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    ATP lancia il “No.1 Club”

    La infografica del “club dei n.1”

    Durante le Nitto ATP Finals 2024 Jannik Sinner verrà insignito del prestigioso riconoscimento di n.1 di fine stagione, premio meritatissimo che corona un’annata da leader nella quale l’azzurro ha trionfato in due titoli Slam e altri cinque trofei, ottenendo la prima posizione nel ranking nel corso del Roland Garros e mantenuta – con ampio margine sui rivali – sino al torneo dei “Maestri” al via oggi a Torino. Proprio il grande palcoscenico della massima competizione targata ATP è stato scelto per lanciare una nuova iniziativa che riguarda i 29 n.1 del tennis maschile: “No.1 Club”.
    “Welcome to the pioneering ‘ATP No.1 Club’, si legge sul sito ufficiale ATP, che annuncia in anteprima la novità. In pratica questo club esclusivo dei numeri uno del tennis maschile è una sorta di nuovo brand, uno spazio dedicato e “identitario” per celebrare i giocatori che sono riusciti a comandare la classifica ufficiale che governa la disciplina e l’annata tennistica. Questo club debutterà in modo operativo dal 2025 e fornirà ai 29 n.1 del tennis una serie di plus, benefit esclusivi che consentiranno loro di presenziare con questo “status” iconico ad eventi promozionali ed esclusivi nei maggiori tornei dell’anno e non solo. È un modo per elevare ancor più la storia di questi tennisti, ovviamente tra i più forti della storia, riportandoli in auge anche presso le nuove generazioni che di loro hanno solo sentito parlare o visto alcuni highlights online dei loro colpi. A loro saranno dedicate varie iniziative: potranno raccontare le loro storie ed imprese, in modo che i fan possano essere in contatto con loro e celebrare le loro straordinarie carriere.

    I 29 n.1 ATP della storia, dal primo in assoluto (Ilie Nastase) all’ultimo e attuale (il nostro Jannik Sinner) saranno celebrati in un evento speciale previsto nel corso delle ATP Finals 2025 a Torino: ogni n.1 della storia sarà presentato al pubblico, saranno ricordate le sue imprese e riceverà un dono, a consacrare questa sorta di “tessera” al club più esclusivo della disciplina.
    Così Andrea Gaudenzi, Presidente ATP, ha parlato dell’iniziativa: “Diventare n.1 nel ranking ATP è il massimo nel nostro sport. Solo 29 tennisti sono riusciti farcela, mostrando non solo un talento straordinario ma un livello di resilienza, fiducia in se stessi e dedizione che è tenuto nella massima considerazione anche al di fuori del mondo del tennis. L’ATP No.1 Club nasce per celebrare gli stili di gioco, spettacolari e diversi, con cui questi giocatori hanno plasmato il gioco. I fan sono al centro di tutto ciò che facciamo, e questa iniziativa punta a creare nuove opportunità che possano avvicinare ancor più i giocatori che il pubblica ama”.
    Da Torino, Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il racconto dell’allenamento di Sinner a Torino vs. Ruud. Sinfonia di potenza e bellezza

