Gaia Traballi: “Il Beach? Il ricordo più bello, ma anche la ferita peggiore”
Di Roberta Resnati
L’avevamo intervistata quasi due anni fa, quando era al settimo posto del ranking italiano di Beach Volley. Poi erano arrivati altri traguardi importanti, come un secondo e un quarto posto in tappe del World Tour e la partecipazione alle Finals di Roma. Ma si sa, molto spesso, soprattutto in campo sportivo, si prendono strade e decisioni inaspettate.
Di solito nella nostra disciplina, è più probabile vedere un’atleta che, dopo aver calcato taraflex importanti, prova a reinventarsi come beacher: Gaia Traballi, atleta classe 1997 e fino all’anno scorso nazionale di Beach Volley, ha invece deciso di fare il percorso inverso, tornando al suo primo grande amore dopo aver girato il mondo “in costume” con la divisa azzurra, e scegliendo di calpestare ancora il 9×9 in palestra.
È di pochi giorni fa la notizia del suo ritorno all’indoor, alla Libellula Volley. Come mai?
“A ottobre 2019 si è interrotto prematuramente il mio percorso con la nazionale seniores di Beach Volley: tengo a precisare, non per mia scelta. Ho avuto diversi mesi per valutare cosa fare, se organizzarmi privatamente per continuare la mia carriera sulla sabbia, se tornare all’indoor o se smettere definitivamente di giocare. La prima opzione, ahimè, sarebbe stata difficile da sostenere economicamente: servono sponsor per finanziare le trasferte e seguire le tappe del World Tour, sponsor non sempre facili da trovare. Ho riflettuto molto e visto che sono ancora giovane, e che nel momento in cui avrei potuto approcciare l’alto livello nell’indoor mi sono allontanata per dedicarmi completamente alla sabbia, ho deciso di riavvicinarmici“.
C’è un motivo particolare per aver scelto questa società?
“La Libellula ha saputo coinvolgermi per diversi motivi. La loro B2 è una squadra anagraficamente molto giovane, ma che ambisce alla promozione o, comunque, a difendere un posto di alta classifica. Credo che la mia esperienza possa giovare alla squadra: mi è sempre piaciuto essere un traino o una guida per le ragazze più giovani di me, perché nel farlo mi sento spronata a dare di più in prima persona. Inoltre quello di giocatrice non è l’unico ruolo che mi verrà assegnato. Il presidente Umberto, dandomi molta fiducia, mi ha chiesto di collaborare anche come coordinatrice del Minivolley. Una veste assolutamente nuova per me, per la quale verrò formata sotto la supervisione di Claudio Bianchi (che è inoltre un caro amico). Tutto questo è legato al mio percorso universitario verso la laurea in Scienze Motorie che dovrei terminare per l’estate prossima“.
È un addio al beach volley e alla maglia azzurra?
“Non posso dire se questo è un addio o meno alla maglia azzurra. Mi sono resa conto sicuramente che il Beach Volley è e sarà sempre il mio sport del cuore. Rappresenta per me sia il ricordo più grande e più bello, ma anche la ferita e il rammarico più bruciante. Forse la sabbia rimarrà il mio più grande sogno, ma in questi due anni ho capito che in Italia mancano un’organizzazione di fondo, una progettualità, una programmazione logica, studiate a breve e lungo termine, che permettano di investire sui talenti di oggi e di domani per portarli dove solo Marta Menegatti e Viktoria Orsi Toth sono arrivate in campo femminile. Abbiamo molto da imparare dagli altri Paesi“.
Cosa le mancherà della sabbia?
“La fatica, il sole quando brucia ed è troppo caldo, la pioggia quando entra negli occhi e ti fa perdere di vista la palla, il vento che è amico e nemico, il giocare all’aria aperta; l’essere solamente in due a lottare per il risultato. Mi mancherà sicuramente anche la possibilità di andare in giro per i tornei con infradito e pareo“.
Il rapporto con la sua “socia” storica Agata Zuccarelli?
“Con Agata abbiamo vissuto per due anni come sorelle, compagne e amiche. Entrambe abbiamo avuto i nostri momenti di gloria e le nostre difficoltà, e abbiamo sempre cercato di bilanciarci e compensarci in questo. Siamo rimaste assolutamente in contatto, entrambe da quando non c’è stata più la maglia azzurra ci siamo dedicate completamente all’università e… ai nostri fidanzati ! L’ho incontrata recentemente e l’ho trovata davvero felice, e non posso che esserne contenta“.
Giocando a Beach ha forse capito di voler cambiare o di essere più portata ad un diverso ruolo?
“Nell’indoor mi vedo sempre nel ruolo di schiacciatrice, soprattutto perché uno dei miei colpi preferiti è la pipe da seconda linea. Certo, l’ultimo anno di Beach l’ho giocato a destra, quindi penso che anche come opposto potrei trovarmi bene per quanto riguarda l’attacco. Devo confessare che sono molto curiosa di ritornare all’indoor dopo due anni di solo Beach: ho molte idee riguardo ai gesti e ai colpi che potrei portare sul campo di pallavolo, ma che provengono dall’esperienza outdoor“.
Nel lungo termine ha già programmato il suo futuro o per ora pensa solo alla nuova esperienza?
“Per ora mi concentrerò sicuramente su questa avventura. Innanzitutto devo rimettermi in “forma indoor” e non è detto che sarà semplice, soprattutto per le differenze che ci sono tra le due superfici. Dopodiché penserò soltanto a far bene questa stagione, a divertirmi, che è un aspetto fondamentale, e infine a capire dove voglio arrivare e quanto ancora voglio investire in questo sport, perché credo che tempo e possibilità non mi manchino“. LEGGI TUTTO