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    Il Pagellone di Paolo Cozzi – De Giorgi inizia bene. Lavia, che impatto

    Di Paolo Cozzi Spinti dall’onda emotiva che ha travolto di affetto le nostre azzurre, fresche campionesse europee, anche i nostri portacolori al maschile hanno impattato alla grande negli Europei 2021, portando a casa tre bei successi. La sensazione è quella di un gruppo che, pur conscio di alcuni limiti tecnici, stia provando a gettare il cuore oltre la rete per far divertire i tifosi e cancellare quel quarto di finale olimpico con l’Argentina che ancora lacera e brucia nelle vene di tutti gli appassionati. Chiaramente, in un Europeo a 24 squadre, non tutte le avversarie possono essere considerate di alto profilo, ma ciò non toglie che gli azzurri, seppur con qualche alto e basso, stiano dimostrando quell’atteggiamento, quella voglia di arrivare che il nuovo coach De Giorgi ha chiesto loro sin dal primo giorno di ritiro estivo. E non lasciatevi stupire dai parziali, a volte sicuramente troppo tirati come nel terzo set con il Montenegro: a volte giocare con avversari nettamente inferiori tecnicamente e fisicamente, che hanno una palla più lenta e schiacciano ad altezze diverse dal solito, può dar più fastidio che affrontare le big. Parlando in generale delle tre partite, stiamo ottenendo buoni risultati dal servizio, costringendo gli avversari a giocare con palla spesso scontata e lenta, e questo ha dato una mano anche alla nostra correlazione muro-difesa, con il nostro muro che più di una volta ha trovato il guizzo vincente. Altalenante l’attacco, anche se Giannelli dà la sensazione di essere due spanne avanti rispetto alla sua versione giapponese e di trovarsi molto a suo agio nella versione di capitano trascinatore, libero mentalmente dal dover gestire top player… Bene anche la ricezione, fondamentale in cui Michieletto ricorda a tutti di essere nato come libero e non come schiacciatore! Infine, l’aspetto di discontinuità che mi piace di più rispetto alla nazionale di Blengini è che stiamo sbagliando poco, sia al servizio che in attacco, credendo maggiormente nelle nostre doti di muro e difesa. Ma veniamo ad una veloce analisi del nostro sestetto. Foto CEV Giannelli voto 7,5. De Giorgi gli consegna le chiavi di questo nuovo gruppo, e lui sembra trarre forza da questa decisione. Bene con la Bielorussia, fatica un po’ di più con i montenegrini, ma è contro la Bulgaria che sfodera una prestazione top: preciso e veloce in palleggio, ottimo a muro e sui secondi tocchi. Pinali voto 5,5. La gara di apertura sembrava un ottimo viatico per il giovane opposto italiano, ma poi ha cominciato a sbagliare tanto e a perdere fluidità sia nella seconda che nella terza gara. Ci si aspettavano alti e bassi da lui, ma serve ritrovare subito la quadra. Michieletto voto 7,5. A vederlo giocare sembra un veterano della maglia azzurra, invece è un ragazzo alla prima estate da titolare. In ricezione è molto bravo, a muro riesce a trovare ottimi spunti, e in attacco pur non essendo potentissimo la prende davvero alta, e a tratti risulta inarrestabile. Lavia voto 8. Osservato speciale dopo un’Olimpiade opaca, il neo-trentino in attacco sembra divertirsi molto ad alternare tutti i colpi sulle fucilate che Giannelli gli alza. Discreto anche a muro e preciso in ricezione, davvero bello vederlo così protagonista in questa fase iniziale dell’Europeo. Galassi voto 7,5. Ha chiuso l’esperienza di Tokyo a suon di primi tempi, e continua a farlo anche in questa competizione continentale con il suo braccio veloce e la rincorsa anticipata. Anche a muro sembra aver trovato maggior continuità di rendimento, speriamo continui a battere bene con pochi errori, cosa che purtroppo lo ha caratterizzato quest’estate. Anzani voto 7. Passaggio a vuoto nella gara con il Montenegro, ma quando le sfide si fanno più importanti – come con la Bulgaria – c’è e si fa sentire subito, sia a muro che in attacco. Bene, perché anche lui si lascia alle spalle un’Olimpiade fatta di luci e ombre. Balaso voto 7,5. Finalmente titolare, si impossessa delle chiavi della seconda linea azzurra e se le tiene belle strette. Cresciuto molto a Civitanova proprio sotto la guida di De Giorgi, ora è chiamato alla consacrazione fuori dai confini italiani. De Giorgi voto 8. È vero, le avversarie non hanno un pedigree degno di nota, e anche la stessa Bulgaria sembra più una nobile decaduta che altro, ma questa Italia gioca e piace, sbaglia ma guarda oltre. Non deve essere stato facile accettare di prendere la nazionale subito dopo le Olimpiadi: i rischi di flop, soprattutto senza i pezzi da 90 Osmany e Ivan, c’erano e ci sono tutti, ma il lavoro paga sempre e tanti piccoli dettagli mi piacciono, come la gestione dei time out e il fatto che la squadra sbagli poco. LEGGI TUTTO

