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    Humbert critica la riforma dei Masters 1000: “Una decisione senza senso”

    Ugo Humbert nella foto – Foto Getty Images

    Ugo Humbert non usa mezzi termini nel criticare la recente riforma dei tornei Masters 1000. In un’intervista a Tennis Majors, il tennista francese ha espresso il suo forte dissenso verso l’estensione di questi tornei a due settimane.
    “L’ATP non va mai nella direzione dei giocatori,” ha dichiarato Humbert. “La più grande assurdità è aver portato i Masters 1000 a due settimane. È estenuante. Ci dicono che guadagniamo di più, ma non è vero: abbiamo il doppio delle spese dovendo restare il doppio del tempo.”Il tennista francese ha poi sottolineato le conseguenze negative di questa decisione: “Si infortunano molti più giocatori. Anche per gli spettatori televisivi è complicato: non si capisce chi gioca e quando. È tutto una questione di denaro per l’ATP, ma non dovrebbe essere solo questo il criterio.”
    Le parole di Humbert si aggiungono al coro di voci critiche verso una riforma che sembra privilegiare gli interessi commerciali rispetto al benessere dei giocatori e alla qualità dello spettacolo.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Il record di Zverev nei Masters 1000, importante ma…

    Alexander Zverev (foto Getty Images)

    Alexander Zverev a Roma 2024 ha ritrovato il successo in uno dei tornei maggiori dopo il gravissimo infortunio patito a Roland Garros 2022, la rottura di ben sette tendini della caviglia. C’ha messo mesi a rientrare e buona parte del 2023 a ritrovare un’ottima forma. Sul rosso del Foro Italico  quest’anno il tedesco è stato il più forte, alzando il 22esimo trofeo in carriera e secondo agli Internazionali dopo quello vinto nel 2017 a soli 20 anni.
    Per Zverev il titolo romano è il sesto Masters 1000 in carriera (da quando esiste la categoria, 1990). Questo successo gli vale un primato eccellente ma… non totalmente invidiabile. Infatti Sasha diventa il tennista aver vinto più tornei Masters 1000 senza aver ancora vinto uno Slam. In questa speciale classifica con 6 M1000 supera Marcelo Rios (5), Andrei Medvedev (4), Thomas Enqvist, Stefanos Tsitsipas e Nikolay Davydenko a quota 3.

    📊 Les joueurs qui ont remporté le plus de titres en Masters 1000 sans avoir remporté de Grand Chelem :🇩🇪 Alexander Zverev – 6 titres ⬆️🇨🇱 Marcelo Rios – 5 titres🇺🇦 Andrei Medvedev – 4 titres🇸🇪 Thomas Enqvist – 3 titres🇷🇺 Nikolay Davydenko – 3 titres🇬🇷 Stefanos Tsitsipas -… https://t.co/Vb7WGVRudB
    — Jeu, Set et Maths (@JeuSetMaths) May 19, 2024

    Questa la lista dei Masters 1000 vinti dal tedesco in carriera:
    Roma (2017)
    Open del Canada (2017)
    Madrid (2018)
    Madrid (2021)
    Cincinnati (2021)
    Roma (2024)
    A questi trofei vanno aggiunte anche due edizioni delle ATP Finals, 2018 (Londra) e 2021 (Torino). Tuttavia manca ancora lo Slam. Una sola finale disputata da Zverev, US Open 2020, rimontato clamorosamente da Thiem dopo esser stato avanti due set a zero. Per uno Zverev recuperato fisicamente, sarà il 2024 l’anno buono per alzare il primo Major e… togliersi da questa lista di prestigio ma un po’ scomoda?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Decimo Masters 1000, sauditi e Premier Tour: l’ATP comunica che nessun accordo è stato raggiunto

    Una vista del complesso saudita di Riyadh

    Con un approfondimento abbiamo analizzato le varie questioni sul tavolo che stanno animando il dibattito sul futuro della stagione tennistica: l’ipotesi del Premium Tour voluto dagli Slam (in particolare Tennis Australia), la volontà dei fondi sauditi (PIF) di entrare con sempre maggior forza nel tennis accaparrandosi il decimo Masters e WTA 1000, da creare nel prossimo futuro, l’intenzione di arrivare ad una maggiore integrazione tra i circuiti maschili e femminili, con la pressante richiesta da parte dei giocatori di avere una off-season più lunga (due mesi). Questi solo alcuni dei temi, importantissimi poiché comporterebbero grandi ripercussioni sulla gestione dello sport a livello globale.
    Il 25 aprile è uscita una voce secondo la quale sarebbe arrivata la fumata bianca per la prima novità: l’ok di ATP e WTA alla creazione dal 2027 del decimo Masters 1000, in Arabia Saudita nella prima settimana dell’anno, con la conseguente sconfitta di Craig Tiley di Tennis Australia e di fatto l’accantonamento del progetto del Premier Tour guidato dagli Slam. Infatti non avrebbe senso la creazione di un nuovo mille qualora si arrivasse a una totale rivoluzione dell’annata con un nuovo super tour guidato dagli Slam. L’ATP attraverso una nota ufficiale ha seccamente smentito quest’indiscrezione.

    We are aware of reports in the media claiming that a decision has been reached concerning a 10th ATP Masters 1000 tournament. We would like to clarify that these reports are inaccurate. No decisions have been made and any updates will be communicated at the appropriate time.
    — ATP Tour (@atptour) April 25, 2024

    “Siamo a conoscenza di notizie apparse sui media secondo le quali sarebbe stata presa una decisione riguardo al decimo torneo ATP Masters 1000. Vorremmo chiarire che questa notizia non è vera. Non è stata presa alcuna decisione ed eventuali aggiornamenti verranno comunicati al momento opportuno” si legge nella nota.
    Continueremo a seguire la vicenda, che per la sua enorme complessità e importanza ha bisogno di tempi molto lunghi prima di arrivare a una sua definizione.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    L’Arabia Saudita punta forte sul tennis: sempre più vicino un nuovo Masters 1000 nel calendario ATP-WTA all’inizio del Gennaio 2025. Sacrificata United Cup?

    L’Arabia Saudita punta forte sul tennis: sempre più vicino un nuovo Masters 1000 nel calendario ATP-WTA all’inizio del Gennaio 2025

    Il mondo del tennis sta vivendo una vera e propria rivoluzione finanziaria grazie all’imponente ingresso in campo dell’Arabia Saudita. Dopo aver assicurato le NextGen Finals, che faranno il loro debutto nel paese alla fine di questa stagione, e avendo quasi in tasca le WTA Finals a partire dal prossimo anno, il regno saudita non si ferma e punta a un ulteriore colpo da maestro: l’aggiunta di un nuovo evento Masters 1000 nel circuito maschile.
    Le trattative sono in corso e sembra che vi sia una concreta apertura da parte degli organi dirigenti del tennis maschile a contemplare questa novità nel calendario. Se le intenzioni dovessero concretizzarsi, a partire dal 2025, il panorama tennistico assisterebbe alla nascita del primo Masters 1000 saudita. Questo torneo, che si prefigura come un evento “combined” con un WTA 1000, potrebbe essere inserito nella prima settimana di gennaio, concludendosi una settimana prima dell’inizio dell’Australian Open.
    La creazione di questo nuovo torneo potrebbe però segnare la fine della United Cup, competizione introdotta nel calendario soltanto nel 2023. Questo cambiamento di rotta dimostra un chiaro segno di come le dinamiche economiche influenzino fortemente il calendario internazionale del tennis, ridefinendo le tradizioni e forse, in questo caso, mettendo fine ad eventi significativi.
    Inoltre, il 2025 si prospetta come un anno di grandi trasformazioni per il calendario ATP. Seguendo l’esempio di Madrid, Roma e Shanghai, che già quest’anno hanno ampliato la loro durata a due settimane, anche i prestigiosi Masters 1000 di Cincinnati e del Canada si evolveranno per offrire più spazio di gioco e intrattenimento. Una mossa, questa, che potrebbe rivelarsi un boomerang: da un lato aumenta l’attrattiva e l’esperienza per giocatori e fan, dall’altro rischia di appesantire un calendario già molto denso, mettendo alla prova la resistenza e la forma degli atleti.
    Quel che è certo è che il tennis come lo conosciamo sta cambiando volto, e l’Arabia Saudita sembra decisa a diventarne uno dei protagonisti principali, cambiando forse per sempre l’assetto dei tornei e l’approccio al gioco. Resta da vedere come reagiranno i fan e i giocatori a queste innovazioni, e quali effetti avranno sullo sport a lungo termine.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Thiem: “Gli Slam restano il massimo, ma gli altri tornei sono sotto stimati”

