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    Savino del Bene Scandicci, si comincia: “Sarà una stagione lunga e intensa”

    Di Redazione La Savino Del Bene Scandicci inizia la propria stagione con un allenamento nella nuova palestra pesi a disposizione della società. La squadra di Massimo Barbolini, senza le atlete impegnate in nazionale ovvero Ofelia Malinov, Elena Pietrini, Louisa Lippmann, Hanna Orthmann e le brasiliane Bia e Natalia, inizia la sua preparazione in vista del prossimo campionato.  Presenti a Scandicci 8 giocatrici della prima squadra: Letizia Camera, Marina Lubian, Sara Alberti, Benedetta Bartolini, Veronica Angeloni, Enrica Merlo, Ekaterina Antropova e Francesca Napodano. Aggregate anche le giovani Nikol Milanova, Princess Atamah, Lara Salvestrini e da domani Linda Cabassa. Atamah e Cabassa si alleneranno agli ordini di coach Barbolini in virtù della stretta collaborazione instaurata ormai da anni con il Volleyrò Casal De’Pazzi, mentre Salvestrini proviene dalla Nottolini Lucca, altra società partner di Savino Del Bene Volley. “Oggi è la prima giornata – ha detto il direttore sportivo Francesco Paoletti – ci ritroviamo per iniziare questa nuova stagione, diamo il benvenuto a tutte le atlete. Sarà una stagione lunga, intensa e ci vedrà impegnati nella terza coppa europea, la Challenge Cup, oltre a un campionato che si preannuncia equilibrato e combattuto“. “Si comincia con entusiasmo – ha dichiarato Massimo Barbolini – c’è una gran voglia di far bene. Quest’anno rispetto all’anno scorso è più normale; l’anno passato venivamo da uno stop lungo, quest’anno abbiamo ripreso i ritmi canonici. Alcune giocatrici hanno lavorato a casa, alcune sono in nazionale: è un inizio non al completo, ma è un’ ottima situazione perché dà modo allo staff di conoscere le giocatrici. In più, se ci mancano le giocatrici delle nazionali, significa che ne abbiamo diverse forti“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Barbolini: “Troppi errori, ma li commisi anche io”. Giani: “La VNL poteva aiutare”

    Di Redazione Come sia andata a finire per l’Italvolley maschile e femminile ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 ormai è cosa nota. Serve un cambio per trovare la giusta ripartenza anche in vista degli Europei, come affermato dal presidente della Federvolley Manfredi. A giudicare il percorso delle Nazionali sono anche i tecnici che sono stati sulla panchina azzurra, o che attualmente guidano squadre estere, come riporta La Gazzetta dello Sport. “Le sconfitte servono per pensare. È giusto starci male, ma l’Europeo ravvicinato può aiutare per ripartire. La finale manca dal 2009 e potrebbe essere la volta buona per tornare a giocarci un titolo. Guardando al rendimento forsei troppi errori non hanno aiutato la squadra. Ma questo stop non deve creare dubbi sull’ottimo lavoro svolto. In finale sono arrivate due squadre esperte con un’età media di 31 anni” afferma coach Barbolini, ex azzurro del femminile. “La Vnl per chi l’ha giocata ha dato indicazioni important. È un torneo che ti può aiutare a capire su cosa si può e si deve lavorare per migliorare. Un surplus a quello che puoi fare negli allenamenti. L’Italia ai Giochi ha faticato all’inizio con la battuta e poi ha avuto qualche problema fisico che non l’ha aiutata. Mi sono piaciuti molto Michieletto e Juantorena oltre a Galassi”, sono le parole del ct Giani, sulla panchina della Germania e di Modena. “Nella fase di avvicinamento alle Olimpiadi di Pechino scelsi di partecipare al Grand Prix con tutte le titolari mentre verso Londra cambiai programma preparando i Giochi restando inItalia con le titolari. In entrambi i casi l’avventura olimpica si fermò troppo presto” conclude Barbolini. LEGGI TUTTO

