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    PTPA ha inviato una lettera formale di protesta all’ITIA per presunti comportamenti inappropriati degli investigatori (come il sequestro dei cellulari dei tennisti e minacce)

    Il sistema di controllo dell’integrità nel tennis è messo sotto accusa

    Arriva dagli Stati Uniti una rivelazione sconcertante sul sistema investigativo dell’ITIA, la International Tennis Integrity Agency preposta alla salvaguardia delle regole fondamentali della disciplina, in primis la lotta al doping e alle scommesse. Secondo quanto riporta il New York Times, Ahmad Nassar, direttore esecutivo della Professional Tennis Players Association (PTPA) ha indirizzato una lettera formale a Karen Moorehouse, amministratore delegato dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) nella quale denuncia pratiche scorrette degli investigatori dell’ITIA, che sarebbero arrivati in alcuni casi al sequestro dei telefoni cellulari personali dei giocatori, molestie alle loro famiglie e minacce di sanzioni e sospensioni qualora se non avessero fatto immediatamente ciò che veniva loro richiesto.
    “I resoconti che abbiamo ricevuto dimostrano che il processo investigativo dell’ITIA è sbagliato e che gli investigatori dell’ITIA stanno abusando del loro ruolo”, scrive Nassar nella lettera, che il quotidiano ha visionato. “Mentre ci auguriamo che questi incidenti violino i protocolli investigativi dell’ITIA, visti i reclami, crediamo che ci siano difetti al centro del modo in cui l’ITIA si comporta”.
    Nassar, che guida la PTPA insieme a Djokovic, ha affermato a “The Athletic” che più di 10 tennisti hanno contattato la PTPA negli ultimi mesi per denunciare un trattamento aggressivo da parte degli investigatori ITIA. Uno di loro – coperto da anonimato poiché rivelare il nome indicherebbe che è sotto inchiesta – ha affermato che gli investigatori gli hanno chiesto di consegnare il suo telefono e hanno minacciato di sospenderlo provvisoriamente se avesse contattato un avvocato prima di farlo. Altri giocatori hanno affermato di essere stati minacciati di divulgazione pubblica di una sospensione provvisoria per una sanzione non meglio specificata. La PTPA non ha rivelato se queste accuse fossero legate a un procedimento antidoping o anti-corruzione, e una nota a piè di pagina nella lettera di Nassar ha parlato in modo generico di investigatore riferendosi a “tutti gli individui che agiscono sotto il controllo dell’ITIA”.
    In una dichiarazione a “The Athletic” rilasciata tramite Adrian Bassett (il portavoce capo dell’ITIA), l’agenzia ha definito le accuse come “gravi, ma generiche” e ha affermato che avrebbe indagato su qualsiasi accusa specifica di comportamento improprio. “Attualmente crediamo che gli investigatori ITIA lavorino secondo le regole, con rispetto e riflettendo i nostri valori”, ha tagliato corto Basset. L’agenzia ha aggiunto che le procedure per emettere una sospensione provvisoria sono chiaramente descritte nel suo elenco di regole in materia di antidoping e anticorruzione, e che mai è presa alla leggera la decisione di sequestrare il telefono cellulare di un giocatore. “Deve essere necessario, proporzionato e legittimo. Non richiederemo un dispositivo senza una piena considerazione sia delle informazioni ricevute, sia dell’impatto che avrà sull’individuo”.
    Secondo le persone coinvolte nella stesura della lettera all’ITIA, che hanno parlato in condizione di anonimato per delineare la situazione, la lettera emessa all’ITIA ha segnato un cambiamento nella strategia della PTPA nel modo in cui interagisce con le organizzazioni più influenti nel tennis. Nassar in pratica ha preso spunto dall’azione operata dal potente studio legale Weil, Gotshal e Manges, che ha agito per conto della NFL e della NBA, le due massime leghe dello sport statunitense, incaricando lo studio legale di rappresentare l’organizzazione e di esplorare potenziali contenziosi e altre azioni di tutela contro gli organi di governo che hanno controllato il tennis negli ultimi cinquant’anni, ovvero ATP e WTA e i quattro tornei del Grande Slam, tutti citati in copia nella lettera. Anche James Quinn, ex socio di Weil e avvocato specializzato in ambito sportivo, è stato coinvolto dalla PTPA in questa azione. “Se guardiamo il tennis e il modo in cui tratta i giocatori, è fondamentalmente come l’era pre-Neanderthal”, afferma Quinn, “Questa è una zona di fuoco”.
    Secondo quanto riporta il New York Times, la lettera di Nassar all’ITIA chiedeva una risposta entro il 15 ottobre, includendo anche domande sulle qualifiche e la retribuzione degli investigatori e degli ufficiali di controllo antidoping incaricati di raccogliere l’urina dai giocatori per i test nei tornei e a sorpresa. Inoltre hanno chiesto come l’ITIA bilancia il principio legale della presunzione di innocenza con il suo sistema di sospensione, secondo il quale un giocatore che non presenta ricorso con successo contro la sospensione provvisoria che deriva da un test antidoping positivo viene rivelato pubblicamente e allo stesso tempo sospeso dall’attività professionistica mentre viene condotta l’indagine ITIA completa sul suo test. Nassar ha anche chiesto chiarezza sulla natura delle prove che l’ITIA richiede per avviare un’indagine, che si tratti di doping o anticorruzione, che possono includere partite truccate e scommesse da parte di giocatori o arbitri. “I giocatori vogliono un gioco regolato da fair play e integrità, ma non meritano di essere soggetti a maltrattamenti investigativi arbitrari e autoritari”, così si conclude la lettera della PTPA.
    “I giocatori sottoscrivono queste regole per partecipare a eventi gestiti dai nostri finanziatori (ATP, WTA, Grand Slam e ITF)”, ha affermato l’ITIA. “Le sospensioni provvisorie non possono essere emesse senza giusta causa, esiste un processo rigoroso a cui si aderisce e un processo di appello indipendente per i giocatori”.
    La mossa della PTPA è di una certa rilevanza poiché denuncia una situazione che, se provata, provocherebbe un vero e proprio terremoto nel sistema di controllo dei tennisti, sia per la questione doping che scommesse. Mentre il mondo del tennis attende con ansia la conclusione dell’appello inoltrato da WADA sul “caso Clostebol” di Jannik Sinner, il sistema di controllo della disciplina appare sempre più nell’occhio del ciclone.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ITIA sul caso Sinner: “Wada ha diritto ad appello, ma il processo è stato condotto secondo le linee guida del Codice mondiale antidoping”

    L’ITIA (International Tennis Integrity Agency) ha pubblicato oggi sul sito ufficiale una breve dichiarazione in merito alla decisione della WADA di appellarsi contro la decisione del tribunale indipendente sul “caso Clostebol” che ha visto suo malgrado protagonista Jannik Sinner. ITIA in pratica ritiene legittima la mossa della WADA, ma ribadisce la bontà e correttezza del proprio operato, svolto pienamente secondo le norme vigenti e quindi restando ferma sulla conclusione positiva del procedimento a carico dell’italiano, scagionato totalmente da ogni accusa.
    “L’International Tennis Integrity Agency (ITIA) riconosce la decisione dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA) di appellarsi alla sentenza di No Fault or Negligence nel caso del tennista italiano Jannik Sinner, emessa da un tribunale indipendente nominato da Sport Resolutions il 19 agosto 2024. Ai sensi del Codice mondiale antidoping, la WADA ha il diritto finale di appellarsi a tutte queste decisioni.
    Dopo aver raggiunto una serie di fatti concordati a seguito di un approfondito processo investigativo, il caso è stato deferito a un tribunale completamente indipendente dall’ITIA per determinare il livello di colpa e quindi sanzionare a causa dell’insieme unico di circostanze e della mancanza di precedenti comparabili. Il processo è stato condotto secondo le linee guida del Codice mondiale antidoping; tuttavia, l’ITIA riconosce e rispetta il diritto della WADA di appellarsi alla decisione del tribunale indipendente presso la Corte arbitrale dello sport.”
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    James Blake multato dall’ITIA, ha infranto le normative sul betting