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Come e più di una Rockstar. Jannik Sinner a Torino è ovunque, nei cartelloni pubblicitari, nelle vetrine dei negozi, nelle piazze e agli angoli delle strade. Ancor più nei pensieri della gente, basta girare per il centro dell’elegante città sabauda per avvertire una presenza palpabile del nostro magnifico n.1. Stamattina verso le 11 c’erano non meno 300 persone assiepate fuori dall’Hotel che ospita i giocatori, e bastava girare l’angolo per imbattersi in una caffetteria con un poster gigante di Jannik a svettare tra dolci e praline. Passeggi per i portici della città e la gente parla di tennis, del prime time serale della domenica con l’esordio di Sinner alle ATP Finals. Vedi bambini correre con in mano la palle giganti o gadget di ogni genere, e basta voltarsi in un qualsiasi shop per scorgere racchette moderne e vintage, cimeli e qualcosa che rimanda all’evento. Tutti in qualche modo vogliono partecipare alle Finals, anche un arguto signore, almeno 80enne, che in uno dei caffè storici del centro stamani tuonava di fronte al Bicerin d’ordinanza: “Ho visto Laver e Pietrangeli, Panatta e McEnroe, tutti. Ma nessuno gioca come Sinner e vincerà il domenica il torneo”. Zero scaramanzia e totale fiducia nella forma e classe di Sinner, ma c’è un torneo importante da giocare e i rivali sono agguerriti. Come il Carlos Alcaraz ammirato oggi pomeriggio nel catino dell’Inalpi Arena, impressionante la facilità di uscita della palla delle sue corde, anticipo e potenza. Una bellezza.
    A pochi metri, nel campetto laterale allestito per gli allenamenti, ecco Jannik impegnato in servizi e risposte, sotto lo sguardo vigile del suo team, al completo in campo con lui. Badio lo massaggia a tratti al collo, per scioglierlo, poi Panichi parlotta con un bel sorriso e pure palleggia con le palline da tennis (bravo), c’è un’aria rilassata ma la sessione di lavoro è importante, e si lavora duro. Vagnozzi e Cahill sono agli angoli opposti del campo, qualche sguardo tra di loro mentre Jan serve, provando seconde palle molto cariche di spin, con una spazzolata vigorosa delle corde sulla palla che rimbalza e schizza nell’aria impazzita. Altissima. Dopo qualche risposta c’è un time out, tutti insieme, si parla e Cahill gesticola con la mano, come a guidare l’impatto di Sinner verso un angolo incidente ancor più acuto. Jannik lo guarda con massima attenzione, processa ogni informazione come massimo scrupolo, e la sessione riprende. Giusto 5 minuti, sono quasi le 16 e c’è il Centre court che lo aspetta per l’allenamento principale.
    L’arena è piena di pubblico per metà, poco prima c’era Fritz e poi Alcaraz. Arriva Jannik, boato. Gesto d’intesa e “high-five” con l’amico rivale, quindi lo spagnolo esce dal campo, spedendo in tribuna qualche palla per la gioia del pubblico. Due minuti e via, tocca a Sinner allenarsi per un’oretta, il compagno è Casper Ruud, che entra sul campo saltellando e sprizzando energia da tutti i pori, stranamente un po’ spettinato. Uscirà dal campo poco prima delle 17 ancor più arruffato e pure un filo imbronciato, dopo aver subito molte, tante e bellissime accelerazioni vincenti del n.1, che in 49 minuti dà spettacolo. Un semplice allenamento, ma pure un campionario esaustivo della qualità, completezza tecnica e possibilità di gioco del nostro magico Sinner. Non ha forzato a tutta, evidentemente, ma è stato splendido ascoltare nel silenzio dell’arena il suono pieno e potente della palla maltrattata dalle sue corde. Enorme la differenza di decibel rispetto agli impatti del norvegese, assai meno “rotondi” e roboanti di quelli del nostro campione. Del resto, Cahill sempre ricorda il suo primo allenamento svolto in campo con Sinner nel 2022. “Rimasti stupefatto dal suono della palla di Jannik, bellissimo per pulizia d’impatto”. Sinfonia, in una città come Torino dove la musica è importante, dalla classica alle nuove tendenze. E quando gioca Sinner è una vera Rock Star, un Beethoven della modernità con un tennis classico per impatti puliti ma estremizzato al moderno, alzando l’asticella della velocità e della competitività oltre le nuvole, per assoli arditi e imprendibili.
    Sinner inizia il set d’allenamento con Ruud con palle “tranquille”, non lascia correre a tutta il braccio, anzi gioca discretamente trattenuto e carico. Cerca con entrambi i fondamentali, e pure il servizio, uno spin piuttosto vigoroso, e lo si sente dagli impatti, da quanto la palla salta alta, ma nonostante i giri importanti le traiettorie sono belle profonde, tanto che Ruud non riesce a stazionare vicino alla riga di fondo, ed è costretto a sua volta a giocare col diritto una spazzolata a tutta. Un paio di game, come ad esplorare il campo, trovare misura e sensazioni. poi, per magia, Boom! Sinner decide che le sensazioni ci sono, che la misura è ok. Semaforo verde. Go. Come la partenza di un GP di formula 1, e lui è una Ferrari vincente. Serve Ruud, e Jannik fa un passo in avanti e impatta un rovescio così potente e veloce che il buon Casper si ritrova la palla nelle stringhe… Riesce a rimetterla di là in qualche modo il nordico, ma i piedi di Jannik hanno le ali. Con il rovescio Sinner su quel colpo occasionale scarica un altro rovescio inside out dal centro di una precisione, velocità e potenza strabilianti. Ero seduto dietro di Jannik, in prima fila, a due passi sulla sinistra ci sono Alex Vittur e Francesca Schiavone. Appena Jan tira quel vincente, una pallata irreale, istintivamente mi volto verso di loro, ed è bello cogliere i loro sguardi, un sorriso complice che dice più di mille parole.
    Questa pallata è solo una delle accelerazioni vincenti che Sinner tirerà al “buon” Ruud per una mezz’ora. La sensazione è che Jannik sia molto libero, sciolto e sicuro. Non tira sempre a tutta, ma quando decide di farlo la sua palla va troppo più forte di quella del rivale, la colpisce con più anticipo, più rapidità di braccio, trovando precisione e profondità. Ruud cerca di muoverlo, apre bene l’angolo cross col diritto e qualche difesa Sinner la fallisce; ma appena Jannik prende il comando dello scambio, non ce n’è. Non ha senso tenere il conto dei game, questo set lo vince l’azzurro e poi giocano un tiebreak, dove Jannik alterna qualche smorzata – una splendida, una terribile! – a qualche attacco. È impressionante ammirare la facilità con la quale Jannik avanza due passi in campo, si piega sulle ginocchia facendo spazio lateralmente alla palla, carica il diritto come un fulmine andando a prendere la palla all’altezza ideale per spingerla fortissimo con quel pizzico di spin di controllo che la rende una “biscia” maligna, ingestibile anche per un ottimo difensore come il norvegese. Sinner sfrutta quest’ora di allenamento per provare un po’ tutto: risposta bloccata, risposta aggressiva;  diritto potente al centro, diritto cross dal centro per aprirsi l’angolo e quindi avanzare e chiudere; rovescio cross di scambio e quindi cambio improvviso col lungo linea. È un buon allenamento, non c’è tensione ed energia non sempre al massimo, ma è bello vederlo esplorare ogni angolo del campo e colpo. Poche le volée, del resto quando attacca lo fa da tre quarti campo con un profondità che sbaraglia la resistenza di Ruud. L’ottima notizia è che il nostro campione sembra in ottima condizione fisica. Rapido, sciolto, sicuro. Sinner c’è.
    La sessione di training termina con ampi sorrisi, abbracci tra i membri dei due team e un grande applauso degli spettatori. Esce dal campo Sinner sotto un’ovazione. Non concede il bis, come spesso fanno le rockstar. L’appuntamento è per domani sera, non prima delle 20.30. Quello sarà un concerto vero, e i decibel saranno altissimi…
    Da Torino, Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Cahill esalta Sinner: “Dopo quello che ha passato, nulla può fargli paura. È lui il leader del team. Jannik sarà il mio ultimo giocatore”

    Darren Cahill

    Darren Cahill è orgoglioso di Jannik Sinner, del suo percorso di crescita umana e sportiva, tanto da definirlo “una fonte d’ispirazione anche per me, che pure sono un coach navigato”. L’allenatore australiano ha rilasciato una lunga ed interessante intervista al Corriere della Sera, nella quale torna sulla nota e difficile vicenda “Clostebol”, affermando che la squalifica “è una possibilità”, nonostante sia stato accertato che non è stato doping per alterare le prestazioni, è che comunque vada l’azzurro affronterà la situazione “con la solita maturità e compostezza. E noi faremo di tutto per proteggerlo”. Questo i passaggi più significativi dell’intervista rilasciata dal coach di Sinner.