    Dominic Thiem

    Dominic Thiem è stato il grande assente agli ultimi US Open. L’austriaco non ha potuto difendere il titolo 2020 per via dei gravi problemi al polso che l’hanno costretto ad una lunga e difficile riabilitazione, forzando la chiusura anticipata della sua travagliata stagione.
    Dominic ha parlato ad Eurosport di vari temi, soffermandosi su come a suo dire il valore dei tornei Masters 1000, ma anche ATP 500 e 250, sia sottovalutato. Vincere sul tour è molto difficile, per tutti, anche nei tornei considerati – a suo dire – ingiustamente minori.
    “Non so com’era 20 anni fa, ma da quando sono diventato professionista, se è vero che i tornei del Grande Slam sono molto importanti dall’altro tutti sanno, e noi giocatori in primis, quanto sia difficile vincere sul tour ATP. È difficile vincere un Masters 1000, un ATP 500 o anche un ATP 250, ancor più le Finals di fine stagione. Credo che in effetti questi tornei siano sottovalutati”.
    Continua Thiem nel suo pensiero: “I Grandi Slam esistono da anni e anni, c’è una tradizione fortissima intorno a loro, questi sono i quattro tornei più importanti al mondo e lo resteranno. Molte persone che non sono particolarmente appassionate di tennis lo sono diventate o possono diventarlo guardando proprio i tornei del Grande Slam. Sono davvero così speciali, per questo capisco la mania che c’è intorno ai quattro Slam, ma dobbiamo anche saper apprezzare gli altri tornei che sono molto difficili da vincere e per noi giocatori restano importanti”.
    L’austriaco ha dovuto ingoiare più di un boccone amaro nel 2021: “New York sarà sempre speciale per me: lì ho vinto il mio primo titolo del Grande Slam, e ho sempre amato New York come città. Di solito negli Slam le persone sono simpatiche, c’è un’atmosfera unica. Questi sono i più grandi tornei della stagione per noi, quindi vogliamo esserci sempre. Allo stesso modo mi è dispiaciuto non giocare a Wimbledon quest’anno, penso che questo sia il primo che mi sono perso da diversi anni. Ho provato di tutto per giocare ma devo pensare alla mia salute, al mio polso, voglio tornare in campo al meglio per ricominciare a vincere”.
    Sembra che il lungo processo di riabilitazione dell’austriaco sia procedendo, anche se più lento del previsto e di quel che lui sperava. Del resto il polso è una delle parti del corpo più delicate per un giocatore, sia a livello meramente funzionale che di sensazioni alla ripresa dell’attività. La sua tabella di marcia vede la trasferta australiana come possibile rientro, gli auguriamo che i tempi siano, stavolta, rispettati. Potrebbe essere un gennaio 2022 segnato dai grandi rientri da parte dei molti giocatori che hanno chiuso anticipatamente l’annata, da Nadal in giù.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Le prime 4 teste di serie in semifinale a Cincinnati, non accadeva in un 1000 dal 2012. E negli Slam?

