Di Redazione Diverse società nel volley lavorano puntando sui propri vivai investendo oltre al tempo e passione, molte risorse economiche. Diventa sempre più complicato portare a termine un percorso per i propri giovani e quasi sempre le cause sono da attribuire a comportamenti inspiegati e fattori esterni alla società che li gestisce. Uno di questi, ad esempio, è l’interruzione del lavoro avviato dai responsabili tecnici dei settori giovanili nonché allenatori di alcuni gruppi squadra che loro stessi formano in base alla loro idea di progetto e alle loro valutazioni tecniche sui giovani. Avviano così progetti di lavoro sia sui singoli sia sui gruppi stabilendo step di avanzamento definendo pure quali campionati fare nel corso degli anni. “Il problema esiste concretamente – afferma il dg de La Nel Osimo, Valter Matassoli – Quando una società decide di investire, non solo in termini economici su alcune figure, ci si aspetta che ci sia una continuità legata al progetto tecnico. Ma tutto si interrompe quando questi allenatori che si propongono anche come responsabili del settore giovanile, ascoltano sirene economicamente vantaggiose alle loro tasche. Lasciano tutto, in barba al progetto, alle pressioni che magari hanno fatto ai dirigenti per adescare giovani di altre società per garantirsi il futuro e magari illudere chissà quali traguardi, alle loro valutazioni e scelte”. “Si dirà che fa parte del gioco! Ma quale gioco? Quello del proprio interesse e non certo quello dei giovani e della società che comunque lo remunera. Qualcosa va rivisto sul vincolo allenatori: come ce l’hanno i giocatori lo dovrebbero avere in maniera più rigida tutti quei tecnici che si propongono come responsabili tecnici di un settore giovanile. Siamo tutti reduci dal periodo covid che ha messo in difficoltà l’attività giovanile, con difficoltà di reclutamento dei giovani con estinzione di alcuni gruppi come l’U14F di quest’anno. Se a questo aggiungiamo la problematica sopra denunciata, ovviamente qualcuno comincia a pensare che senso abbia allestire un settore giovanile”. “Un altro aspetto riguarda il ruolo dei genitori, che in alcuni casi ostacolano il percorso sportivo formativo, rischiando di creare problemi o situazioni difficili da gestire. Quello che conta è sempre l’aspetto educativo, che ci insegna anche lo sport, e questo non lo si deve mai dimenticare. Un quadro molto pessimistico che non dà serenità e motivazione specie in questo momento dove le società sono solite ad impostare i programmi dell’anno che deve venire e quindi iscriversi ai vari campionati pagando tasse non indifferenti. Il tutto con l’incertezza dovuta agli argomenti cui sopra”. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO