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    Paura in NCAA, un giocatore crolla a terra durante una partita: compagni terrorizzati

    STATESBORO (STATI UNITI) – Attimi di panico durante una sfida di NCAA, il campionato universitario statunitense di Basket. Sono quelli che hanno vissuto i giocatori e gli spettatori presenti a 13′ dalla fine della sfida tra Old Dominion e Georgia Southern, quando Imo Essien (guardia della squadra della Virginia) è lentamente crollato a terra di fronte allo sguardo terrorizzato degli altri giocatori in campo.
    Il sospiro di sollievo
    Dopo il malore sono stati immediati i soccorsi in campo: “Imo Essien è stato valutato dallo staff medico di GA Southern – ha poi spiegato la Old Dominion University -. Ha risposto in ogni momento, è stato in grado di sedersi in panchina dopo la ripresa della partita ed è poi tornato a casa con i suoi compagni di squadra”. Dopo il grande spavento è arrivato così il sospiro di sollievo. LEGGI TUTTO

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    Un viaggio nell’universo del tennis nei college USA

    Beh Shelton

    C’è un universo parallelo a quello del circuito professionistico ed è l’universo del tennis dei college a stelle e strisce. Ogni anno centinaia di giovani tennisti da tutte le parti del mondo scelgono di intraprendere questa avventura che garantisce la possibilità di conciliare tennis ad alto livello e un percorso di studi universitario. A questo proposito è interessante constatare che negli ultimi anni la forbice fra i tennisti statunitensi e quelli “International” reclutati dai college si sia allargata a vantaggio dei secondi (nella divisione principale queste le percentuali: 37% contro 63%).
    Il sistema del tennis collegiale è piuttosto elaborato. Ci sono tre Division (I-II-III) e per ogni division tornei e campionati organizzati dall’ITA (Intercollegiate Tennis Association) e dalla NCAA (National Collegiate Athletic Association). I primi sono fondamentalmente concentrati nel periodo invernale e subiscono spesso la mancanza dei giocatori più forti, mentre la NCAA è l’evento primaverile per eccellenza dello sport statunitense.
    Il torneo individuale più importante è proprio quello NCAA che prevede per il vincitore una wild-card per il tabellone principale degli US Open, come sa bene Ben Shelton che quest’anno ha conquistato il titolo a spese del danese August Holmgren.
    I campionati a squadre fra college si disputano invece con una formula, a mio avviso, interessante. Si comincia con tre doppi in contemporanea di un set ciascuno. Il college che si aggiudica due doppi su tre si porta a casa il primo punto della sfida. Quindi si passa ai singolari. Scendono in campo contemporaneamente sei singolari e ovviamente ogni singolare vale un punto. Il college che complessivamente conquista quattro punti si porta a casa l’incontro. Ogni partita si gioca con la regola del No Adv sulla parità.
    La fase conclusiva del campionato NCAA è strutturata allo stesso modo della March Madness del basket collegiale ovvero un tabellone a 64 squadre per delineare le quattro semifinaliste che avranno diritto a giocare la Final Four. Quest’anno a trionfare è stata l’università della Virginia che ha battuto per 4-0 Kentucky con le vittorie in singolare di Inaki Montes, Gianni Ross e dell’ex giocatore ATP il ventottenne israeliano Bar Botzer.
    Una peculiarità dei campionati universitari nelle sfide a eliminazione diretta è il clinch/clinch ovvero nel momento in cui una delle due squadre vince il quarto punto, i singolari non conclusi (ricordo che cominciano in contemporanea) vengono interrotti ed è tipico quindi vedere i giocatori appartenenti alla squadra vincente (e qualche secondo prima impegnati nelle loro partite), lanciare le racchette per aria e correre a festeggiare il compagno che ha conquistato il punto decisivo, in rispetto della legge non scritta secondo la quale il proprio college conta più del proprio nome.
    All’inizio dell’articolo scrivevamo che il tennis professionistico e quello collegiale sono due universi paralleli, ma ovviamente quasi tutti i tennisti universitari coltivano il sogno del circuito ATP da inseguire o dopo aver completato il percorso di studi o in anticipo quando il proprio livello di gioco è tale da “costringere” a un cambio di programma in corsa. Come nel caso di Ben Shelton, di cui scrivevamo sopra, ventenne di Atlanta che in questa stagione è riuscito a raggiungere un doppio traguardo storico (l’ultimo a riuscirci prima di lui era stato Tim Mayotte nel 1981): diventare campione NCAA e conquistare la top 100 nell’arco di una stagione. Inevitabile quindi per lui la scelta di passare al professionismo a partire dal 2023 e abbandonare la carriera universitaria. Stessa decisione presa un paio di giorni fa dal prospetto di grande interesse Gabriel Diallo, canadese, ventuno anni, numero 229 del mondo.
    Shelton e Diallo si uniranno così alla schiera dei giocatori del circuito in uscita dai college negli ultimi anni. Nessun grande nome, ma numerosi buoni giocatori: Arthur Ryndernech, J.J. Wolf, Nuno Borges, Aleks Kovacevic, Borna Gojo, Alex Ritschard, Rinky Hijikata per considerare solo i top 200.

    Antonio Gallucci LEGGI TUTTO

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    NCAA femminile: subito in grande spolvero le italiane di St. John’s University

    Foto St. John’s Volleyball Di Redazione È iniziata negli USA una nuova stagione di volley universitario femminile, sempre più nel segno dell’Italia: continuano ad aumentare, infatti, le giocatrici italiane che tentano l’avventura (sportiva e scolastica) oltreoceano. Una vera e propria “colonia” italiana è la St. John’s University, dove la “veterana” Rachele Rastelli – protagonista, tra […] LEGGI TUTTO

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    USC regina del campionato NCAA per il secondo anno consecutivo

    Di Redazione La testa di serie numero uno del campionato NCAA di Beach Volley femminile, la USC (University of Southern California), si è assicurata domenica 8 maggio il secondo titolo nazionale consecutivo, il quinto titolo nella storia del programma universitario. Contro le californiane, che hanno chiuso la stagione con uno straordinario record di 37 vittorie e una sola sconfitta, nulla ha potuto la numero 4 del ranking Florida State (33-11), che ha ceduto in finale per 3-1. Protagonista indiscussa delle finali nazionali la lettone Tina Graudina, quarta alle olimpiadi di Tokyo. Foto USC Beach Per la seconda stagione consecutiva, la Loyola Marimount University di Reka Orsi-Toth ha concluso la sua stagione come una delle migliori squadre del campionato statunitense. Le Lions hanno aperto le danze sabato scorso con una importante vittoria su Georgia State, arrendendosi solamente di fronte alla finalista Florida State. LMU ha quindi concluso la stagione tra le top 4, risultato storico e ampiamente soddisfacente. Reka rientrerà presto in Italia per disputare numerose comeptizioni internazionali al fianco della sorella Viktoria. Stagione decisamente positiva anche per le italiane Pratesi, Bianchi e Mancinelli, che si sono affermate come capisaldi di Long Beach State e Florida International University. Una lunga estate sulla sabbia è in programma per Alice Pratesi, ormai veterana del campionato italiano e vincitrice di diverse tappe IBVC. Il Beach Pro Tour internazionale è invece pronto ad accogliere la coppia di punta spagnola formata da Alvarez-Moreno, duo che rappresenta la colonna portante della Texas Christian University, a sua volta presente alle NCAA Finals. LEGGI TUTTO

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    Beach Volley NCAA: Orsi Toth e Bianchi nel team All-American

    Di Redazione Al termine della fase di conference del campionato NCAA di Beach Volley femminile, ben due giocatrici italiane sono entrate nel team All-American, la squadra ideale del torneo. Dopo Federica Frasca e Margherita Bianchin, le prime italiane del beach a vincere questo riconoscimento, arriva anche il turno di Reka Orsi Toth (Loyola Marymount University) e Giada Bianchi (Florida International University). “Quest’anno ho fatto un grande passo avanti per quanto riguarda la mia crescita personale – ci spiega Reka, inserita nel first team All-American – credo che l’essermi prefissata degli obiettivi, collettivi e individuali, durante la preseason mi abbia tenuta ‘sul pezzo’ durante tutta la stagione“. Quest’ anno il primo round delle NCAA Finals sarà ad eliminazione diretta e per questo la LMU, fresca vincitrice della West Coast Conference, basa la filosofia del team su un approccio molto pragmatico: “Sarà molto importante essere presenti nel momento giusto, nonostante le distrazioni e le pressioni che normalmente si creano in eventi importanti come questo“. Grande soddisfazione anche per l’altra italiana Giada Bianchi, che entra a far parte del second team All-American. Nonostante FIU sia la grande assente di queste NCAA finals, Bianchi e Mancinelli hanno disputato la conference USA in modo sorprendente, cedendo solamente in finale contro Georgia State, e Giada è stata eletta tra le MVP del torneo. Sconfitta con onore per la Long Beach State University, dove milita Alice Pratesi. “The Beach” si arrende nella semifinale della Big West Conference disputatasi contro la favorita Hawai’i, università che ha poi vinto la finale e affronterà proprio la LMU di Orsi Toth nel primo round delle finali nazionali. Stagione da incorniciare per Pratesi, divenuta negli anni giocatrice di punta della LBSU. Grande vittoria per Carolina Ferraris, l’italo-brasiliana arruolata da Stetson e protagonista di diverse tappe del Campionato Italiano e vari eventi con la canotta dell’Italia. Ferraris e compagne hanno vinto la ASUN Conference e affronteranno UCLA (University of California, Los Angeles) nel primo round delle NCAA finals. LEGGI TUTTO

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    Ncaa, trionfa Kansas: storica rimonta su North Carolina

    NEW ORLEANS (USA) – Storica rimonta e quarto titolo nel campionato americano di basket universitario (NCAA) per l’Università del Kansas, che nell’emozionante finale di New Orleans (quasi 70mila spettatori alla Caesars Superdome) ha battuto quella della Carolina del Nord. Jayhawks in svantaggio di 15 punti (40-25) ma capaci di imporsi sui Tar Heels (72-69) con il difensore Ochai Agbaji che si è distinto con 12 punti ed è stato nominato miglior giocatore del torneo. L’imponente pivot David McCormack, autore di 15 punti, ha permesso a Kansas di passare (70-69) grazie ad un prezioso rimbalzo a 1’16” dal termine. Poi ha segnato due punti, dando a Kansas un vantaggio di 72-69 con 22,3 secondi sul cronometro. Il tentativo di pareggio da tre punti di Caleb Love, sulla sirena, ha mancato il bersaglio. “Ero negli spogliatoi all’intervallo e sorridevo ai miei compagni di squadra, pensavano che fossi pazzo – ha raccontato McCormack, 22 anni -. Ho detto: ‘Ehi, adesso usciamo di qui per il secondo tempo e ci stiamo divertendo, stiamo facendo ciò per cui siamo nati, ciò che ci ha portato a questo momento’. E lo abbiamo fatto”. L’ultimo titolo universitario di Kansas risaliva al 2008.  LEGGI TUTTO

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    Ncaa, Kansas fa festa: North Carolina battuta in rimonta

    NEW ORLEANS (USA) – Trionfo dell’Università del Kansas che nell’emozionante finale di New Orleans (quasi 70mila spettatori alla Caesars Superdome) batte in rimonta quella della Carolina del Nord e conquista il suo quarto titolo nel campionato americano di basket universitario (Ncaa). Jayhawks in svantaggio di 15 punti (40-25) ma capaci di imporsi sui Tar Heels (72-69) con il difensore Ochai Agbaji che si è distinto con 12 punti ed è stato nominato miglior giocatore del torneo. L’imponente pivot David McCormack, autore di 15 punti, ha permesso a Kansas di passare (70-69) grazie ad un prezioso rimbalzo a 1’16” dal termine. Poi ha segnato due punti, dando a Kansas un vantaggio di 72-69 con 22,3 secondi sul cronometro. Il tentativo di pareggio da tre punti di Caleb Love, sulla sirena, ha mancato il bersaglio. “Ero negli spogliatoi all’intervallo e sorridevo ai miei compagni di squadra, pensavano che fossi pazzo – ha raccontato McCormack, 22 anni -. Ho detto: ‘Ehi, adesso usciamo di qui per il secondo tempo e ci stiamo divertendo, stiamo facendo ciò per cui siamo nati, ciò che ci ha portato a questo momento’. E lo abbiamo fatto”. L’ultimo titolo universitario di Kansas risaliva al 2008.  LEGGI TUTTO

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    Ncaa, Banchero non basta a Duke: in finale ci va North Carolina

    DURHAM (Stati Uniti) – Paolo Banchero mette a referto 20 punti e 10 rimbalzi nella semifinale Ncaa fra Duke e North Carolina, ma non basta: nell’ultima partita in carriera di coach K, che chiude dopo 47 anni e 1202 vittorie, sono i Tar Heels a spuntarla 81-77 e a staccare il pass per la finale di New Orleans in programma lunedì notte: è Caleb Love a regalare il successo a North Carolina, con 28 punti ma soprattutto con la tripla finale che mette in ghiaccio la partita. North Carolina sfiderà Kansas, che nell’altra semifinale ha superato 81-65 Villanova. LEGGI TUTTO