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    Esce “Roger Federer, il tennista dei record”, storia illustrata del re del tennis

    Un racconto illustrato sul campione svizzero

    Il suo ritiro dalle scene a settembre 2022 ha lasciato i tifosi sgomenti: perché Federer non è stato solo uno dei giocatori più vincenti di sempre. Ma è stato amato da tutti per l’eleganza nel gioco, la correttezza e la sportività, che per 19 anni consecutivi gli hanno garantito il premio Fans’ Favourite dell’Associazione dei tennisti professionisti (Atp). In molti lo considerano il tennista migliore in assoluto, e no, non è questione di uno slam vinto in più o in meno, ma di come il suo stile di gioco è stato unico e inimitabile.
    I suoi estimatori sono quindi, da qualche mese, orfani, e se tra di loro ci sono anche dei genitori, probabilmente rimpiangeranno di non poter condividere la visione di partite indimenticabili con i loro figli.
    Ma potranno raccontare loro una bella storia: quella del tennista svizzero che, davvero, del tennis ha fatto la Storia. Ne racconta le gesta Igor De Amicis, scrittore e appassionato di tennis, in Roger Federer, il tennista dei record. Un libro adatto ai bambini da 7 anni in su, illustrato da Giuseppe Ferrario, per rivivere le emozioni di un grande campione, nel campo e nella vita.

    Roger e Rafa sono seduti uno accanto all’altro sul divanetto a bordocampo. Hanno appena perso, e assistono al concerto che pone fine a quella giornata di Laver Cup. Finalmente la tensione della gara si sta allentando. Federer si guarda intorno, il campo, il pubblico, il suo amico e rivale, tutto il suo mondo. Capisce che quella è la fine. La fine di un’avventura durata tutta la vita, che ha colpito il cuore e l’immaginazione di milioni di persone in tutto il mondo. Il campione è sopraffatto dalle emozioni e non riesce a trattenere le lacrime. Si accorge che anche Nadal al suo fianco sta piangendo, e allora allunga una mano per stringerla alla sua. Per ringraziarlo di essere lì.E per un istante rimangono così. Due fra i più grandi campioni dello sport.A piangere insieme, mano nella mano.Igor De Amicis, da Roger Federer, il tennista dei recordIgor De Amicis è nato a Roma nel 1976. Commissario Capo di Polizia Penitenziaria, divide la passione per la scrittura con la moglie Paola Luciani. Per Einaudi Ragazzi hanno scritto insieme Giù nella miniera, Fugees Football Club, Igor Trocchia. Un calcio al razzismo e diversi titoli delle collane «Classicini», «Grandissimi» e «Che storia!». Da solo, invece, De Amicis è autore di thriller, anche per adulti. LEGGI TUTTO

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    Trofeo AZIMUT / Federico Arnaboldi per uno storico bis bergamasco

