consigliato per te

  • in

    F1, l'affondo di Mazepin: “Cancel culture contro la Russia”

    ROMA – Dopo esser stato licenziato dalla Haas, Nikita Mazepin non si arrende. BBC News lo ha intervistato e il figlio dell’oligarca Dmitry Mazepin, proprietario dell’Uralkali, ha detto: “Sono contro queste misure. Forse questo non è il momento giusto per sottolineare certe cose ma, se guardiamo la situazione nel complesso, quello che sta accadendo agli atleti russi è una forma di cancel culture contro il mio Paese”, le sue parole. Mazepin ha infatti fondato l’associazione “We Compete As One”, per sostenere gli atleti russi colpiti dai provvedimenti del Comitato Olimpico internazionale.
    Mazepin sul conflitto
    Parole che fanno rumore quelle del pilota russo, determinato a tornare a correre in futuro. Mazepin, inoltre, ha detto la sua anche sulla guerra in Ucraina sottolineando la volontà di non prendere posizione: “Anche per me è molto doloroso guardare ciò che arriva dal conflitto. Sono un essere umano e voglio vivere in un mondo dove ci sia la pace. Ma voglio essere franco: rischio grosso se parlo a riguardo, dunque ho scelto il silenzio”, ha detto concludendo Mazepin. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Mazepin attacca: “Russia vittima di cancel culture”

    ROMA – Nikita Mazepin, pilota russo licenziato dalla Haas, torna a far sentire la propria voce. Il figlio dell’oligarca Dmitry Mazepin, proprietario dell’Uralkali, ha infatti rilasciato un’intervista a BBC News dove ha detto: “Sono contro queste misure. Forse questo non è il momento giusto per sottolineare certe cose ma, se guardiamo la situazione nel complesso, quello che sta accadendo agli atleti russi è una forma di cancel culture contro il mio Paese”, le sue parole. Mazepin ha infatti fondato l’associazione “We Compete As One”, per sostenere gli atleti russi colpiti dai provvedimenti del Comitato Olimpico internazionale.
    Le parole di Mazepin
    Parole che fanno rumore quelle del pilota russo, determinato a tornare a correre in futuro. Mazepin, inoltre, ha detto la sua anche sul conflitto tra Russia e Ucraina sottolineando la volontà di non prendere posizione: “Anche per me è molto doloroso guardare ciò che arriva dal conflitto. Sono un essere umano e voglio vivere in un mondo dove ci sia la pace. Ma voglio essere sincero: ci sono grossi rischi a parlare a riguardo, dunque ho deciso che non ne farò parola” conclude il russo. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Steiner: “Mazepin? Per licenziarlo non l'ho chiamato”

    ROMA – La Formula 1 ha già salutato Nikita Mazepin, pilota russo della Haas. Tuttavia, se all’inizio la FIA aveva garantito al pilota russo di correre per il Mondiale, dichiarandosi però neutrale e allineandosi alla linea della Federazione che condanna ufficialmente l’invasione della Russia, il team statunitense è subito passato alle maniere forti. Il licenziamento di Mazepin è stato fulmineo e Günther Steiner, team principal della Haas, rivela ai tedeschi di “RTL”: “L’ho fatto solo scrivendogli, non ho parlato con lui, ma andavano tratte le conclusioni”.
    Le parole di Steiner
    La Haas a Mick Schumacher affiancherà Kevin Magnussen, chiudendo così un cerchio che la Formula 1 ha iniziato a tracciare lo scorso 24 febbraio, quando cioè è iniziata quella che Putin continua a chiamare “operazione militare speciale”. Ora però Steiner guarda avanti: “Le ultime due o tre settimane sono state abbastanza sfiancanti, ma il peggio dovrebbe essere alle spalle. È stata una decisione complicata, anche per sotto l’aspetto legali. Era difficile comunicargli a voce una notizia simile. Ma le circostanze sono così come sono e né io né lui possiamo cambiarle. Bisogna conviverci e andare avanti”, ha detto, concludendo, il team principal altoatesino. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Steiner ammette: “Non ho chiamato Mazepin per licenziarlo”

    ROMA – La crisi internazionale che ha investito l’Ucraina ha fatto sì che in Formula 1 si iniziasse a riflettere sulla compatibilità o meno della presenza di Nikita Mazepin in pit-lane. Se però inizialmente la FIA aveva assicurato al pilota russo la partecipazione al Mondiale, dichiarandosi neutrale e allineandosi alla linea della Federazione che condanna ufficialmente l’invasione della Russia, la Haas è subito passata alle maniere forti. Il licenziamento di Mazepin è stato fulmineo e Günther Steiner, team principal della Haas, rivela ai tedeschi di “RTL”: “L’ho fatto solo scrivendogli, non ho parlato con lui, ma andavano tratte le conclusioni”.
    Le conclusioni di Steiner
    La Haas a Mick Schumacher affiancherà Kevin Magnussen, chiudendo così un cerchio che la Formula 1 ha iniziato a tracciare lo scorso 24 febbraio, quando cioè è iniziata quella che Putin continua a chiamare “operazione militare speciale”. Ora però Steiner guarda avanti: “Le ultime due o tre settimane sono state abbastanza sfiancanti, ma il peggio dovrebbe essere alle spalle. È stata una decisione complicata, anche per sotto l’aspetto legali. Era difficile comunicargli a voce una notizia simile. Ma le circostanze sono così come sono e né io né lui possiamo cambiarle. Bisogna conviverci e andare avanti”, ha concluso il team principal del team statunitense. LEGGI TUTTO

  • in

    Formula E, Giovinazzi: “Tornare in F1? Penso a fare bene qui”

    ROMA – Antonio GIovinazzi, lasciata la Formula 1, ha firmato un contratto con il team Dragon Penske Autosport per correre in Formula E. Il pilota pugliese, dopo essersi lasciato alle spalle (almeno per ora) l’esperiezna in Alfa Romeo, sembra concentrato sul suo obiettivo: “È vero che il futuro è importante, anche prepararlo e capire cosa si vuole, ma – spiega Giovinazzi ad “Adnkronos” – senza un buon presente il futuro non è bello. Per adesso mi concentro sul fare bene in Formula E. Se farò bene anche qui, ne uscirò come un pilota più completo”.
    Le parole di Giovinazzi
    “Onestamente anche la tempistica che ti dà la Formula E – ha continuato il pugliese – è importante, perché abbiamo iniziato a fine gennaio e finiremo ad agosto e potremo poi avere quasi 2-3 mesi per capire se è stata un’esperienza positiva o se c’è una strada migliore. Per ora mi concentro per fare bene qui e dopo agosto capirò cosa è meglio”. Il pilota di Formula E parla da Roma, dove è in corso in un incontro in vista del prossimo E-Prix di Roma ad aprile e su quanto sta avvenendo in Ucraina. “Questa situazione che stiamo affrontando adesso non è bella, non è giusto che muoiano bambini e innocenti. Anche in Formula E, come in tutti gli sport, farà la sua parte per un mondo migliore”, ha detto, concludendo, Giovinazzi. LEGGI TUTTO

  • in

    Formula E, Giovinazzi: “Tornare in F1? Voglio fare bene qui”

    ROMA – Antonio Giovinazzi si prepara alla nuova avventura. Il pilota pugliese ha infatti firmato un contratto con il team Dragon Penske Autosport per correre in Formula E. L’ex Alfa Romeo sembra concentrato sul suo obiettivo, e allontana le voci di un ritorno in Formula 1: “È vero che il futuro è importante, anche prepararlo e capire cosa si vuole, ma – le parole di Giovinazzi riportate dall’agenzia “AdnKronos” – senza un buon presente il futuro non è bello. Per adesso mi concentro sul fare bene in Formula E. Se farò bene anche qui, ne uscirò come un pilota più completo”.
    Sulla guerra in Ucraina
    “Onestamente anche la tempistica che ti dà la Formula E – ha continuato il pugliese – è importante, perché abbiamo iniziato a fine gennaio e finiremo ad agosto e potremo poi avere quasi 2-3 mesi per capire se è stata un’esperienza positiva o se c’è una strada migliore. Per ora mi concentro per fare bene qui e dopo agosto capirò cosa è meglio”. Il pilota di Formula E parla da Roma, dove è in corso in un incontro in vista del prossimo E-Prix di Roma ad aprile e su quanto sta avvenendo in Ucraina. “Questa situazione che stiamo affrontando adesso non è bella, non è giusto che muoiano innocenti e bambini. Sono sicuro che anche in Formula E come in tutti gli sport si farà il massimo per avere un mondo migliore”, ha concluso Giovinazzi. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Mazepin: “Ho perso il mio sogno”. Il russo fonda un'associazione per gli sportivi esclusi

    ROMA – La Formula 1 chiude le porte a Nikita Mazepin. L’ormai ex pilota russo della Haas, infatti, è stato appiedato dal team statunitense nei giorni scorsi, nonostante la FIA gli avesse concesso la possibilità di correre da atleta neutrale. “Dalla scuderia meritavo più supporto. Non sussisiono ragioni legali per interrompere il contratto. Dopo l’apertura della FIA speravo di correre, ma poi è cambiato tutto. Ho perso il sogno per cui ho lavorato per 18 anni”. Le parole di Mazepin che fanno seguito a quelle dell’Uralkali, pronta a chiedere i danni alla Haas.
    Mazepin dà il via a “We Compete As One”
    Mazepin, però, non si è limitato a fornire la propria versione ma è andato oltre, annunciando la nascita di “We Compete As One”, una fondazione che mira a supportare tutti quegli atleti esclusi dalle competizioni internazionali perché russi o bielorussi. Il progetto, sostenuto dalla Uralkali, si contrappone così all’iniziativa sociale della Formula 1 “We Race As One”, che sensibilizza piloti, tecnici e tifosi sulla disparità di trattamento nei confronti di quelle etnie vittime di discriminazione razziale. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Mazepin: “Meritavo più supporto da Haas”. E annuncia una fondazione per gli atleti esclusi

    ROMA – Nikita Mazepin non potrà correre il mondiale di Formula 1 2022. Il pilota russo della Haas, infatti, è stato appiedato dal team statunitense nei giorni scorsi nonostante la FIA avesse concesso la possibilità al pilota russo di correre da atleta neutrale. “Dalla scuderia meritavo più supporto. Non sussisiono ragioni legali per interrompere il contratto. Dopo l’apertura della FIA speravo di correre, ma poi è cambiato tutto. Ho perso il sogno per cui ho lavorato per 18 anni”. Le parole di Mazepin che fanno seguito a quelle dell’Uralkali, pronta a chiedere i danni alla Haas.
    Da Mazepin una fondazione per gli atleti esclusi
    Mazepin, però, non si è limitato a fornire la propria versione ma è andato oltre annunciando la nascita di “We Compete As One”, una fondazione che mira a supportare tutti quegli atleti esclusi dalle competizioni internazionali perché russi o bielorussi. Il progetto, sostenuto dalla Uralkali, si contrappone così all’iniziativa sociale della Formula 1 “We Race As One”, che sensibilizza piloti, tecnici e tifosi sulla disparità di trattamento nei confronti di quelle etnie vittime di discriminazione razziale. LEGGI TUTTO