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    Caro diario, ho qualcosa da scriverti in questa pagina dell’11 agosto 2024

    Caro diario, per quanto la mezzanotte sia passata già da un pezzo, ti scrivo su questa dell’11 agosto 2024, una data storica, un giorno che non voglio dimenticare, quello del primo oro olimpico della pallavolo italiana.

    La sera prima della finale un caro amico mi ha posto la più scomoda delle domande: “Le americane sono uno squadrone, secondo te ce la possiamo fare?”. “Vai sereno, gli diamo 3-0. Le ammazziamo” è stata la mia risposta. Così è stato, sportivamente parlando, l’Italia di Velasco ha dato 3-0 anche agli Stati Uniti di Karch Kiraly campioni olimpici uscenti. Una partita maestosa quella delle azzurre. E chi se la scorda più.

    Posso dirti, caro diario, che su questa squadra ci avevo visto lungo sin dall’inizio. Ricordo un articolo che scrissi prima della Final Four di VNL, lo titolai Velasco ha già vinto tutte le sue scommesse, ora non restano che le medaglie. Fu un articolo che suscitò molto scalpore, qualcuno mi diede del gufo, altri mi dissero che certe cose è rischioso scriverle in anticipo, se poi va male rischi la figuraccia, ma a me il coraggio non è mai mancato e ai miei occhi, quello che vedevo, era sin troppo evidente: il Maestro stava facendo la magia, questa squadra avrebbe vinto tutto. Sono arrivati due ori, in VNL e alle Olimpiadi. I fatti mi hanno dato ragione.

    Me ne convinsi anche quando Velasco e la Nazionale li andai a sbirciare di persona al Pavesi prima che partissero per Parigi. Il clima che si respirava era quello giusto, gli occhi da tigre ce li avevano già tutte in quegli ultimi allenamenti. Non dimenticherò mai De Gennaro che alla fine di ogni sessione si allenava ancora quasi un’ora a ricevere con Cichello. Povero Cichello, se non si è lussato la spalla per colpa di Moki non correrà alcun rischio negli anni a venire. La medaglia d’oro se l’è meritata anche lui solo per questo.

    Con Velasco ho avuto l’occasione di chiacchierare anche un paio di volte. Alla fine me ne andavo via felice come un bambino, io che di anni ne ho 45. Mi sentivo più ricco, e al contempo triste perché quell’uomo me lo sarei voluto portare a casa, ascoltarlo per mesi interi, senza tregua. Nei giorni seguenti mia moglie credo abbia pensato che avessi un’amante, mi diceva che ero sempre assente, con la testa altrove, ma io continuavo a pensare a lui, alle sue parole, alla sua empatia. Mi aveva completamente sedotto, ne ero rimasto completamente rapito, affascinato. Oggi che i meme spopolano sui social potremmo farne uno con la mia faccia inebetita e titolarlo ‘L’effetto di Velasco sulla gente’.

    Alla prima partita, contro le dominicane, vinsero 3-1, cedendo quello che sarebbe stato l’unico set perso in tutta l’Olimpiade. Le Azzurre non giocarono al loro meglio, in quella gara d’esordio erano tese come corde di violino. Lo scrissi anche in un altro articolo che fu un esordio ‘tra luci e ombre‘, ma scrissi anche che non c’era da preoccuparsi. Come avevano già fatto in VNL, ero convinto che sarebbero andate in crescendo, e anche in quel caso fu così. Nelle partite successive botte da orbi a chiunque: Olanda, Turchia, Serbia nei quarti, ancora Turchia in semifinale, Stati Uniti in finale.

    Il livello di gioco che ha raggiunto questa squadra al culmine della sua avventura è stato qualcosa di mostruoso, sia dal punto di vista tecnico che mentale. Anzi, direi soprattutto quello mentale. A memoria non ricordo una partita di questa nazionale con un livello e una costanza di concentrazione così elevati. Le avversarie se le sono sbranate dal primo all’ultimo punto, attaccando palle assurde e difendendo tutte alla morte. Se avessero giocato con un cono gelato in mano e con l’aria condizionata spenta nel palazzetto, nella nostra metà campo non avrebbero fatto cadere a terra neanche una goccia.