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    Il Pagellone di Paolo Cozzi: Sbertoli non trema, ma mancano i veterani

    Di Paolo Cozzi La mattinata per l’Italia era già iniziata nel peggiore dei modi, con la notizia dell’infortunio muscolare di Simone Giannelli e della sua indisponibilità per la partita contro la Polonia (ma la sensazione, purtroppo, è che possa essere più di un semplice intoppo) ed è proseguita anche peggio con una nazionale che, pur attaccando bene, non è mai riuscita a mettere seriamente in difficoltà i polacchi se non nel secondo set. Girano bene i giovani, gli esordienti come Michieletto, Sbertoli e Galassi (ma quanti errori in battuta… troppi!), mentre al momento faticano a trovare la quadra quegli atleti che dovrebbero invece trascinare la nostra compagine, ovvero Zaytsev, Juantorena, Piano e Colaci. Il problema più evidente oggi è la leggerezza del nostro servizio, con tanti, tantissimi errori a fronte di un solo ace. Di conseguenza la Polonia ha gioco facile e in attacco diventa infermabile per il nostro muro. La partita con il Canada ha fatto capire che la strada sarà lunga e insidiosa per i nostri ragazzi, la partita di oggi non preclude niente ma ci fa capire che serve un cambio di marcia se vogliamo provare a costruire qualcosa di importante. Ma veniamo alle pagelle dei nostri azzurri. Foto FIVB Sbertoli voto 6,5. Catapultato in campo per l’infortunio di Simone, amministra con lucidità la squadra iniziando col forzare parecchio al centro. L’attacco chiude abbondantemente sopra il 50%, in più Riccardo trova l’unico ace dei nostri e piazza due murate: di più non gli si può chiedere. Anzi sì: di tenere fluido il gioco al centro e di trovare in fretta una intesa ottimale con Ivan e Osmany. Avendo disputato la VNL ed essendosi allenato poco con il gruppo dei “senatori”, infatti, ci sono margini di miglioramento nell’intesa. Zaytsev voto 4,5. Nessuno vuole gettare la croce addosso ad Ivan, ma certo questo inizio di Olimpiadi è apparso complicato e ben al di sotto delle effettive possibilità del nostro capitano. L’attacco stenta a trovare angoli vincenti e la giusta potenza, la battuta è potente ma non riesce a impensierire più di tanto… Che sia un giocatore macchinoso e che necessita di tempo per trovare la forma giusta lo sapevamo, ma ora “tempus fugit” e noi abbiamo oltremodo bisogno che il nostro condottiero ci illumini il cammino. Juantorena voto 5,5. Sbaglia poco e cerca di capitalizzare tutte le palle che gli passano davanti, ma gli manca il guizzo, la zampata del grande campione nei momenti chiave del secondo set. In ricezione cercano di sfinirlo alternando palle corte a flottanti insidiose, e alla lunga sembra purtroppo una tattica che funziona. Galassi voto 6. La prova sarebbe anche da 7, grazie a un attacco sempre in anticipo e ben girato, ma a muro fatica ad anticipare le mosse del palleggiatore polacco e in battuta è davvero opprimente vedere l’enormità di errori che regala ai polacchi senza trovare ace e continuità. Anzani voto 5,5. Anche lui in attacco è bravo a far mulinellare il braccio e a portare via la palla veloce, ma da lui c’è bisogno di più, tanto di più nel fondamentale del muro, che oggi è pressoché non pervenuto. Michieletto voto 7. Il più giovane, ma in questo momento anche l’unico ad andare a terra con continuità. Davvero una bellissima realtà quella del diciannovenne di scuola trentina, che non trema né in ricezione né in attacco e risulta anche oggi top scorer degli azzurri. Bene anche in ricezione, è mancato anche lui a muro, ma è davvero davvero forte. Colaci voto 5. Primo set in grossa difficoltà, poi cresce e riesce a trovare guizzi vincenti anche in difesa, ma quando i polacchi alzano il livello della battuta anche lui è costretto ad alzare bandiera bianca. Kovar voto 6. Entra e a freddo trova un paio di ricezioni importanti. Bene, perché avremo ancora bisogno di lui. Piano voto 4,5. Dopo la brutta prova contro il Canada viene inserito nel terzo set, ma in attacco, anche se lasciato senza muro, non riesce proprio a incidere, così come a muro non trova il timing sugli attacchi avversari. Vettori s.v. Dopo il bell’ingresso contro i nordamericani, stavolta non ha il tempo e la chance di essere utile alla squadra. Per quanto riguarda i polacchi, MVP per me al libero Zatorski, perfetto e preciso nel corso di tutta la partita. Molto bene anche Kurek che, poco usato all’inizio, cresce molto sia al servizio che in attacco. Ottimi anche Leon e Sliwka in banda, perfettamente imbeccati da un Drzyzga che gioca pulito e mette sempre i suoi attaccanti nelle migliori condizioni possibili. Meglio a muro che in attacco i due lunghi centrali biancorossi, autori comunque di un paio di colpi di notevole fattura. LEGGI TUTTO

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    Il Pagellone di Paolo Cozzi – Civitanova da 9, che delusioni Perugia e Trento

    Di Paolo Cozzi Con la Super Final di Champions League si è chiusa la stagione 2020-2021 per i club italiani: una stagione lunga, complicata, vissuta senza pubblico e nel timore dei contagi Covid, senz’altro anomala ma non per questo meno avvincente ed interessante. Tanti i colpi di scena, dagli esoneri di alcuni degli allenatori più in voga come Gardini, De Giorgi e Heynen, all’esplosione di alcuni giocatori poco conosciuti dal pubblico italiano come Rossard e Lagumdzija. Ma al netto di tutto questo, come sono andate le squadre in questa stagione degna di un girone dantesco? Chi è riuscito a mantenere le aspettative di inizio stagione, chi addirittura ha fatto meglio e chi invece ha chiuso una stagione al di sotto degli obiettivi stagionali? Allacciatevi le cinture… Perché si sale, ma si scende anche tanto! CUCINE LUBE CIVITANOVA voto 9. Stagione pressoché perfetta, tranne le due settimane di febbraio post Coppa Italia che portano all’esonero di De Giorgi. Brava la società a dare un taglio netto ad una situazione che poteva peggiorare, ma forse si poteva gestire meglio prima ed evitare l’esonero e l’uscita anticipata dalla Champions. Scudetto e Coppa Italia per un gruppo solido, guidato magistralmente da De Cecco, con un Simon mostruoso e un Leal straripante. E san Osmany da Cuba quando sente odore di medaglia è sempre una garanzia a dispetto della carta d’identità. SIR SAFETY CONAD PERUGIA voto 5,5. La vittoria della Supercoppa a settembre non può mitigare la delusione per due finali perse e una gestione di certe situazioni che, vista dall’esterno, lascia molto a desiderare. Essere secondi non è certo da 5 in pagella… ma comprare 3 opposti e poi giocare con la terza banda come finto opposto sì. Tanti i problemi che hanno attanagliato la squadra, a partire dall’epurazione di Lanza per giungere a quella di Atanasijevic e al suo poco utilizzo. L’esonero di Heynen in piena bagarre di finale è l’emblema di una stagione che ha visto picchi stellari, uniti però a momenti di gioco qualitativamente bassi. E in questo marasma anche Leon è tornato umano. Foto CEV ITAS TRENTINO voto 4,5. Uno squadrone costruito per vincere e che invece nelle partite clou si è sciolto come neve al sole, vedasi semifinale di Coppa Italia e finale Champions. E sì che tra dicembre e gennaio è stata la squadra che sembrava avere una marcia in più e che volava un gradino sopra le altre. Troppo poco però, in una piazza che pensava in grande per tornare protagonista assoluta. La finale di Champions meriterebbe un voto più alto, ma la sensazione è che sia una vittoria mancata, senza nulla togliere ad un eccellente Zaksa. È mancato qualcosa soprattutto nell’aspetto mentale. Godiamoci però un Michieletto da 10, bellissima realtà trentina. LEO SHOES MODENA voto 6,5. Campionato di luci (poche) e ombre (tante) chiuso mestamente al settimo posto, anche se si sapeva che questa sarebbe stata una stagione transitoria. Meglio in Coppa Italia, dove con una gran prova contro Monza conquista l’accesso alla Final Four, e in Champions League, dove supera un girone che per molti era già perso e se la gioca a viso aperto con Perugia. Manca l’apporto delle bande, il muro dei centrali fatica spesso e Vettori, a parte un periodo in cui sembra rinato, chiude la stagione su valori mediocri. Non basta certo la qualificazione alla Challenge Cup a rendere la stagione esaltante, ma almeno ha dimostrato che i ragazzi di Giani hanno dato tutto fino all’ultimo… chapeau. VERO VOLLEY MONZA voto 9. La grande sorpresa di questa stagione: parte malissimo, cambia allenatore e si affida a Massimo Eccheli, carneade per la serie A, ma allenatore plurivincente nelle giovanili da 3 decenni. Per molti sembra l’inizio di una stagione a vivacchiare, e invece Eccheli tocca le corde giuste di uno spogliatoio ricco di talento e ambizioso, e come un novello Re Mida trasforma in vittorie le sue prime uscite in panchina. La semifinale scudetto è la ciliegina sulla torta di una squadra finalmente apparsa consapevole delle sue potenzialità: manca il 10 perché la sconfitta con Modena nei quarti di Coppa Italia macchia la stagione. Foto Ufficio Stampa Vero Volley Monza TONNO CALLIPO CALABRIA VIBO VALENTIA voto 10. Se Monza è da 9, per Vibo ci vuole il 10 e la standing ovation. Alzi la mano chi a settembre avrebbe pensato di vederla addirittura giocare per il terzo posto e non per la salvezza… Merito soprattutto di coach Baldovin, che dimostra come in Superlega si possa ancora parlare di tecnica e crescita tecnica dei giocatori, che trova presto la quadratura del suo sestetto e per lunga parte del campionato mostra un gioco veloce e divertente. Tante vittorie fuori casa, tante vittime illustri: la squadra forse si scioglie sul finale di stagione, ma negli occhi questa volta restano solo belle immagini. ALLIANZ MILANO voto 6,5. La vittoria in Challenge è sicuramente da 10, un trofeo internazionale che a Milano mancava, ma è anche vero che è la coppa minore e che da Milano ci si aspettava facesse molto di più in campionato. Invece il dopo Nimir è stato complicato, con una squadra che dopo il Covid non ha più ritrovato lo smalto di inizio stagione. E si che patron Fusaro regala alla piazza (e a Piazza) un top player come Urnaut.  Tanti cambi e una formazione che perde identità e certezze strada facendo relegano Milano all’ottavo posto, davvero pochino per una società ambiziosa e che vede sfumare anche la vetrina europea nella finalina persa con Modena. GAS SALES BLUENERGY PIACENZA voto 4. Doveva essere l’alternativa alle Big Four, si trasforma invece in un grosso supermarket dove i giocatori(e gli allenatori) vanno e vengono. La grande assente della stagione non trova mai fluidità di gioco, lo spogliatoio sembra difficile da gestire e motivare e anche un pezzo da 90 come Bernardi fatica a trovare il bandolo della matassa. Una stagione nata male con l’esonero di Gardini a settembre e che si chiude in modo pure peggiore, con la positività di un atleta ad un controllo antidoping e le liti Baranowicz-Fei in panchina. Foto LVM NBV VERONA voto 5,5. Stagione avara di soddisfazioni in riva all’Adige, per una squadra che rinuncia quasi subito al suo opposto per far quadrare i conti. C’era tanta attesa per il ritorno di Jaeschke, ma ancora una volta è sua maestà Kaziyski a caricarsi il peso delle responsabilità sulle spalle. Un passo indietro anche per Stoytchev che fatica a far crescere la squadra: soprattutto il duo italiano Spirito-Caneschi, che tutti speravano potessero fare un salto qualitativo maggiore. CONSAR RAVENNA voto 8. Le retrocessioni vengono bloccate subito, ma la squadra di Bonitta interpreta bene il campionato e si salva virtualmente, mettendo ancora una volta in risalto le doti dell’allenatore romagnolo nel far crescere i giovani. Se Recine ormai sembra pronto per lidi più blasonati, rimane qualche dubbio su Pinali, ancora molto altalenante in quella che è comunque la sua prima esperienza da titolare in Superlega. Di più comunque ad una squadra costruita con un budget risicato non si può chiedere. KIOENE PADOVA voto 6,5. È vero, in una situazione normale sarebbe retrocessa, ma Padova ha comunque approfittato del blocco per far fare esperienza importante ai tanti giovani della “cantera”. Su tutti merita un commento il promettentissimo Bottolo, magari ancora un po’ acerbo in ricezione, ma di sicuro valore in attacco e nella gestione mentale delle partite. Un giovane da cui ripartire e intorno al quale cucire la squadra per la nuova stagione. TOP VOLLEY CISTERNA voto 4. Stagione incommentabile quella dei pontini, che in campagna acquisti hanno speso tanto per un roster che doveva garantire tranquillamente l’approdo ai play off. E invece le due vittorie a fronte di 20 sconfitte non bastano a descrivere l’orrore di un’annata che vede molti giocatori rendere al di sotto delle aspettative. LEGGI TUTTO

