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    MotoGp, Haro: “Marquez e suo padre sono furiosi con Alzamora”

    ROMA – Oscar Haro, già direttore sportivo del team satellite Honda LCR in MotoGp e vicino ai fratelli Marquez, prova a ricostruire i motivi che hanno portato Marc Marquez a rompere con il suo manager di sempre, Emilio Alzamora. Dietro la decisione dell’otto volte campione del mondo ci sarebbero motivi di marketing: “Marquez ha aperto gli occhi una volta che si è trasferito a Madrid. Lì un mio amico gli ha fatto notare cose di cui non era a conoscenza. E ora Marc e suo padre sono arrabbiati”, ha detto Haro in un intervento sulla canale Twitch del giornalista Nico Abad.
    La scelta di Marquez
    Continua Haro: “Se passeggi a Madrid con Marquez e Fonsi Nieto, la gente riconoscerà Nieto. Questo perché ora il Motomondiale non è più in chiaro e non viene visto più da milioni di persone. Questo ha consentito a Nieto di lavorare di più sulla sua immagine”. L’ex dirigente della Honda LCR afferma poi: “Cosa che invece non è successa per Marquez perché Alzamora è un professionista vecchia scuola e ha curato solo l’aspetto sportivo del suo cliente. Ma Marc Marquez non è più solo un pilota, è merchandising, sponsor, pubblicità, immagine, social network: è diventato un prodotto. Gli manca un supporto importante in questo senso”. Conclude poi Haro: “A differenza di altri spagnoli come Nadal o Gasol, metà delle popolazione mondiale non lo conosce”. Ora toccherà a Jaime Martinez, direttore del marketing per il motorsport di Red Bull Spagna, cercare di rimediare a questa manacanza di Alzamora. Una decisione, quella di Marquez, che sembra dar credito alle parole di Haro. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Puig su Espargaro: “Voleva rinnovare, ma guardiamo ai giovani”

    ROMA – Per la MotoGp è già tempo di futuro. Le scuderie stanno cercando la coppia di piloti ideale per il 2023 e la Honda deve ripartire dopo una stagione tribolata, segnata dall’infortunio di Marc Marquez. Alberto Puig, team manager dell’HRC, ha una strategia precisa per il prossimo anno: l’otto volte campione del mondo deve essere affiancato da un pilota giovane. In questo senso va l’addio di Pol Espargaro (31 anni). Una separazione che Puig spiega così in un intervento a “DAZN”: “Pol ha sempre voluto rinnovare. Quest’anno gli abbiamo detto che avremmo preso più tempo per decidere. Honda sta prestando molta attenzione a trovare piloti più giovani, perché vuole sviluppare la moto e cercare un pilota che possa stare più tempo in squadra, non un pilota che è già sula soglia dei 30”.
    Aspettando Mir
    Pol Espargaro sarà infatti, a partire dal prossimo anno, un pilota del neonato team satellite KTM, GASGAS Factory Racing Team. Nel frattempo, Honda aspetta di poter annunciare Joan Mir, al momento alle prese con un infortunio. Puig, però, non mette in dubbio le capacità dello spagnolo: “In termini di velocità, non credo ci sia molta differenza tra Espargaro e Mir. È stata l’età ad essere un fattore decisivo nella decisione”. “Non ha nulla a che fare con la velocità o la qualità di Pol, sappiamo tutti che è un pilota super veloce”, ha infatti concluso il team manager dell’Ala Dorata. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Haro: “Ecco perché Marquez ha scaricato Alzamora”