    Federico Arnaboldi nella foto- Foto Antonio Milesi

    Sarà Federico Arnaboldi, vincitore nel 2021, a guidare il main draw del Trofeo AZIMUT. Il lombardo troverà soltanto qualificati fino ai quarti. Il bergamasco Vincent Ruggeri si trova nella parte bassa, tra spagnoli e argentini. Qualificazioni: impressionano Masera e Militi Ribaldi.
    Senza nulla togliere ai partecipanti delle qualificazioni, che peraltro hanno dato vita a una giornata avvincente e piena di match interessanti, il principale motivo di interesse della ‘prima domenica al Trofeo AZIMUT di Bergamo (15.000$, terra battuta) era il sorteggio del tabellone principale. Ci sarà tanta Italia al Tennis Club Città dei Mille: in attesa dell’esito delle qualificazioni, sono ben 19 (su 24) gli azzurri del man draw orobico, guidato da Federico Arnaboldi. Il 23enne nipote di Andrea (ex n.153 ATP, ancora in attività e vecchia conoscenza del tennis bergamasco) è attualmente numero 437 ATP ed è stato favorito da un sorteggio che – almeno fino ai quarti – gli offrirà soltanto giocatori provenienti dalle qualificazioni, in vista di un possibile match contro Giorgio Tabacco (n.8 del draw). Superato dall’argentino Gonzalo Villanueva, il bergamasco Samuel Vincent Ruggeri è “soltanto” n.3 del tabellone ed è finito nella parte bassa: dopo un esordio contro lo svizzero Nicolas Parizzia, avrebbe un quarto di finale piuttosto impegnativo contro lo spagnolo Inaki Montes-De La Torre e un’eventuale semifinale contro lo stesso Villanueva. Tuttavia, nel circuito ITF i numeri lasciano il tempo che trovano e c’è tanto spazio per le sorprese. Per esempio, c’è curiosità nel vedere all’opera il genovese Gianluca Cadenasso: sia pure ammesso con una wild card, il suo avversario di primo turno (Carlo Alberto Fossati) è decisamente alla sua portata, in vista di un ottavo proprio contro Villanueva. Più in generale, il livello medio del torneo è decisamente alto, con ben sedici giocatori compresi tra i top-1000 ATP, cifra decisamente in linea con i tornei più importanti del circuito ITF, nella fascia tra quelli con un montepremi da 15.000 dollari. Tra i giocatori di casa, non ha pescato benissimo il bergamasco Filiberto Fumagalli, subito opposto a Montes-De La Torre, in un match che lo vede sfavorito ma non “chiuso”: un po’ perché ha già dimostrato di competere a questi livelli, un po’ perchè avrà dalla sua il sostegno del pubblico. I match del tabellone principale scatteranno martedì 27 giugno.
    IMPRESSIONA MASERA. BORRELLI, BRAVO LO STESSONella prima domenica del torneo si sono giocati i 16 match di primo turno delle qualificazioni. Una giornata lunghissima, scattata alle 9 del mattino e terminata a tarda sera, pane per il palato dei più accaniti appassionati. Tra i giocatori più in vista, si sono fatti notare due azzurri: Andrea Militi Ribaldi è piaciuto molto. Alto, filiforme, ha un modo di stare in campo che lascia ottime speranze per il futuro. Dopo un buon inizio si è fatto riprendere dall’altro italiano Ivan La Cava, ma l’ha spuntata 10-8 al super tie-break: c’è grande curiosità nel vederlo all’opera lunedì contro Niccolò Ciavarella. In palio, un posto per il main draw. Un altro giocatore che ha colpito i presenti è stato il Teo Masera. Con una prestazione intensa e autorevole, ha lasciato appena due game (6-2 6-0 lo score) allo svizzero Lourol Martinez. Nella giornata di lunedì sarà tra i più attesi: per confermare il buono mostrato domenica dovrà battere l’altro azzurro Giulio Colacioppo. Tra le wild card locali, ha fatto una buonissima figura Riccardo Villa, battuto 6-2 6-3 da Stefano D’Agostino (n.4 del draw). Al di là del punteggio, ha denotato un atteggiamento decisamente positivo. C’è un pizzico di amarezza per il bergamasco Leonardo Borrelli, rappresentante del TC Città dei Mille: nonostante la sconfitta per 7-6 7-5 contro il turco Baran Soyler (n.7 del draw), ha evidenziato un ottimo livello di gioco. È stato avanti in entrambi i parziali, e si è arreso soltanto per un pizzico di inesperienza. Sono comunque evidenti i progressi rispetto alle ultime apparizioni, segno che la sua crescita (è classe 2005) prosegue in modo concreto e lineare. Lunedì 26 giugno sarà una giornata importante: a partire dalle 10 del mattino si giocheranno gli otto match dell’ultimo turno di qualificazione, inoltre sarà sorteggiato il tabellone del doppio. LEGGI TUTTO

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    Intervista esclusiva a Bianca Turati, head coach dell’University of Missouri. “Il college tennis forma il carattere”

    Bianca Turati, head coach del team femminile di Mizzou

    Dal 10 maggio di quest’anno l’ex tennista azzurra Bianca Turati è diventata head coach della squadra femminile di University of Missouri. Abbiamo deciso di intervistarla nella serie di nostri articoli per approfondire la conoscenza dell’universo collegiale statunitense e per avere da lei le prime impressioni da capo allenatrice per una così giovane ex-tennista (26 anni). Ritiratasi da giocatrice nel 2022, Turati ha ottenuto il best ranking al numero 259 del mondo (nell’aprile 2021), ha vinto in carriera otto titoli ITF e ha raggiunto in sette occasione la finale.Ringraziamo Bianca per la grande disponibilità mostrata nel rispondere alle nostre domande.

    Ho cominciato a seguire il college tennis da circa un anno. Ciò che mi colpisce è la capacità del sistema college di costruire in breve tempo giocatori di tennis con una notevole conoscenza del gioco e consapevolezza tecnica. Oltre ovviamente alla cura della componente atletica. Cosa c’è dietro questa capacità di costruire giocatori? C’è un sistema? O ci sono tanti sistemi per quanti sono i college? Voi coach avete rapporti con la Federazione americana?“Al college si lavora duramente e tanto. Ci sono team practice che durano almeno 2 ore. 1 ora di atletica. E a volte ci si allena anche al mattino individualmente. Ogni allenatore adotta il suo metodo e sistema di allenamento. Io sono appena entrata nel mondo college coaching e non ho ancora stretti rapporti con la Federazione americana. Pero la Federazione americana a differenza di quelle europee spinge molti atleti di livello a seguire il percorso del college perché sono più consapevoli del valore dell’esperienza in generale e del livello molto alto che c’è”.
    C’è differenza secondo te fra i metodi di allenamento dei college e quello delle Accademie come la Bollettieri Tennis Academy?“Non conosco benissimo la Bollettieri Academy. Però penso che il metodo college e quello delle accademie siano in realtà più simili di quanto si possa immaginare per quantità di allenamento e metodo. Ad alcuni college si offre la possibilità di fare lezioni individuali al mattino, quindi anche al college si fanno lavori più specializzati e mirati al singolo studente-atleta”.
    Uno degli aspetti che più mi affascina del college tennis è quello relativo all’agonismo, che lo contraddistingue dal tennis che si gioca nel circuito. Un agonismo espresso in maniera diversa, in modo più appariscente, ma che viene accettato senza essere visto come una mancanza di rispetto per l’avversario. Cosa puoi dirmi al riguardo?“L’agonismo più appariscente che si vede nel mondo college tennis è uno degli aspetti che lo rende divertente e speciale. La differenza è che nelle competizioni college si rappresenta una squadra e la propria università. Non si può mollare. Non si può essere egoisti. Si lotta per portare il punto alla squadra e far vincere l’università. E si lotta tutti insieme per un obiettivo comune. C’è un forte senso di appartenenza che spinge gli atleti a dare sempre il meglio. Forma carattere. E tutti lo mostrano in campo. Io non lo trovo un atteggiamento di mancanza di rispetto. Lo vedo di più come il mostrare voglia di vincere per te stesso e anche per la tua squadra”.
    Leggevo che uno dei compiti del coach di un college è quello dei recruiting, cioè trovare e scegliere i migliori prospetti dell’high school per poi provare a portarli nella propria università. Come avviene questa attività di valutazione dei giocatori? E in particolare oltre l’aspetto tecnico ci sono altri fattori che incidono fortemente nella scelta?“Si, il recruiting è una parte fondamentale. Personalmente, io cerco qualità come la passione per il tennis, la voglia di lavorare, essere aperto e allenabile, e uno spirito combattente. Non importano solo i risultati o il talento. Cerco anche ragazze che possano essere brave compagne di squadra, di supporto. Quindi anche il carattere fuori dal campo conta”.
    Com’è nel giro di pochi anni passare dal ruolo di studentessa-atleta a quello di head coach? Due prospettive diverse di uno stesso mondo. Com’è stato il tuo primo anno in Missouri?“L’ambiente del college tennis è speciale, motivante, divertente e molto educativo per i ragazzi. A Mizzou sono arrivata a gennaio come assistant coach. A fine semestre sono stata assunta come head coach. Non voglio entrare nello specifico su cosa è successo. Ma è una grande opportunità per me, l’ho presa al volo e mi sento pronta per il ruolo anche se è molto impegnativo. Da allenatrice si può dare consigli e aiutare le atlete, ma non si può avere tutto sotto controllo. Non siamo noi coach a entrare in campo e a giocare. È diverso. Ma mi piace molto seguire una squadra intera. E comunque essere college coach è diverso. C’è tanto lavoro anche fuori dal campo come recruiting, scheduling, budgeting, management, organizzazione. Il carico di responsabilità è enorme. È una bella sfida. All’inizio è stato difficile abituarmi. Lo è ancora. C’è tanto da sapere e imparare. Ma sono molto contenta. Inoltre Mizzou è un posto speciale. Le persone sono super amichevoli. C’è tanto supporto l’uno per l’altro sia tra atleti sia tra lo staff. E la città è piccola ma molto accogliente e divertente. La perfetta ‘college town’. Mi sono trovata benissimo”.

    Antonio Gallucci LEGGI TUTTO

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    Carlos Alcaraz felice di come sta giocando su erba e non sapeva nemmeno che potesse diventare numero 1 del mondo già dalla prossima settimana