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    La Savino del Bene riparte con coach Barbolini. Sandor Kantor sarà il suo secondo

    Di Redazione La Savino Del Bene Volley inizierà la propria preparazione il prossimo 18 Agosto al Palazzetto dello Sport di Scandicci. Confermatissimo sulla panchina, in forza del contratto sottoscritto la scorsa stagione, l’head coach Massimo Barbolini. Alcune novità invece per quanto riguardano le altre figure dello staff tecnico e medico. Il nuovo secondo allenatore che affiancherà Barbolini sarà Sandor Kantor, tecnico di origine ungherese ed ex pallavolista di alto livello. Kantor dopo l’addio al volley giocato ha iniziato un percorso da allenatore affermandosi al Volleyró Casal De’ Pazzi con il quale ha vintodiversi scudetti nelle categorie giovanili.Migliore stagione resta l’annata 2018 quando vennero vinti gli scudetti nelle categorie under 14, under 16 e under 18.Arriva a Scandicci con un grande carico di entusiasmo e pronto a mettere al servizio delle atlete l’esperienza accumulata da giocatore.Il terzo allenatore della Savino Del Bene Volley sarà Luca Nico, scoutman della formazione toscana nelle ultime due stagioni.Nico, prima di Scandicci, aveva avuto esperienze a Baronissi (A2) e al Volley Pesaro (A1).Pugliese di Gioia del Colle passerà dal lato corto alla panchina nella sua terza stagione a Scandicci coadiuvando il lavorodei due allenatori e contribuendo al lavoro tecnico in palestra. Nel ruolo di scoutman la seconda new entry della prossima stagione, ovvero Fabio Gabban che dopo alcune stagioni trascorse in serie A con Novara e Conegliano V. Nell’ultimo periodo ha maturato esperienza in diversi club della Polonia e collaborando negli staff di nazionali estere. Per lui, novarese di nascita, si tratta quindi di un ritorno in un club italiano. Il preparatore della Savino Del Bene Volley resterà Stefano Tagliazucchi, presente a Scandicci anche nell’ultima stagione. Lo staff medico sanitario al servizio delle atlete vedrà invece ancora la presenza della d.sa Monica Fabbri. Preziosa la sua collaborazione nell’ultimo anno per affrontare il difficile periodo della pandemia sanitaria e coordinare le varie esigenze.Responsabile della fisioterapia sarà l’ultima new entry, ovvero il senese Sebastiano Cencini.Per lui si tratta dell’esordio nel settore femminile dopo aver trascorso diverse stagioni nel settore maschile.Attualmente Cencini è fisioterapista della nazionale maschile di volley ed è stato presente con la nazionale alle Olimpiadi di Tokyo.Confermano la loro collaborazione con la società sia l’osteopata Matteo Gori che il fisioterapista Alessandro Maselli,figure di elevata professionalità e di grande affidabilità, legati ormai da profonda stima al nostro club. (fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Barbolini: “Ci vuole sempre l’umiltà giusta per apprendere”