    “Dopo quello che ha attraversato, ha capito che nella vita potrà sopravvivere a tutto: nulla può più fargli paura. Due Slam, la stagione chiusa da n.1: Jannik è d’ispirazione anche per me, che pure sono un coach navigato. Tutti parlano del team che lo circonda, quanto siamo importanti per lui. Ma è vero anche il contrario: il leader è lui, è lui che traccia la via. E se ne è capace, è perché sa di essere innocente: non ha fatto nulla di male. Certo la Wada ha fatto ricorso, dobbiamo attendere la sentenza del Tas. È un argomento serio, non ci scherziamo sopra. Jannik va avanti a testa alta, intanto”.
    “La Wada stessa, appellando, ha dichiarato che la sostanza trovata nelle urine di Jannik non ha a che vedere con il doping che altera le performance. Non è in discussione la ricostruzione di come sia potuto risultare positivo: un errore di un paio di ex membri del team, senza alcuna responsabilità del giocatore”
    “Sappiamo che la squalifica è una possibilità ma non c’è nulla che noi si possa fare per cambiare questa situazione. Quindi ci concentriamo sul lavoro quotidiano. Qualsiasi cosa succederà, Jannik l’affronterà con la solita maturità e compostezza. E noi faremo di tutto per proteggerlo. Il tennis è il suo posto sicuro, la sua bolla: in campo si diverte, sente che non può succedergli niente di male”.
    Questo per Cahill il vero punto di forza di Jannik: “L’abilità di processare informazioni e trasformarle in azioni. La capacità di imparare in fretta. Ci sono giocatori conservativi, che non amano cambiare il proprio tennis per la paura di fare passi indietro. Jannik è l’opposto: non teme di perdere un paio di match nel tentativo di implementare il suo gioco. In questo ambiente è raro, mi creda. Il suo superpotere è non aver timore di migliorarsi. Oggi sa giocare in 5-6 modi diversi, sa chiudere il punto col servizio, a rete, giocando sulla riga e dietro la riga, sa usare il drop shot, lo slice, il back. Non sa solo picchiare forte: lo sa fare con intelligenza”.
    Il momento più difficile di un 2024 stellare: “La notizia della positività. La mail dell’Itia è arrivata a Alex Vittur, che l’ha comunicato a Jannik. È tutto nelle 33 pagine della sentenza di proscioglimento. Quello è stato letteralmente uno choc. Umberto Ferrara e Giacomo Naldi sono stati a lungo due eccellenti membri del team: il loro errore è stato un fulmine a ciel sereno. Del tutto insolito rispetto alla professionalità dimostrata fin lì. Nessuno all’inizio riusciva a capire. Abbiamo saputo della positività prima di Montecarlo. La priorità, subito, è stata capire cosa fosse successo. E lì è emerso l’errore non intenzionale di Umberto e Giacomo. A quel punto è partito il procedimento con Itia e Sport Resolutions. Deve capire che è servito del tempo per ricostruire, nel frattempo abbiamo ritenuto di mantenere il team unito. Sono passati due o tre mesi. Dopo Wimbledon, Ferrara e Naldi non hanno più lavorato con noi. Ci sentivamo su una nave diretta verso un iceberg: dovevamo capire come navigargli intorno. Ma non c’è rancore per Umberto e Giacomo”.
    Il 2025: “Cambieremo qualcosina. Il passaggio Miami-terra quest’anno è stato troppo brusco, lo prepareremo meglio, anche per non rischiare infortuni. Tutto continuerà a ruotare intorno agli Slam. L’Atp non ci facilita la vita allungando i Master 1000: alcuni durano due settimane. Così non è facile riposarsi: faremo delle scelte. Jannik deve anche completare la crescita fisica. C’è da dire che si fida molto di me e Simone Vagnozzi”.
    Questa per Darren la perla di Sinner: “A Melbourne. Il primo titolo Slam, una finale vinta in quel modo, rimontando due set a zero a Medvedev. Quel dritto lungolinea sul match point… Ho i brividi a parlarne ancora oggi”.
    Un’intervista a 360° che conferma quanto Sinner sia maturato come persona, sempre più forte e solido, nonostante l’enorme fardello sulle spalle per la positività accidentale. Cahill conferma come il tennis di Jannik sia diventato sempre più completo e continuo, e che l’anno prossimo dovrà gestire bene fisico ed energie. La risposta sul passaggio Miami-terra lascia presagire cambiamenti nella programmazione: forse potrebbe saltare il Masters 1000 di Monte Carlo (non è “mandatory”) per arrivare a Roma in piena forma e con diverse settimane di tennis sul rosso? Solo ipotesi, molto dipenderà dai risultati e dalla fatica accumulata nei primi tre mesi dell’anno.
    Intanto ci sono le ATP Finals da giocare da protagonista. È stato chiesto a Cahill se il miglior Sinner è più forte del miglior Alcaraz, così l’australiano: “Non posso rispondere. Ho troppo rispetto per Carlos, il suo coach e il mio giocatore, che è l’ultimo che allenerò nella mia carriera. Non dirò mai che Sinner è meglio di Alcaraz, né viceversa. Se si ritrovassero in finale farò il tifo per Jannik e mi godrò lo show”. Sarebbe la finale che tutti sognano… E un’altra notizia: Jannik sarà l’ultimo giocatore allenato da Cahill.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    De Minaur alle Finals, i numeri del 2024 confermano che non è un “intruso”

    Alex Del Minaur (foto Tennis Australia)

    La vera novità dell’edizione 2024 delle ATP Finals è la presenza di Alex de Minaur, debuttante nella kermesse di singolare di fine stagione, arrivata alla quarta edizione a Torino. Debuttante sì, intruso “no”, anche molti – soprattutto gli appassionati italiani – lo ricordano per le sonore sconfitte patite da Jannik Sinner in almeno tre grandi occasioni: la finale delle NextGen di Milano 2019 (primo importante alloro del nostro n.1), la finale del Masters 1000 canadese, primo torneo di categoria vinto da Jannik in carriera, e quindi l’incontro decisivo della Davis Cup 2023 in quel di Malaga, che ha consegnato la grande “insalatiera” al team azzurro. Il tennis, ricordiamo sempre, è uno sport di situazione: ci sono combinazioni che proprio non funzionano, con tennisti davvero forti e dotati di armi tecniche formidabili che vanno a “sbattere” contro quelle di avversari venendo del tutto depauperate. Questo è l’esatto caso di De Minaur vs. Sinner, tanto che l’aussie certamente nel sorteggio spera sicuramente di non essere nel gruppo guidato dall’italiano… Ma in assoluto Alex ha disputato un 2024 di rilievo e merita un posto tra i migliori 8 dell’anno, vista anche l’assenza di Djokovic.
    De Minaur è un giocatore rapidissimo, probabilmente il più veloce in assoluto sul tour; ha sempre un’attitudine molto positiva e continua ad insistere nel suo tennis rapido e offensivo anche se spesso il diritto gli scappa via o sbaglia dei colpi per poca sensibilità. Ma risponde molto bene, copre il campo come pochi e ti costringe a fare il punto più volte, tanto è consistente in difesa. Difesa e risposta sono proprio i punti forti del suo repertorio, quelli che gli hanno consentito di vincere l’ATP 500 di Acapulco e arrivare ai quarti di finale a Roland Garros, Wimbledon e New York, dove ha fatto i punti “pesanti” che hanno aperto le porte delle Finals. Lo confermano i numeri di Tennis Insight, che analizzano nel dettaglio la prestazione di ogni giocatore in ogni fase del match, dando interessanti spunti di riflessione.
    De Minaur nel 2024 (statistica aggiornata al 21 ottobre) è il secondo sul tour nella categoria denominata “Steal”, ossia i punti vinti dal giocatore impegnato in una fase difensiva dello scambio (38,5%), e sesto per qualità in risposta, con un indice di 7.15. Il rovescio, colpo migliore del suo repertorio, lo pone al n.16 nel 2024 per rendimento complessivo (7.47). Se invece guardiamo le statistiche ATP complessive, De Minaur è primo in risposta, con ratinò di 167,7, davanti ad Alcaraz (161) e Navone (Sinner è settimo con 154,4).