    Carlos Alcaraz nella foto

    Carlos Alcaraz, il giovane fenomeno del tennis mondiale , ha recentemente conquistato la finale nel torneo ATP Queen’s, un successo che ha evidenziato il suo miglioramento notevole su erba in un periodo di tempo incredibilmente breve. Parlando della sua vittoria, Alcaraz ha dichiarato: “Non c’è dubbio che sia il miglior match che abbia mai giocato su erba. Mi sento benissimo.”
    Questa è la terza volta che il tennista spagnolo partecipa a un torneo su erba, e la sua performance a Queen’s ha dimostrato il suo notevole adattamento a questa superficie di gioco. “Sono molto felice di giocare qui a Queen’s. Sono estremamente contento di partecipare alla mia prima finale su erba,” ha aggiunto Alcaraz, mostrando un mix di umiltà e determinazione.
    Il talento emergente ha continuato a sottolineare la sua rapida evoluzione, affermando: “Sto migliorando, mi sento meglio in ogni partita che gioco. Ora mi sento come se avessi giocato su erba per 10 anni.” Questa affermazione mostra la sua incredibile capacità di adattamento e apprendimento.
    Carlos che potrebbe riconquistare la posizione di numero uno nel mondo in caso di vittoria oggi nella finale del Queen’s contro De Minaur, una realizzazione di cui Alcaraz non era inizialmente a conoscenza, è ora una prospettiva reale per il giovane campione. “All’inizio della settimana non sapevo che avrei potuto recuperare il numero uno, ma l’ho scoperto durante una conferenza stampa. È qualcosa che ho in mente e per cui sto lavorando. Diventare il numero uno per Wimbledon è un sogno per me.” LEGGI TUTTO

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    Iga Swiatek: Dalla Vittoria al WTA 500 di Stoccarda alla Sponsorizzazione con Porsche

    Iga Swiatek POL, 31.05.2001

    Era un matrimonio che sembrava inevitabile. Iga Swiatek ha annunciato di essere stata sponsorizzata da Porsche, poco dopo aver vinto la sua seconda auto del marchio tedesco, in seguito ad un altro titolo al WTA 500 di Stoccarda. Fin da subito si è parlato molto di questa possibilità, e ora diventa realtà.
    “Dopo aver ricevuto il mio secondo trofeo a Stoccarda, molti di voi hanno scritto che era il momento giusto per iniziare una collaborazione con la Porsche e per me sembrava molto naturale. Quindi… mi unirò al team Porsche! E questo non significa che non combatterò per un’altra auto Porsche il prossimo anno”, ha ricordato sui social network.
    Il legame tra Swiatek e la casa automobilistica di Stoccarda si è rafforzato dopo la sua seconda vittoria consecutiva al torneo WTA di Stoccarda. Non appena ha messo le mani sul secondo trofeo (e la seconda auto Porsche), l’ipotesi di una collaborazione ufficiale ha iniziato a circolare tra i fan e gli addetti ai lavori.
    L’annuncio di Swiatek conferma ora queste speculazioni. Il suo impegno nei confronti del brand tedesco promette di portare un valore significativo non solo alla sua carriera sportiva, ma anche al brand Porsche, grazie alla crescente popolarità e all’incredibile talento della giovane tennista polacca.
    Tuttavia, Swiatek non si riposa sugli allori. Nonostante l’annuncio del patrocinio, la campionessa ha sottolineato il suo desiderio di continuare a lottare per ulteriori premi, in particolare, un’altra auto Porsche, nel prossimo anno. Il messaggio della tennista suona chiaro: il successo ottenuto fino ad ora non ha placato la sua fame di vittorie. LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic conferma la sua partecipazione al Giorgio Armani Tennis Classic prima di Wimbledon

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Dopo che l’anno scorso gli è andata bene, Novak Djokovic ha deciso di ripetere la sua routine prima di Wimbledon 2023. Il serbo parteciperà al torneo di esibizione di Hurlingham, il Giorgio Armani Tennis Classic, dove giocherà giovedì 29 giugno contro Frances Tiafoe. In questo modo, Nole avrà l’opportunità di abituarsi all’erba proprio prima di cercare di difendere la sua corona all’All England Tennis Club. Di conseguenza, questo torneo di esibizione aumenta la sua importanza per la prossima settimana, vantando tennisti del calibro dello stesso Djokovic, Alcaraz, Rune, Ruud e Norrie. LEGGI TUTTO

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    Djokovic vince il Roland Garros 2023 a 36 anni: quali sono i suoi segreti per mantenersi in forma?