    Di Redazione Massimo Barbolini è un totem della pallavolo femminile. Il tecnico, modenese classe 1964, è intervenuto lunedì nel workshop della FIPAV Lazio per tenere una lezione sulla fase ricezione-attacco nella volley femminile di alto livello. Quasi tre ore di confronto e riflessioni tra l’attuale allenatore di Scandicci – con un passato alla guida della Nazionale che ha portato a due ori europei (2007 e 2009) e ad altri trionfi internazionali – e gli allenatori laziali, nell’ambito del corso che ha già visto la partecipazione di Andrea Gardini e Roberto Santilli. Lunedì prossimo la palla passerà a Luca Cristofani per l’ultimo modulo (QUI TUTTE LE INFO PER ISCRIVERSI). Barbolini, un bilancio di questa esperienza? “La definirei assolutamente positiva. Sono state ore intense, ricche di spunti per far crescere ancor di più il movimento regionale. Ho trovato dall’altra parte dello schermo allenatori molto attenti e vogliosi di capire, di approfondire. Certo, manca il contatto che si può avere in una lezione in presenza. Ma la qualità di questi corsi resta sempre molto alta” Quali aspetti ha evidenziato maggiormente nella sua lezione? “L’incidenza della ricezione nel costruire il primo attacco, intesa proprio nel senso della qualità dei palloni che si giocano dopo il servizio avversario. Un aspetto che nella pallavolo femminile, a differenza di quella maschile, risalta sempre meno. Nel volley delle donne si fa punto soprattutto col contrattacco, dopo la difesa. E invece i dati dimostrano che la prima palla incide parecchio. Poi ognuno chiaramente ha i suoi metodi, ho portato la mia esperienza spiegando l’importanza di lavorare sulle situazioni di gioco e sulla qualità della ricezione”. Da allenatore, lei ha vissuto una scintilla? Quando ha capito che questo poteva diventare il suo lavoro? “Ci ho messo sempre tanto tanto entusiasmo. Ho creduto fin dall’inizio che questa potesse essere la mia strada. La scintilla c’è stata forse quando Julio Velasco mi ha scelto come suo vice a Modena. Ho avuto la fortuna di essere stato scelto da uno dei migliori allenatori nella storia di questo sport. Poi spero di essermi meritato negli anni tutte le soddisfazioni che mi sono tolto in panchina” Cosa ha imparato, nel corso della carriera, dalle sue giocatrici? “Ci vuole sempre l’umiltà giusta per apprendere. Le giocatrici o i giocatori devi osservarli, studiarli e seguirli per capire cosa possono darti. Questo lavoro è una continua scoperta. Penso alla mia generazione di allenatori: molti lavorano all’estero con ottimi risultati e sono tutti accumunati da una grande curiosità nel capire come evolve il gioco. Personalmente all’inizio degli anni 2000 ho capito tante cose allenando le giocatrici più forti del mondo nel campionato più bello del mondo”. Quanto è importante la formazione teorica per la crescita di un allenatore? “È importante, ma non è tutto ovviamente. Bisogna vivere sul campo le situazioni che si studiano. Ricordo che da ragazzo andavo a vedere tantissime partite, seguivo le finali giovanili, i ritiri delle nazionali. Oggi vedo sempre meno allenatori che chiedono di poter partecipare agli allenamenti, questo succedeva anche quando allenavo la nazionale. Andare a vedere la grande pallavolo, rubare con gli occhi da allenamenti e finali, ti rende un tecnico migliore. La teoria è alla base. Ma vedere, provare, toccare con mano come lavorano le grandi squadre ti fa crescere” La soddisfazione più bella della sua carriera? “Me ne sono tolte tante e non sarebbe giusto scegliere. Il periodo più bello però è quello vissuto con la Nazionale. Per il gruppo di lavoro, per lo staff, per il rapporto con la federazione che non ci fece mai mancare nulla. Siamo sempre stati tra le prime tre nazionali del mondo. Questo lavoro, al di là delle vittorie, resta nel tempo” Un consiglio che darebbe a un giovane tecnico? “Mettici passione e abbi una tua idea di lavoro. Questo riguarda le dinamiche generali, ma c’è un aspetto che vorrei sottolineare: ai giovani dico sempre che bisogna saper insegnare la tecnica individuale. È fondamentale. Se sai lavorare bene con i singoli puoi fare tutto. Forse allenare i sistemi e i concetti globali è più semplice, ma la base è la tecnica individuale. Quella viene prima di tutto. Ci vuole pazienza, è vero, ma se non metti le fondamenta come puoi costruire una casa?” Progetti per il futuro? “L’obiettivo è arrivare fino in fondo in tutte le competizioni. La mia Scandicci è forte, la società da 6-7 anni fa grandissimi sacrifici sia sotto il profilo dell’impegno profuso, sia dal punto di vista economico. Dopo il primo anno in cui abbiamo vissuto un po’ una fase di studio, e dobbiamo essere grati per aver svolto il nostro lavoro fino in fondo nonostante la pandemia, mi piacerebbe dare il mio contributo affinché Scandicci sia competitiva in tutti i tornei che giocherà” (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Santilli: “Prandi e Velasco mi cambiarono la vita. L’importanza della formazione”

    Di Redazione Roberto Santilli è il tecnico giramondo. Polonia, Russia, Germania, Australia e Corea: ha allenato e vinto praticamente ovunque, diventando un grande ambasciatore della pallavolo italiana. Il 31 maggio, Santilli terrà un corso dal titolo “la fase muro-difesa nella pallavolo maschile di alto livello” nell’ambito del workshop organizzato dalla FIPAV Lazio (CLICCA QUI PER MAGGIORI INFO). Santilli, reduce dall’esperienza coreana alla guida del KAL Jumbos, incontrerà gli allenatori della regione e del resto d’Italia che si sono iscritti a questo importante momento di formazione online (oggi interverrà Andrea Gardini, il 7 giugno Massimo Barbolini e il 14 giugno Luca Cristofani). Santilli, perché la formazione è così importante per la carriera di un tecnico? “La formazione è un elemento basilare per la crescita di un allenatore. Noi cresciamo nello sport, siamo “formati” nella pratica. Ma questo aspetto va integrato con lo studio e l’approfondimento, altrimenti non si va lontano. In questo senso la federazione ha strutturato un ottimo progetto nel corso degli anni. Nella mia carriera ho spesso trovato nazioni in cui non c’è assolutamente la formazione tecnica e questo ad alto livello fa la differenza. Ecco perché gli allenatori italiani hanno successo all’estero” Com’è diversa la pallavolo oggi, rispetto a quando lei ha iniziato ad allenare? “È cambiata sotto vari aspetti. Le condizioni di vita sono migliori, i giovani crescono in un ambiente più sicuro, la metodologia del lavoro è migliorata. Noi, in qualità di allenatori, dobbiamo essere bravi a capire in che direzione va il gioco per non rimanere indietro. Per questo bisogna studiare tanto e con costanza” Nel suo corso parlerà della fase muro-difesa nel settore maschile di alto livello. “Sì, un aspetto fondamentale della pallavolo. Credo che l’analisi dei sistemi sia legata alla velocità di esecuzione. La velocità esecutiva è ciò che ha reso i sistemi diversi e migliori. Questo elemento fa la differenza” L’allenatore che ha cambiato la vita di Roberto Santilli? “Mi ritengo un uomo fortunato perché ho realizzato il mio sogno. Sono due, in particolare, gli allenatori che hanno segnato la mia formazione: Silvano Prandi, ancora oggi un grande insegnante, e Julio Velasco che ha cambiato il modo di pensare la pallavolo di tutti noi. Quando lui vinceva tutto con la Generazione dei Fenomeni, io ero alle prime armi. Ricordo che andavo spesso a vedere i suoi collegiali con la Nazionale, ne rimasi rapito” Un consiglio per un giovane che inizia ad allenare? “Gli direi ‘innanzitutto divertiti. E fai divertire i giovani’. Io faccio questo lavoro da 35 anni e smetterò il giorno in cui non troverò più motivazioni. Un allenatore, poi, non deve mai dimenticare di essere un insegnante. Dev’essere bravo a creare un circuito virtuoso che si autoalimenta con la passione” Nel corso della sua carriera, cosa ha appreso dal confronto con i giocatori? “Esistono due forme di rapporto con i giocatori: la prima è silenziosa, tramite l’osservazione. La seconda è attraverso l’interazione che tu allenatore riesci ad avere, in termini di nozioni e di emozioni condivise. Sono entrambe fondamentali per la crescita di un tecnico. Guardare, capire, parlare, spiegare, imparare”. Il bilancio dell’esperienza in Corea? “Faticosissima, perché le relazioni con i coreani sono difficili. È un popolo molto chiuso all’innovazione e io la rappresentavo, visto che ero il primo allenatore di pallavolo straniero a lavorare nel Paese. Spero comunque di aver dato un contributo importante alla crescita del movimento. Il titolo vinto ci ha restituito quelle soddisfazioni che meritavamo. Ora mi aspetta l’avventura allo Ziraat, in Turchia” Santilli continuerà a girare per il mondo… ma non le manca l’Italia? “L’esperienza della mia vita la rifarei altre cento volte. Mi ha arricchito sotto tutti i punti di vista. Ho lasciato l’Italia nel 2007, non tutti capirono la mia scelta, alcuni la contestarono. Ma io non me ne sono mai pentito: l’allenatore che sono oggi è il risultato delle culture e dei Paesi che ho conosciuto”. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Francesca Napodano approda alla Savino del Bene Scandicci: “Felice di ritrovare Barbolini”

    Di Redazione Continuano gli arrivi in casa Savino Del Bene. Si comunica infatti che Francesca Napodano farà parte del roster a disposizione di Massimo Barbolini per la prossima stagione. Napodano, nata a Casale Monferrato il 17 Gennaio 1999, è cresciuta nella fila del Volleyrò Casal De’ Pazzi per poi approdare in Serie A1 con la maglia di Casalmaggiore.  Nel 2018 ha giocato a Soverato per poi tornare in A1 a Novara, dove ha incontrato Massimo Barbolini.  LE PAROLE DI FRANCESCA NAPODANO – “Sono contentissima di aver avuto la possibilità di venire alla Savino Del Bene Scandicci, sono contentissima di ritrovare Massimo Barbolini con cui mi sono trovata molto bene, mi aspetto un buon anno dove lavorare bene e toglierci soddisfazioni. Quali aspettative? Punto sempre a dare il massimo, tutto ciò che posso per le mie compagne, per la squadra, per arrivare insieme agli obiettivi prefissati“.  (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Sara Alberti torna a vestire la maglia di Scandicci

    Di Redazione Un grande ritorno nella Savino Del Bene Volley 2021/22. Dopo le cinque conferme, gli arrivi di Lippmann e Angeloni, la società del Patron Nocentini ufficializza un grande ritorno: quello di Sara Alberti. La centrale bresciana resta in Toscana dopo l’esperienza da Capitana al Bisonte Firenze, e sarà nel roster a disposizione di Massimo Barbolini. Alberti, classe 1993, prima dell’esperienza Toscana, era stata a Novara nel 2016, e prima ancora proprio alla Savino Del Bene nella stagione 2015-16. Le sue parole: ” Per me è un grande ritorno, ero qua da bimba, sono curiosa di vivermi questa stagione. Sono veramente contenta di tornare qui, di rimanere vicina a Firenze e cercare di far bene. Scandicci ha sempre fatto squadre molto molto forti, sono molto contenta di poter rientrare nel progetto quest’anno. Sono pronta a tutto e a dare una mano alla squadra, sono convinta che faremo un bel gruppo e remeremo verso uno scopo comune“. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Fipav Lazio: workshop con Gardini, Santilli, Barbolini e Cristofani

    Di Redazione Il Comitato Regionale FIPAV Lazio indice e organizza 4 aggiornamenti regionali valevoli per tutti gli allenatori di 1’, 2’ e 3’ Grado interessati (indistintamente 1G/1LG – 1G/2LG – 2G/1LG – 2G/2LG – 2G/3LG – 3G) alla presenza di 4 super-docenti: Andrea Gardini, Roberto Santilli, Massimo Barbolini e Luca Cristofani. Gardini affronterà il 24 maggio, dalle ore 18.00 alle 20.00, il tema “la fase ricezione-attacco nella pallavolo maschile di alto livello”, Santilli approfondirà “la fase muro-difesa nella pallavolo maschile di alto livello” (31/05, stesso orario), mentre Barbolini e Cristofani toccheranno gli stessi argomenti ma al femminile, rispettivamente ricezione-attacco il 7 giugno e muro-difesa il 14 giugno. I corsi si terranno sulla piattaforma Zoom, al costo di 40 euro per ciascuno dei 4 moduli. Il costo del percorso completo è di 120 euro. Per tutte le info. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO