per 22 giocatori che si muovono in un ampio spazio di gioco. Nel modus ludendi del tennis la disciplina è strettamente unita alla signorilità e all’eleganza. Recentemente Corentin Moutet, giovane francese promettente, già multato, è stato espulso dalla Federazione Francese del Tennis per i suoi comportamenti scorretti sul campo. Il tennis include quindi la perfettibilità del giocatore anche attraverso la sanzione. È una palestra di vita, il tennis, un esercizio di perfezione.
    Rafael Nadal in una recente intervista, rilasciata alla fine della partita con l’americano Fritz nelle Finals di Torino, ha messo in luce che l’avversario non gli dava il tempo di pensare una tattica, i tempi del gioco erano troppo veloci per elaborare una strategia, il ritmo martellante gli rubava il tempo necessario per spostarsi nello spazio e conquistare la posizione da cui ribattere la palla, le accelerazioni erano superiori a quelle cui egli è abituato nel suo gioco. Con la sua acutezza, Nadal ha colto il cambiamento ‘epocale’ che sta avvenendo nel gioco del tennis. Un giocatore esperto, anzi espertissimo come lui, non può competere con la straordinaria potenza di colpi unita alla velocità spesso superiore ai 200 km orari, con la noiosa carrellata di aces che annulla lo scambio e riduce il gioco a un mero esercizio muscolare: la nuova tendenza del tennis.
    Il giocatore deve controbattere l’impulso aggressivo, violento e velocemente sorprendente dell’avversario e può farlo solo utilizzando la stessa violenza. Non è più un dialogo, uno scambio vivace e costruttivo d’idee, un civile dibattito, sia pur serrato o serratissimo: si tratta di turpiloquio in cui si impatta contro parole pesanti che sono devastanti proiettili, lanciati senza il tempo di un avviso, cui corrisponde, dall’altra parte, un meccanico ‘basculamento’ destra-sinistra del giocatore avversario. Non parole leggere, non più volée! Come tutte le cose umane, anche gli sport si adattano ai tempi: in tempi di crisi in cui l’uomo insegue il ritmo forsennato della macchina non c’è tempo per il gesto sorvegliato ed elegante; tutta la sua vita diventa una corsa trafelata, destinata allo scacco, perché il pensiero umano è lento, ha bisogno di tempo; l’uomo è lento per natura e accelerando il ritmo per imitare le macchine può solo creare stress e patologie al suo corpo e alla sua mente. Come testimoniano i troppi frequenti incidenti che costringono gli atleti a fermarsi per le necessarie cure psicofisiche. Nell’allenamento il modello non dovrebbe quindi essere la macchina, ma la stessa natura umana, che possiede ciò che alla macchina manca: creatività, sentimento, consapevolezza del limite. Quel limite che Roger Federer, che pure rappresenta il Tennis come esperienza religiosa, ha riconosciuto ed accettato. Perché il cammino del buon tennista, come quello di chiunque aspiri alla divina perfezione, è certamente una scala senza fine, ma percorsa da un uomo che ha un tempo limitato e risorse finite e che pure continua a scalare a perdifiato, fino all’ultimo scalinoGisella Bellantone LEGGI TUTTO

  • in

    I circoli tennis lombardi fanno squadra, per regalare un campo da tennis allo Zambia

    Due ragazzini giocano a tennis in una casa d’accoglienza a Ndola (Zambia): l’obiettivo della campagna è regalare alla struttura un campo regolamentare

    Il progetto è vivo già da mesi, ma la parte più importante viene adesso. Perché a breve, grazie ai 4.460 euro già raccolti – e devoluti – tramite la raccolta fondi online attivata da Damiano Saggioro, il desiderio di regalare un campo da tennis allo Zambia inizierà a prendere forma, con il via ai primi lavori di costruzione presso una casa d’accoglienza situata nella città di Ndola, 300 chilometri a nord della capitale Lusaka. È lì che nel 2019, quando lo stesso Saggioro era presidente del Tennis Desenzano, attraverso la onlus “Condivisione fra i popoli”, la quale finanzia il progetto di cooperazione internazionale Ciceketelo Youth Project, dal club in riva al Garda erano state inviate racchette, palline, abbigliamento tecnico e tanto altro, per permettere ai bambini di giocare a tennis con l’obiettivo di favorirne l’inserimento sociale e allontanarli dalla strada.
    “L’arrivo dell’attrezzatura per giocare a tennis – racconta il 40enne di Sirmione – aveva generato un enorme entusiasmo, ma poco dopo ci siamo resi conto che il campo multifunzionale sul quale i ragazzi praticano i vari sport era in condizioni pessime per il tennis. Così, data la presenza di un terreno di fronte alla casa d’accoglienza, è nata l’idea di finanziare la costruzione di un campo in cemento”. Dei 10.000 euro fissati come obiettivo ne sono stati raccolti quasi metà, grazie al sostegno di associazioni e aziende ma anche di tanti privati, e ora serve lo sprint decisivo, per raggiungere il traguardo e trasformare in realtà un progetto di non semplice realizzazione.
    Da lì l’ultima idea di Saggioro, che ha pensato di coinvolgere i circoli tennis di Brescia e Mantova, distribuendo delle cassette tramite le quali chiunque può effettuare una donazione. Possono bastare pochi euro da parte di ognuno, che poi ciascun circolo devolverà alla campagna di finanziamento collettivo. “È un modo – dice ancora Saggioro – per dare a tutti la possibilità di contribuire. Ogni circolo che parteciperà al progetto vedrà il proprio nome sui cartelli affissi sul campo che nascerà, come simbolo di ulteriore vicinanza”. L’iniziativa ha già coinvolto una quindicina di club: Gruppo Sportivo San Martino della Battaglia, Tennis Brema di Sirmione, Tc Ghedi, Tc Isorella, Brixia Tennis, i vari circoli gestiti dalla Emidio Rossi Tennis School, la Mutti & Bartolucci Tennis Clinic, il Tc Gazoldo e il Tc Bozzolo, più altre realtà che hanno dato il loro benestare all’iniziativa. “Si parla di tennis – continua Saggioro –, ma la gran parte dei fondi raccolti fino a qui arriva da realtà extratennistiche. Per questo ho pensato di provare a coinvolgere il più possibile anche i club, partendo da tante persone con le quali mi lega un rapporto d’amicizia, così da creare una piccola rete di solidarietà per vincere una sfida ambiziosa dalle preziose finalità sociali”. L’obiettivo è di allargare l’iniziativa a quante più realtà sportive possibile, quindi chiunque desideri contribuire sarà ben accetto. Nel frattempo, sulla piattaforma online Go Fund Me resta attiva la raccolta fondi online, alla voce “Un campo da tennis per i bambini dello Zambia”. LEGGI TUTTO

  • in

    Notizie dal Mondo: Chi vincerà più titoli nel 2022? Alexander Zverev dopo più di cinque anni perderà la top ten. Karatsev ritorna con il suo vecchio coach. Venus Wiliams in futuro potrebbe allenare

    Alexander Zverev nella foto

    Con solo il Masters 1000 di Parigi e le ATP Finals ancora da disputare, la lotta per lo status di giocatore con il maggior numero di titoli nel 2022 promette di scaldarsi fino alla fine della stagione. Carlos Alcaraz è solo al comando con cinque titoli vinti, quindi, la parità in vetta è uno scenario molto realistico per l’attuale numero uno del mondo.Subito dopo di lui ci sono i quattro candidati che hanno ancora una possibilità. Rafael Nadal, Novak Djokovic, Felix Auger-Aliassime e Andrey Rublev hanno quattro titoli conquistati ciascuno.

    Alexander Zverev, lontano dai campi di gioco dalla semifinale del Roland Garros, quando ha subito un grave infortunio contro Rafael Nadal, si prepara a lasciare la top 10 mondiale lunedì prossimo, quando i punti dell’ATP Masters 1000 di Parigi del 2021 (in cui è stato semifinalista), ma anche quelli delle ATP Finals (in cui è stato campione) saranno tolti dalla classifica.Il 25enne tedesco è nella top 10 mondiale dal 31 luglio 2017 e lunedì prossimo sarà il primo giorno in cui perderà questo status, più di cinque anni dopo.

    Il tennista russo Aslan Karatsev ha annunciato sui social media che il suo ex allenatore Yegor Yatsyk è tornato a far parte del suo staff: “Vorrei informarvi che ho ripreso a lavorare con Yegor Yatsyk. Quest’anno non è stato facile per me. Ho preso diverse decisioni sbagliate. Ora è tutto a posto e lavoreremo duramente per tornare al mio livello migliore”, ha detto Karatsev, che nel 2022 ha lavorato con Boris Sobkin. Yatsyk ha lavorato con Karatsev dal 2019 al 2021, aiutando il giocatore russo a raggiungere le semifinali degli Australian Open e a vincere due titoli ATP.

