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    Francia: il Cannes è solo al comando, altra impresa del Cambrai

    Di Redazione
    Undicesima giornata al gran completo e ricca di sorprese nella Ligue A francese. Al comando, sia pure con una partita in più rispetto alle rivali, resta solo l’AS Cannes: i Dragoni escono vincitori per 2-3 (25-21, 25-27, 25-17, 25-27, 13-15) dalla battaglia sul campo dello Chaumont e approfittano della sconfitta del Tourcoing, che cede con un secco 3-0 (25-17, 26-24, 25-20) al Montpellier Castelnau. Nella battaglia tra argentini stavolta ha la meglio Ezequiel Palacios (12 punti e il 65% in attacco), anche se Agustin Loser è ancora protagonista con 16 punti e 3 muri.
    Cade anche il Tours VB, vittima sul campo amico del sempre più sorprendente Cambrai: alla vigilia del girone di Champions League contro Civitanova e Perugia, la squadra di Henno si fa sorprendere da Gonzalo Quiroga (20 punti) e compagni, che la scavalcano anche in classifica issandosi al quarto posto. Da segnalare inoltre il ritorno alla vittoria dello Stade Poitevin, che batte per 3-0 il Nantes Rezé (25-21, 25-21, 28-26) con 13 punti di Giacomo Raffaelli, e del Paris, che si impone per 3-1 sul campo dello Spacer’s Toulouse.
    (fonte: Lnv.fr) LEGGI TUTTO

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    Elizabet Inneh-Varga, la grande speranza dell’Ungheria

    Di Alessandro Garotta
    La pallavolo ha una storia relativamente giovane, i movimenti nazionali che più l’hanno nutrita hanno avuto alti e bassi nei circa 120 anni della sua esistenza, ma quasi nessuno di loro è davvero scomparso. Quasi nessuno ha vissuto un declino tale da non poter essere più considerato competitivo per decenni in un torneo internazionale. Tra le pochissime eccezioni troviamo l’Ungheria. 
    Magari qualcuno ricorderà la selezione femminile ungherese di Ágnes Torma, Éva Sebők-Szalay e Gyöngyi Bardi-Gerevich a cavallo degli anni ’70 e ’80, proprio come si fa con le civiltà perdute e le epoche storiche così lontane nel tempo da risultarci indecifrabili. L’ultima volta che questa Nazionale si è qualificata alle Olimpiadi era il 1980 e non era stato ancora introdotto il sistema 5-1 (un solo alzatore); l’ultima volta che si è spinta fino al podio europeo era il 1983 e non era ancora crollato il muro di Berlino.
    Negli ultimi trent’anni, però, il paese ha praticamente smesso di produrre grandi talenti, come se avesse all’improvviso disimparato una cosa che gli riusciva con naturalezza. Ma oggi c’è una nuova speranza: si chiama Elizabet Inneh-Varga, è l’opposta del Fatum-Nyíregyháza e un giorno sogna di vestire la maglia dell’Ungheria per riportarla sulla mappa del volley mondiale. Prima, però, deve attendere che si risolva la contesa tra la Federazione magiara e quella della Romania, paese in cui è nata e che rivendica la sua nazionalità sportiva. Nel frattempo, la giovane giocatrice si è espressa in esclusiva ai microfoni di Volley NEWS. 

    Ci racconti qualcosa di lei. Chi è Elizabet Inneh Varga? 
    “Sono una ragazza di 21 anni, nata a Budapest, e cresciuta tra la capitale ungherese e Oradea in Romania. Sono un po’ timida con le persone che non conosco, ma allo stesso tempo molto cordiale. Cerco di essere sempre diligente e dare il massimo in tutto quello che faccio, soprattutto per quanto riguarda la pallavolo“. 
    Come ha scoperto il suo talento per il volley? 
    “Ho iniziato a giocare a 11 anni, dopo aver provato un sacco di altri sport, come l’atletica, la pallamano e il basket; però, il volley aveva qualcosa di speciale e mi piaceva di più. Da quel momento la mia passione è diventata più grande giorno dopo giorno. Ricordo bene i miei primi tornei, la prima volta a vedere una partita delle ‘grandi’ di A2 al palazzetto, ma soprattutto ricordo che non mi perdevo le partite trasmesse in TV per nulla al mondo: ammiravo quelle giocatrici e il mio sogno era di diventare brava come loro. Così ho cominciato a prendere la pallavolo molto seriamente e non mi sono mai fermata“. 
    È considerata un grande talento: per lei è uno stimolo a fare sempre meglio? 
    “Sicuramente fa piacere questa buona considerazione, ma io cerco sempre di dare tutta me stessa indipendentemente dalla partita o dagli stimoli esterni“. 
    Come mai non è ancora stata convocata nella selezione ungherese? C’è una ragione particolare? 
    “Il mio percorso come giocatrice è iniziato in Romania e al momento la mia Federazione di Origine è quella rumena; tuttavia, spero presto di avere l’onore e l’opportunità di rappresentare il mio paese natale, l’Ungheria“.  
    Qual è la sua migliore qualità quando è in campo? E dove crede di poter migliorare?
    “Sono una persona molto positiva, quindi cerco sempre di sostenere e aiutare le mie compagne, mettendo la squadra prima di tutto. Penso di avere grandi margini di miglioramento in tutti i fondamentali, senza dimenticare che l’aspetto mentale è altrettanto importante: a volte, mi capita di innervosirmi troppo prima delle partite, ma per fortuna sto imparando a gestire queste situazioni“. 
    Questa è la sua quarta stagione al Fatum Nyíregyháza. Come si trova e quali sono le sue sensazioni dopo questa prima parte di campionato ungherese? 
    “Sono molto contenta di far parte di questo club: qui ho trovato una seconda famiglia e vissuto tanti bei momenti. Per quanto riguarda il campionato, abbiamo avuto un buon avvio e siamo al secondo posto, avendo perso solo una volta. In generale, c’è grandissimo equilibrio, con tante squadre dello stesso livello: ogni partita è interessante e avvincente“. 
    Qual è stato il momento più bello della sua carriera finora? 
    “Conservo nel mio cuore tanti ricordi positivi legati alla pallavolo, ma se proprio dovessi sceglierne qualcuno direi le vittorie della Coppa di Ungheria con la mia squadra nel 2018 e nel 2019. In quelle occasioni ho provato emozioni indescrivibili“. 
    Dove si vede tra cinque anni? 
    “Ora è difficile da dire, ma senza dubbio farò del mio meglio per fare più strada possibile nel prosieguo della mia carriera“. 
    Un sogno nel cassetto? 
    “Il mio sogno più grande è arrivare a giocarmi un titolo in una fase finale di una competizione internazionale o un campionato importante“.  LEGGI TUTTO

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    Cina: cade ancora il Guangdong nella prima giornata dei quarti

    Di Redazione
    Si è aperta ieri in Cina la terza fase della Superleague femminile: le 8 squadre qualificate sono suddivise in due gironi da 4 con partite di sola andata (le restanti 5 si affrontano in un ulteriore girone per il nono posto). Nella prima giornata non ha deluso le attese il big match tra Liaoning e Guangdong Evergrande: ancora una volta la squadra di Rabadzhieva e Robinson si è dovuta arrendere al tie break (25-16, 21-25, 18-25, 25-19, 20-18) malgrado i 24 punti della statunitense. Il Liaoning ha fatto la differenza a muro con 18 block vincenti, portando 5 giocatrici in doppia cifra.
    Nello stesso girone il Tianjin è già solo al comando grazie al 3-0 (25-19, 25-10, 32-30) sullo Zhejiang: come al solito, sotto i riflettori Li Yingying (23 punti) e Zhu Ting (19). Nessuna sorpresa nel gruppo B, in cui si sono imposte le favorite: lo Jiangsu ha piegato lo Shandong per 3-0 (25-22, 25-16, 25-16) con 19 punti di Gong Xiangyu, mentre lo Shanghai ha avuto la meglio per 3-1 (25-9, 25-16, 18-25, 25-18) su un Beijing spaesato malgrado la presenza di Dixon tra le titolari. 21 i punti di Louisa Lippmann e 17 quelli messi a segno da Jordan Larson.
    Oggi giornata di pausa, domani si riprende con due big match (Tianjin-Liaoning e Shanghai-Jiangsu): questa fase si concluderà mercoledì 9 dicembre con la definizione degli abbinamenti delle semifinali.
    (fonte: CVA) LEGGI TUTTO