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    Sinner implacabile! Doma uno splendido De Minaur e regala il secondo punto agli azzurri. La finale della Davis Cup 2024 è Italia – Olanda

    Jannik Sinner (foto Brigitte Grassotti)

    Troppo Jannik Sinner anche per un indomito e super aggressivo Alex De Minaur. Il n.1 del mondo batte per l’ennesima volta l’australiano (6-3 6-4 lo score) e regala all’Italia il secondo punto nella semifinale contro i “canguri” in Davis Cup a Malaga, portando insieme a Berrettini il tricolore alla seconda finale consecutiva nella più antica competizione a squadre per nazioni al mondo (1900), dove troviamo l’Olanda. Lo spauracchio di questa sfida era il doppio, dove Ebden – Thompson sono ben più di due “specialisti”, sono tra i più forti su piazza e in Davis diventano quasi insuperabili. Per questo la missione era vincere i due singolari, per evitare ogni rischio. Missione compiuta, grazie al cuore di Berrettini e la solidità granitica di Sinner, ancora una volta pronto a superare fatiche e pressioni confermando il suo ruolo di leader del team azzurro e soprattutto di miglior tennista al mondo. Si potrebbe pensare alla “solita” vittoria di Jannik contro Alex, più forte in ogni situazione di gioco, ma lo è stato solo in parte. La maglia gialla della nazionale infatti ha esaltato ancor più De Minaur, spronato e guidato in modo sapiente dal carisma del capitano Lleyton Hewitt e pure da quello del leggendario Tony Roche, pronto in campo alle 8 di ogni mattina nonostante stia per spegnere le 80 candeline… Down Under la Davis è faccenda seria, serissima. Non c’è altro paese che senta la competizione come loro, e si vede da come viene affrontata, gestita ed amata. Gli “aussie” sono il vero patrimonio della manifestazione, e tutti gli amanti del tennis dovrebbero ringraziarli per questo.
    Quanto ADM ci tenesse a questa partita lo si è visto in modo fragoroso subito dopo il match point trasformato da Sinner. Mentre Jannik si avviava con passo sicuro verso il net a salutare l’amico rivale, Alex ha scagliato brutalmente la racchetta a terra, facendole fare mille giravolte nell’aria. Un gesto violento, ovviamente, ma talmente spontaneo che quasi non si riesce a stigmatizzarlo… È l’evidenza di tutta la frustrazione di un tennista che ha disputato una partita eccellente, tatticamente ineccepibile e ottima anche dal punto di vista tecnico. De Minaur non poteva, non può e probabilmente non potrà giocare a tennis meglio di così, ma non è bastato a superare la potenza, velocità e qualità difensiva di Sinner. Anche qualità difensiva, sì. Infatti a portare il successo a Jannik in quel Malaga non è stata solo la sua clamorosa potenza, consistenza e pressione da fondo campo ma anche tanti punti vinti in difesa contro gli attacchi convincenti e ficcanti di De Minaur, bravissimo ad affrontare la partita all’arma bianca, pronto a prendersi rischi enormi. È il meglio che potesse fare: nei precedenti vs. Jannik era riuscito a vincere un solo set, nello scambio non ha la cilindrata per reggere e ancor di meno per andare sopra, e nemmeno i piedi più veloci del west possono fruttargli in difesa tanti punti quanti servono per vincere. Pertanto: attacco alla diligenza, come gli angeli dalla faccia sporca di tanti film western, sparare per primo o morire.
    Bravo Alex, è stato ammirevole e pure spettacolare per come ha attaccato ogni palla, con il massimo dell’anticipo e della velocità nelle gambe. Non è bastato, perché Sinner è stato eccezionale nello stroncare il rivale nel primo set tenendo una velocità complessiva inarrivabile comandando lo scambio dal centro del campo; e nel secondo parziale, quando l’australiano ha compiuto il massimo sforzo, nel trovare la reazione adeguata agli attacchi e affondi dell’australiano. Sinner nel secondo set è stato meno devastante, ha evidentemente tirato il fiato dopo un primo parziale giocato a velocità folli, ma ha servito bene in ogni situazione scomoda e ha brillato in difesa, andando ad agganciare alcune palle d’attacco di De Minaur trasformandole in oro con passanti splendidi, lucidamente colpiti senza mai esagerare. Come quello di rovescio che gli ha fruttato il break decisivo sul 4 pari: un affondo notevole di Alex, ma Jannik c’è arrivato e ha controllato in totale allungo un passante lento, stretto e calante che ha disarmato ogni miglior intenzione del rivale. Troppo bravo Sinner, potente, devastante ma anche lucido e sempre reattivo. Controlla, amministra e si amministra, le doti del campione consapevole della propria forza, anche se forse un minimo stanco dopo una tirata micidiale iniziata alla Finals. Sinner non perde un set dal match contro Etcheverry a Shanghai…
    La finale 2024 della Davis Cup sarà quindi Italia – Olanda, domenica dalle ore 16. Curioso che affronteremo di nuovo una squadra battuta nella fase a gironi di Bologna, e allora nel nostro team non c’era un “certo” Sinner… Saremo ovviamente i favoriti, ma come sempre la vittoria è da ottenere in campo, vincendo almeno due partite.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Sinner inizia il secondo incontro di Italia – Australia con un bel turno di servizio, chiuso con un Ace, poi in risposta si mette in modalità “God-mode” e impone un ritmo brutale. Distrugge il rivale con un forcing disumano, un ritmo che nemmeno le migliori gambe del tour, quelle di Di Minaur, riescono ad arginare. Fantastico il rovescio vincente che gli vale il 15-40 e ALLUCINANTE il pressing sul 30-40, tre, quattro, cinque pallate una più violenta e profonda della precedente, con l’ultimo rovescio che è un uppercut pugilistico da Tyson doc. BREAK Sinner, 2-0, in 7 minuti è già padrone del campo, dei tempi di gioco, di tutto. Nel terzo game Jannik regala un punto in forcing, poi è fortunato l’australiano con un nastro. Arriva improvviso un altro errore, e 15-40. Sinner sbaglia ancora! Un rovescio, forse la velocità assurda dell’avvio per una volta l’ha buttato fuori giri, errori che paga con un improvviso e inatteso contro BREAK, 2-1. È bravo Alex a cavalcare il buon momento, taglia col rovescio per togliere ritmo e proporre una palla non facile da spingere a tutta, e attacca con coraggio. 2 pari. È bravo Jannik a giocare un turno di battuta più solido, veloce ma con più margine – anche palle leggermente più cariche – e un fulmine nel venire avanti. 3-2. Sesto game, sul 30-15 Jannik riprende il comando delle operazioni, costruendo a chiudendo uno scambio a velocità folle. De Minaur sbaglia un diritto, e si ritrova sotto 30-40. Sinner UBER ALLES! Incredibile come dal centro del campo fa fare il tergicristallo al rivale e punirlo con una smorzata improvvisa, taglio sotto la palla col diritto mortale. Che game, che punto! BREAK Sinner, 4-2. E poi che difesa… incredibile come il n.1 abbia sprintato a sinistra e poi al centro, rimettendo due palle difficilissime del rivale, che nonostante sia sotto sta giocando un’ottima partita. E c’è partita, perché Alex regge, corre come un vero demonio e costringe l’azzurro a colpire sempre una palla in più. Game laborioso, serve un Ace per chiuderlo, 5-2. Sinner serve per il set sul 5-3. Sbaglia un gran diritto lungo linea di un niente, sarebbe stato vincente. Poco male, attacca col diritto cross e via a rete, a chiudere in sicurezza. Set Point! Chiude con servizio esterno potente. 6-3. Un bel set, con un De Minaur che meglio non si può, ma la differenza con Sinner è grande e il campo ha parlato chiaro, più potente e più intenso, nonostante la velocità clamorosa dell’australiano.
    Secondo set, De Minaur commette un doppio fallo ma con coraggio si butta avanti per non finire nella morsa dell’azzurro, e vince un buon game. Ci prova con tutto quel che ha Alex, è sostenuto da Hewitt e tutta la panchina che lo sprona a provarci ed attaccare, tagliare la palla, fare qualsiasi cosa per non lasciare il comando del gioco al rivale. Ci riesce a tratti, meno in risposta dove Jannik serve bene e col primo colpo dopo la battuta si prende il centro del campo e mena le danze. Più equilibrio in questa fase, l’australiano regge meglio nei suoi turni di servizio, con prime palle efficaci e con Sinner meno devastante con la risposta. Impressiona la progressione di Sinner, ma anche la capacità difensiva di Di Minaur, che regge 3, 4, a volte 5 colpi prima di cedere. Azzarda pure un S&V Jan cercando di chiudere il sesto game, ma stavolta la risposta di Alex lo punisce. Poi pure un lob spettacolare dell’australiano che sta giocando un ottimo match, non può giocare meglio di così. Forza il game ai vantaggi ADM, ma nei punti decisivi Sinner è attento, prima palla in campo, due passi avanti e diritto a chiudere. 3 pari. De Minaur gioca alla grande anche il settimo “fatidico” game, attacca tanto e bene, come sulla schermaglia sotto rete che vince con la rapidità di un felino. 4-3. Molto sicuro l’azzurro, esser dietro nel punteggio non lo tocca minimamente, col diritto è davvero efficace, e arriva molto bene anche sulle palle corte del rivale, chiudendo con una frenata perfetta e un tocco vincente. 4 pari. Livello altissimo, Alex fa tutto bene, ma… Sinner fa tutto meglio! Sul 30 pari con una gran difesa acchiappa una palla che trasforma in un lob ottimo. Palla break! De Minaur si affida al servizio e attacca, con coraggio resta aggrappato alla partita. Ma Sinner insiste: con una risposta molto profonda forza l’errore di rovescio di De Minaur, che trova l’Ace per annullare anche la seconda chance all’italiano. L’onda di Sinner però è troppo alta anche il surfista australiano… si prende la terza PB con un pressing dalla risposta e con una difesa clamorosa di rovescio cross rende la volée troppo difficile per l’australiano, che ci arriva ma poi è trafitto col secondo passante. BREAK Sinner, 5-4. Jannik serve per chiudere, De Minaur non lascia niente di intentato, spinge al massimo delle sue possibilità, rispondendo con i piedi quasi sulla riga pur di mettere pressione. Ci riesce, si porta 15-30. Da sinistra Jannik tira un diritto talmente potente che quasi stacca la racchetta dalla mano dell’avversario. Con uno schiaffo al volo dopo un’ottima prima palla, ecco il Match Point Italia! Vola via la risposta di De Minaur, e vola via pure la sua racchetta, frustrato da una sconfitta nonostante una prestazione davvero eccellente. Jannik è più forte, vince di nuovo porta l’Italia in finale, contro una nazione che abbiamo affrontato e battuto a Bologna nei gironi. E non c’era Sinner…. Siamo nettamente favoriti, forti di un Sinner fortissimo e pure di un Berrettini davvero positivo. Grazie ragazzi!!!

    ITF Finals J. Sinner66 A. de Minaur34 Vincitore: J. Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 0-15 15-15 15-30 30-30 40-305-4 → 6-4A. de Minaur 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 ace 40-A4-4 → 5-4J. Sinner 0-15 15-15 ace 30-15 40-153-4 → 4-4A. de Minaur 15-0 15-15 30-15 40-153-3 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-402-3 → 3-3A. de Minaur 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 ace2-2 → 2-3J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace1-2 → 2-2A. de Minaur 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 ace1-1 → 1-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-150-1 → 1-1A. de Minaur 15-0 30-0 30-15 30-30 df 40-30 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-305-3 → 6-3A. de Minaur 0-15 15-30 30-30 40-305-2 → 5-3J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 ace4-2 → 5-2A. de Minaur 15-0 15-15 30-15 30-30 30-403-2 → 4-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-152-2 → 3-2A. de Minaur 15-0 15-15 30-15 40-15 40-302-1 → 2-2J. Sinner 15-0 15-15 15-30 15-402-0 → 2-1A. de Minaur 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 ace1-0 → 2-0J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-15 ace0-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Davis Cup: cuore e colpi! Berrettini batte un durissimo Kokkinakis e regala il primo punto all’Italia contro l’Australia

    Matteo Berrettini (foto Brigitte Grassotti)

    Può un punto assurdo, una difesa col diritto “da squash”, un taglio sotto improvviso giocato in corsa da tre metri fuori e che taglia il campo vincente, quasi con una scia luminosa tanto è bello e impossibile, farti vincere una partita tiratissima e importantissima? Sì, se lo giochi sul 5 pari del terzo set, nel momento più caldo di una semifinale di Davis Cup, nella bolgia più totale. La magia, il classico “big-point” che rompe l’equilibrio di una partita durissima è di un fantastico Matteo Berrettini, capace di tirare fuori dal cilindro un coniglio dorato e vincente nel rush finale contro Thanasi Kokkikanis nella prima partita di Davis Cup. Con quella giocata estemporanea sul 15 pari nel game #11, forse anche un filo fortunata nella resa ma assolutamente voluta, Matteo ha rotto l’equilibrio e minato il morale di un rivale durissimo nella lotta, strappando un break decisivo per il 6-7(6) 6-3 7-5 che porta il primo punto all’Italia contro l’Australia. Ora in campo Jannik Sinner, contro De Minaur, nettamente da favorito. La seconda finale consecutiva in Coppa Davis è a un passo, è nelle mani di Jannik grazie ad un passaggio clamorosamente bello di un Berrettini monumentale per capacità di lottare e soffrire di fronte ad un Kokkinakis che si conferma tosto Davis-man e gran giocatore.
    Quel punto difensivo eccezionale è stato davvero decisivo, perché la faccia di Kokkikanis ha tradito una smorfia, una tensione che non ha saputo gestire. Non più fatto la differenza col servizio, e Matteo è stato perfetto nell’attaccare con la risposta, e poi col diritto, mettendo fretta e pressione al “canguro”, caduto nella trappola mortale. Ma per quanto importante, sarebbe riduttivo attribuire il successo di Berrettini “solo” a quel punto. Quello è stata la slinding door del match, era necessario trovarla, e anche prima del tiebreak perché Thanasi ha dimostrato nel primo set quanto possa essere pericoloso nei tiebreak, forte di un servizio bomba e grande coraggio. Bravissimo è stato Berrettini a inventarsi quella giocata, ma è stato ancor più bravo a disputare una partita molto importante dall’inizio alla fine, a reggere di fisico e di testa ai colpi potenti e intensi di un rivale che con la casacca gialla della sua nazionale diventa un osso duro per tutti. Matteo ha servito molto bene nei momenti importanti (e 74% di prime in campo vincendo l’82% dei punti), ha spaccato la palla col diritto, ma le due fasi che l’hanno portato alla vittoria sono state la risposta e la difesa da dietro, insieme alla sua durezza come agonista.
    Berrettini infatti ha sprecato tre set point nel primo set, uno doloroso sul 6-4 del tiebreak quando con un attacco si era quasi preso il punto… Quasi sì, perché ha lasciato un rovescio passante del rivale che è morto sulla riga, un pizzico, quanto basta. Forse non era possibile giocare di volo, o era molto complicato… Quel momento ha girato il set verso Thanasi, bravissimo nei punti successivi, impeccabile. Dopo 70 minuti così intensi, sia sul piano fisico che mentale, il rischio che Berrettini barcollasse e poi crollasse sotto il tennis davvero consistente dell’australiano era concreto. Anche perché nel secondo set Thanasi ha vinto i primi tre turni di battuta senza cedere un punto. La forza di Matteo, il suo cuore e la sua voglia di vincere è venuta fuori nel settimo game, quando ha alzato il muro in difesa. Palla dopo palla ha iniziato a rispondere di più, ha fatto pensare e correre l’avversario, che ha iniziato a sbagliare qualcosa quando pareva più sicuro e dominante. Lì anche si è decisa la partita, perché Matteo pareva un po’ arrancare, aveva salvato due palle break nel terzo game e si temeva il peggio. Ma la sua forza, la voglia di vincere, anzi di rifiutare una sconfitta beffarda, l’ha fatto reggere e trovare quelle giocate ideali a disarmare le sicurezze del rivale. Un paio di back, un diritto profondo, quanto basta a prendersi il break e il secondo set.
    Il terzo set è stato duro, vera battaglia, e il rush finale già descritto ha portato un punto decisivo all’Italia. Se lo merita tutto Berrettini, è una vittoria che lo ripaga di tante amarezza accumulate nel recente passato. Si è ripreso tutto Matteo, con una prestazione di grande spessore tecnico e di una potenza morale degna di un’esplosione atomica. Ha traballato in più fasi, ma ha retto. Ha mancato qualche occasione, ma ha cancellato tutto e ha continuato a spingere e martellare con potenza. È un successo arrivato con i colpi, tanti vincenti e giocate di classe; di fisico, per quanto e bene ha corso; e di testa, perché serve una lucidità e durezza da campione per portare a casa una partita così intensa e tirata. Applausi Matteo, te la meriti tutta. Che bellezza!
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Il match inizia col dominio del servizio, nel primo turno di Berrettini non parte mai lo scambio. È il colpo più decisivo nel tennis di entrambi, comandare dal servizio, entrambi in difesa non eccellono. Dopo 11 minuti siamo 2 pari, con solo tre punti vinti in risposta, unico scambio quello che chiude il quarto game (bella smorzata di Matteo dopo un diritto potente). Quinto game, si inizia a scambiare e Matteo sale in cattedra. Risponde e guadagna il centro del campo, da dove lascia partire una mazzata di diritto delle sue. 0-30. Kokkinakis spara due Ace nell’angolino, poi spinge fortissimo e con quattro punti di fila si porta 3-2. Era piccola grande occasione per Matteo, ma Thanasi ingiocabile. Intrattabile è Berrettini nel sesto game, tira un vincente di rovescio lungo linea e poi aggredisce la palla col diritto e chiude a zero, 3 pari. Tennis scarno, ma gran livello di entrambi per potenza. Nel settimo game Kokkinakis inizia col doppio fallo, poi tira largo un diritto a campo aperto… di nuovo 0-30. Stavolta l’Ace dell’australiano non c’è, Matteo risponde e passa da difesa ad attacco, con una corsa a rete che provoca l’errore nel passante di Kokkinakis. 0-40! tre palle break. Errore di rovescio in scambio di Berrettini sulla prima; Ace sulla seconda; potente col diritto Thanasi sulla terza, qua un po’ corto Matteo. 5 punti di fila, di nuovo Kokkinakis si salva, 4-3, peccato per la prima chance, quel rovescio sbagliato… Corre tanto l’australiano nell’ottavo game, strappa due punti in risposta per la prima volta nel match, ma Matteo con un diritto pesante impatta lo score 4 pari. 8 game, 10 punti vinti in risposta, il campo è davvero rapido. Entrambi variano bene col servizio, non si va solo di potenza bruta, rispondere bene è difficile, ma Berrettini risponde sempre più spesso e si scambia di più. Sul 30 pari Kokkinakis commette un altro doppio fallo, c’è la quarta palla break per Berrettini. Prova l’inside out col diritto Matteo dopo una risposta interessante, ma la palla gli esce di poco. Peccato, altra chance non sfruttata e 5-4 Australia. Sale la tensione nel decimo game. Berrettini sbaglia due diritti, 30 pari. La palla ora “scotta”. Rimedia con un Ace esterno, non così rapido ma imprendibile. Si va ai vantaggi, l’attacco col back di diritto di Matteo è corto, comodo il passante di Thanasi. Due bordate col servizio issano l’italiano sul 5 pari. Nell’undicesimo game Kokkinakis non trova punti col servizio e arriva lo scambio più bello del match. 15-30: Matteo taglia col back, rallenta con una palla più lavorata e alta, e poi da sinistra trova una bordata di diritto lungo linea che lascia immobile Kokkinakis. 15-40! Finalmente il BREAK arriva! si fa prendere dalla fretta l’australiano e tira un diritto con zero equilibrio che muore in corridoio bello larga. 6-5 Italia. Gran reazione dell’australiano, trova due risposte ottime e si prende di forza due punti. 0-30. Nel momento del bisogno il romano lucida il “cannone”, due eccellenti prime palle, 30 pari. Poi servizio, diritto d’attacco e volée comoda a chiudere. Set Point Italia! Arriva lo scambio più lungo del match, quanto corre Matteo… troppo, sugli angoli ottimi imposti da “Kokki”, che si prende il punto dopo 20 tiri. Con una mazzata di diritto Thanasi strappa la palla break, sua prima del match. Se la prende subito: ottima risposta di rovescio sulla seconda palla, si scambia di nuovo e comanda l’aussie, tanto che Berrettini cerca di uscire col diritto, ma sbaglia. Tiebreak. Ha preso fiducia in risposta Thanasi, ne trova un’altra ottima nel secondo punto e poi spara un diritto troppo potente, 2-0 Kokkinakis, che poi regala un punto con un diritto appena largo. 3-2. Si gira 3 pari, gran bordata di servizio di Matteo, poi l’Ace (quinto), per il 4-3. Kokkinakis commette un gravissimo doppio fallo, 5-3 Italia. Comanda l’azzurro col diritto, 6-4 e due Set Point! Incredibile il passante di rovescio di Kokkinakis, da tre metri fuori dal campo trova un rovescio che Matteo lascia… ma atterra sulla riga. 6-5. Gran botta, e 6 punti pari. Che lottatore Thanasi… che serve ancora bene e ora il Set Point ce l’ha lui sul 7-6. Il rete il diritto di Matteo, dopo una seconda palla aggressiva. SET Australia, 8-6 con tre set point annullati. Cuore Australia, ma più di un rimpianto Italia. Bravo Thanasi a salire in risposta e far correre Matteo.
    Berrettini inizia con ottimo turno di battuta il secondo set. Devastante il diritto di Kokkinakis, 1 pari. Nel terzo game purtroppo Matteo non trova punti col servizio dal 40-15, mentre la risposta e passante di Kokkinakis sale in cattedra. Con una risposta di diritto clamorosa tanto è stretta ed efficacia, l’australiano si prende una palla break delicatissima. L’annulla con una prima palla al T più precisa che potente, gran giocata, e sempre col servizio si porta 2-1. In questa fase in risposta e scambio l’australiano sembra superiore, è necessario che la battuta dia tutto e di più. Matteo in risposta prova ad aggredire e buttarsi avanti, ma i suoi approcci non sono lunghi abbastanza, “Kokki” arriva bene e passa, e il suo diritto dopo il servizio è una bomba. 2 pari. In risposta di nuovo non si vince un punto, il servizio domina (3 game vinti a zero per l’australiano). Sul 4-3 Kokkinakis perde il primo punto al servizio nel set e il game va ai vantaggi. Lotta col rovescio in back Berrettini, non propone al rivale palle comode da spingere. La chance per Matteo arriva con un attacco pentito e poi arrivato di Thanasi, punito dal passante robusto dell’italiano. Palla break! Seconda di servizio… sbaglia con la risposta di rovescio Berrettini, cerca la profondità ma gli esce di un metro. Ok mettere pressione, ma era troppo importante iniziare il punto. Rimpianto #2 per Berrettini dopo il set point sul 6-4, la palla lasciata… Matteo ci crede, risposta d’incontro e l’altro sbaglia, altra palla break. Sbaglia col diritto Thanasi, troppa foga nello spingere da sinistra. BREAK Italia, serve sul 5-3 Matteo. Non trema l’azzurro, spara il decimo Ace e si prende lo 40-0. Chiude subito, butta via la riposta l’australiano, furibondo. SET Italia, 6-3. Quando Kokkinakis pareva più in controllo del gioco e fortissimo al servizio, nel quarto game incertezze e paga col break. Si va al terzo.
    Il finale di secondo set ha destabilizzato Kokkinakis, tira con troppa fretta e meno lucidità. Un erroraccio gli costa il 15-30 in apertura del terzo set, e meno prime palle in gioco. Ancora con fretta Thanasi sbaglia un rovescio banale, sotto i tagli sapiente di Matteo. 15-40, due palle break immediate! Ottima reazione dell’australiano, comanda e chiude due ottimi punti, alzando l’attenzione, poi altri due. Serve molto bene Berrettini, regala al pubblico nel quarto game pure un rovescio ad una mano di contro balzo che lascia di stucco per facilità e timing… 2 pari. Sul 3-2, Matteo serve e va sotto 0-30, errore col back di rovescio (lento con le gambe) e poi un errore di diritto in spinta sulla sua direttrice preferita. ACE e poi un diritto pesantissimo, con la palla che pesava tonnellate. Il game va ai vantaggi, e che testa Matteo nel rischiare un diritto vincente su palla bassissima, che controllo col polso. Non è poi fortunato sul net, un nastro rallenta la volée ma che riflesso l’australiano. Bagarre, e spettacolo. Di forza e di carattere Berrettini si porta 3 pari. La tensione sale con l’avanzare del punteggio, ma il livello resta alto e i due giocatori gestiscono bene i turni di servizio, molto aggressivi col primo colpo dopo la battuta. 4 pari, si entra nel rush finale. Matteo trova una difesa eccellente nel secondo punto, rimette tutto con profondità e l’australiano sbaglia. Attenzione, 0-30. UFFF!!! Si butta avanti Thanasi, gioca una volée non definitiva ma il passante di rovescio lungo linea di Matteo – non facile – non rientra in campo. 15-30. Prende poi una riga col rovescio, mezzo dito, Kokkinakis, e quindi un servizio vincente. Lucidità e potenza, davvero una gestione granitica del momento difficile, con un attacco perentorio l’aussie vince il quarto punto di fila e 5-4. Ottimo il decimo game di Berrettini al servizio, incisivo e rapido nel chiudere il punto. 5 pari con l’Ace. Ecco il Big point, quello che spacca la partita. Matteo trova un jolly difensivo con un back di rovescio, colpo da squash, che taglia il campo imprendibile. Che difesa! Kokkinakis si disunisce, sbaglia malamente un diritto arrivando male sulla palla, 15-30. Non entra la prima palla di Thanasi, attenzione… Matteo entra con la risposta profonda e poi un diritto inside out nell’angolino. 15-40, due palle break che sono praticamente dei match point!!! Ha fretta l’australiano, sbaglia ancora BREAK!!!!! 6-5, serve per il match Matteo e non tradisce. Chiude con l’ACE al primo match point. Che durezza, che classe. Il MATTEO NAZIONALE che porta alla nostra Nazionale un punto fondamentale, che potrebbe averci regalato la finale di Davis, visto che a minuti c’è Jannik Sinner, contro De Minaur e sarà nettamente favorito. Daje Mattè!!!!!

    ITF Finals M. Berrettini667 T. Kokkinakis735 Vincitore: M. Berrettini ServizioSvolgimentoSet 3M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 40-156-5 → 7-5T. Kokkinakis 15-0 15-15 15-30 15-405-5 → 6-5M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 ace4-5 → 5-5T. Kokkinakis 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-4 → 4-5M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 40-153-4 → 4-4T. Kokkinakis 15-0 30-0 30-15 40-15 40-303-3 → 3-4M. Berrettini 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-402-3 → 3-3T. Kokkinakis 0-15 15-15 ace 30-15 ace 40-15 ace2-2 → 2-3M. Berrettini1-2 → 2-2T. Kokkinakis 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2M. Berrettini 15-0 ace 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1T. Kokkinakis 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2M. Berrettini 15-0 40-0 ace5-3 → 6-3T. Kokkinakis 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A4-3 → 5-3M. Berrettini 15-0 30-0 40-03-3 → 4-3T. Kokkinakis 15-0 30-0 ace 40-03-2 → 3-3M. Berrettini 15-0 30-0 ace2-2 → 3-2T. Kokkinakis 15-0 30-0 40-02-1 → 2-2M. Berrettini 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-401-1 → 2-1T. Kokkinakis 15-0 30-0 ace 40-0 ace1-0 → 1-1M. Berrettini 15-0 30-0 ace 40-0 ace0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0-0* 0*-1 0*-2 1-2* 1-3* ace 2*-3 3*-3 4-3* ace 5-3* df 5*-4 6*-4 6-5* 6-6* 6*-76-6 → 6-7M. Berrettini 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A6-5 → 6-6T. Kokkinakis 0-15 df 15-15 15-30 15-405-5 → 6-5M. Berrettini 0-15 15-15 ace 30-15 30-30 40-30 ace 40-40 A-404-5 → 5-5T. Kokkinakis 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 df 40-40 A-404-4 → 4-5M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-15 40-303-4 → 4-4T. Kokkinakis 0-15 df 0-30 0-40 15-40 30-40 ace 40-40 A-403-3 → 3-4M. Berrettini 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3T. Kokkinakis 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 ace 40-302-2 → 2-3M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 40-151-2 → 2-2T. Kokkinakis 15-0 ace 30-0 40-0 40-151-1 → 1-2M. Berrettini 15-0 30-0 ace 40-0 ace0-1 → 1-1T. Kokkinakis 15-0 30-0 30-15 40-15 ace0-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Davis Cup: Sinner impone la legge del più forte e domina Baez. Italia 1, Argentina 1. Decisivo il doppio

    Jannik Sinner in Davis Cup

    72 minuti, più o meno la durata di un buon allenamento. Jannik Sinner impone la legge del più forte e domina senza alcun problema Sebastian Baez (6-2 6-1), portando il punto dell’1 pari all’Italia nella sfida contro l’Argentina in Davis Cup a Malaga. Dopo la prestazione molto deludente di Musetti, ci pensa il n.1 del mondo a tenere a galla il team azzurro con l’ennesima prestazione importante, da leader pronto a caricarsi sulle spalle la squadra, senza timori o tensioni. Una vittoria limpida che conferma anche in Nazionale il suo momento magico e dominio, dopo la fantastica vittoria alle ATP Finals di Torino.
    Sulla partita non c’è molto da dire, anzi si potrebbe chiudere con un secco “no match”. Enorme la differenza tecnica in ogni colpo, di potenza e di intensità nello scambio tra l’azzurro e l’argentino, totalmente incapace di reggere la pressione dell’italiano, nettamente superiore nella diagonale di rovescio e nei colpi d’inizio gioco, le fasi che hanno fruttato a Jannik il successo. Baez ha provato a correre e reggere, ma non è stato in grado di contenere spinta di Sinner, forte di una palla troppo più potente e precisa; quindi ha provato ad attaccare e pure venire a rete, ma ha trovato solo qualche punto sporadico. Jannik ha servito discretamente, trovando la prima palla quando ne aveva bisogno, e in risposta ha sbaragliato il rivale su ogni seconda di battuta, un vero assist per i colpi aggressivi e velocissimi del nostro campione.
    Non ha nemmeno avuto bisogno di spingere al massimo, tanto è stata la differenza in campo. Solo sul 4 pari Sinner si è distratto, o un minimo rilassato, concedendo ben 4 palle break, tutte annullate senza alcun problema. Per il resto Sinner ha controllato tutto: il tempo di gioco, gli spazi, gli scambi, alternando palleggi e cambi di ritmo mortali a velocità proibite per Baez (ormai quasi per tutti…), ad altre pallate immediate o attacchi alla rete. Non molte le variazioni, ma del resto non ne ha avuto bisogno tanto era superiore. Tutto bene insomma, serviva un punto e possibilmente rapido. Jannik ha marcato presente.
    È la vittoria n.71 nel 2024 per Jannik, fortissimo anche in maglia azzurro, leader incontrastato del nostro gruppo. Adesso il doppio, decisivo per eleggere l’avversaria dell’Australia in semifinale.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Sinner ha sulle spalle l’Italia intera… ma le sue gambe sono di granito. Inizia con un discreto turno di servizio, senza esagerare, del resto come gestisce la tensione lui, nessuno. Anche Baez scatta bene, il servizio c’è e vince il suo primo game, quindi trova una discreta resistenza da fondo campo – anzi, ben dietro – sul ritmo imposto da Sinner. Jannik si prende i punti col servizio (2-1). Il n.1 cambia marcia nel quarto game: in risposta trova impatti potenti e precisi. Si prende tre punti e vola 0-40. Troppo alto il ritmo di Jannik, sulla diagonale di rovescio non ce n’è, nonostante le gambe fotoniche di Sebastian. Affidarsi al ritmo equivale al suicidio. BREAK Sinner, con 7 punti di fila. Diventano 9, poi un errore banale, ma non si può chiedere tutto… Jannik col diritto fa quel che vuole, eccellente come riesca a rallentare e poi spostarsi a sinistra e piazzare un’accelerazione inside out imprendibile. Botta al T e via, 4-1 in 16 minuti. Baez è sempre lucido, ha già capito che provando a correre e reggere lo scambio non andrà solo presto sotto la doccia… quindi prova ad aprire l’angolo e piazzare l’affondo, pure venendo a rete. La tattica arrembante funziona, vince un game e 4-2. Qualche errore di Sinner in scambio, poco male perché il servizio c’è: Ace sul 15-30 e poi ai vantaggi, 5-2. Jannik prova a chiudere subito: la risposta è pesante e Baez sbaglia. 0-30 e 15-40 con un’altra risposta di diritto bestiale su di una seconda palla troppo centrale. Sono Due Set Point, ma Sinner fallisce il primo con un rovescio un po’ “pigro”, poi non passa la risposta sul secondo. Sebastian cerca di aprire l’angolo, di non far comandare l’italiano, ma ci riesce solo a tratti. Con un altro rovescio potentissimo Sinner si prende il Set point n.3. Non va, gran ritmo, ma un diritto potente di Jannik sbatte sul nastro e non passa. La risposta di Sinner illumina tutta Malaga, ma da sinistra col servizio Baez salva anche il SP #4. La lotta continua, Sinner spreca anche una quinta palla set, esagera col diritto lungo linea. Il sesto è quello buono: comanda avanza e chiude di volo. 6-2, 36 minuti. Enorme differenza la in campo.
    Secondo set, la musica non cambia. Sinner risale nel suo primo turno da 15-30, senza patemi, quindi gioca da fondo campo con una velocità e profondità che Baez fa troppa fascia a gestire. Rischia l’affondo col diritto l’argentino, ma esagera, e quindi sul 15-30 Sinner è lucido nell’insistere sul rovescio dell’avversario, forzando l’errore. Idem sulla prima palla break, sulla diagonale sinistra non c’è partita. BREAK Sinner, secondo di fila, e 2-0. Lo sguardo di Baez è sbarrato, come quello di colui che non vede l’ora di finirla prima possibile… Sinner lo “aiuta” continuando a spingere con potenza ma anche margine, seguendo verso la rete gli affondi. La prima palla c’è, tutto il tennis di Jannik è troppo consistente per Baez. 3-0 con un altro diritto poderoso. Cinque game fila, e siamo a soli 48 minuti di one-man-show. L’azzurro prova qualche colpo diverso, pure la smorzata col diritto, ottima, dopo aver guadagnato campo. 0-30. Con l’ennesimo schema botta a sinistra e via diritto cross in avanzamento, monumentale, ecco lo 0-40. Il BREAK arriva subito, Baez col rovescio non ce la fa. 4-0. Tira il fiato Jannik dopo 53 minuti a ritmo piuttosto alto, e commette qualche errore. Scivola sotto 15-40, sono le prime due chance in risposta per Baez. Jannik si concentra e rimedia, servizio vincente e poi il suo “solito” ritmo, con una potenza di colpi che piega la resistenza del rivale. Una stecca, qualche imprecisione – forse distratto – dopo un’ora di assoluto dominio, e altre due palle break che Jannik però annulla di forza. Il game diventa lungo, ben 18 punti per chiuderlo (e 4 palle break!), per il 5-0. Baez almeno muove lo score, ma con un turno di battuta tranquillo e un diritto pesantissimo, Sinner chiude il match 6-1. Schiacciasassi, in totale controllo del match. Sinner c’è.

    Jannik Sinner (🇮🇹 ITA) vs Sebastian Baez (🇦🇷 ARG)ITF Finals J. Sinner66 S. Baez21 Vincitore: J. Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 0-15 40-155-1 → 6-1S. Baez 15-15 30-30 ace5-0 → 5-1J. Sinner 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 ace 40-40 A-404-0 → 5-0S. Baez 0-15 0-30 0-403-0 → 4-0J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace 40-152-0 → 3-0S. Baez 0-15 0-30 15-30 15-401-0 → 2-0J. Sinner 0-15 df 15-15 ace 15-30 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1S. Baez 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A5-2 → 6-2J. Sinner 0-15 df 15-15 15-30 30-30 ace 40-30 40-40 A-40 ace4-2 → 5-2S. Baez 15-0 30-0 30-15 30-30 40-304-1 → 4-2J. Sinner 15-0 ace 30-0 30-15 40-153-1 → 4-1S. Baez 0-15 0-30 0-402-1 → 3-1J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 ace1-1 → 2-1S. Baez 0-15 15-15 30-15 40-15 40-301-0 → 1-1J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Davis Cup: Musetti delude, Cerundolo no. Argentina 1, Italia 0

    Lorenzo Musetti con la maglia azzurra

    Inizia malissimo l’avventura azzurra in Davis Cup a Malaga. Lorenzo Musetti gioca una partita negativa, soffrendo la pressione del contesto e non riuscendo minimamente a produrre quel suo tennis completo, vario ed aggressivo che l’ha portato a grandi risultati all’estate scorsa, incluso battere di nuovo Zverev poche settimane fa a Vienna in condizioni non così diverse da quelle di Malaga. L’azzurro purtroppo nel primo incontro di Italia – Argentina è crollato in troppe incertezze tattiche ed errori, partendo da un servizio mai in ritmo che ha mandato a nozze la potenza in risposta e nello scambio di Francisco Cerundolo, vittorioso con merito per 6-4 6-1. Era pure scattato bene dai blocchi il toscano, con un break e il 2-0 iniziale, ma il vantaggio è durato un alito di vento: la partita è entrata in bagarre, una lotta con poco ritmo e tanta tensione, un mare troppo agitato per Musetti che non ha più trovato efficacia al servizio (terribile il 48% di prime palle in campo, vincendo solo il 52% dei punti), ha perso campo e non mai riuscito a trovare buone sensazioni e comandare. Infatti nella “garra” pura le fiammate di potenza di Cerundolo hanno funzionato meglio, nonostante nel primo set anche l’argentino abbia giocato tutt’altro che bene e libero. Partita tesa, brutta, “sporca”, quel che non doveva accadere perché in queste condizioni la tecnica di Musetti è come depauperata. 
    La partita si è spaccata definitivamente sul 4 pari, con un altro break strappato fin troppo facilmente da Cerundolo e difeso al servizio per il 6-4 che ha chiuso il primo set. Purtroppo lì è calato il sipario su Musetti, incapace di reagire e anzi crollato due metri dietro a remare sotto la pressione e pallate sempre più sicure e vigorose di un Francisco ormai libero da tensione, a tratti irresistibile. L’argentino infatti dal finale di primo set ha preso possesso del centro del campo e ha martellato col diritto con maggior precisione e senza errori gravi, sballottando da tutte le parti un Musetti incapace di arrestare il rivale, togliergli il tempo di gioco e riportarsi sotto.
    Non c’è davvero niente da salvare nella prestazione di Musetti. Poco lucido ed evidentemente teso, è stato travolto da una partita che è si complicata quasi subito, senza trovare dentro di sé la calma per rifiatare e rompere il ritmo dell’avversario, ritrovando il filo del proprio tennis. Il peccato originale è stata la prestazione molto negativa al servizio: senza l’aiuto della prima palla non è riuscito a costruire i suoi schemi, a piazzare un diritto o rovescio aggressivo per iniziare lo scambio da una posizione di vantaggio. Ha perso campo, ha perso focus, finendo per tirare una serie di colpi sporadici, senza una costruzione o un’idea per arginare l’avversario e riprendere il comando almeno dei suoi turno di battuta. Infatti dal secondo set Musetti è stato in balia di un Cerundolo in trance agonistica, capace di far fruttare la potenza del suo braccio. Del resto, aveva tempo e spazio per farlo, concesso da un Musetti troppo arretrato e confusionario. Non ha mai nemmeno provato Musetti a caricare il diritto di spin per allontanare l’avversario dalla riga di fondo e proporgli palle meno comode da incontrare con forza, oppure affidarsi ai tagli col rovescio… è andato dietro al ritmo imposto dall’avversario, senza riuscire mai ad andarci sopra.
    Adesso la sfida Italia – Argentina è a dir poco complicata: siamo spalle al mure. Serve il punto di Sinner, e poi anche quello del doppio, altrimenti la difesa della “Insalatiera” terminerà mestamente all’esordio.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Musetti cade in un doppio fallo nel primo punto, ma si riscatta immediatamente facendo correre il rovescio e ritrovando la prima palla. Bel piglio per entrare in partita. La “mano” clamorosa di Lorenzo si manifesta in tutta la sua potenza nel secondo punto in riposta, accelera, taglia, tocca, Cerundolo non ci capisce niente e va sotto 0-30. Più teso l’argentino, sparacchia malamente col diritto e crolla sotto 15-40. Il BREAK arriva sul 30-40 col doppio fallo. 2-0 Musetti, ma la partita si complica immediatamente. Qualche errore di troppo e concede il contro BREAK sul 30-40 con un diritto pessimo, cadendo indietro, subendo la risposta del rivale. La lotta è accesa: Lorenzo si rimette a lavorare bene la palla col rovescio, variazioni che spostano Francisco. Si porta 15-40 l’azzurro, ma l’argentino serve bene sulla prima chance, male invece in risposta Musetti sulla seconda. Con una bordata di diritto Cerundolo cancella anche una terza palla break e poi impatta 2 pari. 20 minuti di match, ma il clima Davis è già importante, tensione e spalti “caldi”. Il diritto di Cerundolo è temibile, con una sbracciata cross fantastica si prende una chance per l’allungo, ma spreca tutto con poca sensibilità di rovescio rimettendo una palla corta tutt’altro che perfetta di Musetti. Si gioca punto su punto, spalla a spalla. È Davis Cup, baby… 3-2 Italia, e sul 30 pari un errore col diritto dall’argentino è un assist per un possibile nuovo allungo di Lorenzo. Rischia la risposta lungo linea, ma la palla è troppo in pancia, non va. Non riesce a sfruttare nemmeno un’altra palla break (settima del parziale) Musetti, 3 pari. Deve stare attento il toscano a rallentare troppo, perché se l’albiceleste ci arriva in anticipo tira fortissimo e diventa molto pericoloso. Tanti, troppi errori, da parte di entrambi, e il servizio non fa la differenza (sotto il 50% di prime in campo). Ormai ogni game è una “garra”, un doppio fallo ai vantaggi costa a Musetti una palla break, che stavolta purtroppo arriva con un diritto sparato mezzo metro lungo dopo il servizio. BREAK, 4-3 Cerundolo. Il set avanza come un otto volante impazzito, ora è Cerundolo a sbagliare tutto e col doppio fallo concede il 30-40. Musetti lavora bene la palla col rovescio e Francisco rovina tutto con una palla corta totalmente errata. BREAK! 4 pari. Si gioca solo di nervi, comanda la tensione, né la tecnica, né la tattica, tanto che ora è Lorenzo crollare 0-40, senza la prima in campo e rincorrendo. Con un bel diritto inside out annulla la prima, ma un attacco con tempi errati costa a Musetti il terzo BREAK, sotto 5-4. Stavolta Cerundolo regge, game a zero e 6-4. Brutto primo, anche complessivamente, con tantissimi errori, scelte tattiche errate e bagarre, un territorio più sicuro per l’argentino. Musetti male al servizio con un terribile 44% di prime palle in campo, quindi incapace di tenere in mano il comando degli scambi.
    Musetti riparte alla battuta nel secondo set, ma arriva subito una frustrata di diritto in risposta che fulmina il nostro. Molto aggressivo in risposta Cerundolo e sulla seconda palla va a nozze… con un’altra risposta potente strappa subito una palla break sul 30-40. Purtroppo comanda Francisco, dal centro del campo spara un diritto più pesante dell’altro sbaragliando alla fine la resistenza di Lorenzo, con un BREAK dolorosissimo… anche perché l’argentino è salito. Tanto. Forte del primo set vinto, sbaglia di meno e gioca più semplice, potente e verticale, si prende il centro del campo e comanda, consolidando il vantaggio sul 2-0. Musetti sembra come in trance, non è lucido e si vede dalle sue scelte di gioco, estemporanee, invece di provare a rallentare, rilassarsi e respirare, ripartendo da una prima di servizio in gioco, un primo colpo consistente ma con margine da cui imbastire il punto al suo ritmo. Non ci riesce, perché servendo male Cerundolo forza e lo mette sotto pressione. Anche il terzo game va ai vantaggi, per fortuna ritrova il servizio e Lorenzo lo vince, 2-1. L’argentino comanda: ha una buona posizione in campo, discretamente avanzata e sbaglia di meno, anche per Musetti ha arretrato troppo il raggio d’azione. 3-1 Cerundolo, inizia a farsi terribilmente dura… anche perché Francisco col diritto fa quel che vuole, sul ritmo non c’è gara. Lorenzo deve spezzare quel ritmo a qualsiasi costo, come alzare la parabola, cosa che non fa abbastanza. E poi il servizio non va, non è incisivo così che la risposta del bairense è molto incisiva. Come sul 15-30, con una risposta profonda che Lorenzo non aggredisce a dovere, cade indietro col peso del corpo e sbaglia. 15-40, allarme rosso. Annulla la prima palla con una prima palla esterna molto precisa, e pure la seconda sempre con la battuta. Esce di un niente un diritto spettacolare lungo linea, nemmeno fortunato Musetti, c’è la PB #3. Non la sfrutta l’argentino, rovescio cross aggressivo largo. Cerundolo costruisce un altro scambio eccellente, ma non riesce a prendersi il break grazie al servizio di Lorenzo. Il BREAK arriva alla quinta chance, con un diritto cross bellissimo dopo aver aperto il campo. Bravo e 4-1 pesante. In esaltazione agonistica, Cerundolo ora tutto prova e tutto gli riesce, pure dei rovesci cross vincenti che raramente funzionano. In un amen l’argentino vola 5-1, con un Ace a chiudere un game perfetto. Musetti purtroppo non c’è più, cede a zero l’ultimo turno di battuta, per il 6-1 conclusivo, a chiudere una prestazione molto negativa e che mette in grossa difficoltà il team azzurro. Siamo spalle al muro: serve il punto di Sinner e poi il doppio, altrimenti la nostra avventura a Malaga termina qua.

    Lorenzo Musetti (🇮🇹 ITA) vs Francisco Cerundolo (🇦🇷 ARG)ITF Finals L. Musetti41 F. Cerundolo66 Vincitore: F. Cerundolo ServizioSvolgimentoSet 2L. Musetti 0-15 0-30 0-401-5 → 1-6F. Cerundolo 15-0 30-0 40-0 ace1-4 → 1-5L. Musetti 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A1-3 → 1-4F. Cerundolo 0-15 15-15 30-15 40-151-2 → 1-3L. Musetti 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-400-2 → 1-2F. Cerundolo 15-0 30-0 30-15 40-15 40-300-1 → 0-2L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 30-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1F. Cerundolo 15-0 30-0 40-04-5 → 4-6L. Musetti 0-15 0-30 0-40 15-404-4 → 4-5F. Cerundolo 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 df3-4 → 4-4L. Musetti 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A df3-3 → 3-4F. Cerundolo 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-403-2 → 3-3L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-402-2 → 3-2F. Cerundolo 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 ace2-1 → 2-2L. Musetti 15-0 15-15 15-30 15-40 30-402-0 → 2-1F. Cerundolo 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 df1-0 → 2-0L. Musetti 0-15 df 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Davis Cup Italia: Musetti o Berrettini? E l’incognita “doppio”

    Filippo Volandri, capitano del team azzurro di Davis Cup

    Orologio fissato per le 17, o poco dopo. L’ItalDavis scende in campo contro l’Argentina nella prima sfida della Final 8, con l’obiettivo – e non più sogno – di confermarsi campioni nella più antica manifestazione sportiva a squadre per nazioni al mondo (prima edizione 1900). L’uscita di scena della Spagna, super favorita almeno per il contesto e “l’effetto Nadal” e che invece si è rigirato contro ai padroni di casa come un dolorosissimo boomerang, pone il team capitanato da Volandri ancor più favorito, ma ci sono 3 sfide da vincere, e non sarà affatto una passeggiata. Già l’esordio contro il team albiceleste è da prendere con la massima attenzione. Infatti se vogliamo dare per “tranquillo” l’incontro tra i due numeri n.1, vista la condizione stratosferica mostrata da Jannik Sinner a Torino, il resto della faccenda resta piuttosto ingarbugliata e gli altri due punti sono assolutamente da conquistare in campo con due prestazioni di alto livello. Gli argentini infatti se hanno una dote che sempre li contraddistingue è la loro immancabile “garra”, la voglia di vincere e di competere. E tutti sappiamo quanto la Davis sia strana e può sovvertire anche valori considerati acquisiti.
    Dato per scontato Sinner come secondo singolare di giornata, quello tra i numeri n.1, probabilmente contro Baez (“sacrificato alla causa”, difficile per qualsiasi argentino oggi battere Jannik), il resto della formazione italiana lo conosce solo Filippo Volandri. E a poche ore dal primo match, di certezze nessuna. Da Malaga trapelano varie indiscrezioni, ma tra loro si contraddicono: si vocifera di Musetti scelto per aprire la sfida agli argentini, probabilmente opposto a Francisco Cerundolo, e quindi dopo il match di Sinner – qualora si fosse sul’1 pari – di un doppio formato dallo stesso Jannik in coppia con Berrettini; altre indiscrezioni invece fanno trapelare la volontà di Volandri di affidarsi per il match d’apertura alla solidità mentale e super servizio di Berrettini, con la consolidata coppia Bolelli – Vavassori pronta a giocare il punto decisivo contro gli specialisti argentini Molteni – Gonzalez. Quindi di tutto un po’, e pertanto non resta che attendere le 16 circa per scoprire l’arcano e vedere chi affiancherà Sinner in campo con la maglia azzurra.
    Non facile fare valutazioni da casa, poiché solo Volandri ha visionato gli allenamenti e lo stato di forma fisico e mentale dei nostri, in particolare Musetti e Berrettini, fermi da Parigi Bercy, pertanto la prudenza ci spinge ad affidarci alla capacità di valutazione del capitano e di tutto il team. La posta in palio è grande, voglia di sbagliare zero. A priori si possono fare solo queste valutazioni, basandoci sulla storia e personalità dei nostri giocatori.
    Sicuramente Berrettini nella sua carriera di altissimo livello ha dimostrato ampiamente di esser “giocatore”, uno che sa vincere le partite. L’ha confermato anche Bologna lo scorso settembre dove, pur non al massimo fisicamente, in un contesto simile a quello che troverà a Malaga ha portato al team punti fondamentali. Il suo servizio resta un’arma clamorosa indoor, e quindi non affidarsi alla sua esperienza al massimo livello, potenza e forza mentale è un bell’azzardo. Tuttavia Musetti nel 2024 ha svoltato verso una carriera di altissimo profilo, confermando in più occasioni – l’ultima a Vienna qualche settimana fa, in condizioni indoor – di poter battere chiunque, anche un tipo tostissimo come Zverev. Lorenzo da mesi è diventato un giocatore molto più solido, concentrato ed offensivo. Quei momenti di buco e passività che l’hanno zavorrato ed affossato tante volte sembrano – per fortuna – lontani ricordi. Quindi, a chi affidare il primo match, peraltro contro un avversario molto competitivo come dovrebbe essere Cerundolo? Anche se in Davis è tutto un po’ diverso, Musetti è 1 pari contro Francisco, recente la sconfitta di Lorenzo nella finale di Umag, ma si era sulla terra battuta all’aperto; Berrettini ha vinto l’unico precedente, 2023 a Monte Carlo, altro contesto quindi difficile valutazione.
    Un’ultima nota per il doppio. Oggettivamente Bolelli e Vavassori a Torino non hanno brillato. Non hanno disputato brutte partite, ma rispetto alla loro eccezionale prima parte di 2024, hanno perso un po’ di smalto, alternando momenti di grandissima vis e potenza ad altri in cui la risposta non va e pure le sincronie offensive sembrano meno incisive. La Davis è qualcosa di tremendo a livello di pressione, ancor più con il doppio che sull’1 pari è decisivo. Chissà che Volandri non metta in dubbio anche la loro presenza, anche se averli portati a Malaga sembra già quasi un’investitura ufficiale. E l’alternativa quale sarebbe poi? Sinner ok, ma con chi?
    A chiusura, le sensazioni in apertura di giornata? Difficile, molto difficile… Sinner n.1, senza ombra di dubbio; primo singolare a Musetti, e doppio per Bolelli – Vavassori, a meno che all’ultimo minuto, magari vedendo come si sono svolti gli incontri, Volandri non cambi qualcosa. Potrebbe accadere per esempio se Musetti avesse affrontato una partita durissima e quindi si opti per Berrettini in doppio con Jannik. Ma alla fine queste valutazioni lasciano il tempo che trovano. L’importante è affidarsi alla classe dei nostri e alla lucidità di Volandri nelle scelte. E che Jannik trascini di nuovo la squadra verso l’Olimpo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Cerundolo pronto alla sfida in Davis: “Non voglio dare troppa aura a Sinner, altrimenti entri in campo più nervoso”

    Francisco Cerundolo in Davis

    Mentre gli occhi degli appassionati in Italia sono tutti per la straordinaria vittoria di Sinner alle ATP Finals e la finale raggiunta dalle nostre ragazze in BJK Cup, in quel di Malaga il team argentino affina la preparazione in vista della sfida di giovedì, quando Baez, Cerundolo, Etcheverry & c. affronteranno i ragazzi capitanati da Volandri. Sulla stampa in Argentina si enfatizza la difficoltà dello scontro, con gli italiani campioni in carica e forti del n.1 del mondo in grandissima forma, ma non si parte affatto battuti. C’è la consapevolezza di aver una squadra competitiva, in grado di poter vincere il primo singolare contro il n.2 italiano e consapevoli di poter schierare un doppio tutt’altro che scadente (Molteni – Gonzalez).
    Anzi, alcuni analisti sudamericani si sono lanciati in varie ipotesi, facendo la parte del capitano Coria. Meglio considerare “perso” il punto contro Sinner mandando “al macello” Baez, che non sembra aver le armi per impensierire Jannik e quindi puntare tutto su doppio e singolare tra i n.2, oppure rischiare Cerundolo contro n.1 azzurro, visto che l’albiceleste ha battuto in carriera Jannik due volte? Una sola vittoria piena, a dire il vero, poiché Francisco ottenne il primo successo sul pusterese a Miami 2022, con Jannik k.o. costretto al ritiro sul 4-1 del primo set, quindi una partita che quasi non conta. Invece l’ultima loro sfida, vinta all’argentino, risale a Roma 2023, dura battaglia con Sinner non al meglio, e si era sulla terra Outdoor, condizioni totalmente diverse da quelle di Malaga (veloce indoor).
    Coria interpellato sull’argomento non si sbilancia. Già in patria le polemiche non sono poche per la questione relativa a Zeballos, lasciato a casa nonostante sia uno degli specialisti del doppio più forte al mondo, quindi Guillermo tiene un profilo basso, stimolando i suoi ragazzi. “Siamo molto ben preparati per affrontare l’Italia. Mercoledì definiremo come scenderemo in campo. Sappiamo che Sinner arriva con molta fiducia, ma abbiamo una squadra molto ben preparata per essere all’altezza del compito”, chiude Coria alla stampa nazionale.
    Interessanti le dichiarazioni di Cerundolo, n.2 argentino come classifica in questo momento ma leader per carattere nel gruppo. “Non so se giocare contro Sinner genera ulteriore pressione” afferma Francisco, “Penso che devi prenderla in modo del tutto normale, come un altro rivale. Alla fine, l’approccio alle partite è lo stesso. La Coppa Davis spesso è una faccenda a se stante. Nel mio caso l’ho già affrontato un paio di volte, lo conosco, non era numero 1 ma so bene chi è e come gioca. È forte, è il n.1, ma non voglio dare tanta aura al rivale perché così facendo si entra in campo contro di lui più nervosi per il fatto di averlo reso più grande.” Una dichiarazione un po’ spavalda, forse propria di colui  già consapevole di dover prendersi questa responsabilità… In quel caso però Coria dovrebbe schierare da n.2 non Baez ma Etcheverry, uno che non gioca al massimo tutti i giorni ma che sul rapido può esprimere un tennis molto incisivo (lo ricordiamo per esempio protagonista di una eccellente partita contro Sinner poche settimane fa a Shanghai, capace di strappare un set al campione con un servizio a tratti inarrestabile).
    “Siamo venuti qua per vincere” afferma Etcheverry, e Baez rafforza la convinzione del suo team: “Siamo ad alto livello, affrontiamo giocatori favoriti per classifica e per come arrivano, ma la Davis è qualcosa di diverso, ogni partita è un mondo a parte. In Davis i valori della classifica spesso vengono stravolti. Daremo il massimo, chiunque entrerà, contro qualunque rivale possa essere”.
    Forti di Sinner e di un doppio che ha giocato le ATP Finals, il team di Volandri parte per favorito. Ma la Davis è sempre faccenda complicata e col nuovo formato di certezze ce ne sono poche. Noi ne abbiamo almeno una: se Sinner giocherà col livello ammirato a Torino, un punto dovrebbe essere assicurato. Ne resta almeno un altro da portare a casa.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Davis Cup, i convocati per Malaga: Musetti, Berrettini, Bolelli, Vavassori e… Sinner

    Bolelli – Vavassori, coppia italiana in doppio

    Il Presidente della FITP Angelo Binaghi nel corso della consueta conferenza stampa di fine torneo oltre a riassumere l’enorme impatto economico delle Nitto ATP FInals ed il record di biglietti venduti (210.775, incluso l’evento musicale pre-torneo) ha annunciato i convocati per la Final 8 di Davis Cup, pronta a scattare a Malaga. A difendere i colori azzurri capitanati da Filippo Volandri saranno “Lorenzo Musetti, Matteo Berrettini, Simone Bolelli, Andrea Vavassori …e forse Jannik Sinner”, annuncia il Presidente. Quel “forse” su Jannik Sinner riteniamo sia una battuta, a meno che il nostro n.1 non voglia valutare la propria condizione al termine delle ATP Finals. Sinner stesso tuttavia nelle dichiarazioni rilasciata a Torino durante la settimana ha sempre parlato della prossima Davis Cup come di un appuntamento importante da giocare, a chiudere la sua annata.
    Sul sito FITP è appena uscita la conferma delle convocazioni, con Jannik presente, e la seguente dichiarazione di Volandri che riportiamo. “Ho fatto tutte le valutazioni necessarie secondo i criteri di osservazione tattico/tecnici e psicofisici. Continua il nostro percorso di squadra che sempre più colloca ogni momento come questo all’interno di un ciclo, che ad ogni appuntamento incrementa forza convinzione e disponibilità in tutti noi. Scegliere non è mai facile ma questi ragazzi facilitano sempre il compito mettendosi a disposizione totale perché sanno di essere tutti indispensabili all’interno di questo percorso. Chi scenderà in campo lo farà per tutti i propri compagni e per tutto il gruppo e da questi valori sono convinto che possano arrivare solo grandi risultati. Per questo il nostro obbiettivo è mantenere il più a lungo possibile la nostra posizione ai vertici del tennis mondiale”.
    Dalle convocazioni, sembra che il doppio sarà quindi giocato dal collaudato duo Bolelli – Vavassori, presenti anche alle Finals dopo una splendida stagione. A meno che Volandri non decida last minute di affidare un eventuale punto decisivo alla qualità di Sinner insieme ad un altro dei convocati. Molto dipenderà ovviamente dall’esito dei singolari e dalla coppia schierata dagli avversari.
    L’Italia esordirà giovedì pomeriggio (ore 17) contro l’Argentina. In caso di successo, sabato in semifinale la vincitrice di USA – Australia.
    Da Torino, Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP Finals, Fritz a caccia della partita perfetta. Ma basterà a battere Sinner?

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    “Essere superstiziosi porta sfiga”. La monumentale massima del “vate” Rino Tommasi calza pennello per rintuzzare le paure degli appassionati di Sinner stamani sui social, spaventati dalla maledizione delle Finals, ossia la legge che vede lo sconfitto nel girone prendersi la rivincita più bella in finale su chi l’aveva battuto nella prima sfida del torneo. Taylor Fritz non si aggrapperà alla cabala, anche se la vendetta sportiva si è materializzata ben 12 volte nel torneo di fine anno su 20 “rivincite” in finale, ma piuttosto alla potenza dei suoi colpi, dal servizio al diritto, per cercare di invertire il pronostico e battere Jannik nell’ultimo match ATP della stagione. Sinner ben si ricorda com’è finita l’anno scorso: strepitosa vittoria su Djokovic nel round robin, sconfitta in finale per mano di un Novak terribilmente efficace. Da allora tuttavia è passato un anno, e tutto è cambiato, per questo Jannik giocherà la sua nona finale in stagione (sette vittorie, una sola sconfitta a Pechino vs. Alcaraz, al foto finish) con ben altre certezze.
    Infatti dalla finale di 12 mesi fa tutto è diverso. Non c’è Djokovic intanto al di là della rete, ma Fritz, tennista assai in crescita e temibile, ma oggettivamente meno rodato in contesti del genere e con un valore tecnico e agonistico assoluto nemmeno minimamente paragonabile a quello del serbo. Altra categoria: Novak è il più vincente dell’epoca moderna, Taylor un gran bel tennista, in crescita ma con limiti ancora evidenti in certi fasi di gioco. Fritz cercherà di riportare la coppa del “Maestro” negli USA dopo 25 anni: l’ultimo connazionale a riuscirci fu il leggendario Pete Sampras nel 1999. Fritz proverà a battere un n.1 del ranking dopo 10 battute d’arresto, riportando il tennis maschile a stelle e strisce all’atto conclusivo delle Finals dal 2006. Sinner al contrario proverà a vincere le Finals senza cedere un set, cosa che non accade dal lontano 1986, quando lo “Zar” Lendl tiranneggiava nel torneo di fine anno, dove inflisse una durissima lezione a Boris Becker, vendicando così la brutta sconfitta subita dal tedesco a Wimbledon. Jannik sbarca nella finale di Torino con una sola sconfitta negli ultimi 26 incontri disputati, ed è pure il più giovane a giocare due finali di fila al “Masters” dai tempi di Hewitt (2001-2002, e Lleyton era ancor più precoce).
    Lasciando da parte numeri e statistiche, e pure la cabala della famosa “maledizione”, può Fritz battere un Sinner così in forma, centrato, motivato e veloce? Per giunta di fronte al pubblico di casa? Non facile, anzi difficilissimo, ma non impossibile. Tuttavia deve giocare una partita perfetta o forse ancor di più, e magari sperare in una giornata meno scintillante del n.1 rispetto alla clamorosa prestazione fornita ieri in semifinale vs. Ruud, dove Jannik ha destato enorme impressione. La sensazione è che il Sinner ammirato ieri e anche nella vittoria convincente vs. Medvedev nella terza partita del girone sia nettamente favorito. “Non vi potete immaginare la velocità con cui gioca” ha detto Casper ieri in press conference, e questo è una delle chiavi d’oro del tennis di Sinner. Jannik non ti lascia respirare: fa tutto bene, sbaglia pochissimo e ti costringe a giocare con una rapidità che ti travolge. Non hai letteralmente il tempo di imbastire una contro mossa, comanda lui, ti sballotta da tutte le parti rubandoti il tempo di gioco e spazio sul campo, bravissimo ad affondare con un vincente o soverchiandosi di una pressione tale da portarti allo sfinimento, e quindi all’errore. Tiranno.
    C’è un solo punto in cui Fritz potrebbe entrare e fare “danni” nel tennis di Sinner: con la risposta. Infatti ieri e in generale in tutto il torneo  Jannik non sta servendo al top. Benino, ma non una differenza netta, non è affatto ingiocabile, lo dice il campo e lo confermano i numeri. È bravissimo a trovare l’aiuto del servizio quando gli serve, come sui 15-30 o situazioni potenzialmente pericolose, tipo il 40 pari; in quelle fasi decisive Jannik si prende tutti i 25 secondi, rifiata, si concentra al massimo, rilegge nella propria testa i canoni del suo movimento ideale, una visualizzazione gli porta stimoli positivi all’azione e che replica in modo eccezionale con il gesto migliore per colpire la palla con l’effetto desiderato e ricavare un aiuto fondamentale. Così è stato in tantissime sue vittorie dell’ultimo periodo. Tuttavia se Fritz riuscisse a rispondere con la massima potenza e qualità, con qualche colpo vincente e generando grande profondità, allora Sinner potrebbe sentire la pressione, irrigidirsi un po’ e quindi di conseguenza depauperare quella fluidità e sicurezza che sta sostenendo alla grande il suo tennis.
    Se Sinner gioca libero, sicuro, può spingere a braccio sciolto e riesce a governare i tempi di gioco, appare difficile che Fritz possa vincere. L’americano dovrà ovviamente servire bene, tirare fortissimo e sbagliare poco o niente, e dovrà anche correre come mai per difendere il lato del rovescio e ribaltare con rischi importanti le situazioni difensive in attacchi. Se Jannik comanda e lo sposta tanto, è difficilissimo per Taylor reggere e batterlo con i contrattacchi. Dovrà cercare di resistere sulla diagonale di rovescio, spostandosi appena possibile sul diritto a sinistra e invertire la rotta, o rischiando un inside out a tutta ancor più stretto e veloce, oppure provare una mazzata a tutta lungo linea. Ma… coefficiente di rischio massimo, perché Sinner porterà in campo una velocità, pressione ed anticipo che Taylor dovrà reggere. Non facile.
    Inoltre Sinner è fortissimo in risposta… e se la risposta dell’azzurro riuscirà a bloccare la battuta dell’americano, per Fritz la faccenda potrebbe diventare un calvario. Inoltre c’è un altro aspetto molto importante da sottolineare: Sinner con l’enorme fiducia e consapevolezza conquistata negli ultimi 12 mesi, è diventato fortissimo “under pressure”, quando il punto scotta, sia nei suoi game che in quelli in risposta. Oggi nessuno come lui, sottolineo nessuno, gioca meglio i punti importanti. L’esempio viene dalla scorsa finale di US Open, proprio contro Fritz. L’americano di fronte al suo pubblico ha giocato una bellissima partita, a tratti ha sovrastato Sinner di potenza, ma… nei game chiave l’azzurro ha trovato il modo per mettere pressione, cambiare passo e infilarlo. Giusto un paio di punti, quelli necessari a mettere enorme stress all’avversario e forzarne errori, o poche prime palle, decisioni affrettate e quindi perdenti. Sinner è il più duro, tosto e lucido, e in una finale importante come quella di stasera può essere un fattore decisivo.
    Concludendo per non allungare troppo l’analisi – che meriterebbe anche altri aspetti – Sinner è logicamente favorito, perché è semplicemente più forte come colpi, per intensità di gioco e tenuta mentale al massimo livello. Fritz ovviamente non parte battuto, ma per farcela dovrà produrre una prestazione leggendaria. Forse troppo…
    Da Torino, Marco Mazzoni LEGGI TUTTO