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    Novak Djokovic ha vinto il suo torneo del Grand Slam numero 23 e all’età di36 anni è diventato il tennista più vincente in assoluto in questa categoria staccandoNadal a quota 22.Anche per quanto riguarda i titoli ATP Djokovic domina la classifica dei tennisti ancora in carriera con 94 titoli all’attivo: ma quali sono i suoi segreti per restare in forma alla sua età?I segreti di Djokovic per restare in forma sono allenamento, dieta e yoga , scopriamolo nei prossimi paragrafi in un’analisi dettagliata.
    Alimentazione corretta e dieta sanaAnche se il tennista più forte al mondo ha eliminato il glutine la sua dieta presenta tuttii nutrienti per fornire le giuste energie e continuare a tenere performance in campoeccelse. Il regime alimentare di Djokovic è bastato principalmente sulle proteine necessarie ad aggiustare e rinforzare i muscoli rotti dagliallenamenti e durante le gare, infatti, il tennista serbo è onnipresente in tutti i tornei ATP più importanti.Il carburante ideale per Djokovic rimane anche la base vegetale dei nutrienti utili ad eliminare le tossine e gestire il livello di energia sia negli allenamenti che nelle gare,l’utilizzo di integratori per gli altri nutrienti base si può acquistare in polvere, per compensare il bilancio dell’alimentazione.
    Allenamenti fisici e mentaliIn diverse interviste degli ultimi periodi il campione serbo ha dichiarato che il suo corpoha bisogno di più tempo per recuperare, anche se dalle gare disputate e dai match vintinel Roland Garros 2023 contro Alcaraz in semifinale e Ruud in finale, non sembraproprio così.La mattina inizia con lo stretching dopo una sessione di yoga di 20 minuti, dopocolazione il campione serbo scende in campo per circa 1 ora e 30 minuti con lo sparringpartner.Dopo pranzo la sessione di allenamento prevede palestra, bande elastiche e pesi, perpassare poi al recupero muscolare e al lavoro tecnico di stretching.Nelle sessioni di allenamento non mancano la cyclette, la palla da fitness per il recuperomuscolare, squat, jumping jack, affondi e piegamenti.Gli allenamenti fisici costanti e tutti i training mentali che Djokovic effettua pertemprare lo spirito lo mettono in condizioni di affrontare anche tennisti più giovani dilui ottenendo dei risultati straordinari. Un altro segreto della sua forza mentale sulcampo da tennis è sicuramente lo yoga.
    Yoga insieme alla moglieDjokovic pratica yoga insieme alla moglie tutti i giorni, nello specifico si tratta diAerial Yoga e Acro Yoga, due delle varianti più complesse di questa disciplina, che assume dei connotati fondamentali insieme alle sessioni di allenamento. L’asso serbo pratica yoga non solo appena sveglio ma anche prima di andare a dormire. LEGGI TUTTO

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    Matteo Berrettini tra critiche e incertezze sul futuro

    Matteo Berrettini – Foto Getty Images

    La carriera tennistica di Matteo Berrettini sembra essere in una fase di declino. L’atleta italiano è attualmente fuori dalla top 30, in seguito al ritiro dal torneo ATP 500 di Queen’s per infortunio. La sua partecipazione al prestigioso torneo di Wimbledon rimane un mistero avvolto in incertezze.
    In Italia, le prestazioni di Berrettini sono state oggetto di molte discussioni e soprattutto critiche. Anche Nicola Pietrangeli, leggenda del tennis italiano, non ha mancato di esprimere il suo disappunto pubblicamente.
    “Berrettini ha 27 anni. È un ragazzo affascinante, ricco e famoso. Ma cosa vuole veramente dalla vita? Non sembra capire la fortuna che ha. Guadagna milioni di euro ma li sta sprecando malamente,” ha ammesso Pietrangeli in un’intervista dal sito Notizie. “Onestamente, non mi affligge. Non so cosa gli stia passando per la testa. Credo che neanche lui lo sappia, nessuno lo sa.”
    Pietrangeli ha proseguito lamentandosi della situazione, “È un peccato, hai un patrimonio in mano e ti sforzi di complicare tutto. Il problema è che non sapremo mai al 100% cosa sta succedendo. Tutti noi possiamo avere delle ipotesi, ma potrebbero non corrispondere alla realtà. Non sono tempi facili per lui e spero che riesca a uscire da questa spirale. Nessuno conosce la verità sui suoi problemi fisici, onestamente, non so se sarà pronto per Wimbledon.”
    Pietrangeli ha anche affrontato i recenti rumor sul possibile ritiro di Berrettini dal mondo del tennis, un’ipotesi che spera ardentemente sia infondata. “C’è molto rumore intorno a Matteo. Spero che le voci sul suo ritiro non siano vere. Sarebbe drammatico per lui e per il tennis italiano,” ha concluso l’ex campione vincitore di due Roland Garros consecutivi negli anni 60.
    In mezzo a critiche e incertezze, il futuro di Berrettini nel mondo del tennis resta un interrogativo aperto. Si spera che l’atleta italiano riesca a superare questo momento difficile e torni a brillare sul campo da tennis, come ha dimostrato di saper fare nel passato. LEGGI TUTTO