    Who’s excited for Turin 2024?
    We breakdown the year so far for@alexdeminaur ahead of the #NittoATPFinals
    Points by Tournament TierPoints by Surface#TennisInsights | @atptour | #NittoATPFinals pic.twitter.com/cjXFsvyyHY
    — Tennis Insights (@tennis_insights) November 7, 2024

    “Essere entrato nella top 10 quest’anno ha cambiato la prospettiva del mio gioco”, afferma De Minaur al sito ATP. “sono riuscito a trovare quella fiducia che mi permette di esprimere il mio miglior tennis in ogni condizione”.
    Ovviamente gli appassionati italiani non vedono l’ora di ammirare i colpi spettacolari di Jannik Sinner da n.1 del mondo e favorito per il titolo, che coronerebbe la sua straordinaria cavalcata stagionale, ma molti sono i temi di grande interesse per questo torneo tanto anomalo nella sua struttura quanto affascinante. De Minaur è alla sua prima esperienza, potrebbe essere il “vado di coccio” del suo girone, ma… attenzione, perché la sua voglia di vincere è sempre un plus, come la sua combattività. Non a caso è chiamato “Demon”…
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    WTA Finals 2024: Zheng perfetta, Paolini s’inchina alla qualità della cinese

    Jasmine Paolini (foto WTA)

    Quando l’avversaria è troppo brava, domina il campo con tempi di gioco rapidissimi e un tennis completo a tutto campo, pure bello dal punto di vista stilistico, non resta che alzarsi in piedi e applaudire sportivamente. Tanta, troppa Qinwen Zheng per Jasmine Paolini nel match decisivo del Rond Robin alle WTA Finals di Riyadh, come dimostra l’eloquente 6-1 6-1 a favore della cinese e che le vale l’accesso alle semifinali, e allo stesso tempo conclude il torneo in singolare per la nostra giocatrice. Purtroppo Paolini è stata travolta da una Zheng nettamente superiore nei colpi d’inizio gioco, inarrestabile al servizio (12 Ace, ma tante prime palle che le hanno aperto il campo) e molto incisiva in risposta, anche agevolata da una giornata non positiva della lucchese con la battuta.
    Jasmine ama costruire, scambiare, aprirsi il campo e piazzare l’affondo vincente, oppure correre e ribaltare l’inerzia con angoli stretti e lungo linea, ma in entrambe le situazioni ha bisogno di tempo per farlo. Zheng è stata superiore perché quel tempo non gliel’ha mai lasciato, bravissima ad anticipare i colpi e spingere con palle varie per altezza e angolo. Qinwen ha una mano favolosa, è forse la tennista che “gioca meglio di tutte” per complesso di varietà di soluzioni, facilità di esecuzione e controllo del campo. Si esalta lasciando partire la pallata a tutta muovendosi sull’uno-due; riesce a controllare le palle cariche di spin e poi cambiare con accelerazioni in contro balzo; è rapida nell’entrare in campo, attaccare la rete e chiudere di volo con mano ottima. Un campionario esaustivo di come si controlla il gioco, partendo dall’anticipo e dalla qualità in servizio e risposta. Paolini doveva servire meglio e riuscire ad imporre la sua fisicità, non c’è riuscita fin dalle fasi iniziali del match, tanto che nel match alla fine non c’è quasi entrata… o meglio le è scivolato via troppo velocemente senza riuscire a trovare una contro mossa efficace, almeno per insinuare dubbi nelle certezze dell’avversaria.
    Forse l’aspetto “migliore” della sconfitta di Paolini è il suo viso imbronciato dopo la stretta di mano. Delusa, ma ancor più arrabbiata perché di sicuro non si aspettava di esser battuta così nettamente. Dentro di sé covava altra speranza e convinzione, poter finalmente superare una rivale contro la quale aveva perso i tre precedenti. Aveva certamente in testa ben altra partita, ma non è riuscita a metterla in pratica. Jasmine è parsa meno esplosiva rispetto ad altre giornate, e non dobbiamo dimenticarci che tra singolo e doppio quest’anno ha giocato una quantità di partite incredibili, quindi è possibile che la dinamite nelle gambe e nel braccio non fosse quella della scorsa estate. Forse proprio con più potenza, riuscendo ad entrare di più nella palla di Qinwen, avrebbe potuto impensierirla maggiormente. L’aspetto più negativo della prestazione di Jasmine è il servizio: ha iniziato il match con un prima palla veloce e vincente. È stata una rarità, invece ne aveva un disperato bisogno per prendersi punti facili e per poter comandare dal centro del campo. Al contrario è stata la risposta di Zheng a dominare, anche favorita da servizi non incisivi della nostra. Zheng resta una giocatrice creativa, una che ha braccio educato a far tutto; per irretirla è necessario farle sentire pressione, in modo che quel braccio s’inceppi o corra via meno fluido. Puoi farcela in due modi: tirando fortissimo o controllando il tempo di gioco. Paolini purtroppo non è riuscita a produrre nessuna delle due condotte, finendo così sballottata a difendere, sempre in affanno. Si è conquistata a fatica due palle break Jasmine, l’altra ha chiuso la porta col servizio. Game over.
    È un boccone amaro da mandar giù. Per sua fortuna può rifarsi già domani in doppio con Sara Errani. Resta una grande esperienza per lei quella delle Finals, premio meritatissimo dopo una stagione clamorosa, la migliore di sempre per una tennista italiana. Da quelle sensazioni positive dovrà ripartire nel 2025, ancor più convinta e sportivamente “cattiva”, ma sempre forte di quel sorriso che tutti adorano. Ha ancora importanti margini di crescita, per continuare a vincere migliorando.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Paolini inizia questa sorta di “quarto di finale” a Riyadh con un servizio vincente. La battuta sarà fondamentale per l’azzurra per tenere in mano l’iniziativa. Molto aggressiva Jasmine, comanda lei e a 15 vince il game. Più combattuto il primo turno di battuta di Zheng, propositiva ma più fallosa, 1 pari. Si gioca molto sulle diagonali, la prima delle due a trovare profondità tende a vincere il punto. Il terzo game si complica per Paolini: da 30-0 commette tre errori e affronta la prima palla break del match. Bravissima Zheng a trovare un diritto con un angolo molto stretto, Jan è sorpresa e sbaglia. BREAK, 2-1 avanti Qinwen. La cinese ribalta un 15-30 con colpi precisi e anche i primi due Ace del match, 3-1. Forte del vantaggio, Zheng gioca a braccio sciolto rischiando a tutta in risposta. Bellissimo l’attacco di Qinwen sul 30-15, con un attacco alla rete e volée stilisticamente impeccabile. Gran classe, anche nel punto successivo, brava a prendere il tempo di gioco, piedi in campo e via col vincente. 30-40, palla del doppio allungo. Jasmine prova il diritto in contro piede ma lo sbaglia di una spanna. Doppio BREAK Zheng, 4-1. Paolini non riesce ad incidere in risposta, ma in generale va sotto alla velocità d’esecuzione e varietà di schemi della rivale, che sul 5-1 continua a spingere in risposta a tutto braccio, e con che qualità… Paolini oppone la massima resistenza per restare aggrappata al set, ma serve troppo male, così che sulle seconde palle è subito spalle al muro. Ai vantaggi Zheng si prende un set point, ma Paolini lo annulla col servizio. La cinese non demorde, è troppo rapida ad anticipare e comandare, se ne prende un altro e stavolta con una grande risposta prende possesso dello scambio e forza l’errore dell’italiana. 6-1. 32 minuti di grande tennis per Zheng, oggettivamente superiore. Paolini ha servito male non è riuscita a costruire, finendo sotto sistematicamente alla maggior velocità e “mano” della rivale.
    Paolini cerca una reazione all’avvio del secondo, si butta anche avanti pur di non far comandare la rivale. Ma dopo un grande attacco vincente, Jasmine niente può contro un diritto vincente della cinese, pure carico di spin ma imprendibile. Si va ai vantaggi e Zheng sbaglia malamente un diritto da tre quarti campo, le costa una palla break, la prima nel match. Si affida al servizio Qinwen e la cancella. 1-0 Zheng. L’azzurra cerca di comandare lasciando correre il diritto, vince un buon turno di battuta a 15, ma sul 2-1 è di nuovo sotto assedio. Poche prime palle, e sulle seconde Zheng è troppo aggressiva, rapida e precisa. 0-30. Sbaglia un diritto inside out Jasmine, ha fretta perché altrimenti va sotto, ma giocare sull’uno due non è il suo tennis. 0-40, tre palle break delicatissime… Paolini annulla le prime due, ma sulla terza alza troppo la parabola e rallenta, Zheng gestisce bene lo spin ed è la toscana la prima a sbagliare. BREAK Zheng, 3-1. Qinwen serve pure bene, l’angolo esterno da destra è micidiale e così non va mai sotto nello score e può controllare, Jasmine è disarmata. 4-1 Zheng. Il volto di Paolini non cela la delusione del momento, non riesce a trovare la chiave per scardinare il tennis dell’avversaria, troppo brava. Jasmine cede un altro turno di servizio a 15, per il 5-1 Zheng. La cinese apre il settimo game con l’Ace poi concede qualcosa e concede una palla break sul 30-40. Niente, Qinwen si affida ancora al servizio, davvero continuo oggi, e la annulla. Chiude con tre servizi vincenti e l’Ace n.12, esterno, imprendibile. Una sconfitta netta, amara conclusione delle Finals per l’azzurra. Nerissima alla stretta di mano Jasmine, si aspettava certamente un altro match, anche se aveva sempre perso contro di lei.