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    Il Pagellone di Paolo Cozzi – Leal stavolta è perfetto, Travica si perde

    Di Paolo Cozzi Partita a senso unico la Gara 3 di Finale Scudetto andata in scena al PalaBarton: Civitanova cala in Umbria con il piglio della corazzata e inizia a martellare dal primo punto, non lasciando mai a Perugia la possibilità di alzare la testa per rifiatare. Zero muri, un solo ace, un attacco che funziona a tratti con molti problemi di intesa fra Travica e i suoi attaccanti: decisamente una partita sotto le aspettative per la Sir, che può tenere viva la fiamma della speranza aggrappandosi alla voglia di riscatto di capitan Atanasijevic e a un Plotnytskyi finalmente eccellente in attacco. Civitanova di contro quando tiene in ricezione diventa immarcabile a muro, con De Cecco che si diverte a ruotare i suoi attaccanti a ritmo di tango argentino e salsa cubana. SIR SAFETY CONAD PERUGIA Atanasijevic voto 7,5. Di più non gli si può chiedere…. capitano, opposto e anche capo ultrà, prova a caricare e scuotere i suoi ma invano. La condizione non è delle migliori ancora, ma Bata combatte e prima di mollare venderà cara la pelle in Gara 4. Leon voto 5. Tanti errori in battuta, dove non trova mai ritmo, balbettante in ricezione e soprattutto poco determinante in attacco. Se Perugia vuol provare a riaprire la serie sabato, avrà bisogno della bella copia del giocatore visto ieri. Travica voto 4,5. Partita complicata per il Drago, che tatticamente gioca bene, cercando maggiormente la pipe e inserendo gradualmente Atanasijevic nel match, ma spesso manca di feeling con gli attaccanti. E a questa Civitanova non si possono concedere regali. Plotnytskyi voto 6,5. Quando finalmente trova i colpi giusti in attacco, il giovane ucraino sbanda in ricezione subendo 4 ace e non trova il guizzo vincente al servizio come nel match precedente. Solé voto 5. Essere protagonisti al centro quando la squadra non gira è sempre molto difficile, ma ieri il suo apporto, complice anche qualche alzata non perfetta, è stato proprio di basso livello, in particolar modo a muro. Russo voto 5. Passo indietro per il centralone italiano, che in attacco non trova traiettorie vincenti e a muro resta spettatore passivo, vittima della giornata top di De Cecco. Colaci voto 6. Come al solito cerca di tenere in piedi la seconda linea degli umbri, ma anche lui alla lunga non sa più come arginare gli attacchi della Lube. CUCINE LUBE CIVITANOVA Leal voto 9. Primo set pressoché perfetto, poi si concede qualche sbavatura giusto per dimostrare di essere umano anche lui! Determinante anche dalla linea dei 9 metri, chiude in modo discreto anche in ricezione. Strapotere fisico al servizio di De Cecco. De Cecco voto 8,5. Gara 2 è già un lontano ricordo, Lucio riprende saldamente in mano le fila del gioco marchigiano e si toglie lo sfizio di far chiudere l’attacco di squadra al 60% in una finale scudetto… Non male per un palleggiatore accusato spesso di non essere un gran trascinatore. Juantorena voto 8. Gara cruciale per l’esito della serie, ed ecco che Osmany indossa l’abito delle grandi occasioni e alterna attacchi di potenza a colpi di fino, uniti a una battuta sempre insidiosa e una ricezione tutto sommato buona. Rychlicki voto 5. Viene cercato molto dal suo palleggiatore, ed è bravo a non regalare punti diretti agli avversari, ma è ancora lontano dai numeri messi in mostra nella semifinale contro Trento. Simon voto 8,5. Nel PalaBarton risuona ancora l’eco delle bombe scagliate sul taraflex con velocità di braccio inaudita. Vero che De Cecco lo vizia con palloni perfetti, ma lui non sbaglia un colpo. E anche a muro, dove potrebbe essere messo in difficoltà, trova guizzi da numero 1. Anzani voto 7. Risponde presente Simone dopo una Gara 2 decisamente in sordina: preciso e anticipato in attacco, più lucido e veloce negli spostamenti a muro. Balaso voto 8. Quanto è cresciuto in personalità in questi anni marchigiani: padrone della seconda linea, ottimo sia in ricezione che in difesa in quello che è anche uno scontro personale con Colaci per un posto a Tokyo. LEGGI TUTTO

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    Il Pagellone di Paolo Cozzi – Leon fa il fenomeno, Leal sbanda

    Di Paolo Cozzi Dopo il primo set di Gara 2 la Finale Scudetto sembrava ormai indirizzata verso Civitanova, e invece i ragazzi di Perugia trovano la forza di rientrare in partita e riaprire la serie dopo tre giorni complicati, culminati con l’esonero di Heynen, che mentalmente avrebbero steso anche un rinoceronte. È una Sir sprecona che più di una volta con i suoi tanti errori rischia di far rientrare Civitanova in partita, ma alla fine riesce a gettare il cuore oltre l’ostacolo e ad imporsi al tie break. Battuta e ricezione danno fiducia e spinta, ma anche l’attacco al 54% e  il muro andato in crescendo sono i tasselli che hanno contribuito alla rinascita degli umbri, oltre alla presenza di Atanasijevic, su cui si potrebbe dire davvero di tutto, che è bravo a portare in campo tutta la sua voglia di rivalsa. Civitanova ha la colpa di rilassarsi dopo il primo set, paga la giornata no in ricezione di un paio di giocatori chiave e si morde le mani perché nonostante tutto è sempre sembrata in grado di poter chiudere il match. CUCINE LUBE CIVITANOVA Simon voto 9. Continuano i play off dorati per il centrale cubano che resta un incubo al centro della rete, anche se Perugia comincia a trovare qualche contromisura al suo strapotere. Anche a muro continua a piazzare le sue manone in faccia agli avversari con una continuità disarmante. Juantorena voto 6,5. Partita non esaltante per l’italo-cubano, che anche al tie break ha più volte l’occasione per piazzare la zampata vincente ma la manca. Bene al servizio, ma i 4 errori diretti in attacco e i 4 muri subiti sono troppi per un fuoriclasse come lui. Leal voto 5. Dopo una Gara 1 esaltante, torna a sbandare paurosamente in ricezione e questo gli toglie parecchia lucidità anche in prima linea, dove non riesce mai a essere determinante. Rychlicki voto 7. Partita altalenante per l’opposto lussemburghese, che in alcuni tratti del match è l’unico a passare con continuità per poi sparire in altri. Nel finale di gara manca il suo apporto per tenere a galla la Lube. De Cecco voto 5. La palla del 14 nel tie break alzata sull’asta è l’emblema della sua partita. Meno preciso del solito, meno fluido, si affida meno alla pipe e dopo alcune gare da protagonista assoluto fatica a tenere in scacco il muro umbro. Anzani voto 5. Partita ai margini per lui, dimenticato da De Cecco e in difficoltà a muro. Diamantini voto 6. Un paio di punti importanti in attacco, ma a muro non colpisce. Balaso voto 7. Rispetto a Gara 1 sembra meno onnipresente, anche se tiene bene in ricezione e trova alcune difese importanti. SIR SAFETY CONAD PERUGIA  Leon voto 10. C’è poco da dire sulla sua partita,  quando serve si carica la squadra e le aspettative di una tifoseria intera sulle spalle, e a suon di ace e attacchi stronca le resistenze marchigiane. Uno spot per la pallavolo vederlo giocare così! Atanasijevic s.v. Non si può dare un voto ad un atleta che dopo mesi di problemi fisici e mancanza di fiducia entra in campo e si pone alla guida dei suoi compagni. Qualche errore di troppo e la sensazione che fisicamente non sia al top passano in secondo piano. Bata c’è ed è la cosa più bella, più bella di qualsiasi voto. Travica voto 7,5. Alla faccia di chi lo critica da sempre, ritrova un opposto di ruolo e fluidità nel gestire la squadra. Chiaro che con un Leon così è facile per tutti, è vero che qualche palla in banda gli rimane corta, ma è anche vero che quando la squadra annaspa e poi risorge è al suo carisma che si aggrappano i compagni. Solé voto 7,5. cresce nel corso del match, fino a diventare protagonista nel tie break anche se una sua invasione di piede rischia di vanificare tutti gli sforzi. Bravo a gestire qualche palla sporca e a muro. Russo voto 8. Primo set in balia di Simon, poi comincia a entrare in partita e a trovare il giusto timing e a mettere pressione al trio cubano della Lube. Una gran bella prova di forza, sia fisica che mentale, di quelle che danno carica ed energia. Plotnytskyi voto 8,5. In attacco continua a faticare oltre il consentito, ma in ricezione resta il punto ferma di una seconda linea che regge bene l’urto dei bombardieri marchigiani. In battuta torna ad essere devastante e a creare break vincenti per i suoi. Colaci voto 7. In ricezione sforna palloni giocabili per Travica di continuo, fatica più del solito nella gestione del secondo tocco e su alcune coperture per lui fattibili. LEGGI TUTTO

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    Il Pagellone di Paolo Cozzi – Simon devastante, Travica deve fare di più

