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    Roland Garros: quanti spettatori? Braccio di ferro tra governo e FFT

    Il nuovo Chatrier a Roland Garros

    Ad un mese dall’avvio del Roland Garros 2020, spostato in autunno per colpa della pandemia, continua l’incertezza in merito alla quantità di spettatori che potranno assistere ai match sugli spalti. Purtroppo la situazione del virus in Francia è nettamente peggiorata negli ultimi giorni – anche se, per fortuna, gli ospedali al momento non sono presi d’assalto da casi gravi come la scorsa primavera. Si profila quindi un braccio di ferro tra la Federazione francese ed il governo, con un incontro previsto nei prossimi giorni per stabilire una linea guida chiara.
    Vista l’impennata dei casi nel paese, Jean Castex (primo ministro) ha dichiarato che la soglia massima di 5000 persone per gli eventi non potrà essere superata nelle “zone rosse”, tra le quali figura anche Parigi. Il ministro ha aggiunto che il limite massimo potrebbe anche esser abbassato o addirittura si potrebbe arrivare a far disputare ogni evento sportivo a porte chiuse, a tutela della salute pubblica.

    Una presa di posizione che ha fatto scattare l’allerta a Roland Garros, visto che il precedente accordo con le autorità sanitarie parlava della possibilità di far svolgere l’evento nelle due settimane con un afflusso di pubblico intorno al 60% della capacità della struttura. Lo Slam parigino è forte della grandezza dell’impianto, con la possibilità di creare spazi per far muovere il pubblico senza assembramenti disordinati in corridoi stabiliti, moltiplicando gli sforzi con i propri addetti per far rispettare in modo rigoroso le regole di distanziamento, pulizia delle mani all’ingresso e prima di entrare nelle arene, uso di mascherine, ecc.
    Nei prossimi giorni uscirà il verdetto definitivo, vedremo quali saranno le decisioni prese. La situazione del virus in Francia ed in Europa, dopo un’estate relativamente “tranquilla”, è di nuovo preoccupante, quindi l’organizzazione di eventi sportivi con grande richiamo di pubblico resta un argomento molto delicato, con decisioni difficili da prendere che coinvolgono non solo la direzione dei tornei ma anche le regole imposte dagli organi predisposti alla salute pubblica.
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    I gemelli Bryan annunciano il ritiro

    Bob e Mike Bryan

    Bob Bryan e Mike Bryan, coppia di doppio più vincente nella storia dell’ATP, ha annunciato il ritiro con effetto immediato. La notizia era stata anticipata dal collega Christopher Clarey del New York Times, ipotizzata dopo che i 16 volte campioni Slam non si erano iscritti agli US Open, il torneo di casa.
    Mike ha affermato: “Entrambi sentiamo che è il momento giusto. A questa età ci vuole così tanto lavoro per essere in forma e competere. Ci piace ancora moltissimo giocare, ma preparare il nostro corpo per essere in forma è sempre più dura, come il recupero. Ci sentiamo come se fossimo ancora competitivi quest’anno, come lo siamo stati l’anno scorso e l’anno prima. Vogliamo smettere avendo proposto ancora del buon tennis, lasciando il miglior ricordo possibile del nostro gioco”.

    I Bryan appendono quindi la racchetta al chiodo a 42, anni, con oltre 1100 vittorie, 119 titoli e una medaglia d’oro olimpica. La loro carriera di successo nei Major è iniziata a Roland Garros 2003, completando nel 2006 con Wimbledon il proprio career Grand Slam. Hanno alzato per ben 39 volte una coppa di un Masters 1000, diventando i primi giocatori in assoluto a conquistare il “Golden Masters” in carriera, nel 2014 grazie al trionfo a Shanghai.
    Veri specialisti del doppio, hanno portato avanti la “bandiera” della disciplina e regalato spettacolo per molti anni.

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    Alexander Zverev: “Lavorare con Ferrer è fantastico”

    Sasha Zverev ha cambiato vari coach nella sua giovane carriera, incluso Ivan Lendl (capace di dare la svolta decisiva ad Andy Murray alcuni anni fa). Curioso che oggi, sul cemento di New York, Zverev sfiderà il due volte campione di Wimbledon nel Masters 1000 di Cincinnati nel proprio esordio nel torneo, e primo match ufficiale […] LEGGI TUTTO

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    Thiem “Nuovi campioni stanno per arrivare, il cambio della guardia è alle porte”

    Dominic Thiem nella foto

    In un’intervista rilasciata al magazine latino “El Tiempo”, Dominic Thiem ha parlato di quanto sia difficile affrontare i tre immensi campioni del tennis attuale, Djokovic, Nadal e Federer. Tuttavia è convinto che il tempo del ricambio generazionale sia arrivato. Nuovi campioni sono pronti a vincere.
    “Sarò onesto, nella mia prima finale a Roland Garros vs. Nadal, non avevo alcuna possibilità di vincere. Lui aveva un’intensità, qualità ed esperienza superiore alla mia in quel momento. Nella finale dell’anno scorso invece sono sceso in campo con altra attitudine, avendo accumulato molta più esperienza e con un tennis migliore. Sono molto felice di come ho giocato quella partita, anche se non fu sufficiente per vincere. Dobbiamo sempre tener presente che Nadal è il miglior giocatore di sempre su terra”, commenta Thiem.
    Ancora fresco il ricordo della sua terza finale Slam, persa stavolta contro Djokovic in Australia: “Contro Novak sono arrivato vicino a vincere, fu una partita epica. Quando sei in campo a sfidare il migliore del mondo, non puoi permetterti errori, incluso quelle piccole distrazioni o errori banali che alla fine fanno la differenza tra vittoria e sconfitta. In quella finale ho giocato un tennis importante, avrei potuto vincere, ma ce l’ha fatta lui proprio perché è stato più bravo a non concedere niente in alcuni momenti. Spero che avrò in futuro altre occasioni per disputare la finale di uno Slam e stavolta vincere il torneo. Negli ultimi due anni ho fatto grandi esperienze, sono pronto a giocarmi le mie chance”.

    Viene ricordato a Dominic di esser stato il tennista più continuo dopo i big3, quello con più chance di batterli, e con più successi contro di loro. “Sì, da qualche stagione mi batto contro di loro, e sono migliorato tanto, così da poter giocare ad armi pari e talvolta sconfiggerli. Ho disputato con Roger, Rafa e Novak alcune delle partite più spettacolari della mia vita, ne sono orgoglioso. La rivalità tra questi tre campioni è leggendaria, va oltre il tennis, hanno portato il gioco ad una dimensione superiore. E mi piace menzionare anche Andy Murray, che seppure abbia vinto meno di loro è un grandissimo campione ed è stato con loro per molti anni. Vincere un titolo dello Slam in questa epoca, con questi campioni in campo, ha un valore ancora superiore. Il segreto per farcela è credere che loro non siano invincibili, oltre a giocare il proprio miglior tennis, ovviamente”.

    Tanta ammirazione per i tre campioni, ma anche la sicurezza che il tennis di vertice è pronto al ricambio generazionale: “Roger Rafa e Novak sono ancora lì, ma la generazione più giovane ha dimostrato di essere molto pericolosa, lo dimostrano i risultati. Il cambio della guardia in vetta al tennis maschile sta per arrivare, sono sicuro che a breve avremo nuovi campioni negli Slam. Per questo vivremo un’epoca molto emozionante, soprattutto per noi giovani. Spero di poter vincere il primo titolo major molto presto, mi sento pronto. E credo che altri giovani lo siano altrettanto”.
    “Il tennista più difficile da affrontare? Non è una risposta facile, ma direi che battere Nadal sul centrale del Roland Garros è una impresa enorme, di fatto non c’è riuscito quasi nessuno… lui è davvero dominante sulla terra e soprattutto su quel campo”.
    La chiusura dell’intervista è dedicata all’attualità, a come il tennis sta per ripartire nonostante la pandemia
    “Il tennis non può far finta che non esista la pandemia, e l’Adria tour è stato un esempio di quel che può accadere. Per questo nell’esibizione di Kitzbuhel l’attenzione alla salute ed al rispetto delle norme più stringenti è stato massimo, e infatti non abbiamo avuto alcun problema. Con questa situazione nel mondo, non ci possiamo permettere leggerezze o commettere errori, abbiamo visto quali possono essere le conseguenze. Le prossime settimane saranno probabilmente le più difficili, è impossibile che nel 2020 il tennis possa tornare alla normalità, come se niente fosse accaduto. Cambiare il gioco per affrontare il Covid? No, questo no, credo non sia necessario. Le regole del tennis sono ideali continuare a giocare, è importante rispettare le norme sanitarie all’interno delle aree dei tornei”.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Gabriela Sabatini appoggia la campagna umanitaria “Seamos Uno” in Argentina

    Gabriela Sabatini

    Gabriela Sabatini sta trascorrendo questo 2020 così difficile in Svizzera, ma nonostante la distanza è molto attiva per aiutare le situazioni più disperate nella natia Argentina. La campionessa albiceleste infatti sostiene e promuove l’iniziativa “Seamos Uno” (siamo uno), nata per aiutare le persone fragili con interventi concreti e quotidiani sul territorio. L’associazione organizza e distribuisce borse con all’interno beni di prima necessità per affrontare la giornata: cibo, prodotti sanitari e medicine generiche, distribuite ai senza tetto e persone in vera difficoltà. Un piccolo grande aiuto per le migliaia di poveri che cercano di sopravvivere nei quartieri più degradati e dimenticati di Buenos Aires e delle altre aree urbane del paese.
    Il progetto “Seamos Uno” è aperto a tutte le persone che vogliono aiutare le persone più difficoltà, attraverso donazioni dirette via web o contattando l’associazione per sostenere fisicamente i vari interventi. Non solo Gabriela ha sposato questa causa benefica, tra gli altri figurano Diego Schwartzman, Manuel Ginobili e Javier Mascherano, o il famoso attore Ricardo Darin.

    “Non mi trovo attualmente in Argentina, sono abbastanza lontana” afferma Gabriela, “però sono sempre in contatto con il mio paese e seguo da lontano tutto quel che succede, notiziari, contatti diretti, ecc. Il nostro bellissimo paese ha molti problemi, da tanto tempo, e in quest’annata così difficile in tutto il mondo la situazione in Argentina è diventata ancora più complicata. La pandemia sta colpendo duro anche da noi, e questo ha aggravato la vita per moltissime persone. Per questo, il progetto Seamos Uno è ancor più importante”.
    “Amo il mio paese più di qualsiasi altra cosa, mi fa malissimo vedere quanto la gente sta soffrendo. Nei notiziari internazionali non si parla molto dell’Argentina, ma vi assicuro che la situazione è preoccupante, le cose non vanno affatto bene. Tutta la mia famiglia e i miei migliori amici sono ancora lì, sono preoccupata da quel che potrebbero trovarsi di fronte nei prossimi mesi. L’Argentina è forte, siamo un popolo orgoglioso e molto unito, sono sicura che riusciremo a superare questo periodo. Però è necessario che le persone che possono dare una mano si attivino. Ogni persona, come me, che può dare una mano, adesso deve farlo. Non c’è tempo da perdere, questa iniziativa, come molte altre, devono avere il sostegno di tutti”.

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    Andy Murray: “Ho sentito che diversi top player non andranno a New York”

    Andy Murray giocherà US Open

    Dopo l’annuncio della n.1 WTA Ashleigh Barty, decisa a non volare a NYC per tutelare la propria salute e quella del suo team, si temono molte altre assenze tra i big allo Slam della grande mela. Il timore è condiviso da Andy Murray, che così si è espresso alla stampa britannica sul tema.
    “Il ritiro della Barty… credo che vedremo arrivare molti altri no da parte dei big. Ho sentito che diversi top player non hanno intenzione di andare a giocare in America. Mi aspetto assolutamente che questo accada. Del resto è una decisione molto personale, che va rispettata. Se non si sentono al sicuro nel viaggiare e temono di mettere a rischio loro stessi e tutti membri del loro team, è una decisione comprensibile. Tutti i giocatori avranno delle riserve ed è indipendentemente dal fatto che tu ti senta a tuo agio nel prendere questo rischio. La mia sensazione è che quando saremo dentro quella bolla che hanno creato, staremo bene. Sono più i viaggi internazionali che dovremo affrontare che mi preoccupano maggiormente“.

    Queste le parole dello scozzese, che di fatto ha confermano la sua volontà di recarsi negli USA e provare a giocare il torneo.
    Andy ha preferito non fare nomi di colleghi maschi pronti al “no”, ma da giorni gira con insistenza la voce che Rafael Nadal abbia già deciso di ricominciare la sua stagione sul rosso in Europa, forte anche delle novità regolamentari per la classifica in questo strano periodo che gli consentono di mantenere i 2000 punti conquistati lo scorso anno a Flushing Meadows non recandosi a NY a difendere il titolo 2019.

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    Il CTS (Comitato tecnico scientifico) non convito delle linee guida della FIT, Internazionali 2020 a porte chiuse?

    Foro Italico

    In una delle giornate più calde di questo strano 2020, arriva una “doccia fredda” per i prossimi Internazionali d’Italia, in programma dal 20 al 27 settembre. Giunge voce che il CTS (Comitato tecnico scientifico) abbia respinto le linee guida della Federazione italiana tennis in merito alla possibilità di ospitare il pubblico sugli spalti del Foro Italico, anche con capienza ridotta e misure severe all’ingresso, incluso un distanziamento tra gli spettatori. Il complesso delle misure proposte pare non abbia convinto i tecnici, che le ritengono non idonee a salvaguardare gli appassionati da nuovi contagi, considerando anche l’impennata dei casi e la risalita della curva nel paese (o almeno in alcune aree).

    La FIT aveva proposto un totale di 17mila spettatori, ma secondo il CTS questo non è fattibile poiché lo spazio riservato ad ogni persona (sul centrale, 43 centimetri) non può garantire una minima distanza di sicurezza, anche se il posto a fianco resta libero. Stesso problema per gli altri campi, nonostante le sedute siano leggermente più ampie e quindi (con alcune file vuote) il distanziamento superiore.
    Oltre alle problematiche relative al torneo, le autorità sono preoccupate dall’evoluzione della situazione in Europa, con vaste aree di nuovo sotto pressione per il deciso aumento dei contagi, e per la concomitanza temporale tra la settimana degli IBI20 e la riapertura delle scuole, prevista il 14 settembre dal ministero dell’istruzione.
    Vedremo se la FIT confermerà questa decisione o quali contromosse proverà ad attuare per consentire un afflusso parziale di pubblico per il torneo. Al momento, la ipotesi più probabile è quella di un’edizione del torneo a porte chiuse. LEGGI TUTTO