    (4) Jasmine Paolini vs (7) Qinwen Zheng WTA Riyadh Jasmine Paolini [4]0110 Qinwen Zheng [7]• 0660 Vincitore: Zheng ServizioSvolgimentoSet 3Qinwen ZhengServizioSvolgimentoSet 2Qinwen Zheng 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-401-5 → 1-6Jasmine Paolini 15-0 15-15 15-30 15-401-4 → 1-5Qinwen Zheng 0-15 15-15 30-15 40-151-3 → 1-4Jasmine Paolini 0-15 0-30 0-40 15-40 30-401-2 → 1-3Qinwen Zheng 0-15 15-15 30-15 40-15 40-301-1 → 1-2Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1Qinwen Zheng 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Jasmine Paolini 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A1-5 → 1-6Qinwen Zheng 15-0 30-0 40-01-4 → 1-5Jasmine Paolini 0-15 15-15 30-15 30-30 30-401-3 → 1-4Qinwen Zheng 0-15 15-15 15-30 30-30 40-301-2 → 1-3Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 30-30 30-401-1 → 1-2Qinwen Zheng 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-401-0 → 1-1Jasmine Paolini 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Djokovic, in Serbia ipotizzano un 2025 con solo 11 tornei

    Novak Djokovic

    La decisione di Novak Djokovic di non giocare le ATP Finals di Torino, anche se praticamente qualificato, ha fatto molto discutere in Serbia. Il campione di Belgrado ha raggiunto quello che aveva dichiarato essere il suo principale obiettivo del 2024: l’oro olimpico a Parigi. Ha comunicato di non poter giocare la prossima settimana per un “infortunio in corso” non meglio precisato, ma hanno fatto il giro del mondo le sue foto alle Maldive con la famiglia, ed è noto da mesi il suo impegno in Argentina (1° dicembre) per salutare l’amico Del Potro in una esibizione. Tutti fatti che da settimane avevano spinto i colleghi serbi ad affermare che Novak non sarebbe comunque arrivato alle Finals.
    A questo punto, è molto aperto il dibattito su cosa ne sarà di Djokovic il prossimo anno. Sarà il suo ultimo sul tour? E quanto giocherà? Visto che già nel 2024 Novak ha disputato meno tornei, sulla stampa nazionale si ipotizza quel che potrebbe essere il suo schedule del 2025. È ovviamente una ipotesi, ma vedendo la storia di Djokovic e dove di solito ha scelto di giocare, questo potrebbe essere il suo calendario della prossima stagione.
    Non avendo disputato un match ufficiale dalla sconfitta patita vs. Sinner a Shanghai, Djokovic potrebbe iniziare il 2025 con l’ATP di Brisbane, per arrivare agli Australian Open con una manciata di match nelle gambe. Quindi sicura la sua presenza a Melbourne, lo Slam più vittorioso nella sua carriera. Dopo la trasferta australiana, il serbo potrebbe ripresentarsi direttamente in California ad Indian Wells, il Masters 1000 più amato dai giocatori. Quindi niente presenza a Miami e via sulla terra battuta di casa, a Monte Carlo. Si ipotizza che quindi Novak potrebbe saltare Madrid e giocare invece a Roma, torneo che ama molto e che ha vinto in ben 6 edizioni (ultima nel 2022). Due tornei sul rosso prima di Roland Garros, e quindi diretto a Wimbledon, senza tornei su erba in preparazione, per quel che potrebbe essere il suo grande obiettivo stagionale. Dopo il più storico torneo dell’anno, Djokovic potrebbe ripresentarsi a Cincinnati per un Masters 1000 che ben conosce ed è ideale a preparare US Open. Concluso il torneo di New York, è da verificare che giocherà la Davis Cup, prima di Shanghai, torneo al quale è tornato quest’anno e che potrebbe scegliere di giocare anche nel 2025. Resta ovviamente un’incognita le ATP Finals, perché dovrebbe essersi qualificato con ottimi risultati stagionali, e magari – se volesse tornare a giocarle – potrebbe buttarsi nel rinnovato torneo di Parigi nella nuova sede per acciuffare i punti eventualmente mancanti. Facendo il conto, con Davis come grande incognita, sarebbero 11 tornei.
    Questo è quel che ipotizzano in Serbia per il 2025 di Djokovic. Secondo Goran Ivanisevic, uno che lo conosce molto bene avendo lavorato assieme con grandi risultati per anni, se Novak sarà motivato potrà ancora vincere e battagliare alla pari con Sinner e Alcaraz nella prossima stagione. Ma che motivazione avrà? Forse decisivi saranno i suoi risultati: se tornasse a vincere e battere i due giovani leader del tennis attuale potrebbe ritrovare vigore e voglia di spingere a tutta; in caso contrario chissà che, a 38 anni, non pensi seriamente al futuro…
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    Ivanisevic (nuovo coach di Rybakina): “Elena può vincere altri Slam. Sinner o Alcaraz? Al loro meglio, Jannik è più forte”