    Ti ricordi, caro diario, quando nel lontano 2006 ti scrissi di quella finale epica degli Internazionali di Tennis di Roma tra Nadal e Federer? All’epoca i Master 1000 li giocavano ancora al meglio dei cinque set, quel match stabilì un nuovo record di durata: 5 ore e 6 minuti. All’epoca ero ancora un giornalista di primo pelo, inviato per l’ANSA. La mia carriera per oltre un decennio proseguì a Milano, a Sky Sport, di vittorie e imprese diverse di tanti altri sport ne ho vissute molte altre, eppure quel match restò a lungo la cosa più incredibile che avevo mai raccontato e vissuto come giornalista. Oggi mi sento di dire che questa finale olimpica lo ha scalzato dal mio personale primo posto.

    Diverse volte, purtroppo, mi è capitato di piangere per colpa dello sport. Ho pianto davanti alla tv quando morì Senna a Imola nel ’94 (avevo 15 anni) e quando se ne andò anche Simoncelli a Sepang nel 2011. Questa volta però ho pianto lacrime di gioia, di commozione vera e sincera, non mi vergogno a dirlo. Colpa di quell’abbraccio tra Moki e Paola, in lacrime anche loro. Colpa soprattutto di Danesi e Sylla. Quando sul podio si sono scambiate le medaglie proprio non ho retto, fiumi e fiumi.

    Che cosa meravigliosa che è lo sport. In questi vent’anni di carriera sono stati in tanti a dirmi che dovrei essere più distaccato in quello che scrivevo, più pacato anche, ma io che lo sport l’ho praticato da che ho memoria proprio non ce la faccio a non immedesimarmi negli atleti. Chi non ha mai praticato sport in vita sua ha sempre il giudizio facile, in Italia poi figurati. Solo perché sono professionisti e ben pagati si crede di potergli dire la qualunque. E invece sono ragazzi e ragazze molto giovani, fragili anche loro, fanno una vita di sacrifici, di rinunce, di privazioni, vivendo lontano dai propri affetti negli anni della formazione, quelli più importanti e delicati per un adolescente, per un giovane uomo e una giovane donna.

    A me, che ora sono anche padre, mi scende la lacrimuccia anche solo pensando a cosa staranno provando ora i loro genitori, i loro fratelli, i loro amici più cari.

    Penso anche a Paola (Egonu), con la speranza che da oggi la sua vita possa essere più leggera, anche se resto della convinzione che chi ama la pallavolo, chi va alle partite, chi la vede come la campionessa che è, non abbia mai scritto e pensato male di lei. Quello lo fanno altri, ma di questi altri, caro diario, non ho voglia di scrivere sporcando questa pagina.

    Penso anche ad Alice Degradi, che sfortuna che ha avuto. Alle volte la vita è proprio ingiusta. Domani sai che faccio caro diario? Stampo questa foto delle ragazze sul podio, ne ritaglio un’altra di Alice e la incollo sopra e poi le metto insieme su questa tua pagina dell’11 agosto 2024. Tra qualche anno, quando mi capiterà di riaprirla e rileggerla è questa l’immagine di questa giornata che vorrò avere davanti ai miei occhi.

    Alle volte la vita e lo sport ti danno, altre volte ti tolgono. Ma il tempo, a chi se lo merita, risarcisce sempre. Grazie ancora ragazze, ci avete regalato un sogno.

    Di Giuliano Bindoni LEGGI TUTTO

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    Albo d’oro olimpico femminile: una prima volta tutta d’oro per le Azzurre

    L’Oro conquistato dall’Italvolley femminile ai Giochi di Parigi 2024 rappresenta la prima medaglia in assoluto conquistata dalle Azzurre in un torneo olimpico. L’Italia, infatti, non era mai andata oltre i quarti di finale nelle sei precedenti partecipazioni.

    La medaglia d’oro, poi, rappresenta anche una prima volta in assoluto per tutta la pallavolo italiana, compresa quella maschile che si è fermata all’argento in tre occasioni (1996, 2004 e 2016) e altrettante volte al bronzo (1984, 2000, 2012).

    L’ALBO D’ORO OLIMPICO FEMMINILE

    Tokyo 1964Oro: GiapponeArgento: UrssBronzo: Polonia

    Città del Messico 1968Oro: UrssArgento: GiapponeBronzo: Polonia

    Monaco 1972Oro: UrssArgento: GiapponeBronzo: Corea del Nord

    Montreal 1976Oro: GiapponeArgento: UrssBronzo: Corea del Sud

    Mosca 1980Oro: UrssArgento: Germania EstBronzo: Bulgaria

    Los Angeles 1984Oro: CinaArgento: UsaBronzo: Giappone

    Seul 1988Oro: UrssArgento: PerùBronzo: Cina

    Barcellona 1992Oro: CubaArgento: Squadra unificataBronzo: Usa

    Atlanta 1996Oro: CubaArgento: CinaBronzo: Brasile

    Sydney 2000Oro: CubaArgento: RussiaBronzo: Brasile

    Atene 2004Oro: CinaArgento: RussiaBronzo: Cuba

    Pechino 2008Oro: BrasileArgento: UsaBronzo: Cina

    Londra 2012Oro: BrasileArgento: UsaBronzo: Giappone

    Rio 2016Oro: CinaArgento: SerbiaBronzo: Usa

    Tokyo 2021Oro: UsaArgento: BrasileBronzo: Serbia

    Parigi 2024Oro: ITALIAArgento: UsaBronzo: Brasile

    Di Redazione LEGGI TUTTO

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    Parigi 2024: Ngapeth MVP e miglior schiacciatore, alla Francia sei premi individuali su otto

    /*! elementor – v3.18.0 – 20-12-2023 */
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    Olimpiadi, l’albo d’oro maschile: Francia terza squadra di sempre a centrare il back-to-back

    La Francia, con i successi a Tokyo 2020 e Parigi 2024, è diventata la terza nazione a bissare un titolo olimpico maschile e la prima in 36 anni: l’ex URSS lo ha fatto per prima, vincendo a Tokyo 1964 e Città del Messico 1968, mentre gli Stati Uniti ci erano riusciti a Los Angeles 1984 e Seoul 1988.

    La Francia è anche la quarta nazionale maschile a riuscire a vincere i Giochi in casa, unendosi ancora all’ex URSS (Mosca 1980), agli Stati Uniti (Los Angeles 1984) e al Brasile (Rio 2016).

    ALBO D’ORO OLIMPICO MASCHILE

    foto Fipav

    (fonti: Volleyball World e Fipav) LEGGI TUTTO

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    Parigi 2024: bronzo al Brasile, per Ze Roberto è la quinta medaglia olimpica

    Nel giorno in cui si è chiuso il torneo maschile con il back to back tutto d’oro della Francia, è andata in scena anche la finale per la medaglia di bronzo del femminile. A mettersela al collo sono state le brasiliane che hanno piegato in quattro set (25-21, 27-25, 22-25, 25-15) la Turchia di Daniele Santarelli.

    Gabi mattatrice con 28 punti (5 muri e 1 ace), seguita a ruota da Thaisa con 17 (7 muri e 2 ace), da Ana Cristina con 13 (3 muri e 1 ace) e da Rosamaria con 10. Per la Turchia 26 di Vargas, 14 di Cebecioğlu e 13 di una eterna Erdem (anche lei con 7 muri punto).

    Il Brasile sale così meritatamente sul terzo gradino del podio in un torneo quasi perfetto, macchiato dalla sola sconfitta al tiebreak in semifinale contro gli Stati Uniti. Un’altra medaglia, dunque, dopo l’argento di Tokyo 2021, la sesta olimpica in totale per le verdeoro (due ori, un argento e tre bronzi).

    Gabi: “Le ore dopo la nostra sconfitta in semifinale sono state davvero difficili perché il nostro obiettivo qui era vincere l’oro e sapevamo di essere abbastanza forti per riuscirci. Ma già nello spogliatoio, il nostro allenatore ha fatto un ottimo lavoro nel sottolineare quanto fosse importante che tornassimo a casa con la medaglia di bronzo. Avevamo bisogno di onorare tutti gli sforzi che abbiamo fatto durante questi ultimi tre anni. Siamo molto orgogliose di come abbiamo raggiunto il nostro obiettivo”.

    Per José ‘Zé Roberto’ Guimarães si tratta della sua quinta medaglia olimpica, la prima di bronzo: “Era molto importante per noi vincere questa medaglia. Significa molto per noi salire sul podio. Abbiamo fatto molto lavoro negli ultimi tre anni e in quest’ultimo, abbiamo fatto del nostro meglio per assicurarci che tutto ciò di cui avevamo bisogno fosse curato. Certo, volevamo vincere l’oro, ma penso che ci fossimo davvero vicini. Vincere il bronzo è diventato una priorità per noi perché sarebbe stato molto triste se fossimo tornati a casa senza medaglia. Vincere una medaglia olimpica è sempre un grande traguardo”.

    (fonte: Volleyball World) LEGGI TUTTO

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    Parigi 2024: finale pazzesca, Francia stellare, Andrea ‘Giangio’ Giani è medaglia d’oro olimpica

    La Francia l’ha rifatto, dopo Tokyo 2021 sale sul gradino più alto del podio anche a Parigi 2024. Soprattutto, e di questo c’è solo da essere immensamente felici, il nostro ‘Giangio’, Andrea Giani, leggenda del nostro volley, giocatore immenso che ha ispirato intere generazioni di pallavolisti italiani e non, ragazzo che è impossibile non amare, è medaglia d’oro! Giani è medaglia d’oro olimpica!

    Una finale chiusa in tre set (25-19, 25-20, 25-23) contro la Polonia da una Francia stellare, assolutamente perfetta, ingiocabile in ricezione, ingiocabile in difesa, ingiocabile a muro, ingiocabile in attacco. Leon e compagni le hanno provate davvero tutte, Grbic le ha provate tutte, ma oggi questa squadra non era battibile. Giani ha portato la sua Francia a giocare, soprattutto tra semifinale e finale, una pallavolo spaziale! Il titolo di MVP noi lo daremmo a lui, senza ombra di dubbio.

    foto Volleyball World

    Monumentali tutti i suoi giocatori: da Brizard (3 muri devastanti, 4 punti totali) a Patry (top scorer con 17 e il 65% in attacco), da Clevenot (11) al solito funambolo e trascinatore Ngapeth (8), da Chinenyeze (8) al libero Grebennikov fino a Jouffroy, pescato dalla panchina e autore di 4 punti, tutti ace, tutti cruciali. I numeri di squadra, anche loro, confermano una finale di livello stratosferico: 9 muri a 4, 8 ace a 4. E ancora 47% in attacco e 57% in ricezione per la Francia, rispettivamente 30.7% e 54% per la Polonia.

    Menzione d’onore anche a Stefano Cesare, il migliore dei fischietti italia che ha arbitrato questa finale olimpica maschile.

    foto Volleyball World

    SESTETTI – Grbic parte con Kurek opposto a Janusz, Leon e Fornal in banda, Kochanowski e Huber al centro, Zatorski libero. Giani risponde con Brizard in regia in diagonale con Patry, Ngapeth e Clevenot in posto 4, Chinenyeze e Le Goff coppia centrale, Grebennikov libero.

    1° SET – Grande spettacolo sin dai primi punti, ma questo ce lo aspettavamo tutti. Il primo mini-break lo piazzano i francesi (11-8). Subito protagonisti i due liberi Grebennikov e Zatorski, meglio la Francia in attacco con bande e centrali e il gap aumenta (14-10, 17-11).

    foto Volleyball World

    Grbic brucia due timeout in rapida successione, ma la squadra di Giani continua a spingere tanto al servizio e ora è in totale controllo, grazie anche a una ricezione stellare sulle bordate che dai nove metri tirano anche i polacchi (20-15, 23-18).

    Extra rotazione di Patry, palla a terra e Francia avanti 1-0. Leggasi 14 su 16 in attacco per i transalpini (!), 12 su 24 per Leon e soci.

    foto Volleyball World

    2° SET – In avvio di secondo set Janusz arma ancora Kurek e Leon (2-3). Ace fotonico di Wilfredo da 1 a 1, murone su Ngapeth e Polonia avanti di due (4-6). La pressione ora sale e entrambe le squadre sporcano le loro percentuali al servizio forzando fin troppo, ma i padroni di casa non fanno comunque scappare via gli avversari: la seconda e la terza stampata personale muro a uno consecutive di Brizard valgono la parità ai 12 e il sorpasso.

    foto Volleyball World

    Sotto rete il primo arbitro Cesare vede troppi scambi di sguardi di sfida e richiama giustamente i due capitani. Mani-out di Kurek e contro sorpasso Polonia (16-18). Time out tutto ‘in italiano’ del Giangio, dentro Jouffroy alla battuta, ace e altra parità. Fischione di Kurek e l’ago della bilancia si sposta ancora (20-19).

    A segno Clevenot, Patry (ace), 22-19 Francia e sugli spalti parte un italico ‘po-po-ro-popopò’. Ace e pipe di Clevenot e la Polonia gira campo sotto due set a zero.