    Di Paolo Cozzi Inizia subito in salita la serie di Finale Scudetto per Perugia, che perde 3-1 in casa e perde di conseguenza il fattore campo, vedendo espugnato quel PalaBarton che spesso e volentieri è stato il fortino inespugnabile dove gli umbri hanno costruito le loro vittorie. E pensare che fra battuta e ricezione la Sir ottiene molto più di Civitanova, ma soffre parecchio in attacco e spesso spreca quelle rare occasioni che gli avversari le concedono. In casa Lube, invece attacco determinante come sempre, con pochi errori diretti e una gestione ottimale delle palle importanti, unite ad una correlazione muro-difesa che funziona come un metronomo. Un imprinting importante quello di Civitanova sulla serie, che potrebbe già vedere avvicinarsi la bandiera a scacchi con Gara 2 in casa. Ma veniamo alle pagelle di giornata: SIR SAFETY CONAD PERUGIA Leon voto 6,5. Mezzo voto in più perché in ricezione è attaccato con ogni tipo di battuta, ma ne esce a testa alta. Male al servizio, dove si appesantisce di 7 errori, e male anche in attacco, fondamentale nel quale non riesce a fare la differenza. Travica voto 5,5. La strategia di gioco è quella giusta, cercare di ruotare tutti gli attaccanti senza diventare Leon dipendente. Ma qualche palla meno precisa, specie in posto 4, gli scappa, e con il 60% di ricezione deve fare di più. Per il resto bravo a trovare nel colpo di seconda un’arma importante e a mettere in campo la sua grinta e voglia di vincere. Ter Horst voto 5,5. non parte male il biondo olandesone, ma quando il muro marchigiano gli trova le contromisure per lui è notte fonda. Plotnytskyi voto 6. Anche lui parte forte e sembra impattare davvero alla grande nella finale, dal servizio all’attacco passando per una ricezione di assoluto valore, ma poi si spegne di colpo e riaffiora il giocatore incostante visto all’opera in semifinale. Se Perugia vuole riaprire la finale, in attacco ha bisogno di tutta la sua potenza. Solé voto 6,5. È sempre un punto di riferimento importante per la sua squadra, capace anche di gestire qualche palla non perfetta, ma a muro deve crescere tanto perché è proprio li che la Lube fa la differenza. Russo voto 6,5. Bella prova per il centrale italiano, che dimostra anche una certa personalità in mezzo al campo trovando il giusto atteggiamento. Mezzo voto in meno perché Simon è immarcabile, ma qualcosa di più nell’uno contro uno lo può fare. Muzaj voto 5. Non è certo lui che deve suonare la carica, ma l’opposto polacco che stiamo vedendo in questi mesi in Italia è lontano parente di quello ammirato in VNL 2019 con la Polonia. Colaci voto 7. La ricezione di Perugia stupisce tutti, chiudendo con il 60% di positività. Molto merito va a lui, che coordina e muove le fila di tutto quello che succede nella seconda linea umbra. CUCINE LUBE CIVITANOVA Simon voto… 11. Un centrale che fa 21 punti non lo si vedeva dai tempi del cambio palla… Semplicemente devastante in attacco, insidioso al servizio e ottimo anche a muro, dove resta lucido e concentrato per tutti e 4 i set. Un po’ macchinoso in un paio di situazioni di secondo tocco, ma chi ha il coraggio di andarglielo a dire? Juantorena voto 7. Come sempre, quando sente odore di finale Osmany si esalta e diventa una macchina da guerra, perfettamente concentrata sull’obiettivo e sui palloni chiave che inevitabilmente passano dalle sue mani. Tant’è che, quando sbaglia una ricezione facile su Plotnytskyi, si dispera come se non ci fosse un domani. De Cecco voto 9. Se il trio cubano rappresenta il braccio, lui è la mente, una mente sopraffina che balza da un attaccante all’altro e regala secondi tocchi di rara bellezza. Con lui ogni palleggio sembra facile, ma in realtà è pura poesia. Leal voto 8. Per una volta non è straripante in attacco, ben contenuto dai perugini, e allora si inventa 4 muri e 2 ace giusto per dimostrare che si può essere determinanti in tanti modi. In ricezione poi sfodera una delle migliori performance stagionali, pur essendo il bersaglio principe dei battitori umbri. Rychlicki voto 5. Partita sottotono per lo schiacciatore lussemburghese che, pur godendo spesso di un muro non compatto davanti, chiude con 3 errori e 4 murate subite e soprattutto ben 6 battute sbagliate. Anzani voto 6. Partita un po’ da spettatore per il centrale azzurro, cui manca qualche guizzo a muro per mettere anche la sua firma nel match. Balaso voto 6,5. Barcolla un poì in ricezione, ma è bravo restare sul pezzo e a gestire i compagni di seconda linea. Meglio in difesa e nella gestione dei secondi tocchi. LEGGI TUTTO

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    Il Pagellone di Paolo Cozzi – Simon stratosferico, Nimir grande assente

    Di Paolo Cozzi Una lucida e fredda Civitanova espugna la BLM Group Arena anche in Gara 4 di semifinale e si conquista il diritto di giocare la Finale Scudetto contro Perugia. Trento parte male, contratta e nervosa e regala in pratica il primo set ai marchigiani; più combattuti il secondo e soprattutto il terzo parziale, ma l’Itas non ha il killer instict, spreca alcune occasioni e, anche se nel finale del terzo trova finalmente il suo gioco, non riesce a riaprire il set e la serie. Per la Lube una crescita impressionante nelle ultime tre partite e la sensazione che il gruppo sia unito e compatto e pronto per la grande impresa. Trento riceve meglio, ma soccombe in tutti gli altri fondamentali: ancora una volta De Cecco si prende la scena al palleggio. ITAS TRENTINO Nimir voto 4. Il grande assente di questa semifinale: 4 errori diretti, 4 muri subiti e una palla, quella di Giannelli, che improvvisamente sembra non essere la sua. Davvero un mistero la sua involuzione, ma va risolto presto perché la finale di Champions si avvicina. Lucarelli voto 7,5. Ci prova fino all’ultimo, chiudendo con un ottimo 63% in attacco, e in ricezione tiene con solidità. A inizio stagione era un punto interrogativo, la chiude invece con un grande punto esclamativo. Giannelli voto 4,5. Serie complicata per il palleggiatore azzurro, che nelle ultime tre gare non riesce mai a prendere per mano la squadra. Alzate scontate e spesso troppo a filo, anche sul 23 pari del terzo set una palla non perfetta porta Lucarelli all’invasione. Da rivedere anche la palla dietro per Nimir. Michieletto voto 7,5. Ritrova serenità e colpi vincenti in un colpo solo, e al suo lungo braccio si aggrappano tante delle speranze trentine. Qualche errore di troppo al servizio, ma bello vedere un giovane italiano esprimersi a questi livelli. Podrascanin voto 5. Per fermare questa Civitanova servirebbe il miglior Potke, ma in attacco è ignorato da Giannelli e a muro non riesce a essere performante come in altre occasioni. Lisinac voto 6,5. Per due set è desaparecido e vede Simon fracassare il taraflex in attacco. Nel terzo trova il giusto feeling e sfrutta tutta la sua fisicità per provare a cambiare le sorti del match, ma è troppo tardi. Rossini voto 6. In ricezione tiene anche bene, ma un paio di palle corte in momenti chiave lo trovano impreparato. CUCINE LUBE CIVITANOVA Juantorena voto 7. La mano fa meno male e l’italo cubano torna a trovare i suoi angoli preferiti, soprattutto nei momenti chiave. Male, molto male in ricezione, dove barcolla davvero tanto. Leal voto 4. Giornata decisamente no, completamente fuori dal gioco dei marchigiani. Rychlicki voto 7. Altra bella prova per l’opposto lussemburghese che si toglie anche lo sfizio di un paio di difese importanti. Mezzo voto in meno perché 5 muri subiti sono però davvero troppi. Simon voto 10. Simon batte Trento 3-0. Semplicemente stratosferico, e quando a muro arriva è notte fonda per tutti. Una prova di forza incredibile che lo incorona nuovamente top player mondiale nel suo ruolo. Anzani voto 6. Partita da osservatore, ma è bravo a farsi trovare pronto quando serve. Yant voto 7. Entra e impatta subito positivamente sulla partita con la sua fisicità. Bene anche in seconda linea, dove non trema nei momenti caldi dei set. De Cecco voto 9. Ancora una gran prova per il palleggiatore argentino: che sia in palleggio o in bagher, una volta che arriva sotto la palla è sinonimo di garanzia al 100%. Se Civitanova è in finale tanto lo deve a lui, che ha recuperato dal Covid-19 a ritmo record. Balaso voto 7. In ricezione tiene bene e guida con sicurezza la seconda linea della Lube. Cresciuto tanto anche in difesa, è pronto per affrontare le bombe di Leon.  LEGGI TUTTO