    Goran Ivanisevic, ex coach di Djokovic

    Goran Ivanisevic è tornato a sorpresa in prima pagina nelle cronache tennistiche diventando il nuovo coach di Elena Rybakina. L’ha annunciato via social, con un post che ha colto in contro piede anche i giornalisti croati, che non si attendevano un rientro in pista dell’ex campione di Wimbledon così in fretta dopo la separazione da Djokovic, e ancor più a fianco di una ragazza, visto che mai finora si era spinto in quella direzione. Dopo l’addio al super campione di Belgrado, Ivanisevic infatti aveva parlato in modo franco, affermando che la lunga collaborazione con Novak era stata affascinante, vincente ma anche molto faticosa, visto quanto il suo assistito pretendeva in termini di attenzione e anche “scontro” mentale, uno stimolo decisivo ai successi ma allo stesso tempo logorante. Per questo la sua idea di prendersi una discreta pausa, rigenerante, in attesa del cavallo giusto per ripartire. L’ha individuato in Rybakina, ragazza di grande talento e potenziale ancora inespresso. Intervistato dal collega Ozmo (tennis majors), Ivanisevic ha parlato della sua nuova assistita, con la quale ha in programma una collaborazione di lungo termine, delle sue motivazioni ma anche del tennis maschile, spaziando tra il futuro di Djokovic al duello Sinner – Alcaraz. Questi alcuni dei passaggi più interessanti del pensiero del croato.

    “Dopo Novak, è davvero difficile allenare qualcuno, quindi avevo bisogno di qualcosa di completamente diverso” afferma Ivanisevic. “Quando sei l’allenatore del più grande giocatrice di tutti i tempi, hai solo bisogno di qualcosa di nuovo. Quindi la scelta era una giovane giocatrice o qualcosa di completamente diverso, e questo “completamente diverso” era il WTA Tour”.
    Ecco come si è arrivati alla collaborazione con Rybakina: “Ho avuto altre offerte, ma penso di aver scelto quella giusta per me, per lo stile di gioco e il potenziale di Elena, ma anche per la sua personalità. Elena è calma e non vedo l’ora di iniziare. Penso che sarà fantastico. Ancora non la conosco molto bene personalmente, ma il mio amico Zule è il suo preparatore atletico, abbiamo lavorato insieme con Tomas Berdych, e nel Tour si dice in genere che sia davvero una brava ragazza. Dal punto di vista del gioco, ha un servizio potente, è alta, tira forte e gioca in modo aggressivo, ha vinto Wimbledon proprio come me. Sento di poterle insegnare qualcosa. È già la numero 5 al mondo, ma penso che possa vincere altri Slam, questo è sicuro”.
    “Innanzitutto, dobbiamo conoscerci meglio. Non entrerò troppo nei dettagli, ma ha margini di miglioramento in ogni aspetto del gioco. Può ottenere risultati migliori. So che molte persone l’hanno trovato strano e che la gente è rimasta sorpresa dalla nostra collaborazione, ma non io: avevo bisogno di un’inversione a U dopo Novak. Ho vinto tutto con Novak, quindi non vedo l’ora di questa nuova sfida. Onestamente, durante il mio periodo nell’ATP Tour, non mi sono mai immaginato nel tour femminile, ma al momento non mi vedo nel tennis maschile“.
    Fanno notare a Goran come mai in passato abbia dedicato parole particolari al tennis femminile… “Mi è sempre piaciuto guardare anche le partite femminili. Le migliori quattro o cinque giocatrici sono lì da un po’, alcune giocatrici più giovani stanno emergendo, ma la top 10 è più o meno simile da tempo. Il tennis è tennis, maschile o femminile, diritto, rovescio, servizio… Alla fine penso che sia lo stesso, anche se tutti mi dicono che il WTA Tour è completamente diverso. Andrò a vedere la mia “vecchia banda”, dato che la maggior parte degli eventi si svolgono nelle stesse città per entrambi i Tour. Sono felice di iniziare qualcosa di nuovo, di vedere quanto è diverso. Ho bisogno di sperimentarlo in prima persona”.
    Immancabile la domanda su Djokovic, che a meno di una sua presenza – e vittoria – alle ATP Finals, chiuderà il 2024 senza titoli, eccetto l’oro Olimpico. “Non so se Novak è motivato e quanto, ma nel momento in cui decide di giocare, significa che lo vuole. Jannik Sinner e Carlos Alcaraz sono decisamente superiori a tutti gli altri, ma metto Novak nel gruppo con loro perché quando Novak vuole davvero competere è ancora il migliore al mondo, secondo me. Lo abbiamo visto alle Olimpiadi… se scende in campo in quel modo, allora può ancora vincere uno Slam. Inoltre, dipende dalla sua classifica e dal tabellone, quando deve affrontare Sinner o Alcaraz, molti fattori, ma Novak può farcela? Sì, può. Non puoi mai darlo per spacciato, io non lo farei mai”.
    Sinner o Alcaraz? “Sono giocatori diversi, ma quando sono entrambi al meglio, penso che Sinner sia migliore. È più costante per tutta la partita, mentre Alcaraz passa da colpi incredibili a qualche errore gratuito. Quest’anno, Carlos ha avuto qualche sconfitta che non so spiegare… Se togliamo Novak dall’equazione, domineranno, sono molto al di sopra di chiunque altro nel Tour”.
    Così Ivanisevic vede la nota questione Sinner-WADA: “Spero sinceramente che lo lascino in pace e che lo lascino giocare, il tennis ha bisogno di Sinner. Con (Marin) Cilic, ho avuto a che fare con la WADA e con gente del genere, un sacco di gente che non mi piaceva, che voleva solo distruggere la vita di qualcuno. Spero che l’esito sia positivo per Sinner“.
    Parole molto interessanti, che confermano quanto l’Ivanisevic “cavallo pazzo” sul tour Pro sia un lontanissimo ricordo. Non è un caso che Goran abbia dato un contributo molto importante nella seconda fase della carriera di Djokovic, migliorandone il servizio e l’attitudine offensiva. Vedremo il suo impatto sul tennis di Rybakina e sul tour WTA.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    WTA Finals 2024: Paolini una leonessa, ma vince Sabalenka (annullando due set point nel secondo parziale)

    Jasmine Paolini (foto WTA)

    Solo applausi per Jasmine Paolini. La nostra encomiabile tennista dimostra ancora una volta di non esser sbarcata alle WTA Finals per caso, forte di due finali Slam in stagione e soprattutto di un tennis davvero consistente, potente e una condotta di gara ineccepibile. Nel secondo incontro delle WTA Finals a Riyadh l’azzurra cede per 6-3 7-5 allo strapotere fisico della n.1 Aryna Sabalenka, ma Jasmine è stata bravissima nell’incassare un primo set nato malissimo (sotto 4-0), mettersi in moto nei colpi e nei piedi, avanzare la posizione in campo ed insinuare palla dopo palla dubbi alla n.1 del mondo, che è venuta a capo di un secondo set difficilissimo nel quale ha concesso pure due set point all’italiana sul 5-4. Purtroppo in quel momento, sulla seconda chance, Paolini ha provato a spingere col diritto ma la palla gli è uscita; è l’errore più grave di un match favoloso perché con quella traiettoria non avrebbe comunque fatto il punto. La delusione sul suo volto, ritratta in slow motion in mondo visione, è la foto del match, c’è tutta la tensione emotiva e la lucidità del momento, quello che ha fatto girare di nuovo la partita di nuovo nelle mani della bielorussa, poi brava a scrollarsi di dosso paure e tensione, mulinare colpi devastanti e prendersi i due game successivi e il successo.
    Paolini è stata fortissima nel reggere l’impatto dell’avversaria, la sua fisicità e potenza, restando in scia, giocando come un computer ogni momento, con i tempi e gli schemi giusti per metterle pressione e c’è riuscita alla grande. Purtroppo per lei quando Aryna è riuscita a giocare libera, i suoi fendenti sono quasi imprendibili, ma quanto ha sofferto nel secondo set la n.1 sotto il tennis davvero “smart” della toscana. Un solo appunto tecnico a Paolini: non ha servito bene, e questo era indispensabile per tenere ferma la rivale in risposta. Nonostante una giornata non al top al servizio ha comunque messo in grande difficoltà l’avversaria, punendo i suoi alti e bassi e facendole sbagliare colpi sotto pressione, e questo indica che razza di qualità complessiva e durezza ha raggiunto Jasmine, matura e consapevole della sua forza.
    Adesso Paolini si gioca l’accesso in semifinale in un match secco contro Zheng: giusto così, nessun retro pensiero da strane combinazioni del round robin, la migliore avanzerà, l’altra andrà a casa. Paolini avrà un’altra partita molto difficile perché la cinese è tennista di talento e con colpi adeguati a metterla in difficoltà, ma dalla sua Jasmine ha armi tecniche e fisiche per vincere continuare il sogno di arrivare tre le migliori quattro a Riyadh, purtroppo nel vuoto di un’arena davvero spoglia di quel calore e passione che una kermesse così importante meriterebbe.
    Jasmine ripenserà tanto a quel set point, ma dovrà soprattutto rileggere con grande serenità su quanto bene ha giocato contro Sabalenka. Dopo l’avvio shock, soverchiata dalla potenza dell’avversaria, il rischio di crollare malamente e fare una figuraccia era concreto, molte sarebbero uscite dal campo mentalmente di fronte alla “montagna” avversaria. Non Paolini, che è tosta dentro. Sa benissimo quali sono i suoi punti di forza, il saper aspettare in modo attivo, studiando l’avversaria e pronta a metterla in crisi alla prima incertezza. E Aryna di incertezze ne ha avute… Ha iniziato male il secondo set, forse distratta, forse ha perso un po’ i riferimenti quando Paolini ha iniziato a caricare di più la palla e non perdere campo all’indietro, a costo di sbagliare. Ha servito pure male Sabalenka e… boom! Jasmine è pronta a prendersi il break e vantaggio. Lì l’azzurra doveva servire meglio, così che è stata rimontata, ma un match femminile si sa, vive di momenti ed emozioni, e l’otto volante della bielorussa l’ha portata su e giù, a mille all’ora. Alla fine è una sconfitta, e una tennista competitiva e fortissima come Paolini non può e non deve essere contenta. Ma ha disputato una partita ottima contro la più forte su piazza, e da qua deve ripartire. C’è una semifinale da conquistare dopo domani. Forza Jas!
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    La n.1 del mondo inizia l’incontro al servizio, e commette doppio fallo. Poi ingrana col diritto, e son dolori per Jasmine. 1-0 Sabalenka. Se Aryna, comanda può essere inarrestabile su questi campi. Anche Paolini commette un doppio fallo nel suo primo turno di servizio, le costa il 30 pari. È graziata l’azzurra nel punto successivo, a campo aperto Sabalenka spara lungo. Sembra indispensabile servire una prima solida, altrimenti la rivale spadroneggia dalla risposta. Sente questa pressione Paolini e commette un altro doppio fallo, che le costa palla break. Costruisce alla perfezione l’attacco Aryna, ma di volo tocca con sufficienza e sbaglia a campo aperto. Un po’ distratta Aryna in quest’avvio, ma strappa il BREAK alla seconda chance, brava a difendersi con un diritto cross di Jasmine che termina largo e lungo. 2-0. Troppo potente la 26enne bielorussa, dopo il servizio colpisce con potenza e l’azzurra non riesce a difendersi. 3-0 Sabalenka, netto il gap tra le due in quest’avvio. Nemmeno nel quarto game l’azzurra riesce a prendere il comando, il diritto di Aryna è una mazzata incontenibile, e lo tira con i piedi quasi sulla riga di fondo. Sul 30 pari forza l’errore di Jasmine, stavolta con un gran topspin di diritto, ecco un’altra palla break. La spreca affossando in rete la risposta, ma si prende il doppio Break subito dopo, stavolta con una smorzata che sorprende Paolini. 4-0. Troppo brava Aryna, riesce a trovare un vincente di diritto lungo linea in piena corsa, su di un cross tutt’altro che docile di Jasmine. Si distrae qua la bielorussa, commette due errori e scivola sotto 15-40. Sulla prima palla break tira un servizio imprendibile, ma sulla seconda Paolini è brava a saltare letteralmente col diritto sulla palla e tirare un lungo linea che la n.1 non contiene. BREAK Paolini, 1-4, contava finalmente entrare in partita, far sentire i suoi colpi. Paolini cerca di non perdere campo e spinge da vicino alla riga di fondo, è durissima contenere l’esuberanza della bielorussa, ma non c’è altra strada, ci prova e vince il primo turno di battuta, 2-4. Paolini vince un altro discreto turno di servizio, ma Sabalenka nei suoi game è in totale controllo, serve sul 5-3 e comanda col diritto, davvero profondo e pesante, e pure un Ace. La n.1 chiude il set 6-3 al primo set point con un diritto lungo linea potentissimo.
    Paolini inizia bene il secondo set al servizio, urla anche un sonoro “vamos” dopo aver strappato un punto col diritto, 1-0. Più fallosa Aryna, e anche meno prime palle in campo, mentre la lucchese tira un gran vincente di diritto. Sul 40 pari Jasmine è brava a tenere sulla diagonale di rovescio e Sabalenka sbaglia. Palla break Paolini. Doppio fallo! Passaggio a vuoto della n.1, 2-0 Paolini, brava restare con la testa nel match dopo l’avvio difficilissimo, e ora avanti. Aryna torna a spingere con prepotenza dalla risposta, si porta 15-40 ma spreca sulle due palle break, troppa foga. Il contro BREAK arriva alla terza chance, con una risposta di diritto micidiale (1-2). Ancora alti e bassi per la bielorussa, come una pessima volée spedita in corridoio, e Jasmine è lì, ma non riesce a prendersi una chance per un nuovo allungo, e 2 pari. Nel quinto game Aryna intuisce due prime palle dell’azzurra e spara due super risposte. È visibilmente stizzita la nostra campionessa, ma non mette di nuovo la prima in campo e nello scambio col rovescio Sabalenka trova un angolo perfetto. 15-40, due chance per scappare via per la n.1. Niente, il servizio di Jasmine non c’è, e con una risposta in chop, un taglio corto forse non volontario, Sabalenka vince il terzo game di fila, e secondo BREAK di fila, per il sorpasso (3-2). Scrollata di dosso la tensione dell’esser stata indietro nello score, ora Aryna è ingiocabile (clamoroso un diritto cross), e serve pure bene. 4-2. Sul 4-3 la n.1 ha un altro momento “no”, commette un brutto errore e poi un doppio fallo, 15-40. Termina il disastro affossando un diritto in rete, BREAK Paolini, brava a restare in scia e poi prendersi un gran punto in difesa con un diritto che fulmina l’attacco della rivale. Male Aryna, Bene Jasmine, che con la faccia” cattiva” vola avanti 5-4 capitalizzando le incertezze dell’avversaria. Jasmine SUPER sullo 0-15, consistente, alza la parabola e trova un bel diritto vincente che la manda a due punti dal set sullo 0-30. Aryna si aggrappa alla potenza, con poco rischio, ma sul 30 pari sbaglia di poco un diritto cross. 30-40, Set Point Paolini !!! Se lo gioca di forza col rovescio Sabalenka, e si salva. Incredibile il doppio fallo di un metro di Aryna, che consegna il secondo set point a Jasmine. Purtroppo esce un diritto della toscana, qua forse si poteva far meglio, come indica la delusione sul suo volto. Con tantissima fatica (e un gran rimpianto per Jas), lo score è 5 pari. E scampato il pericolo, Aryna è più leggera e torna a colpire con potenza devastante. Un diritto cross, poi un rovescio passante – fretta nell’attacco dell’azzurra. 0-30. Con diritto inside out dal centro la n.1 strappa due palle break sul 15-40. Purtroppo non entra la prima palla di Paolini, e pure doppio fallo. BREAK Sabalenka, 6-5, serve per il match. Jasmine si prende il primo punto, poi ingrana il servizio di Aryna e chiude di potenza. Che peccato, con il secondo set point dove si poteva far meglio, ma che partita, che grinta e tenuta Paolini! Si gioca tutto al terzo match.