    ROMA – È rottura tra Marc Marquez e il suo storico manager, Emilio Alzamora. Una notizia che arriva dopo 17 anni di collaborazione, che si è interrotta senza una motivazione ufficiale. Secondo Oscar Haro, persona vicina ai fratelli Marquez e già direttore sportivo del team satellite Honda LCR in MotoGp, dietro la decisione dell’otto volte campione del mondo ci sarebbero motivi di marketing. “Marquez ha aperto gli occhi una volta che si è trasferito a Madrid. Lì un mio amico gli ha fatto notare cose di cui non era a conoscenza. E ora Marc e suo padre sono arrabbiati”, ha infatti detto Haro, ospite sulla piattaforma Twitch del giornalista Nico Abad.
    Marketing e autopromozione
    Continua Haro: “Se passeggi a Madrid con Marquez e Fonsi Nieto, la gente riconoscerà Nieto. Questo perché ora il Motomondiale non è più in chiaro e non viene visto più da milioni di persone. Questo ha consentito a Nieto di lavorare di più sulla sua immagine”. L’ex dirigente della Honda LCR afferma poi: “Cosa che invece non è successa per Marquez perché Alzamora è un professionista vecchia scuola e ha curato solo l’aspetto sportivo del suo cliente. Ma Marc Marquez non è più solo un pilota, è merchandising, sponsor, pubblicità, immagine, social network: è diventato un prodotto. Gli manca un supporto importante in questo senso. A differenza di altri spagnoli come Nadal o Gasol, metà delle popolazione mondiale non lo conosce”. Ora Marquez ha affidato la propria immagine a Jaime Martinez, direttore del marketing per il motorsport di Red Bull Spagna. Una scelta che avvalora la tesi di Haro sull’insoddisfazione dell’otto volte iridato. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Puig: “L'addio di Espargaro è una questione di età”

    ROMA – Pol Espargaro torna in KTM e la Honda sta per annunciare Joan Mir. La coppia di piloti MotoGp per il 2023 dell’HRC prende forma. E Alberto Puig, team manager, spiega, in un’intervista a “DAZN” i motivi di questa separazione con il pilota di Granollers: “Pol ha sempre voluto rinnovare. Quest’anno gli abbiamo detto che avremmo preso più tempo per decidere. Honda sta prestando molta attenzione a trovare piloti più giovani, perché vuole sviluppare la moto e cercare un pilota che possa stare più tempo in squadra, non un pilota che è già sula soglia dei 30”.
    Le motivazioni di Puig
    Pol Espargaro sarà infatti, a partire dal prossimo anno, un pilota del neonato team satellite KTM, GASGAS Factory Racing Team. Nel frattempo, Honda aspetta di poter annunciare Joan Mir, al momento alle prese con un infortunio. Il valore del 31enne però non si discute. “In termini di velocità, non credo ci sia molta differenza tra Espargaro e Mir. È stata l’età ad essere un fattore decisivo nella decisione. Non ha nulla a che fare con la velocità o la qualità di Pol, sappiamo tutti che è un pilota super veloce”, ha chiosato infatti Puig, che continua a sperare nel pieno recupero di Marc Marquez. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Puig a Marquez: “Test di Misano importanti, bastano quattro uscite”

    ROMA – La MotoGp aspetta il recupero di Marc Marquez. Saranno però i medici ad avere l’ultima parola a riguardo, che arriverà alla fine di questo mese. Nel frattempo, il team manager dell’Ala Dorata, Alberto Puig, vuole che il suo pilota sia già disponibile per i test di Misano tra una settimana e lo afferma al sito ufficiale del Motomondiale: “Non si tratterà di fare 100 giri al giorno, ma magari quattro uscite per dare un primo riscontro. Il 25 o 26 agosto faranno una TAC e se l’osso è a posto, si procederà. Normalmente il test di Misano è molto importante per preparare il prototipo per Valencia. Ma penso che non ci sarà per la gara”.
    Niente scuse
    La presenza di Marquez sarà fondamentale per la Honda, che deve porre basi solide per il 2023 dopo questa stagione di transizione. Pol Espargaro e Stefan Bradl, il collaudatore della casa giapponese, non hanno garantito risultati di spessore in questo Motomondiale e per questo Puig spera che i medici possano finalmente dare il proprio consenso al ritorno del pilota di Cervera. Di Marquez c’è dunque un disperato bisogno, come si evince dalle parole del catalano: “Andremo avanti come abbiamo fatto finora, cioè un po’ alla cieca, onestamente. Ci siamo affidati un po’ a Pol e al collaudatore, ma il pilota arriva a conoscere la moto col tempo e con la qualità delle gare che ha fatto. Se Marquez non ci sarà, ciò renderà il nostro lavoro un po’ più difficile”. “Ma, in caso contrario, non sarà una scusa”, conclude Puig. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marquez: “Io e Honda torneremo al top insieme”

    ROMA – Marc Marquez ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del Gran Premio d’Austria di MotoGp, dove il pilota di Cervera sarà presente solamente fuori dal circuito, per aiutare la Honda in un momento particolarmente difficile. “Sto abbastanza bene, naturalmente ho subito quattro operazioni al braccio e sto lavorando per adattarmi al meglio. Ora riesco a fare esercizi che prima erano impossibili – ha detto lo spagnolo riguardo alle sue condizioni dopo l’ultimo intervento di due mesi fa all’omero destro -. La prossima settimana farò esami importanti in cui capiremo se potrò aumentare i pesi per la riabilitazione e quando rientrerò in pista. Solo quando salirò in sella capirò davvero le mie condizioni ma siamo ottimisti perché tutto sta andando bene. Per le prime sei settimane dopo la quarta operazione ho tenuto il braccio immobile, poi i dottori hanno scelto di procedere in modo conservativo e nei 14 giorni successivi ho iniziato a fare fisioterapia. Poi ho cominciato a lavorare con gli elastici e ad aumentare i pesi. Ma devo aspettare i prossimi esami, poi faremo un piano e capirò quando posso tornare. Quando mi sentirò al 70-80% salirò in sella”. 
    Sulla Honda
    “Honda si trova in una situazione difficile e non soltanto per un pilota – ha aggiunto Marquez parlando della situazione in Honda -. Quando tutti sono in difficoltà significa che il progetto non è nel suo momento migliore. Come ho detto al Mugello, nel 2020 e nel 2021 sono rimasto lontano dalle piste per troppo tempo e quando sono tornato tutto era nuovo. Ora voglio mantenere un contatto stretto con la squadra: naturalmente c’è mio fratello, ma preferisco esserci anche io. Di sicuro tutte le persone hanno bisogno di andare nella giusta direzione, nessuno da solo può fare la differenza. In queste difficoltà è importante non farsi prendere dal panico, dobbiamo analizzare bene la situazione. Io credo pienamente nella squadra. Dobbiamo capire qual è la direzione giusta, sono sicuro che torneremo insieme al top, ma bisogna comprendere il modo corretto per organizzare il lavoro. Naturalmente – ha concluso – voglio avere la migliore moto del circuito e questo è anche l’obiettivo del team”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP: l'ultimatum di Marquez alla Honda

    TORINO – Il tramonto del Sol Levante. Se ci fosse stato ancora qualche dubbio che la MotoGP sia diventata europea, anzi decisamente italiana, con il dominio Ducati e Aprilia (che però ora deve essere concretizzato anche con il titolo mondiale e non solo pole, vittorie e podi a ripetizione), ci ha pensato Marc Marquez a mettere in chiaro come il mondo delle due ruote si sia rivoluzionato e che i giapponesi devono inseguire, cambiare, rivoluzionare anzi.Al suo ritorno nel paddock, anche se solo per la prima conferenza stampa ufficiale dopo la quarta operazione al braccio destro martoriato a Jerez 2020 che ha stonato anche questa stagione, l’otto volte campione del mondo si è preso i riflettori del GP d’Austria, 13° appuntamento del Motomondiale. Mentre Pecco Bagnaia vuole mettere ulteriore pressione a Fabio Quartararo e Aleix Espargaro riprendere l’inseguimento all’amico-rivale dopo essersi leccato le ferite di Silverstone, Marquez oggi ha mandato un chiaro ultimatum alla Honda. Il fenomeno spagnolo è riconoscente alla Casa alata che l’ha portato a vincere praticamente tutto e che da due anni l’aspetta e tutela, ma nonostante abbia ancora due anni di contratto, sa che per tornare a vincere un titolo (eguagliando i nove di Valentino Rossi) ha bisogno di una moto vincente. Ora più che mai, visto il suo deficit fisico e i dubbi he ancora lo circondano. E la Honda non lo è. Da tempo.Così, in attesa dell’annuncio di Joan Mir come compagno di squadra dal prossimo anno, e avendo intanto piazzato il fratello Alex in Ducati (sponda Gresini: «Ma non gli chiederò i segreti della Rossa»), Marc spinge i giapponesi di Tokyo per una rivoluzione prim’ancora culturale che tecnica. «Il mondo delle moto è cambiato, dobbiamo cambiare anche noi. Più che una nuova moto, serve un nuovo progetto, più europeo. E soldi ci sono, i piloti pure, ma bisogna avere una nuova organizzazione». Avvertendo. «Non decido io cosa fare, ma io sono un pilota e voglio avere la moto miglior del paddock».Sì, un ultimatum. Come quello lanciato mesi fa da Quartararo alla Yamaha, che per trattenerlo ha stravolto la sua filosofia, affidandosi all’ex ingegnere della Ferrari (che ha messo mano già al motore Aprilia) Luca Marmorini per colmare il gap di cavalli con le moto italiane. E dopo il nuovo addio della Suzuki (tornata per altro a vincere con un’organizzazione italiana), ora è la Honda a trovarsi costretta ad accettare il fatto che deve cambiare. Riprendere la strada che Shuhei Nakamoto aveva imposto ai giapponesi affidando il team a Livio Suppo. E tornando a vincere, anzi dominare, con Casey Stoner prima e Marc Marquez poi. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marquez: “Voglio la moto migliore del circuito”

    ROMA – “Sto abbastanza bene, naturalmente ho subito quattro operazioni al braccio e sto lavorando per adattarmi al meglio. Ora riesco a fare esercizi che prima erano impossibili. La prossima settimana farò esami importanti in cui capiremo se potrò aumentare i pesi per la riabilitazione e quando rientrerò in pista”. Marc Marquez ha parlato così in una conferenza stampa alla vigilia del Gran Premio d’Austria di MotoGp, dove il pilota di Cervera sarà presente solamente fuori dal circuito, per aiutare la Honda in un momento particolarmente difficile. “Solo quando salirò in sella capirò davvero le mie condizioni ma siamo ottimisti perché tutto sta andando bene – ha detto lo spagnolo riguardo alle sue condizioni dopo l’ultimo intervento di due mesi fa all’omero destro -. Per le prime sei settimane dopo la quarta operazione ho tenuto il braccio immobile, poi i dottori hanno scelto di procedere in modo conservativo e nei 14 giorni successivi ho iniziato a fare fisioterapia. Poi ho cominciato a lavorare con gli elastici e ad aumentare i pesi. Ma devo aspettare i prossimi esami, poi faremo un piano e capirò quando posso tornare. Quando mi sentirò al 70-80% salirò in sella”. 
    Le parole di Marquez
    “Honda si trova in una situazione difficile e non soltanto per un pilota – ha aggiunto Marquez parlando della situazione in Honda -. Quando tutti sono in difficoltà significa che il progetto non è nel suo momento migliore. Come ho detto al Mugello, nel 2020 e nel 2021 sono rimasto lontano dalle piste per troppo tempo e quando sono tornato tutto era nuovo. Ora voglio mantenere un contatto stretto con la squadra: naturalmente c’è mio fratello, ma preferisco esserci anche io. Di sicuro tutte le persone hanno bisogno di andare nella giusta direzione, nessuno da solo può fare la differenza. In queste difficoltà è importante non farsi prendere dal panico, dobbiamo analizzare bene la situazione. Io credo pienamente nella squadra. Dobbiamo capire qual è la direzione giusta, sono sicuro che torneremo insieme al top, ma bisogna comprendere il modo corretto per organizzare il lavoro. Naturalmente – ha concluso – voglio avere la migliore moto del circuito e questo è anche l’obiettivo del team”. LEGGI TUTTO