    La tennista americana Venus Williams è ancora attiva nel tennis, nonostante le poche presenze nei tornei del 2022. L’ex numero uno del mondo ammette a TennisUpTodate che le piace insegnare ai giovani a giocare a tennis: “Sono una persona che ama imparare e insegnare. Che ci crediate o no, mi piace insegnare il tennis ai più giovani. Adoro quel momento in cui gli occhi delle persone si illuminano e pensano: “Oh, ora ho capito”. Grazie a situazioni come questa, posso dire che mi piace molto allenare”, ha dichiarato Venus, che non gioca una partita ufficiale dall’ultimo US Open. LEGGI TUTTO

  • in

    Notizie dal Mondo: Nick Kyrgios vuole Novak Djokovic agli Australian Open. Bianca Andreescu si separa dal suo coach. Wozniacki di nuovo mamma. Monfils chiude la stagione. United Cup senza russi e bielorussi

    Nick Kyrgios nella foto – Foto GETTY IMAGES

    Nick Kyrgios non è timido quando si tratta di esprimere la sua opinione ed è molto chiaro sul dilemma delle autorità australiane se permetteranno a Novak Djokovic di giocare gli Australian Open 2023. Tanto che si è espresso con forza con parole riprese dai media australiani. “Spero che possa competere. Il tennis non può permettersi un’assenza come la sua, che sarebbe insostituibile. Novak è una delle ragioni per cui gioco a tennis e sarebbe molto difficile non vederlo qui. Credo che l’Australia lo accoglierà a braccia aperte”, ha dichiarato.

    Caroline Wozniacki ha dato alla luce il suo secondo figlio con l’ex giocatore di basket David Lee. La 32enne danese si è ritirata dal tennis a causa dell’artrite reumatoide e da allora il suo obiettivo è stato quello di creare una famiglia e di viaggiare per il mondo per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa malattia. Dopo la nascita del suo secondo figlio, chiamato James Wozniacki Lee, è chiaro che la vincitrice degli Australian Open 2018 è felice e si gode la sua nuova vita.

    Ultime notizie per Bianca Andreescu, una giocatrice che dalla vittoria agli US Open 2019 non è più riuscita a ritrovare la sua versione migliore. Dopo un anno e mezzo di collaborazione, la canadese e Sven Groeneveld hanno deciso di interrompere il loro rapporto professionale dopo non aver raggiunto praticamente nessuno degli obiettivi prefissati. A 22 anni, Bianca è in top 50 della classifica, ancora lontana dal posto che molti di noi pensano le spetti.

    Nelle ultime ore si è parlato molto della United Cup, la nuova competizione a squadre che si svolgerà a gennaio e che darà il via al nuovo calendario. Ciò di cui non si è parlato molto è la situazione dei russi e dei bielorussi, che saranno ancora una volta esclusi dalla manifestazione come punizione per la guerra che sta ancora infuriando con l’Ucraina. Non vedremo quindi personaggi come Medvedev, Kasatkina, Rublev e Sabalenka.

    Come previsto, Gael Monfils non tornerà a giocare in questa stagione. Dopo essere diventato padre per la prima volta, il francese ha dato forfait al Masters 1000 di Parigi-Bercy e ha annunciato sui social media che la sua stagione è giunta al termine. Ha tempo per allenarsi, prepararsi e tornare più forte nel 2023. Naturalmente, lo farà a quasi 37 anni e in posizioni prossime all’uscita dalla top 50. LEGGI TUTTO

  • in

    Nick Kyrgios chiude la stagione in singolare. Kei Nishikori in campo solo dal prossimo anno

    Nick Kyrgios nella foto – Foto GETTY IMAGES

    Nick Kyrgios ha deciso di porre fine (in singolare) alla migliore stagione della sua carriera, a causa dell’infortunio al ginocchio che lo ha colpito negli ultimi mesi e che gli ha già tolto la possibilità di accedere ai quarti di finale dell’ATP 500 di Tokyo, in Giappone, dove stava giocando ad un ottimo livello.
    Il 27enne australiano, campione del WTA 500 di Washington e finalista a Wimbledon, ha annunciato il suo ritiro dall’ATP 500 di Basilea la prossima settimana e dall’ATP Masters 1000 di Parigi-Bercy la settimana successiva, ma mantiene la sua intenzione di giocare le ATP Finals di Torino in doppio insieme al suo buon amico Thanasi Kokkinakis. Anche la partecipazione alle finals di Coppa Davis è improbabile, almeno in singolare.
    Kei Nishikori, ex top five mondiale e uno dei migliori giocatori al mondo dell’ultimo decennio, terminerà addirittura la stagione 2022 senza giocare un solo incontro ufficiale. Il giapponese, che si è sottoposto a un intervento chirurgico all’anca destra all’inizio dell’anno, non gioca dall’ottobre 2021 e il suo recupero è stato ritardato da piccoli problemi fisici e complicazioni mediche.Dopo aver posticipato il suo ritorno sui campi dall’estate all’autunno e essersi ritirato dall’ATP 500 di Tokyo perché preferiva un ritorno nei tornei Challenger, meno impegnativi, si è nuovamente infortunato in allenamento, questa volta a una caviglia, e non tornerà a competere fino al 2023.Il ritorno di Nishikori dovrebbe avvenire con l’aiuto del ranking protetto (e di molte wild card), come hanno fatto recentemente Dominic Thiem e Stan Wawrinka. LEGGI TUTTO

  • in

    Milos Raonic investe nel club dove ha iniziato a giocare a tennis

    Milos Raonic nella foto

    Milos Raonic non mette piede su un campo da tennis per giocare una partita dal luglio dello scorso anno, quando perse al secondo turno dell’ATP 250 di Atlanta. All’epoca era il numero 22 della classifica mondiale e una volta era tra i primi tre, ma ora è uscito dalla classifica e del canadese non c’è traccia. Tuttavia, Raonic è ritornato alla ribalta ma con il ruolo di investitore.
    Ora, il tennista 31enne ha deciso di farsi avanti come azionista del Tennis Club Canada, il club che lo ha visto nascere nel mondo del tennis. Raonic ha investito per costruire altri campi da tennis e ha spiegato cosa lo ha spinto a farsi avanti. “Quando avevo nove anni, Terry, il presidente e fondatore, è stato molto gentile e generoso con me. Mi ha persino detto di pagare meno della quota associativa mensile. I miei genitori non avrebbero potuto tenermi lì se non avesse preso quella decisione. Forse è per questo che sono dove sono oggi”, ha dichiarato, volendo ora restituire qualcosa. LEGGI TUTTO

  • in

    Chi sono i 10 tennisti più pagati al mondo? Federer continua a dominare, anche senza giocare

    Roger Federer nella foto – Foto Getty Images

    Roger Federer non gioca da oltre un anno e non vince titoli importanti da diversi anni, ma rimane il tennista più pagato al mondo con un ampio margine. Con contratti pubblicitari annuali che si aggirano intorno ai 90 milioni, Federer guadagna (ben) di più di Rafael Nadal e Novak Djokovic messi insieme, e gli altri due membri dei Big Three non sono nemmeno sul podio dei tennisti meglio pagati. Gli altri due posti sono occupati da donne: Naomi Osaka e Serena Williams. In evidenza l’ingresso di Emma Raducanu e Carlos Alcaraz, due giovani stelle del circuito, e si mantengono in top 10 anche Kei Nishikori e Venus Williams.
    I 10 TENNISTI PIÙ PAGATI NEGLI ULTIMI 12 MESI1 – Roger Federer, 90 milioni (0 in campo/90 fuori)2 – Naomi Osaka, 56,2 milioni (1,2 in campo/55 fuori)3 – Serena Williams, 35,1 milioni (0,1 in campo/35 fuori)4 – Rafael Nadal, 31,4 milioni (6,4 in campo/25 fuori)5 – Novak Djokovic, 27,1 milioni (7,1 in campo/20 fuori)6 – Emma Raducanu, 21,1 milioni (3,1 in campo/18 fuori)7 – Daniil Medvedev, 19,3 milioni (7,3 in campo/12 fuori)8 – Kei Nishikori, 13,2 milioni (0,2 in campo/13 fuori)9- Venus Williams, 12,0 milioni (0,03 in campo/12 fuori)10 – Carlos Alcaraz, 10,9 milioni (5,9 in campo/5 fuori) LEGGI TUTTO