    (1) Aryna Sabalenka vs (4) Jasmine Paolini WTA Riyadh Aryna Sabalenka [1]0670 Jasmine Paolini [4]0350 Vincitore: Sabalenka ServizioSvolgimentoSet 3ServizioSvolgimentoSet 2Aryna Sabalenka 0-15 15-15 30-15 40-156-5 → 7-5Jasmine Paolini 0-15 0-30 15-30 15-405-5 → 6-5Aryna Sabalenka 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-404-5 → 5-5Jasmine Paolini 15-0 30-0 40-0 40-154-4 → 4-5Aryna Sabalenka 0-15 0-30 15-30 15-404-3 → 4-4Jasmine Paolini 15-0 15-15 30-15 40-154-2 → 4-3Aryna Sabalenka 15-0 30-0 40-0 40-153-2 → 4-2Jasmine Paolini 0-15 15-15 15-30 15-402-2 → 3-2Aryna Sabalenka 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-401-2 → 2-2Jasmine Paolini 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A0-2 → 1-2Aryna Sabalenka 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A0-1 → 0-2Jasmine Paolini 15-0 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Aryna Sabalenka 0-15 15-15 30-15 40-155-3 → 6-3Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 40-15 40-305-2 → 5-3Aryna Sabalenka 15-0 30-0 30-15 40-154-2 → 5-2Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 30-30 40-304-1 → 4-2Aryna Sabalenka 0-15 15-15 15-30 15-40 30-404-0 → 4-1Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A3-0 → 4-0Aryna Sabalenka 15-0 30-0 40-02-0 → 3-0Jasmine Paolini 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A1-0 → 2-0Aryna Sabalenka 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0 LEGGI TUTTO