Di Roberto Zucca Il suo mondo, il suo aplomb, forse anche quel suo sorriso così pieno di significato, lo collocano nell’universo dei pallavolisti a metà tra il bohemien e il naif. A rappresentare Maxwell Holt è quel silenzio ricolmo di tutto che spezza l’aria e l’intervista con una fragorosa risata nel momento in cui il suo cuore è toccato da qualcosa che lo emoziona o lo imbarazza. Questo suo mondo ha una costante, fatta di suoni, di una chitarra, di una musica che non fa scomparire nulla ma lascia inalterato il resto: “La musica è parte della mia vita. È stata mamma fin da piccolo a farmi ascoltare Ella Fitzgerald, i Beatles. Da lì ho fatto dei percorsi, anche personali, in cui l’ho messa davanti a molte fasi della mia vita”. Ho letto che voleva diventare una rock star? “Esagerato! Suonare mi piace, anche cantare. In realtà mi piace anche produrre i suoni. So che il discorso sembra complesso, ma la musica mi piace a 360 gradi. Quindi da grande non so cosa farò, ma sicuramente qualcosa che avrà a che fare con la musica”. Il produttore? “Sì, scriva produttore. Negli Stati Uniti, mi raccomando (ride, n.d.r.)” L’Italia dove la mettiamo? “L’Italia è la mia seconda casa, è un posto incantevole nel quale vivo benissimo. Per darle la misura di quanto amo questo paese, le dico che durante il lockdown ho scelto di non tornare a casa negli Stati Uniti subito, come hanno fatto i miei compagni, e ho deciso di trascorrere qui quel periodo“. Foto Vero Volley Monza L’attaccamento a Modena è testimoniato da un messaggio di arrivederci molto emozionante. “Mi hanno accolto come se fossi un ospite di riguardo, e molti di loro come se fossi un figlio. Sono stato amato, coccolato e ho ricambiato con tutto l’affetto possibile. Sono stati anni bellissimi, in cui pallavolisticamente e umanamente sono cresciuto tanto”. Il suo arrivo a Monza è coinciso con la stagione più importante del Vero Volley. “È una squadra molto buona nella quale mi trovo molto bene. Abbiamo raggiunto un risultato storico per la società, ovvero la semifinale scudetto, e faremo di tutto per andare avanti in questa serie. Perugia è una squadra ostica che ha al suo interno degli ottimi elementi. Ma anche noi abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti”. Effettivamente a Monza si respira quell’aria da “non ci fermiamo qui”… “Beh, è esattamente come dice lei. Abbiamo voglia di andare avanti, ma soprattutto crediamo di poterlo fare. Aver centrato la semifinale è stato importante, ma non era un punto di arrivo. Personalmente è stato un anno in cui ho vissuto delle fasi di up e down fisico, ma ora sto bene e voglio dare il contributo a questa squadra”. È stato un anno molto particolare. Era mai stato per così tanto tempo lontano dalla famiglia? “Ho avuto la fortuna per poter trascorrere un po’ di tempo prima di riprendere l’anno in Ohio con la mia famiglia e mio fratello Sam. Ho respirato l’aria di casa, dell’America e sono ripartito. La mia vita è così da molti anni. L’importante è trovare quell’aria di casa ovunque io vada”. L’America è cambiata molto. Si ricorda il suo messaggio il giorno dopo le elezioni del 2016? “Sì! Avevo detto che avrei voluto sposarmi in Italia e prendere la cittadinanza! Sono stati quattro pesanti, ma ora fortunatamente politicamente c’è stato un buon risultato. E io comunque non mi sono ancora sposato!”. In compenso nella sua vita è arrivata Viv. “Il mio cane! Lo scorso anno Totò Rossini mi ha portato a vedere un allevamento, ci ho pensato poco, e nel giro di un giorno ho deciso di prenderla con me. È stato un gesto fondamentale, anche perché è una medicina contro qualsiasi cosa. Credo che chiunque ha degli animali possa comprendere quanto possano cambiare la vita in meglio. Se non ci fosse stata lei, durante questi mesi di isolamento mi sarei sentito davvero solo”. LEGGI TUTTO