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    Il Pagellone di Paolo Cozzi – Solé la fa da padrone, Giannelli non trova equilibrio

    Di Paolo Cozzi Domenica di Pasqua all’insegna del grande volley: Perugia stacca il biglietto per la Finale Scudetto battendo una Monza che onora la sua prima semifinale lottando fino all’ultima palla, mentre Civitanova ingrana la marcia e si lascia Trento alle spalle superandola di slancio e dando l’impressione che al momento i cocci all’interno dello spogliatoio siano stati rimontato nel modo giusto. Perugia è stata brava a chiudere la serie in tre sole partite, e adesso avrà un po’ di tempo per capire con quale formazione presentarsi in finale, problema non da poco visto che Heynen prova più soluzioni anche a questo giro. La sensazione è che la squadra sia compatta, mentre più isolato appare l’allenatore, che stando alla stampa sarebbe già stato scaricato da tempo dalla società. La partita scorre via senza grossi sussulti, anche se l’attacco perugino non è dei migliori. È il muro a farla da padrone, con Solé (voto 9,5) che si consacra centrale di altissimo livello unendo muri a una prova in attacco monstre. Fatica invece Russo (voto 5), che non riesce ad approfittare delle tante palle dategli da Travica (voto 7). Continua a essere sottotono in attacco, ma negli altri fondamentali torna a essere molto positivo Plotnytskyi (voto 7) che però deve dare di più in finale se vuole consacrarsi come top player. Non è ancora al meglio Leon (voto 7,5) che però comincia a ritrovare certi automatismi con Travica e sembra più rilassato che nei match precedenti. Per Monza una stagione certamente da incorniciare, ma anche tante incognite su Dzavoronok (voto 4) che quest’anno ha bucato troppe partite importanti in maniera grave. Chi esce a testa alta dalla semifinale è Lanza (voto 8), apparso determinato e lucido in tutta la serie. Qualche problema in più per Lagumdzija (voto 6), per una volta sottotono in attacco, e per Orduna (voto 5,5), che non riesce a trovare la chiave per tenere in partita Dzavoronok. Più combattuta la gara di Civitanova, con Trento che forza nel primo set e illude i suoi tifosi prima di subire il ritorno rabbioso dei cucinieri. Alla fine l’Itas riceve meglio, ma la Lube in attacco è micidiale e a muro attentissima. Se l’attacco gira a mille il merito è ancora una volta di De Cecco (voto 8), come al solito fenomenale nel servire i suoi bomber con palle veloci e precise. Ritorna devastante Leal (voto 8,5) con muro, battuta, attacco… certo, in ricezione è una tassa, ma tanto ci pensa San De Cecco ad aggiustare tutto! Chi stenta a questo giro è Rychlicki (voto 5,5), apparso più sbaglione del solito, dimostrazione che non è  facile mantenere certi livelli giocando ogni 3 giorni. Non trova ace, ma stavolta Simon (voto 8,5) si trasforma in capomastro bergamasco e mura i sogni di vittoria di Trento. In casa trentina Giannelli (voto 5,5) fatica a trovare i giusti equilibri fra i suoi martelli e manca di presenza a muro e in battuta. Nimir (voto 6,5) mette a referto 20 punti, ma resta la brutta copia del giocatore infermabile ammirato fra dicembre e gennaio, chiudendo con un mesto 39% in attacco e tanti errori. Manca l’apporto dei centrali Lisinac e Podrascanin (voto 5), soprattutto a muro, e manca il guizzo vincente di banda, dove Lucarelli (voto 7) lotta e ci mette tanta ricezione, ma da solo non può tenere in piedi tutto l’attacco trentino. LEGGI TUTTO