Francesco Margaritelli, il Beach Volley a tempo di rock
Di Roberto Zucca Vincere ha un sapore autentico. E a volte non solo è frutto di sacrifici ma, come spesso accade nel Beach Volley, è il risultato di un lavoro che viene svolto nelle pause di una prima professione, o a distanza. La bella favola di Francesco Margaritelli inizia in Italia, tra Roma, Bologna e attualmente Perugia, città nella quale Francesco si allena da qualche tempo con Alessandro Marta: “Qualche consiglio poi ce lo manda il buon Gianni Mascagna, con il quale io e Alessandro abbiamo passato un periodo, mentre Alessandro era ancora a Roma per gli studi, ad allenarci con lui alla Beach Volley Academy. Adesso qui a Perugia mi sono attrezzato costruendo un campo da Beach a casa mia e togliendomi dall’impossibilità di allenarmi“. A Perugia per? “Lavoro. Mi sono laureato in Ingegneria Meccanica e ora lavoro nell’azienda di famiglia, nel settore della componentistica ferroviaria. Ho investito nello studio e fare ciò che faccio mi piace molto. Ho dovuto fare delle scelte ad un certo punto in ambito sportivo. Non avrei potuto dedicarmi al Beach al 100%, ma sono molto felice dei risultati che abbiamo raggiunto finora“ State affrontando il campionato di Aibvc. Che aria si respira? “Di grande professionismo. Si nota subito che dietro vi è un lavoro fantastico di tante società e di tanti esperti che si preoccupano di ogni dettaglio. L’atleta è al centro e siamo davvero trattati molto bene. Una bella organizzazione“. L’ultima tappa di Bellaria vi ha visto vincere. “È stata una bella soddisfazione per noi e siamo molto felici di aver ottenuto il primo posto. Ci sono atleti molto in gamba che giocano in indoor in inverno e altri che fanno il campionato per società. Il livello è alto. Ora ci piacerebbe continuare anche con qualche tappa del campionato italiano“. Foto Facebook Francesco Margaritelli Ha già un’idea delle tappe? “No, ancora no. Agosto ha ancora qualche tappa prima delle finali di Caorle e quindi decideremo strada facendo“. Ho letto che una sua passione è la musica. “(ride, n.d.r.) Sì, è verissimo. Diciamo che suono, canto, la musica per me ha un significato molto importante sin da quando ero più piccolo. Ho preso anche qualche lezione di chitarra, ma non ho fatto nessuna scuola. In questo sono rimasto un autodidatta“. La colonna sonora della sua carriera di beacher qual è? “Un rock classico. Potendo scegliere direi ‘Start me up’ dei Rolling Stones“. LEGGI TUTTO