    3° SET – Leon prova a suonare la carica sparando palle disumane, ma la Francia oggi è ingiocabile: troppo forte in ricezione, troppo attenta in copertura, troppo solida a muro, troppo efficace in attacco, troppo poco fallosa dai nove metri. Insomma, tutto molto, molto, troppo (7-5).

    foto Volleyball World

    Il bilanciere di Ngapeth fa venire giù l’Arena Sud e vale il 14-12 per i suoi, ma i polacchi non ci stanno, pareggiano e tornano avanti (14-16). Pronta risposta dei francesi con un primo tempo di un infallibile Chinenyeze, muro e attacco di Patry (17-17). Ma che finale stiamo guardando? Spettacolo assoluto!

    foto Volleyball World

    Ancora Jouffroy al servizio, ancora due ace, ancora Francia che se ne va (23-18). Grbic va in tilt, li cambia e li ruota tutti, ma la sua Polonia ora è all’angolo, alle corde, vicina al knock out. 24-19, Boladze da posto 2 annulla il primo match point. Leon in battuta, Clevenot tiene, Cesari fischia una doppia a Ngapeth e se ne va anche la seconda palla match. Giani ferma il gioco e carica i suoi: “Attenti su difesa e pallette”. Ace di Leon su Ngapeth e siamo 24-22. Altra mazzata, primo tempo vincente di Kochanowki e Polonia a -1. Wilfredo questa volta forza troppo, tira lungo, la Francia è ancora medaglia d’oro olimpica!

    foto Volleyball World

    FRANCIA-POLONIA 3-0(25-19, 25-20, 25-23)FRANCIA: Patry 17, Clevenot 11, Ngapeth 8, Chinenyeze 8, Brizard 4, Le Goff 4, Grebennikov (L), Jouffroy 4, Toniutti, Tillie, Louati, Faure. All. GianiPOLONIA: Kurek 10, Leon 9, Kochanowki 9, Huber 7, Boladz 5, Fornal 4, Śliwka 2, Janusz, Zatorski (L), Kaczmarek, Lomacz, Semeniuk. All. Grbic.Arbitri: Cesare Stefano (ITA), Alrousi Alhammadi Hamid Mohamed Ahmed (UAE)

    Di Giuliano Bindoni LEGGI TUTTO

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    Qual era l’obiettivo olimpico della giovane Italia di De Giorgi, vincere o fare esperienza?

    Quando le nazionali azzurre hanno chiuso entrambe la fase a gironi dei Giochi di Parigi a punteggio pieno, ed entrambe con prestazioni in crescendo (3-1 alla Polonia i ragazzi, 3-0 alla Turchia le ragazze), abbiamo tutti pensato, sperato, creduto che questo potesse essere un anno storico, una Olimpiade da leggenda, da doppio oro magari, comunque da doppia medaglia. I presupposti c’erano tutti, ma le cose alla fine non sono andate esattamente così. Le ragazze in finale per il primo e secondo posto ci sono arrivate (domenica 11 agosto alle 13.00), i ragazzi invece hanno chiuso al quarto, giù dal podio.

    Un fallimento? Il dubbio sorge ed è legittimo. Saremo stati troppo duri verso questa squadra dopo la finale persa nettamente contro gli Stati Uniti oppure abbiamo dato solo una spiegazione oggettiva a quanto accaduto? Avremo espresso giudizi e analisi corrette o per certi versi ingenerose?

    In poche parole, questa Italia, campione d’Europa e del Mondo, alle Olimpiadi ci è andata per vincere o per fare una esperienza di crescita?

    foto Fipav/Tarantini

    Ce lo siamo chiesti tutta la notte, passata insonne come immaginiamo abbiano fatto anche gli azzurri. Per trovare una risposta abbiamo riletto alcune dichiarazioni.

    “Mi è capitato spesso di ripetere un concetto semplice ma molto chiaro per me: siamo l’Italia e pertanto abbiamo l’obbligo di puntare sempre in alto. Siamo consapevoli della nostra forza e della qualità dei nostri atleti; andremo a Parigi rispettando tutti, ma con l’obiettivo di fare bene” affermava lo scorso 12 luglio il presidente federale Giuseppe Manfredi.

    Ergo, se siamo l’Italia, che tradotto vuol dire siamo una potenza pallavolistica a livello mondiale, ciò significa che l’obiettivo a Parigi era vincere o comunque andare a medaglia.