    Andrey Rublev oggi a caccia del primo successo su Medvedev

    Medvedev vs. Rublev, Tsitsipas vs. Zverev. Questo il responso dei quarti di finale al Masters 1000 di Cincinnati. Ci aspetta un altro episodio del derby moscovita, con la ghiotta occasione per Andrey di riscattarsi sull’amico Daniil, contro il quale non ha mai vinto sul ATP Tour (4-0 per Medvedev); e l’interessante sfida tra il tedesco e il greco, con Stefanos avanti 6-2 negli head to head. Il loro ultimo match è stato lottassimo, 5 set nella semifinale di Roland Garros, con vittoria per Tsitsipas.
    Vedremo in campo stasera la testa di serie n.1 (Medvedev) affrontare la n.4 (Rublev), e la n.2 (Tsitsipas) contro la 3 (Zverev), i quattro favoriti della vigilia sfidarsi tra di loro. Tutto secondo pronostico quindi? In teoria sì, ma … in realtà questa situazione che dovrebbe essere “la più probabile” non accadeva in un Masters 1000 addirittura dal 2012!
    Dobbiamo tornare al torneo di Shanghai di nove anni fa, quando si affrontarono i quattro favoriti del seeding: Federer (1) che affrontò Murray (3) e Djokovic (2) che sfidò Berdych (4). In quel torneo lo scozzese superò lo svizzero, ed il serbo il ceco, con il titolo che andò poi a Novak in un durissima finale terminata 5-7 7-6 (11) 6-3.
    Erano quindi ben nove anni che i primi quattro del seeding non arrivavano indenni alle semifinali di un Masters 1000. Nel torneo di “Cincy” questo non accadeva dal 2009 (Federer, Nadal, Murray, Djokovic). Cosa ci dice questo dato? In parte è frutto del caso, la bellezza dello sport in cui – per fortuna – i risultati non sono scontati. Dall’altra parte, indica che a livello M1000 c’è un discreto movimento e continui inserimenti verso l’alto di vari giocatori.
    E negli Slam? Quando è accaduto che le prime 4 tds sono arrivate tutte in fondo?
    A Wimbledon dobbiamo tornare al lontano 1995: Agassi (1) vs. Becker (3) e Sampras (2) vs. Ivanisevic (4). Vinse Pete su Boris.
    A Roland Garros invece accadde nel vicino 2019, quando le semifinali furono Djokovic (1) vs. Thiem (4) e Nadal (2) vs. Federer (3). La Coppa dei Moschettieri andò a Rafa, vincitore su Dominic.
    A US Open i 4 favoriti in semifinale arrivano nel 2011. Djokovic (1) vs. Federer (3) e Nadal (2) vs. Murray (4). Novak vinse il terzo Slam della sua annata top, in quattro set su Rafa.
    Agli Australian Open le prime 4 teste di serie si affrontarono nel 2013. Djokovic (1) vs. Ferrer (4) e Federer (2) vs. Murray. Alla domenica Novak superò Andy in quattro set.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Gaudenzi: “Un Masters 1000 su erba prima di Wimbledon mi piacerebbe”

    Il Presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano Times. Spicca un concetto molto interessante relativamente a quel che ritiene un calendario “ideale”: un torneo di categoria Masters 1000 su erba in preparazione a Wimbledon. “Personalmente mi piace molto l’idea di avere un torneo ATP Masters 1000 sull’erba prima di Wimbledon, idealmente nella […] LEGGI TUTTO

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    Nei Masters 1000 sul duro Hawk-Eye Live sostituirà i giudici di linea. E su terra?

    Il sistema Hawk Eye

    L’indiscrezione arriva da Simon Cambers, collega inglese collaboratore per molte testate internazionali. Secondo Cambers, l’ATP ha deciso di introdurre il sistema Hawk-Eye Live in tutti i Masters 1000 sui campi veloci al posto dei giudici di linea, per venire incontro ai protocolli anti-covid e ridurre il numero di persone presenti ai tornei.
    Il sistema è stato già ampiamente testato lo scorso anno: Hawk-Eye Live è stato utilizzato al posto dei giudici di linea per la prima volta sul tour ATP al Western and Southern Open (tenutosi a Flushing Meadows), quindi anche nello Slam della “grande mela” su 15 dei 17 campi in uso, con i giudici di linea presenti solo su Arthur Ashe e Louis Armstrong.
    Il passaggio, a suo modo storico, è dibattuto da molto tempo. C’è chi ancora non si fida molto del sistema, che è assai accurato ma non sicuro al 100%. Resta una “simulazione” elettronica, non c’è una evidenza empirica – come invece il rivale FoxTenn che funziona su telecamere ad altissima velocità che inquadrano senza ombra di dubbio il punto reale di impatto della palla sul terreno di gioco. Rari ma si sono verificati degli errori, con proteste veementi da parte dei giocatori defraudati.
    I tennisti sembrano accettare il cambiamento. Kevin Anderson (che in primavera sarà eletto Presidente del Player Council appena rinnovato) così si è espresso sull’argomento: “Ne abbiamo parlato (al Player Council), non sapevo ancora che fosse una decisione ufficiale su tutta la linea. Certamente sembra che le cose stiano andando in quella direzione. Il sistema funziona davvero, davvero bene. Penso che elimini completamente qualsiasi congettura. Questo tipo di automazione sta prendendo piede in tutto il mondo dello sport, in così tanti settori diversi. La decisione ha un senso, soprattutto in questo periodo. Dico che probabilmente il Covid sta accelerando il processo, perché riduce decisamente l’interazione umana, ma prima o poi si sarebbe arrivati a questo”.

    Lo scorso ottobre anche il n.1 Djokovic si era espresso a favore dell’introduzione di “occhio di falco” su ogni riga del campo: “Con tutto il mio rispetto per la tradizione e la cultura che abbiamo in questo sport, quando si tratta di persone presenti in campo durante una partita inclusi i giudici di linea, non vedo davvero un motivo per cui ogni singolo torneo in questa era tecnologicamente avanzata non debba usufruire del sistema che abbiamo avuto durante i tornei di Cincinnati e US Open. La tecnologia è così precisa, non c’è assolutamente alcun motivo per cui dover mantenere i giudici di linea in campo. È la mia opinione.” Alcuni ironizzarono sul fattaccio di New York, con Novak che colpì accidentalmente una giudice di linea, finendo squalificato… ma in realtà, il serbo si era espresso a favore del sistema già dopo i primi test – molto positivi – delle NextGen ATP Finals di Milano.
    Anche Daniil Medvedev si era espresso in modo convinto a favore del cambiamento: “Le abbiamo scoperte a Milano, il sistema è veloce, non commette errori, mi è piaciuto molto. In ogni altro sport ci sono innovazioni, il tennis non deve restare indietro. Un sistema come Hawk-Eye senza giudici rende le chiamate più giuste”.
    Si parla già del possibile avvento del sistema anche negli ATP 500 (all’inizio non tutti) e forse anche a Wimbledon, torneo da sempre molto attaccato alle tradizioni, ma in altri aspetti invece innovatore.
    E la terra battuta? Qua si entra in un ginepraio, tra i “modernisti” che chiedono a gran voce uniformità e la possibilità di richiedere una verifica, nonostante sul rosso resti il segno reale dell’impatto, e chi invece difende la tradizione, aggrappandosi sulla possibilità di verificare il vero segno della palla, rendendo inutile il sistema elettronico. L’ATP sta vagliando il da farsi, annunciando di aver introdotto per il 2021 un test di controllo elettronico delle chiamate (non Hawk-Eye) in sei tornei su terra battuta, due per ogni categoria. Non è stato tuttavia specificato in quali tornei i test saranno effettuati. Essendo solo 3 i 1000 su terra rossa, è molto probabile che questi test siano effettuati anche ai nostri Internazionali BNL d’Italia.
    Tra i giocatori che spingono per il sistema elettronico anche su terra, troviamo Dominic Thiem: “Sosterrei al 100% Hawk-Eye sulla terra battuta, penso che sarebbe giusto per tutti se Hawk-Eye fosse operativo anche sul rosso”. Roland Garros resta l’unico dei quattro Slam a non utilizzare un sistema di revisione elettronica, ma nell’edizione 2020 molti giocatori di alto livello hanno affermato con decisione che è arrivata ora di usarlo. Per quanto i francesi resteranno arroccati sulla tradizione?
    Non tutti sono d’accordo sull’introduzione su terra battuta. Tra questi l’ex giocatore australiano Paul McNamee, che scrive: “Devo dire… sulla terra battuta, sostituire l’uso del segno di palla visibile, molto preciso anche se imperfetto, con un altro sistema imperfetto che potrebbe essere in contraddizione con il segno della palla, porterà solo al caos”.
    Ultima domanda: quanto il tennis perderebbe dal punto di vista umano cancellando la figura del giudice di linea? C’è anche un piccolo aspetto pratico: molti Giudici di sedia iniziano il proprio percorso verso la direzione di un match dal giudicare una linea del campo.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO