La favola di Jacob Fearnley: +1795 nel ranking dallo scorso settembre, è in top100
Jacob Fearnley
Partire un po’ più tardi, concentrandosi sullo studio, può essere una via altrettanto interessante per crescere come persona e anche come tennista, seguendo una strada un po’ diversa ma non per questo meno interessante. Tutto questo si addice allo scozzese Jacob Fearnley, autore di una scalata incredibile in classifica nell’ultimo anno. Il 23enne di Edimburgo lo scorso settembre era praticamente senza classifica ATP, una manciata di punti alla posizione n.1.893. Da lì in avanti, la sua scalata è stata inarrestabile, tanto da portarlo a fine settembre nella top100 ATP (n.98 come best ranking, questa settimana un posto indietro) e vincere il suo secondo match sul tour maggiore a Stoccolma, dove ha battuto Moutet per 6-2 7-6(5), regalandosi un bel secondo turno nell’evento svedese contro Griekspoor. Fearnley ha attiva un striscia di 13 vittorie consecutive: ha vinto infatti gli ultimi due Challenger disputati, quello di Rennes, dove ha sconfitto tra gli altri Mannarino, e poi quello di Orleans (dove ha lasciato un solo game a Gigante nei quarti di finale).
Alla scorsa edizione di Wimbledon (entrato con una wild card) aveva vinto il primo match ufficiale nel tour maggiore, battendo lo spagnolo Moro Canas, prima di arrendersi a Djokovic, al quale tuttavia ha strappato un set. Era piaciuta l’attitudine positiva e velocità in campo dello scozzese, forte di una crescita impetuosa che l’aveva portato ad iniziare il 2024 già come n.646 e quindi scalare quindi oltre 500 posizioni nell’anno. Jacob tuttavia non è spuntato letteralmente “dal nulla”. Infatti ha studiato alla Texas Christian University, dove grazie ai suoi risultati è diventato per 4 volte All-American, nonostante vari infortuni subiti (tra gli altri vari strappi muscolari, una frattura da stress alle costole e pure lesione alla parte inferiore della schiena per una sofferenza ad un nervo). Lo scozzese ha tirato fuori la dura scorza da “Highlander” e ha superato ogni ostacolo, giocando con regolarità gli ultimi 12 mesi che l’hanno portato sino ai migliori cento al mondo, praticamente partendo da zero a livello di tornei Pro.
Nel 2024 ha vinto 4 Challenger, 1 Futures oltre ad altri buoni risultati, che l’hanno portato anche all’attenzione dei media britannici, orfani di Andy Murray ma rinfrancati dalla ascesa di Draper. Murray, suo conterraneo, è ovviamente il suo idolo: “Andy è unico, non ci sarà mai un altro Murray. È un modello per tutti noi, incluso me ovviamente. Avere un giocatore come lui a cui ispirarsi da piccolo è stato molto prezioso. Sentire in lui quel legame scozzese lo rende ancora più speciale. Il tennis scozzese è fantastico. Hanno scelto nuovi allenatori che stanno davvero cercando di dare una spinta verso il tennis di alto livello, facendo crescere nuovi giocatori buoni per tutte le superfici. Il clima in Scozia è piuttosto rigido, per questo è necessario investire su più campi indoor se vogliamo produrre giocatori” conclude Jacob in una dichiarazione alla BBC.D
Decisiva alla rapida ascesa di Fearnley l’aver potuto sfruttare la spinta dell’”accelerazione” dell’ATP. Il programma, in collaborazione tra l’ATP e l’Intercollegiate Tennis Association (ITA), offre ai giocatori classificati tra i primi 20 nella classifica finale singolare ITA e a coloro che hanno raggiunto i quarti di finale o meglio al campionato di tennis NCAA Division I, posti Accelerator negli eventi Challenger 50 e 75. Un sistema che diventa un vero “boost” per entrare rapidamente in tornei di maggior livello e far valere il proprio talento, Proprio come ha fatto lo scozzese. “Poter usufruire di questa opportunità, subito dopo aver lasciato il college, è davvero splendido” dichiara Jacob. “Ci sono così tanti incentivi e la differenza è enorme. Puoi entrare nel tabellone principale di grandi tornei, hai incentivi finanziari, tutto è più grande. Fissare obiettivi visto il supporto poteva essere una trappola perché, se non ce l’avessi fatta, avrei potuto percepire quest’anno come un fallimento quando in realtà è stato l’esatto contrario”.
Marco Mazzoni LEGGI TUTTO