    “Ci siamo confermati ai vertici mondiali e abbiamo fatto questo con una squadra che ha un’ampia prospettiva davanti a sé, oltre a un margine di crescita significativo. Per migliorarsi è necessario passare anche attraverso esperienze come queste, non le puoi anticipare, le devi vivere” ha dichiarato invece il ct De Giorgi al termine della finale per il terzo e quarto posto. Poi ha aggiunto: “Lavoreremo per far crescere i ragazzi, sperando al tempo stesso che i nostri ventenni trovino spazio nel campionato. Questo sarebbe di grande aiuto per la nazionale“.

    Ergo, l’esperienza, che alcuni convocati ancora devono fare con i club in Superlega, è stata fatta fare alle Olimpiadi.

    Continuiamo a non capire. Magari sarà un nostro limite, nel caso faremo mea culpa, ma la notte passa lentamente e noi restiamo svegli a porci domande come questa: giusto bruciare una Olimpiade che arriva una volta ogni quattro anni, torneo di capitale importanza per tutto il movimento federale e nazionale, solo per far fare esperienza, e a chi poi? A giocatori che non hanno mai visto, o quasi, il campo?

    All’Olimpiade, nella pallavolo, le nazionali italiane, tornando alle parole di Manfredi, devono andare per ottenere il risultato migliore possibile o per fare l’esperienza più formativa possibile?

    foto Fipav/Tarantini

    Continuiamo ad arrovellarci, poi pensiamo a Velasco… Lui in finale ci è arrivato senza perdere un set tra quarti e semifinali, convocando solo le migliori giocatrici italiane in circolazione, dalla 37enne De Gennaro alle opposte Egonu e Antropova, dalle palleggiatrici Orro e Cambi alle centrali Danesi, Fahr e Lubian, per finire con il reparto schiacciatrici formato da Sylla, Bosetti e Giovannini del quale avrebbe fatto parte Degradi, se non proprio Pietrini, se entrambe non si fossero infortunate prima. Il top del top insomma, focalizzati sull’obiettivo, senza guardare la carta d’identità.

    Gerarchie chiare sin da subito, per carità, ma quante volte alla nazionale femminile è servito sfruttare un doppio cambio all’altezza? Quante volte è servito gettare nella mischia Giovannini in seconda linea o Lubian al servizio?

    foto Fipav

    La nazionale maschile invece queste alternative non le ha avute perché nel roster sono state fatte scelte diverse. Si è portato come secondo opposto Alessandro Bovolenta, giocatore di A2 fino a ieri, venti candeline spente lo scorso maggio; si è portato come terza banda Luca Porro, stessa età, in Superlega con Padova solo dalla passata stagione; si è portato come terzo centrale Giovanni Sanguinetti, 24 anni, giocatore di Modena, squadra che quest’anno di certo non ha brillato.

    Se l’obiettivo dichiarato doveva essere sfruttare questa Olimpiade per far fare esperienza a questi ragazzi, in funzione del prossimo quadriennio, allora alziamo le mani, ma continuiamo a pensare che gli esperimenti e le esperienze, visto che siamo l’Italia, sarebbe più opportuno farle in VNL, magari, non certo alle Olimpiadi.

    Avendoli visti poco, se non nulla, in campo a Parigi, siamo portati infatti a credere che invece l’obiettivo dichiarato fosse quello del grande risultato.

    Ma in questo caso si sarebbe dovuto chiamare magari uno Zaytsev come secondo opposto, giocatore di maggiore esperienza, completo in tutto e che tira ancora discrete legnate; magari credere di più in Bottolo come terza banda; magari, dopo il doloroso forfait di Anzani, convocare un Di Martino come terzo centrale, bravo a muro e dotato di una battuta salto-float che negli ultimi playoff ha dato un certo fastidio tanto a Trento quanto a Perugia.

    foto Volleyball World

    No, non ne veniamo a capo, siamo sinceri. Restiamo però dispiaciuti per quei magnifici 7 azzurri dal valore assoluto che senza dubbio avrebbero meritato di più da questa Olimpiade. Perché questa era e doveva essere la loro Olimpiade.

    L’Olimpiade di Giannelli, Romanò, Michieletto, Lavia, Galassi, Russo, Balaso. Orgoglio di tutto il movimento, tutti campioni, nessuno escluso.

    Foto Federazione Italiana Pallavolo

    Siamo dispiaciuti anche per Fefè De Giorgi, il nostro Fefè nazionale. Da giocatore queste occasioni gli erano state negate, da allenatore meritava assolutamente di fare filotto dopo Europei e Mondiale. “Per andare all’Olimpiade mi sono dovuto autoconvocare” aveva detto di recente col suo proverbiale e irresistibile sorriso.

    Forse non se l’è giocata come avrebbe dovuto. Forse è rimasto vittima della sua stessa creazione: il progetto, la (fin troppo) giovane Italia.

    Ormai è quasi l’alba davanti ai nostri occhi. Ci siamo posti tante domande, abbiamo cercato tante risposte, ma quale fosse l’obiettivo di questa Italia a questi Giochi ancora ci sfugge.

    foto Volleyball World

    Pazienza. Più dell’amarezza per la medaglia sfumata, però, ora resta comunque il ricordo del viaggio, delle tappe intermedie, delle belle vittorie su Brasile, Polonia e Giappone. Dei salti fatti sulla sedia, delle mani che ci tremavano sulla tastiera raccontando quelle partite, quei ragazzi, quelle emozioni che ci hanno regalato tante e tante volte.

    Ripartiamo da qui, con la consapevolezza che restiamo sempre l’Italia, una delle più forti a questo bellissimo gioco della pallavolo. Prima o poi anche la più forte e basta. Anche a questi maledetti, eppure meravigliosi, Giochi Olimpici.

    Di Giuliano Bindoni LEGGI TUTTO

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    Parigi 2024, non solo Italia-USA maschile: tutti gli azzurri in gara venerdì 9 agosto

    Un solo match di pallavolo in programma oggi ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, è la finale per il bronzo del torneo maschile tra Italia e Stati Uniti, prima battuta alle ore 16.00!

    COME VEDERE LE OLIMPIADI IN TV E STREAMING

    foto Fipav/Tarantini

    DI SEGUITO TUTTI GLI AZZURRI IN GARA OGGI

    07:30: FINALE, Domenico Acerenza, Gregorio Paltrinieri – Nuoto in acque libere, 10 km maschili

    10:00: Riccardo Giovannini, Andreas Sargent Larsen – Tuffi, piattaforma 10 m maschili (eliminatorie)

    10:00: Italia – Ginnastica ritmica, all-around a squadre (rotazioni 1, 2, 3, 4)

    10:35: Simone Alessio – Taekwondo, -80 kg maschili (ottavi)

    10:40: Italia – Atletica, 4X400 femminile (batterie)

    11:05: Italia – Atletica, 4X400 maschile (batterie)

    11:14: Frank Chamizo – Lotta libera, 74 kg maschili (qualificazioni)

    11:30: Simone Barontini, Catalin Tecuceanu – Atletica, 800 m maschili (semifinali)

    11:30: Carlo Tacchini – Canoa velocità, C1 1000 maschile (semifinali)

    13:00: Settebello (vs Spagna) – Pallanuoto, torneo maschile (classificazione 5°/8° posto)

    13:40: Matteo Cicinelli – Pentathlon moderno, scherma turno bonus (semifinale A)

    14:00: Sara Fiorin, Miriam Vece – Ciclismo su pista, velocità femminile (qualificazioni)

    15:00: FINALE, Chiara Pellacani – Tuffi, trampolino 3 m femminile

    15:00: FINALE, Antonino Pizzolato – Sollevamento pesi, 89 kg maschili

    16:00: FINALE 3°/4°, Italvolley (vs Stati Uniti) – Pallavolo, torneo maschile

    16:19: Antilai Sandrini (Anti) – Breaking, B-Girl (round robin)

    17:15: Antilai Sandrini (Anti) – Breaking, B-Girl (round robin)

    17:40: Giorgio Malan – Pentathlon moderno, scherma turno bonus (semifinale B)

    18:03: Antilai Sandrini (Anti) – Breaking B-Girl (round robin)

    18:09: FINALE, Chiara Consonni, Vittoria Guazzini – Ciclismo su pista, americana femminile

    19:30: Linda Cerruti, Lucrezia Ruggiero – Nuoto artistico, duo tecnico

    19:47: FINALE, Italia – Atletica, 4X100 maschile

    20:13: FINALE, Andy Diaz Hernandez – Atletica, salto triplo maschile

    20:57: FINALE, Nadia Battocletti – Atletica, 10.000 m femminili

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO