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    Leclerc: “Sainz sta lavorando meglio di me. Le mie difficoltà…”

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    F1, Sainz e i piloti in cerca di contratto: l’intrigo Ferrari-Mercedes-Red Bull

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    Ferrari, Elkann cita Hamilton ed esulta per il trionfo a Le Mans

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    Sainz meglio di Leclerc: il clamoroso paradosso che la Ferrari non aveva previsto

    La primavera non ha fatto fiorire sviluppi tecnici sulla Ferrari, che a quanto pare si tiene il colpo per Imola, ma un imprevisto che riguarda i piloti. Niente che attenga al rapporto tra Charles Leclerc e Carlos Sainz, bello e sano, ma piuttosto al loro rendimento. C’è che quattro GP sono passati – tre per lo spagnolo, che ha saltato l’Arabia Saudita a causa dell’intervento di appendicectomia – ed entrambi i piloti non stanno guidando come ci si aspettava da loro, nel bene o nel male. Carlitos, che Fred Vasseur ha ritenuto di dover lasciare alla concorrenza perché facesse posto nel 2025 a Lewis Hamilton – è più in palla di Leclerc sul quale la Ferrari investe da anni e con cui s’è legata nel lungo termine. Molto paradossalmente abbiamo il Predestinato che va peggio del Precestinato. 
    Ferrari, i numeri: Sainz batte Leclerc
    A volte ingannano ma hanno la testa dura, i numeri. La classifica vede davanti Leclerc (59-55) per via dello stop forzato di Carlos a Jeddah, ma la media-punti già spiega che lo spagnolo è sui 18,3 punti a gara, come se in ogni GP avesse ottenuto più di un secondo posto. In effetti: terzo, primo, terzo. Ma tre volte su tre davanti a Leclerc, che deve rifar la punta alla sua arma più letale: la qualificazione. «C’è qualcosa che non riesco più a fare nella preparazione della gomma per il giro veloce. Ci lavorerò e quando ci sarò riuscito avremo grandi soddisfazioni», ha detto lui. Già questo dovrebbe far riflettere la Formula 1 sulle circonvoluzioni in cui a volte rischia di incespicare: perché il talento di un pilota deve arenarsi sulle procedure di riscaldamento delle gomme? Tornando ai numeri: nei tre GP in cui c’è stato confronto, Sainz batte Leclerc per vittorie (1-0 quest’anno, 2-0 con il precedente), in qualifica (2-1) e, volendo considerare un elemento emozionale, nelle votazioni dei tifosi per il “Driver of the day” (2-1).  
    Gli aiutini 
    Il fatto è piuttosto clamoroso perché Leclerc ha i favori dalla sua: la predisposizione della Ferrari che si aspetta di avere in lui il leader, la SF-24 che è più puntata sull’anteriore come dai suoi desiderata, e invece è l’altro a trovarcisi meglio. Anche da un punto di vista dell’immagine: dubitiamo che Vasseur, al di là di una soddisfazione di facciata, sia felicissimo di veder brillare il pilota cui ha appena scelto di rinunciare. Lo conferma quanto ha detto sabato dopo le qualifiche, con Sainz quarto e Leclerc ottavo (per essersi complicato l’intero weekend nella Q1). «Non sono affatto preoccupato, Charles era secondo due settimane fa, oggi è a un decimo da Carlos e sa perfettamente cosa gli manca. La stagione è lunga e la situazione mi lascia sereno». Di fatto, ha descritto l’attuale situazione come un’anomalia. 
    Body language 
    Quando poi a Leclerc è stato chiesto se si sentisse sotto pressione per dover stare davanti a un compagno che andrà via, lui non s’è nascosto: «Mentirei se dicessi che sono felice. Carlos sta facendo un lavoro straordinario e tocca a me reagire, tocca a me vincere. Ce la metto tutta per riuscirci in fretta». Chapeau all’onestà intellettuale. Già sabato mattina a Suzuka, nella terza sessione di prove libere, la squadra gli aveva bocciato una proposta, evidentemente memore dei cinque clic di ala che, su scelta sua, gli avevano compromesso la qualificazione in Australia. Stavolta Leclerc aveva chiesto di uscire per completare qualche altro giro, mentre gli ingegneri avevano preferito tenerlo dentro. Era poi entrato ma era rimasto preso fra il traffico del momento e la fine della sessione, sicché s’era attaccato alla radio: «Francamente non capisco, cos’è che abbiamo fatto per stare nei box così a lungo? Oh mio Dio… Sono le FP3, abbiamo soltanto due giri, andiamo!».
    Vola un vaffa  
    E appena finita la gara, all’ingegnere di pista Xavi Marcos che con tono corroborante gli annunciava «Charles, sei Driver of the Day!», aveva replicato con il più classico dei vaffa. Siamo certi non fosse rivolto al tecnico, ma più generalmente a una situazione in cui le cose non vanno per il verso giusto, rendendolo insofferente. Vaffa alla sindrome-Sainz, di cui Leclerc cerca di liberarsi.  LEGGI TUTTO

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    Hamilton nervoso, l’addetto stampa imbarazzato: “colpa” della Ferrari

    Pensava, sperava, in un ben altro addio alla famiglia che l’ha portato a quota sette titoli mondiali e con la quale tre anni fa aveva in mano il sorpasso a Michael Schumacher, fino a quell’ultima e incriminata saferty car che ha ribaltato tutto e aperto l’era di Max Verstappen. Che la Mercedes non gli avrebbe offerto le chance di vincere ancora e presto (ha 39 anni…), Lewis Hamilton l’aveva capito. E per questo probabilmente ha scelto la Ferrari, dove con il suo fiuto (e le giuste informazioni) ha annusato che stavano invertendo rotta. Ma che l’ultimo anno con la Mercedes sarebbe stato un calvario difficilmente se l’aspettava. Si giustifica così il nervosismo col quale giura le spalle a un giornalista colpevole di avergli chiesto alla fine di una gara terminata al 9° posto a più 48 secondi dalla vetta e quasi 3 dal compagno di squadra George Russell (7°) se non vedesse l’ora di salire sulla Rossa. «Avete domande migliori?» la risposta seccata. E senza aspettarne un’altra via, con l’addetto stampa costretto a un imbarazzante «grazie». D’altronde dev’essere dura per uno come Lewis accettare di guidare per più due anni una macchina con la quale è impossibile vincere. LEGGI TUTTO

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    Sainz: “Ferrari non lontana dalla Red Bull. La differenza con l’anno scorso…”

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    Ferrari, Sainz e l’annuncio sul futuro: “Devo accelerare”

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