    James Blake, oggi direttore del M1000 di Miami

    Il tema delle scommesse resta uno dei focus principali dell’ITIA, l’International Tennis Integrity Agency. Proprio l’organismo indipendente istituito per “promuovere, incoraggiare, migliorare e salvaguardare l’integrità del tennis professionistico in tutto il mondo”, ha sanzionato l’ex tennista Pro James Blake, oggi direttore del Miami Open, per un’infrazione relativa alle regole del betting.
    Nel comunicato diffuso dall’ITIA si legge che Blake, in qualità di direttore di torneo, è considerato a tutti gli effetti un soggetto sottoposto alle regole dello sport relative ai rapporti con gli operatori di scommesse. A suo caricato è stata rilevata una violazione delle regole relative alla sponsorizzazione del betting. Blake ha accettato una sanzione e ha collaborato pienamente alle indagini, non contestando l’accusa.
    L’ITIA ha riconosciuto che la violazione non era intenzionale e l’ha multato di 56.250 dollari, con un’ulteriore sanzione, sospesa, di 131.250 dollari e un divieto operare per 18 mesi, anch’essa sospesa. La sanzione aggiuntiva e la sospensione non entreranno in vigore a meno che non vi sia un’ulteriore violazione delle norme durante il periodo di 18 mesi, iniziato il 9 febbraio 2024.
    Secondo il regolamento del TACP, “Nessuna persona interessata potrà, direttamente o indirettamente, facilitare, incoraggiare e/o promuovere le scommesse sul tennis”, questa la norma violata da Blake.
    Karen Moorhouse, CEO dell’ITIA, ha commentato la sanzione con le seguente parole: “Tra i nostri membri – ATP, WTA, ITF e tornei del Grande Slam – le regole vietano alle persone accreditate di avere rapporti commerciali con le società di scommesse. Questo caso è più una questione di percezione, piuttosto che di corruzione. Le regole si applicano a giocatori, allenatori, arbitri e personale accreditato del torneo, che hanno tutti la capacità di influenzare i risultati o hanno accesso a informazioni privilegiate. Invitiamo chiunque nello sport abbia dubbi o stia prendendo in considerazione accordi commerciali come questo a mettersi in contatto con noi per chiedere consiglio.”
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Brooksby sospeso per 18 mesi, ha mancato 3 controlli antidoping. La sua difesa: “Il secondo test non è saltato per colpa mia”

    Jenson Brooksby

    Dopo Mikael Ymer, anche Jenson Brooksby cade nelle maglie della ITIA e viene sospeso per 18 mesi da un tribunale indipendente per lo stesso motivo dello svedese: ha saltato tre controlli antidoping a sorpresa nell’arco di 12 mesi. Dopo essersi fermato nel 2022 per un’operazione al polso, lo statunitense ora non potrà rientrare nei tornei ufficiali fino al 4 gennaio 2025.
    Questo il comunicato emesso dall’ITIA: “L’International Tennis Integrity Agency (ITIA) conferma che un tribunale indipendente ha sospeso Jenson Brooksby per 18 mesi dopo aver rilevato che il giocatore ha commesso tre errori nel comunicare la propria localizzazione in un periodo di dodici mesi. Il tribunale indipendente, istituito da Sport Risoluziones, si è riunito il 10 ottobre 2023, ascoltando il giocatore e diversi testimoni tra cui l’ufficiale di controllo antidoping (DCO) coinvolto nel contestato secondo test mancato. Brooksby ha accettato che il primo e il terzo test mancato fossero validi, quindi solo il secondo test mancato era in discussione dinanzi al tribunale. Dopo aver esaminato le prove, il tribunale ha ritenuto che il grado di colpa di Brooksby per il mancato test fosse elevato. Il tribunale ha ritenuto che il DCO “ha adottato tutte le misure ragionevoli per localizzare il giocatore” nel test contestato e che il giocatore è stato negligente non rendendosi disponibile per il test durante la fascia oraria stabilita. Brooksby ha deciso di prendere una sospensione provvisoria volontaria poco dopo essere stato informato dell’accusa e, come tale, la sanzione sarà retrodatata al 5 luglio 2023 e terminerà il 4 gennaio 2025. In questo lasso di tempo al giocatore è vietato giocare, allenare o partecipare a qualsiasi evento di tennis autorizzato o sanzionato dai membri del tennis dell’ITIA: ATP, ITF, WTA, Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open. Il giocatore ha 21 giorni per presentare ricorso contro la decisione al Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS) e la decisione completa sarà pubblicata a tempo debito sul sito ITIA”.
    Ecco la risposta di Jenson in merito al contestato secondo mancato controllo, affidata a un post su Instagram: “Sono molto deluso dall’apprendere di esser stato sospeso per 18 mesi. Non ho mai assunto alcuna sostanza proibita in vita mia e ho tenuto un atteggiamento chiaro e collaborativo con l’ITIA in merito alla faccenda. Capisco che è mia responsabilità, imparerò e crescerò. Accetto che due test mancati sono per mia colpa, ma continuo a sostenere che il test mancato del 4 giugno 2022 dovrebbe essere accantonato e non considerato. In quel giorno sono rimasto nella mia camera di hotel per l’ora stabilita come finestra per il possibile test. La stanza di hotel era stata prenotata a nome del mio fisioterapista, con il quale condividevo la stanza, perché l’ATP non mi aveva assegnato una stanza fino al 4 giugno stesso. Dal 4 giugno la stanza era segnata a mio nome. Avevo chiesto alla reception dell’hotel che la stanza nei giorni precedenti avesse comunque anche il mio nome e avevo fornito il passaporto per poter avere una chiave. Se l’hotel non avesse avuto i miei documenti non mi avrebbe mai dato una chiave per accedervi”.

    “Per qualche motivo, di prima mattina in quel 4 giugno, l’hotel ha detto all’ufficiale preposto al controllo anti doping che ancora non avevo fatto il check in, ma mostrarono all’ufficiale lo schermo del computer che aveva già il numero della mia stanza nella lista. Nonostante l’ufficiale del controllo antidoping avesse ricevuto questa informazione, non ha chiesto all’addetto dell’hotel di chiamare per telefono la stanza, così io non ho mai saputo che questa persona fosse arrivata lì per il controllo, nessuna chiamata è stata fatta. Quindi l’ufficiale mi ha chiamato sul cellulare all 6.56 di mattina, negli ultimi 4 minuti della finestra fissata per un possibile controllo, e il mio telefono era in modalità silenziosa. Se l’ufficiale avesse chiamato la stanza dove alloggiavo, dato che l’hotel sapeva della mia presenza, sarei stato normalmente controllato visto che non ho niente da nascondere. Per questo ho intenzione di appellarmi alla corte arbitrale dello sport (CAS). Ho lottato contro gli infortuni per moltissimo tempo, non voglio prolungare oltre la data del mio rientro”.
    Se i fatti sono quelli raccontati da Brooksby, c’è una certa dosa di sfortuna nella faccenda, ma avendo Brooksby già saltato un controllo ed essendo tenuto a rispettare le fasce orarie comunicate per i controlli, bastava tenere acceso il cellulare e tutto sarebbe stato risolto. Una leggerezza che probabilmente pagherà a caro prezzo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ITIA comunica la lista delle sostanze proibite per il 2024, c’è il anche Tramadol

    La nuova sostanza inserita nella lista delle proibite

    The International Tennis Integrity Agency (ITIA), ente indipendente istituito nel 2021 da ATP, ITF, WTA e tornei del Grande Slam “per promuovere, incoraggiare, migliorare e salvaguardare l’integrità dei loro eventi di tennis professionistico in tutto il mondo”, ha comunicato sul proprio sito ufficiale la lista delle sostanze proibite per la stagione 2024. È un documento molto importante, che tutti i Pro devono leggere con attenzione per non incorrere in sanzioni.
    La modifica più importante nell’elenco rispetto alla stagione in corso è l’aggiunta del Tramadol, un farmaco antidolorifico ben noto e comunemente usato. Questo farmaco è di origine sintetica appartenente alla classe degli antidolorifici oppioidi.
    Il Tramadol diventerà una sostanza vietata nel nuovo anno, a seguito della raccomandazione arrivata dal Gruppo consultivo di esperti. Il tramadol è stato inserito nel programma di monitoraggio WADA e i dati raccolti attraverso tale programma hanno indicato un uso significativo nello sport. L’abuso di tramadol, con i suoi rischi di dipendenza fisica da oppiacei e anche overdose, è preoccupante e lo ha portato a essere un farmaco controllato in molti paesi. Studi di ricerca finanziati dalla WADA hanno inoltre confermato il potenziale del tramadol nel migliorare le prestazioni sportive, e da qua l’inserimento nella lista delle sostanze considerate dopanti.

    ⚠️ The World Anti-Doping Agency (@wada_ama) has published its Prohibited List for 2024, which includes a ban on the use of well-known pain-killer tramadol in-competition.
    More information on how this affects tennis players, and how the ITIA can offer support, is detailed here ⬇️
    — International Tennis Integrity Agency (@itia_tennis) October 12, 2023

    I giocatori che attualmente utilizzano il Tramadol come parte del loro regime di gestione del dolore sono così invitati dalla ITIA a eliminarne l’uso il prima possibile, poiché la sua presenza nelle analisi di un giocatore costituirà dal prossimo gennaio una violazione del Programma antidoping del tennis (TADP), ad eccezione nei casi in cui un giocatore richieda con successo un’esenzione per uso terapeutico (TUE), con motivi medici legittimi per l’uso. LEGGI TUTTO

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    L’ITIA ha sospeso per 12 mesi il coach francese Clement Reix

    International Tennis Integrity Agency

    Attraverso un comunicato sul proprio sito, l’International Tennis Integrity Agency (ITIA) ha confermato che Clement Reix, ex giocatore professionista francese e attualmente coach, è stato sospeso per 12 mesi e multato di 10.000 dollari a seguito di due violazioni del codice anticorruzione (Tennis Anti-Corruption Program). Le violazioni sono legate a procedimenti avviati contro l’ex coniuge di Reix, Sherazad Reix, che è stata accusata di sei violazioni del TACP, che hanno portato a una sospensione di quattro anni, senza che lei abbia sporto un ricorso.
    Secondo l’accusa Clement Reix ha accettato un pagamento per influenzare negativamente le prestazioni di Sherazad Reix a un torneo, oltre a non aver denunciato il reato di corruzione. Entrambi i reati sono avvenuti nel 2018. Il caso riguardava le indagini delle forze dell’ordine in corso in collaborazione con l’ITIA in Belgio, che ha visto numerosi giocatori di tennis implicati in partite truccate. LEGGI TUTTO

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    Halep si scaglia nuovamente contro la ITIA

    Simona Halep nella recente intervista a Tennis Majors

    Simona Halep attraverso un nuovo comunicato emesso ieri sera critica aspramente la ITIA (The International Tennis Integrity Agency) per il non poter essere ricevuta da un tribunale indipendente in merito alla sua sospensione dello scorso ottobre. La situazione della ex n.1 al mondo rumena si era aggravata dopo che l’agenzia aveva rilevato un’irregolarità nel suo passaporto biologico. Simona ha diffuso attraverso i suoi social network una lettera nella quale accusa l’agenzia di ritardare la sua udienza per essere giudicata da un tribunale indipendente, anche se questo non è ciò che l’organismo cerca di mostrare.

    pic.twitter.com/zflOtJzBjp
    — Simona Halep (@Simona_Halep) May 22, 2023

    “Ancora una volta sono estremamente scioccata e delusa dall’atteggiamento di ITIA. Mentre ITIA, attraverso il suo rappresentante, Nicole Sapstead, ha dichiarato pubblicamente 3 giorni fa che ITIA “si è impegnata a coinvolgere la signora Halep in modo empatico, efficiente e tempestivo”, allo stesso tempo, hanno chiesto ufficialmente alla Corte di ritardare la mia udienza per la terza volta. ITIA dichiara pubblicamente una cosa mentre privatamente ne fa un’altra. Ho ripetutamente richiesto la mia audizione e l’ITIA ha ripetutamente cercato di ritardarla. Quando smetterà? Ripeto la domanda. Ho diritto a una rapida udienza. Agire in questo modo è contrario al mio diritto”.
    Nei giorni scorsi anche il suo ex coach Patrick Mouratoglou aveva scritto un lungo messaggio sui social sostenendo le tesi difensive della Halep. LEGGI TUTTO

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    ITIA ha radiato il marocchino Younes Rachidi, colpevole di aver truccato ben 135 match

    Il nome Younes Rachidi non dirà praticamente niente alla stragrande maggioranza degli appassionati di tennis, ma da ieri è passato alla storia, anche se per un’impresa tutt’altro che positiva. Il tennista marocchino, specialista del doppio (pur senza aver raggiunto risultati apprezzabili nella disciplina) è stato radiato dalla ITIA perché colpevole di aver truccato ben 135 match. Mai un tennista era stato “beccato” con un numero così alto di partite alterate da match fixing.
    Così recita la nota ufficiale dell’agenzia che tutela l’integrità del tennis Pro: “L’International Tennis Integrity Agency (ITIA) ha confermato che Younes Rachidi, un ex tennista marocchino, è stato bandito dallo sport a vita dopo essere stato giudicato colpevole di  aver truccato 135 partite. Questo è il numero più alto di reati da parte di un individuo mai rilevato dall’ITIA o dall’ente predecessore, l’Unità per l’integrità del tennis. La sanzione significa che a Rachidi, che aveva toccato in doppio il n. 473 del ranking ATP, è permanentemente vietato giocare, allenare o partecipare a qualsiasi evento di tennis autorizzato dagli organi di governo del tennis.
    Il caso è stato giudicato dall’ufficiale indipendente Janie Soublière, che ha ritenuto provate tutte le accuse, con 135 violazioni “gravi” e ha imposto una multa di $ 34.000 oltre alla radiazione. Rachidi è stato coinvolto in una serie di partite truccate con due giocatori algerini recentemente squalificati dall’ITIA, con i casi scoperti a seguito delle indagini delle forze dell’ordine in collaborazione con l’ITIA in Belgio”.
    Gli algerini citati sono Mohamed Hassan, squalificato a vita, e Houria Boukholda, squalificato per due anni (con 18 mesi di squalifica sospesa) per reati di partite truccate risalenti al 2016 e anni addietro.
    Sorprende la discreta “lentezza” nel rilevare queste violazioni: sono passati ben 7 anni, con il “recordman” del match fixing praticamente già ritirato da tempo. Infatti il Rachidi non gioca un match ufficiale dal 2017. LEGGI TUTTO